Nessun connubio tra Partito Democratico e Mastella

 “Alle ore 13 di oggi, 08 marzo, scadevano i termini per la presentazione della lista per il rinnovo del Consiglio d’Ambito dell’ATO Rifiuti di Benevento. Rispetto all’ipotesi di una soluzione unitaria, il PD ha scelto con convinzione di starne fuori nell’assoluta unità degli organismi dirigenti.
Non eravamo e non siamo interessati a un’intesa purchessia. Era ed è nostro interesse agire in funzione di un nuovo indirizzo strategico nel governo del ciclo dei rifiuti in netta discontinuità con il fallimento di questi anni. Ci riferiamo, evidentemente, a fatti oggettivi ed incontestabili: paghiamo la tariffa più alta della Campania.
I comuni sono costretti dal 2018 a trasferire fuori provincia i propri rifiuti a costi esorbitanti per le tasche dei cittadini.
Per diretta responsabilità dell’ATO che ci starebbe lavorando da 4 anni, il territorio sannita non è ancora dotato di un Piano d’Ambito che definisca il «fabbisogno provinciale» e indichi le «aree di ubicazione» degli impianti di trattamento/lavorazione nonché dei siti di stoccaggio.
Si è fatto di tutto per ostacolare (per note “sragioni” localistiche) l’aggiornamento tecnologico e la riattivazione dello Stir di Casalduni, co-determinando, tra l’altro, la morte di Samte per asfissia economico-finanziaria con annessa crisi occupazionale.
Per non parlare delle massime figure apicali in organigramma, cui compete l’autorizzazione dei progetti degli impianti, ad un tempo «progettisti di proposte di impianto» sul territorio.

Giovanni Cacciano

Se deve essere ancora questo il «modello di gestione dei rifiuti» nel Sannio noi, semplicemente, non ci stiamo. Non ci interessa una mera logica di «potere per il potere» o qualche posticino in Consiglio. Ce ne stiamo fuori. 
In ogni caso, vigileremo con rigore su tutto quanto la «nuova/vecchia governance» dell’ATO Rifiuti vorrà e saprà mettere in campo con l’occhio rivolto, in via esclusiva, alla tutela degli interessi dei cittadini e degli utenti Sanniti oggi i più penalizzati di tutta la regione Campania”.

Per rendere l’idea di come  non ci sia stata una soluzione unitaria, auspicata del Pd in sede regionale nei confronti del sindaco di Benevento, Mastella, per la elezione del Consiglio dell’Ato Rifiuti, prevista per il prossimo 16 di marzo,  abbiamo pubblicato integralmente il comunicato del neo segretario provinciale del Partito Democratico, Giovanni Cacciano.
Ma l’8 marzo, prima ancora  che Cacciano diffondesse il predetto comunicato, Il Mattino , nel dare notizia che alle 13 di tale giorno  sarebbero scaduti  i termini per la presentazione delle candidature , pubblicava  una dichiarazione, evidentemente resa il giorno precedente,  con la quale  il segretario del Pd poneva  delle  condizioni, riportate poi nel comunicato,  che non  lasciavano presagire un feeling  tra Mastella e il Pd, bensì ad una trattativa che avrebbe dovuto segnare un cambio di rotta dell’ATO Rifiuti. Cacciano infatti dichiarava: “Non siamo interessati a una intesa purchessia, ma solo a un progetto guida del ciclo dei rifiuti che segni la netta discontinuità con la gestione uscente , caratterizzata  dalla inefficacia che è sotto gli occhi di tutti”.
Mastella,  disposto a concedere, in una lista unitaria soltanto 2 posti su 12, in una elezione di  secondo grado,  voleva addirittura che  il tutto venisse sancito in un “documento politico- programmatico sottoscritto da tutti” e che impegnasse “tutti per il futuro”.
Un siffatto documento avrebbe determinato la castrazione del Pd, in quanto ogni iniziativa dei suoi gruppi consiliari al Comune e alla  Provincia di Benevento, finalizzato a denunciare il modo di amministrare delle maggioranze mastelliane nei predetti enti, sarebbe stata vanificata e resa inefficace da Mastella che avrebbe sbandierato, ad ogni piè sospinto, il predetto documento.  E avrebbe, il documento, messo i rinnegati nella condizione di dire che loro erano stati antesignani rispetto al Pd, il partito che non li ha voluti più come iscritti, avendo loro presentato una lista in sostegno di Mastella determinandone la elezione a sindaco di Benevento.
Mastella, da quando è sindaco di Benevento, è riuscito, anche con la distribuzione di prebende, a richiamare, per dirla con una metafora,  all’ovile molte pecore che, perduto un punto di riferimento dopo che Mastella era finito in una “disgrazia” politica, aveva trovato ricovero in altri…soggetti  politici, in un’epoca, quella della Seconda Repubblica, in cui  la scelta di formazioni politiche, da parte di buona parte dei cittadini, lungi dall’essere politica, era determinata dalla esigenza di stare dalla parte di chi gestisce il potere.  Cosi, Mastella è riuscito ad essere rieletto sindaco, sebbene con un margine di appena 787 voti, avendo potuto utilizzare il potere di sindaco nella lunga campagna elettorale, ottenendo anche il vantaggio, forse non previsto da lui, relativo alla emissione da parte della Magistratura  locale, 51 giorni dopo le elezioni, di misure cautelari a carico di 8 persone  che alla Provincia erano rimaste coinvolte, insieme al presidente Antonio Di Maria,  in un giro di mazzette.
Ed è riuscito, sempre Mastella,  anche ad eleggere, alla  Rocca dei Rettori, 5 consiglieri  provinciali su 10, grazie anche ad un sistema elettorale che prevede, come elettori, sindaci e consiglieri comunali chiamati ad esprimere un voto ponderato, calcolato cioè  sul numero di abitanti dei loro rispettivi comuni.  Tuttavia, non ha avuto la maggioranza assoluta, ma la stampella dei rinnegati gli ha consentito di averla. Con il voto popolare, il responso elettorale sarebbe stato molto diverso.

Finalmente, la Regione assegna alla Provincia di Benevento i fondi per il completamento della Fondo Valle Isclero e della Fondo Valle Vitulanese, dopo averli avuti da 5 anni dal CIPE
Ora, dal momento che al mastelliano  Di Maria il Riesame, nel revocargli gli arresti domiciliari, nello scorso mese di dicembre, lo ha revocato da Presidente, impedendogli di mettere piede per 10 mesi alla Rocca dei Rettori, Nino Lombardi, il presidente facente funzioni della Provincia, pensa di ascrivere alla iniziativa mastelliana la realizzazione di importanti opere.  Lo ha fatto quando la Regione gli ha  assegnato 9,3 milioni per metterlo in condizione di bandire la gara di appalto  atta a realizzare gli ultimi 2,6 chilometri della Fondo Valle Isclero, per congiungere  all’Appia l’importante arteria che, completata,  collegherà la Valle Telesina alla Valle Caudina. Nessuno però ha detto che quei fondi erano stati erogati dal CIPE,  più di 5 anni fa, alla Regione,  per interessamento del deputato di Umberto Del Basso De Caro, quando il deputato dem era sottosegretario alle Infrastrutture. E lo ha fatto anche di recente, Nino Lombardi, quando in un comunicato del 7 marzo, con tono trionfalistico, ha informato la stampa del fatto che “il direttore  generale per la Mobilità della Regione Campania, Roberta Cavalli, ha firmato il decreto di ammissione provvisoria al finanziamento  per il completamento della Fondo Valle Vitulanese  e lo ha notificato alla Provincia di Benevento, ente attuatore dell’opera stradale, assegnando le risorse finanziarie pari a euro 45.560.000,00, necessarie per realizzarlo”.
Il completamento di questa arteria, da Vitulano a Montesarchio, arteria che, come è noto, si snoda dalla Telesina, SS. 372, in  contrada Olivola, per raggiungere  l’importante centro della Valle Caudina,  è stato finanziato, circa 5 anni fa, pure per interessamento dell’allora sottosegretario alle Infrastrutture. Ma, come abbiamo dato già notizia, il sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi, ha chiesto la modifica del tracciato, previo ricorso al Tar, “per tutelare gli interessi del territorio, del paesaggio,  e del tessuto agricolo tradizionale”.  Il Tribunale amministrativo avrebbe dovuto affrontare la questione nell’udienza del 9  marzo, ma della sentenza non si sa ancora niente. L’iniziativa di Scarinzi, che mette in pericolo la realizzazione dell’opera,  considerati  i tempi imposti dal CIPE,  è però avversata da tutti i sindaci dei comuni della Valle (Apollosa, Campoli, Cautano, Castelpoto e Foglianise), che temono la perdita dei fondi. 
Giuseppe Di Gioia

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