Padre Pio, Eucaristia Vivente, nel 20º anniversario della canonizzazione


di Mons. Pasquale Maria Mainolfi – Teologo

Sono passati già 20 anni dal giorno splendido della canonizzazione di San Pio da Pietrelcina, avvenuta in Piazza San Pietro Il 16 giugno 2002 con la cappella papale presieduta da San Giovanni Paolo II . Quel giorno ho avuto la gioia di essere presente anch’io nel gruppo di officiali della Congregazione dei santi. Una folla incontenibile ha gremito Piazza San Pietro, Via della Conciliazione e persino Piazza San Giovanni in Laterano, dove sono stati ubicati per l’occasione dei maxischermi per favorire la partecipazione dei fedeli  provenienti da tutto il mondo. Per la canonizzazione del Beato Pio da Pietrelcina, la Postulazione ha presentato al competente Dicastero la guarigione del piccolo Matteo Pio Colella , di 7 anni , di San Giovanni Rotondo, il cui papà, il chirurgo Antonio Colella è molto conosciuto nel Sannio perché originario di Pietradefusi. La mamma prof. Maria Lucia  Ippolito, in occasione della festa di San Pio, ha testimoniato nella Parrocchia di San Gennaro in Benevento, dichiarando: “Matteo Pio, era morto, poi ha visto Padre Pio”. Viviamo tempi difficili.  Abbiamo costruito un umanesimo senza Cielo. Ora la risposta vera ai nostri tanti problemi sono i Santi, vere fontane di acqua fresca e salutare nel generale deserto dei valori. La Provvidenza guida la storia. Ogni epoca ha i suoi mali che 
l’ affliggono, ma anche i suoi Santi che la salvano.
Facciamo ora un po’ di teologia della storia. Per le eresie cristologiche e trinitarie dei primi secoli, i Padri della Chiesa; per la crisi del 1200, Francesco d’Assisi e Antonio di Padova; per il difficile 1500, con la Riforma e la Controriforma,  apologisti e santi fondatori di ordini religiosi; per il secolo del Giansenismo, i messaggi del Cuore di Gesù a Santa Margherita; per il Positivismo dell’ 800, Lourdes e Bernadette; per la grande guerra, Fatima ed i tre pastorelli; per i tempi moderni con la negazione di Dio e il trionfo della Massoneria, Francesco Forgione ( Pietrelcina 25 maggio 1887 – San Giovanni Rotondo 23 settembre 1968). Testimonianza esplosiva del soprannaturale, novello Mosè in un mondo che ha tutto, anche il superfluo, ma manca del necessario: l’Amore! Una vita spesa tra “Oratio et Oblatio “, preghiera ed offerta. Pio XII definisce Padre Pio: “la salvezza dell’Italia.” Lo storico Don Giuseppe De Luca: ” Padre Pio, un vivo calice per la nostra sete”. Prescelto per una missione grandissima, dice il giornalista Antonio Socci, come Giovanni Battista il precursore di Cristo e come il grande profeta Elia . La sua figlia spirituale prediletta, Cleonice Morcaldi, lo considera: “Un altro Gesù”. Ed il  teologo salesiano, mio mio carissimo amico, Don Sabino Palumbieri, sentenzia:” Padre Pio: l’ultima cena ritrascritta nel secolo ventesimo”. Il nostro Padre Pio, nella sua parabola esistenziale è :Sacerdote, Altare e Vittima. Negli anni ruggenti dei conflitti armati e delle guerre fredde, negli anni di sofferenza d’immense masse di uomini, uno di noi, un figlio della terra sannita, viene scelto per vivere nella sua carne la sofferenza redentrice di Cristo in maniera singolare. Uomo straordinario scelto dalla Provvidenza , di tra noi, al servizio di tutti noi, uomo riuscito , frate santo, vita interamente donata intorno ad unico asse: l’ Eucaristia. Serafino della Messa. Lo stigmatizzato , fa sue le parole di Unamuno : ” L ‘amor di te ci brucia, bianco corpo. Amore che è fame. Amore struggente. La nostra ansia si appaga solo quando ti mangiamo, pane d’ immortalità, Carne divina. Il nostro ardente amore , Amore fatto carne, Agnello di Dio, desidera mangiarti. Non è godere in te , è farti nostro, carne della nostra carne, e i tuoi dolori soffrire per vivere una morte che è vita. E aprendo le tue braccia nel gesto di donarti a noi amorosamente, vai ripetendo: Venite, mangiate, prendete, questo è il Mio Corpo. Carne di Dio, Verbo incarnato, sazia di te la nostra divina fame” . Tutta la vita di Padre Pio si svolge sull’asse tensionale dell’ Eucaristia ” fonte e culmine” di tutta la sue esistenza. La sua vita : “Una Messa sul mondo”. E ancor oggi  “una clientela mondiale” lo segue, sedotta dal suo esempio, compresa e interpretata da questo luminoso testimone “Crocifisso senza Croce,” simbolo globalizzante di ogni umano dolore

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