Enzo Avitabile ha guidato, con la sua voce, “Exeredati Mundi”, nell’evento in cui l’orchestra del Conservatorio ”Nicola Sala” ha ricordato la Via Crucis

 L’ evento al Teatro Comunale di Benevento, il 26 marzo scorso, ha visto due eccellenze lavorare insieme: Enzo Avitabile, con l’Orchestra del Conservatorio Statale “Nicola Sala” di Benevento, accompagnati dalla chitarra classica, suonata dal M° Gianluigi di Fenza, che si è particolarmente distinto nell’esecuzione del brano “Don Salvatò”, cantato anche da Mina. 

 Un ottimo risultato realizzato grazie alla bravura di ogni singolo partecipante ed alla maestria del direttore, il M° Gabriele di Iorio. Molto soddisfatti dei risultati possono essere anche il Direttore del Conservatorio, M° Giuseppe Ilario, e la Presidente, Dott.ssa Caterina Meglio, che ancora una volta hanno visto confermare le loro capacità di direzione e di sintesi.

  Infatti, Caterina Meglio, nel suo saluto a tutte le istituzioni, presenti nel teatro, ha sottolineato“l’importanza dell’integrazione di grandi musicisti, con i nostri ragazzi”.  Ha salutato “tutto il corpo docente e gli allievi, che anche stasera daranno il meglio di sé, con una prova di grande talento”. La Presidente ha sottolineato:” Le sfide si possono accettare. Studenti e docenti, quando arrivano persone come te, (rivolta ad Avitabile), c’è subito contaminazione!”. Ed il risultato, infatti, come anche in questo caso, non ci lascia mai delusi.

  Avitabile a questo punto, ha voluto lanciare un appello: “Salvare la musica, si vendono pochi strumenti, mentre i ragazzi, con grande umiltà provano molto. Sono un autore che scrive per il popolo, quando si arriva alle prove, questi ragazzi hanno già studiato la partitura, da qui si capisce il grande impegno: ed io ne sono onorato…”.

  All’inizio del concerto, Avitabile ci ha presentato questo suo ultimo lavoro, di cui ha scritto le parole e composto la musica, un’opera sinfonica, molto bella, “in cui i protagonisti sono i diseredati dal mondo, gli ultimi”.

  Come meglio non si poteva interpretare, la Via Crucis, ovvero il cammino verso la morte di Gesù, un innocente condannato dall’ipocrisia, dal timore di perdere il potere, dalla conservazione dello status quo. Una storia che ricorda tante altre storie di persone innocenti uccise dall’invidia, dal potere, dall’ avarizia, dall’ignoranza, dalla necessità.

 Come è accaduto al giovane Gerardo, protagonista di una stazione in cui con “Gerardo nuvola ‘e povere”, un giovane di Maddaloni, uno dei tanti, che si era recato a Modena, per lavorare sui cantieri e che ritorna a casa in una cassa di zinco.

 Si ritorna a parlare di uno dei più frequenti accadimenti contemporanei: La morte sul lavoro, davanti alla quale tutti ci indigniamo, ma nel concreto, non facciamo nulla e dimentichiamo tutto, in brevissimo tempo.

 Infatti, se ne parla molto sui mass-media, sui canali d’informazione, ma poi, di fatto, non si fa nulla di concreto o quasi, per evitarli, anzi l’istituto preposto alla gestione ed al pagamento degli infortuni, l’Inail, sembra sempre più abbandonato a sé stesso, legato da mille vincoli burocratici, pesanti ed inutili, che ne impediscono spesso, di fatto, la vicinanza al lavoratore infortunato ed alle famiglie. 

 Nella seconda stazione, Avitabile ci ha parlato della caduta del mondo nelle calamità della storia, che colpiscono il corpo e l ‘anima, non ultimo il riferimento alla recente pandemia, fino a giungere alla paura, che ci fa uccidere gli altri, presentata con una narrazione incalzante, su una musica che lo era altrettanto. In questo cammino siamo arrivati alla terza stazione in cui si racconta la strage di Castelvolturno, che vide ben sei ragazzi vittime di un meccanismo, sicuramente perverso. Sei vite distrutte, giovani trucidati, dopo aver vissuto tra permessi di soggiorno e lavoro, così è passata la giornata “’ncoppa a Domiziana…?!”.

  Il testo è stato accompagnato da note lunghe e lugubri, come si addice al racconto di una strage…

  Nella quarta stazione siamo arrivati al momento in cui Gesù viene inchiodato sulla croce ed alla frase molto umana pronunciata dal Figlio, rivolto al Padre:” Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, una frase che conferma la natura umana di Gesù, che si è sottoposto volontariamente al supplizio, ma come uomo ne subisce e ne sente tutto il dolore. Le note qui diventano sempre più incalzanti, per portarci il dramma che si stava consumando, unito all’umana disperazione di Gesù che si chiede: “Perché mi hai abbandonato, in un momento così altamente drammatico?”.

 Non poteva mancare l’esecuzione, uno dei brani più significativi della Pasqua:” Ave Verum Corpus”, K618 in re maggiore, scritto da W.A. Mozart, che ha ripreso l’inno eucaristico omonimo del XIV secolo, da eseguirsi per la solennità del Corpus Domini. Il destino ha voluto che Mozart riuscisse a scrivere questo bellissima composizione poco prima della sua morte prematura.

  L’emozione, infatti, è stata molto grande, quando al cantautore è stato comunicato che il Conservatorio ha deciso di conferirgli la laurea, honoris causa, in Composizione ed Arrangiamento. Un riconoscimento meritatissimo, per un artista del suo calibro, che ci ha eseguito anche alcuni dei suoi brani storici, coinvolgendo tutto il pubblico, in particolar modo nel momento in cui ha eseguito “’E ancora tiempo”, ultima canzone in napoletano, cantate da Pino Daniele, prima della sua scomparsa. 

  Avitabile, alla fine della serata, ha detto: “Una vera e propria sfida è questa che il Conservatorio pone in essere, un momento in cui si insegna ai ragazzi a stare sul palco. Bravi anche i professori, che “rischiano” di esibirsi con i giovani. ” Avitabile ha concluso dicendo:” Grazie Benevento e a tutto il territorio!”. 

Maria Varricchio

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