Il Festival della Danza ospita la presentazione di un libro

 Nell’ambito della manifestazione “Una finestra sulla danza”, Festival di Primavera, IV edizione, il 29 aprile scorso presso il Teatro Vittorio Emanuele di Benevento, nella prima giornata della rassegna,  abbiamo assistito alla presentazione  del libro dal titolo “Dalla sala al palcoscenico. Il linguaggio gestuale della danza classica”, il lavoro della M° Maria Virginia Marchesano, che nel primo pomeriggio aveva tenuto le lezioni di  danza presso il Centro Studi Carmen Castiello.

  Come sappiamo, il Festival è articolato in momenti di preparazione degli allievi, con corsi di danza  per gli allievi della scuola della M.° Castiello e dalla presentazione di due libri, attinenti alla storia ed alle tecniche della danza. Un percorso dunque completo: dalle lezioni pratiche a quelle teoriche, con la possibilità di utilizzare dei libri, che completino il percorso formativo dei futuri danzatori e delle future danzatrici.

  Il primo libro è stato presentato il 29 aprile dalla direttrice editoriale di Kinetes, Dott.ssa Rossella Del Prete, presentazione che è stata arricchita dal commento della M° Maria Venuso, componente del Comitato Scientifico della Collana editoriale, nonché curatrice della prefazione, e dal M° CanioFidanza, che ha accompagnato al pianoforte i danzatori nella seconda fase della serata, cioè nel momento vero e proprio di danza, dal titolo “Dal Ballet de cour alla Danza Contemporanea”.

  Sono state dunque affrontate le tematiche contenute nel libro, nato durante la pandemia, periodo in cui la costrizione in casa ha dato all’autrice l’idea di scrivere la storia della danza. In esso sono contenuti, sia  i risultati, quale  osservatrice instancabile del corpo umano e sia dal rapporto decennale con gli allievi. Infatti l’autrice ha detto: ”Questo libro l’ho imparato dai miei allievi”.

   La M°  Marchesano ha continuato dicendo: ”Nel periodo del Covid, in quella sospensione temporale, non si è sospeso il mio amore per la danza. Ho dovuto trovare un modo per continuare a viverla, laddove non era più possibile esercitarla fisicamente. L’ho realizzata attraverso una chiave teorica. C’era una grande distanza fra la parola scritta e la danza, fra essa ed i ragazzi, ed io ho provato a mettermi nei loro panni, senza dover dare nulla per scontato. Questo libro è emerso da me, con una grande velocità. Ho voluto aprire una finestra di curiosità sulla danza, anche per chi non la conoscesse. E’ stato un incontro. Per me la danza è un linguaggio mistico, che, al di là della portata artistica, un modo per comunicare qualcosa agli altri, diventi uno spunto di riflessione, perché la danza è uno dei linguaggi universali. Si racconta qualcosa attraverso il linguaggio del corpo. La danza rappresenta una delle poche attività in cui l’essere umano è un tutt’uno tra corpo, amore, anima. Il libro è dunque anche un’occasione per incuriosirvi e capire che la danza è anche amore e, in questo momento, tutti abbiamo bisogno di amore, in questi momenti bui”.

  Il contenuto del libro è stato poi illustrato dalla M° Maria Venuso la quale ha inoltre sottolineato lo stretto rapporto che la danza ha con la musica, rapporto che dovrebbe essere completato anche con dei corsi di solfeggio. Quest’ultimi servono a capire il ritmo della vita e della musica e per i quali si è ipotizzato una sinergia con il  Conservatorio “N. Sala” di Benevento.

  Il racconto inizia con la presentazione della danza presso i greci fino al Quattrocento e Cinquecento, ed con il balletto di corte nel 1661, anno in cui il famoso Re Sole di Francia  fonda un balletto di corte, circostanza, questa, per cui viene utilizzata la terminologia francese, mentre in realtà la maggior parte dei maestri di ballo sono italiani. Di qui una collaborazione tra francesi ed italiani, con conseguenti anche importanti scambi politici tra i due popoli. Il balletto fu introdotto quale intermezzo fra un atto e l’altro delle opere liriche, per permettere i cambi di scena, di abito e concedere una pausa ai cantanti.

   Con il tempo, il balletto diventò uno spettacolo a sé, autonomo. I rapporti culturali tra le varie capitali d’Europa si intensificano, vi è una vera e propria contaminazione continua. I rapporti tra le varie forme d’arte si intensificano, tanto che danza viene a stretto contatto anche con il circo, e ne adotta la punta delle scarpe, che facilitano il lavoro del ballerino. Un aiuto non indifferente alle fatiche del danzatore.

    Non poteva infine mancare il momento vero e proprio della danza che si è alternata ai brani letti dalla brava Linda Ocone, la quale ha iniziato con la declamazione del sonetto “Alla sera” di Ugo Foscolo, seguita poi dal “Pomeriggio di un fauno“, di Debussy, ballato da Mirko Melandri ed Odette Marucci. A seguire vi è stato l’omaggio alla Notte con Alessandro Amoruso e OdetteMarucci, e, a conclusione della manifestazione, un balletto di danza contemporanea.

  La direttrice artistica, M° Carmen Castiello, ha ritenuto doveroso ringraziare i genitori, i quali, con il loro aiuto, permettono ai figli di seguire i corsi di danza e di vivere momenti di bellezza e di amore.

  Gli allievi a loro volta profondono tanto impegno, dimostrano tanta forza di carattere, raggiungendo così brillanti risultati.

   Vi è stato anche il saluto della Dott.ssa Antonella Tartaglia Polcini, la quale ha voluto sottolineare, come ”la musica, la scrittura , la danza portano un messaggio di pace”, di cui in questo momento abbiamo tutti bisogno.

    Il festival è continuato in questi giorni, secondo il calendario,  e il prossimo 13 maggio, a Palazzo Paolo V, alle ore 18,00, vi sarà la presentazione del secondo libro, dal titolo “Educando in danza”. Il tema sarà introdotto dalla M° Elena Viti, coautrice del progetto e si avvarrà anche dell’intervento di Lucrezia Delli Veneri, Direttrice del Comitato Scientifico di Redazione de “Il Giornale di Kinetes”, Infine, vi saranno altri due appuntamenti di corsi di danza, rispettivamente il 14 maggio ed il 4 giugno, giorno di conclusione del festival.

   La nostra città vive, così, un ulteriore momento di arricchimento culturale.

Maria Varricchio

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