Con la transazione era stato venduto il “pacco” di Forcella ai cittadini di via Saragat. Ma l’Acer insiste nel ritenere valida la transazione
Sulla vicenda riguardante quella transazione che, su sollecitazione di Mastella, venne stipulata dai vertici dell’ACER (Agenzia Campana Edilizia Residenziale), il nuovo ente che ha surrogato gli IACP della regione, e i proprietari degli alloggi di via Saragat, realizzati negli anni ’90 dall’ex IACP, per pervenire al formale atto di compravendita, vi è stata una interrogazione del consigliere regionale dem, Erasmo Mortaruolo. Ma, successivamente all’annullamento di tale transazione da parte della Regione, ci sono stati interventi di Altrabenevento, di Alternativa per Benevento e dell’assessore, con delega ai rapporti con l’ACER, di Molly Chiusolo.
Noi, affinché i lettori abbiano una visione d’assieme rispetto a come è nata quella transazione e a come la regione è pervenuta al suo annullamento, pubblichiamo integralmente la risposta che il capo dell’ufficio legislativo del Presidente della Regione, prof. Alfonso Celotto, ha fatto pervenire a Erasmo Mortaruolo in data 22 dicembre 2021, nonché gli interventi di Altrabenevento, di ApB e di Molly Chiusolo.
La risposta della Regione a Mortaruolo
“Premesso, che si è venuti a conoscenza dell’intera vicenda solo a seguito dell’interrogazione consiliare in questione e, per effetto della stessa, sono stati richiesti chiarimenti all’ACER”.“La vicenda oggetto della interrogazione consiliare trae origine da un programma di edilizia convenzionata-agevolata realizzato nel comune di Benevento da parte dell’IACP con il concorso di un contributo pubblico erogato dalla Regione Campania a valere sui fondi ex legge 457/78”.“Il programma fu realizzato negli anni 90 e prevedeva la costruzione di circa 900 alloggi da assegnare in proprietà a nuclei familiari, in possesso dei requisiti per l’ accesso dell’edilizia agevolata, ai quali veniva riconosciuto dalla Regione Campania un contributo a fondo perduto pari al 30 per cento del costo convenzionale risultante dal quadro tecnico economico approvato dai competenti uffici regionali. Purtroppo per alcuni alloggi di detto programma costruttivo, benché assegnati definitivamente ai legittimi promittenti acquirenti e regolarmente consegnati agli stessi, non si riuscì a pervenire alla stipula dei rogiti notarili per mancanza del collaudo tecnico-amministrativo dei lavori e del conseguente certificato di abitabilità”.“A seguito del mancato trasferimento in proprietà degli alloggi per l’assenza del collaudo tecnico-amministrativo finale, nonché per vizi di costruzione riscontrati dalla Commissione di collaudo, gli assegnatari instauravano contenziosi legali volti ad ottenere la stipulazione dell’atto definitivo di compravendita degli alloggi e l’esecuzione dei lavori necessari per l’eliminazione dei vizi e delle irregolarità tecniche di esecuzione delle opere”.“Tutti i predetti contenziosi hanno visto soccombente l’IACP di Benevento che è stato condannato dalla Corte di Appello, con varie sentenze, alla eliminazione di tutti i vizi riscontrati nei singoli alloggi e alla stipula degli atti di vendita degli stessi”.“Le pronunce della Corte di Appello, avvenute nel 2018, fino ad oggi non hanno avuto esecuzione da parte dell’IACP di Benevento”.“Fatta questa necessaria premessa si ritiene che l’accordo transattivo stipulato fra l’ACER Campania e i singoli assegnatari degli alloggi oggetto di vizi e/o difformità non poteva essere stipulato per mancanza della legittimità a costituirsi quale controparte negli atti transattivi in capo all’ACER”.“Dalla documentazione venuta in possesso di questa Direzione, si desume , altresì, che tale posizione è condivisa anche dal Collegio dei Revisori dell’ACER e dallo stesso Commissario Liquidatore degli IACP, che hanno mosso numerose contestazioni in merito alla regolarità amministrativa delle transazioni poste in essere dall’ACER, evidenziando, fra le altre cose, la mancanza di legittimità a costituirsi quale controparte negli atti transattivi”.“Il provvedimento regionale che ha posto in liquidazione gli IIAACCPP delle province campane ha precisato che la gestione liquidatoria deve far fronte a tutte le passività accertate al 31/12/2018 con la vendita degli immobili rimasti in proprietà degli IIAACCPP in liquidazione”.“Fra le passività accertate al 31/12/2019 nei confronti dell’IACP di Benevento in liquidazione risultano comprese anche quelle scaturite dalle sentenze oggetto delle transazioni per le quali è stata presentata la interrogazione consiliare”.“Risulta ininfluente che i contenziosi afferiscano ad immobili trasferiti in proprietà dell’ACER in quanto l’Ente soccombente nelle sentenze è l’IACP di Benevento che, seppur in liquidazione, conserva la sua personalità giuridica e quindi le legittimità a trattare le passività a cui far fronte secondo i criteri più appropriati, nel rispetto dei principi generali che disciplinano la gestione liquidatoria”.“Per quanto sopra si stanno attivando le necessarie azioni per pervenire all’annullamento delle transazioni”.
La nota di Altrabenevento
“In piena campagna elettorale il sindaco di Benevento, Clemente Mastella e la consigliera Molly Chiusolo, oggi assessore, hanno più volte assicurato che l’ACER avrebbe firmato entro il 30 ottobre gli atti per la cessione degli alloggi di via Saragat ai legittimi assegnatari-proprietari a seguito di una transazione firmata dall’avv. Tiziana Genito”.
“Il movimento politico “Altra Benevento è possibile” e i consiglieri di opposizione hanno fatto notare più volte che Mastella e Chiusolo non avevano titolo per promettere atti che non sono di competenza del Comune di Benevento e che la situazione era molto più complessa di quella da loro prospettata (non c’è il collaudo tecnico-amministrativo finale; non c’è il certificato di agibilità; non era stato chiesto il parere obbligatorio dei Revisori dei conti di Acer; si attribuivano costi a carico degli assegnatari per lavori di competenza dell’ex IACP) invitando i cittadini interessati a verificare direttamente, senza intermediari interessati, la reale situazione con atti alla mano”.
“Invece gran parte di quegli assegnati e soprattutto il Comitato di Quartiere di via Saragat”, afferma Gabriele Corona a nome di Altrabenevento, “hanno continuato a dar credito a Mastella e Chiusolo che hanno garantito la cessione degli alloggi anche quando i Revisori dei Conti di Acer hanno espresso chiare riserve e contestazioni. Il sindaco e l’assessore all’Urbanistica, dopo un recente incontro a Napoli hanno assicurato che tutte le difficoltà erano state superate, nonostante le critiche degli oppositori”.
“Invece la Regione Campania- Direzione Generale Governo del Territorio, su richiesta del consigliere Mino Mortaruolo, ha comunicato che l’accordo transattivo firmato dal presidente di Acer, David Lebro e l’avvocato Tiziana Genito a nome degli assegnatari, è illegittimo e sarà annullato”.
“E’ una bocciatura netta anche delle promesse elettorali di Mastella e Chiusolo che finora non hanno commentato. Neppure si sono pronunciati gli altri assessori comunali, i consiglieri di maggioranza a palazzo Mosti, la senatrice Sandra Lonardo e il consigliere regionale Luigi Abbate o l’avvocato Tiziana Genito”.
“Sarebbe interessante conoscere anche il commento dei giornalisti amici di Mastella o di quelli non abituati a verificare o approfondire le dichiarazioni del signorotto di Ceppaloni che trova ampio spazio da parte degli organi di informazione anche quando racconta che “il ciuccio vola”. E sarebbe auspicabile una indagine della Procura della Repubblica sulle promesse “illegittime” in campagna elettorale”.
La nota di Alternativa per Benevento, che chiede l’immediata convocazione del Consiglio Comunale
“Il primo dicembre, nel corso di una conferenza stampa, manifestammo la nostra disponibilità a collaborare per trovare una soluzione alla delicata vicenda di via Saragat. Lo facemmo in forza del parere ‘non favorevole’ espresso dai revisori dei conti dell’Acer in merito agli atti transattivi stipulati tra l’Agenzia e gli affittuari degli alloggi con la regia dell’amministrazione comunale”.
“Il nostro appello – chiedemmo anche la convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc al quale avrebbero dovuto prendere parte anche i vertici Acer – cadde nel vuoto. Di più: fummo addirittura attaccati dal sindaco il quale, ben consapevole del pastrocchio combinato, provò a dirottare il dibattito su inesistenti atteggiamenti ostruzionistici dell’opposizione consiliare”.“Trascorso neanche un mese, nel rispondere a una interrogazione del consigliere Erasmo Mortaruolo, è la Regione Campania – con un atto a firma dei vertici della Direzione Generale per il Governo del Territorio- ad annunciare che “si stanno attivando le necessarie azioni per pervenire all’annullamento delle transazioni”. Parole chiare e perentorie, precedute da una netta presa di distanza dall’operato di Mastella: che figuraccia!! Di commenti da fare ce ne sarebbero, ma non è questo il momento. A noi interessano i diritti delle famiglie di via Saragat e ribadiamo dunque la nostra volontà a collaborare per trovare una soluzione reale e concreta alla questione. Restiamo dell’idea che una pubblica ed autorevole presa di posizione dell’intero Consiglio Comunale – piuttosto che incontri tra sodali politici sin qui rivelatisi infruttuosi- possa ottenere il risultato di sollecitare Acer e Regione a riconsiderare in tempi rapidi la problematica e pervenire alla riscrittura degli atti transattivi, questa volta nel rispetto di tutti i crismi di legalità”.La risposta dell’Assessore Molly Chiusolo.
“Ci siamo interessati della vicenda di Via Saragat molti mesi prima della campagna elettorale ricevendo una delegazione di cittadini assegnatari degli alloggi unitamente al loro legale ed abbiamo organizzato un incontro nella sede dell’Acer con il Presidente ed il Direttore generale”.
“Ci siamo adoperati a risolvere un’inadempienza che non appartiene al Comune con la sola intenzione di trovare una soluzione ad una problematica che si protrae ormai da venti anni”.
“Contrariamente a chi lavora per far sì che la soluzione non si trovi, noi continueremo a batterci in tutte le sedi, anche giudiziarie, per garantire il diritto di abitazione e la dignità di chi ha fatto sacrifici inenarrabili per essere proprietario della casa nella quale vive.
Peraltro ricordo che lo Iacp deve al Comune di Benevento, in virtù di sentenze passate in giudicato, oltre 15 milioni di euro, e questa somma è stata uno degli elementi che ha concorso a determinare il dissesto finanziario dell’Ente”.
“Non ci fermeremo, ma continueremo a batterci fino a quando la vicenda non sarà risolta, senza alcun motivo di strumentalizzazione e nell’unica convinzione che il diritto di queste persone deve essere tutelato così come gli spetta e così come decretato da innumerevoli sentenze passate in giudicato”.
“Ed infatti, proprio in tal senso depone l’ultimo incontro tenutosi a Napoli con i vertici di Iacp e Acer, alla presenza del vicegovernatore Bonavitacola e al quale ha fatto seguito un Consiglio di amministrazione dell’Acer che ha deliberato di seguire l’impostazione condivisa nella medesima riunione, linea condivisa anche dagli stessi revisori”.
“Pertanto dispiace che la strumentalizzazione posta in essere vada esclusivamente a discapito di persone che tentano di vedere tutelati da anni i propri diritti”.
Giudizio sulla presa di posizione della Regione.
Dalla risposta alla interrogazione di Mortaruolo si evince che i vertici dell’ACER. espressi dalla Regione, non si erano consultati con i loro superiori di Palazzo S.Lucia allorché, in fretta e furia, allestirono, con i proprietari degli alloggi di via Saragat, il 28 settembre 2021, per consentire a Mastella di carpire il voto di detti proprietari, dopo che civico 22 aveva dato voce alla loro protesta. I vertici regionali, in quella risposta hanno scritto, paro paro, che solo dalla interrogazione sono venuti a conoscenza della transazione. Alla luce di quanto è accaduto, si deve ritenere che, per i vertici dell’Acer, Mastella è più importante di coloro che li hanno posti alla guida dell’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale.Per avere la dimensione dell’inganno posto in essere ai danni di quei cittadini, si potrebbe dire che, per consentire a Mastella di chiedere ad essi il voto, sarebbe stato confezionato il tipico pacco con cui pregiudicati di Forcella, distraendo le persone da loro avvicinate, vendono qualcosa di molto diverso (rifiuti di vario genere) da ciò che è stato proposto per l’acquisto a un prezzo molto conveniente.Insomma, certi tentativi si pongono in essere quando in risultati positivi sono immediati, salvo poi a verificare la loro attendibilità. Anche Berlusconi si comportava allo stesso modo. Nella campagna elettorale del 2018, intervistato da Barbara D’Urso, una conduttrice di Mediaset, disse che nel 2003, quando era lui presidente del Consiglio, Matteo Renzi aveva sottoscritto il protocollo di Dublino, quell’atto che impone ai paesi di sbarco dei migranti il dovere di ospitarli. Sulla transazione, è successo qualcosa, su cui, come ritiene Altrabenevento, dovrebbe indagare la Procura, quella Procura che ha portato alla luce il 24 novembre 2021, 51 giorni dopo le elezioni, rispetto ad una indagine conclusasi nel mese di febbraio 2021, lo scandalo della mazzette che dominavano gli appalti della Provincia, con arresti domiciliari a carico di 8 persone, compreso il Presidente Di Maria; mentre il caso, assai meno grave (tentata concussione, secondo la Procura, non basata su mazzette), che ha riguardato il segretario del Pd, è stato reso noto dal Gip 8 giorni prima delle elezione, rispetto ad una richiesta degli stessi provvedimenti restrittivi, da parte della Procura, risalente al 20 novembre 2020. La Magistratura dice sempre che i provvedimenti giudiziari non debbono tener conto delle scadenze elettorali. Se, però, anche l’inchiesta che ha coinvolto Di Maria fosse stasa resa pubblica prima delle elezioni, certamente Mastella non sarebbe stato rieletto, anche perché Di Maria non avrebbe potuto presentare una lista in suo sostegno. Ma i vertici dell’ACER non ci stanno a condividere con Mastella la brutta figura su quella transazione. Infatti, hanno indirizzato una nota all’assessore regionale preposto governo dei territori, Bruno Discepolo, al capo di gabinetto della Regione, Maurizio Borgo, al capo ufficio legislativo della Presidenza della Regione, avv. Alfonso Celotto, e,p.c., al vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, con all’oggetto: Esecuzione di sentenze passate in giudicato, relative al comparto ACER di Via Saragat in Benevento – Interrogazione del Consigliere Regionale E. Mortarulo (n. 322) e nota della D.G. Governo del Territorio della Regione del 17/12/2021.Nella nota, l’Avv. Giuliano Palagi e il Dott. David Lebro, rispettivamente direttore generale e presidente dell’ACER, affermano:
“Con una positiva considerazione sulla ampia e rinnovata attenzione alla questione, non si può che esprimere consenso anche sulla esigenza rappresentata di un effettivo e sostanziale coordinamento tra le attività che competono ad ACER e quelle di competenza dei cinque IACP in liquidazione”.
“In proposito, dopo l’esame della problematica da parte del CdA ACER e dei Revisori e dopo una riunione di coordinamento presso la Vice Presidenza della Regione Campania, è stato condiviso un percorso che porterà alla doverosa stipula dei contratti definitivi con gli assegnatari e alla precisazione del contenuto dell’atto oggetto d’interesse”. “E’ quindi attualmente in fase di elaborazione il complesso delle regole di relazione con lo IACP di Benevento in liquidazione, finalizzata alla definizione dell’annosa vicenda: tali regole saranno inserite nella più ampia convenzione fra i due enti”.
“Tale regolazione dei rapporti, con riferimento alla questione in esame, era peraltro stata espressamente già prevista, allorquando nelle premesse dell’atto si era precisato che, al di là dei giudizi, Acer interveniva quale attuale proprietaria ed in disparte la separata regolazione dei rapporti con lo IACP di Benevento in Liquidazione”.
“Quanto alla legittimazione di ACER rispetto ai fatti oggetto di osservazione, la stessa è intervenuta nella qualità di proprietaria degli alloggi già oggetto di controversia con lo IACP di Benevento ed ha preso in carico la vicenda in quanto dovrà comunque stipulare come parte venditrice i contratti di alienazione degli alloggi di via Saragat a Benevento e ciò appare da tutti ritenuto certo, pacifico, e indiscusso”.
“Gli assegnatari hanno rinunciato e stanno rinunciando a tutte le controversie oggetto dei vari giudizi nei confronti dello IACP di Benevento: le sentenze di condanna all’effettuazione dei lavori troveranno esecuzione con le attività assistite dai benefici fiscali vigenti, per volontà stessa degli assegnatari”.
“Forse è utile sapere anche che Acer alla fine di settembre 2021 è intervenuta in più di una occasione – dopo eventi atmosferici avversi di grande intensità – con immediatezza, a sue spese, per interventi straordinari ed urgenti di messa in sicurezza degli edifici in questione”.
“Senso di responsabilità, concretezza e attenzione prioritaria all’attuazione e svolgimento dei diritti dei cittadini hanno caratterizzato e caratterizzeranno sempre l’azione amministrativa e gestionale di Acer che rimane disponibile a fornire ogni utile chiarimento e collaborazione. Distinti saluti”.
Chiusolo rassicura
Secondo l’assessore Chiusolo, la stessa che nella precedente nota ha tacciato lo smascheramento del sindaco da parte delle opposizioni come “strumentalizzazione posta in essere esclusivamente a discapito di persone che tentano di vedere tutelati da anni i propri diritti”, nell’introdurre la nota dei vertici dell’ACER, ha scritto: “È l’ennesima riprova che la battaglia intrapresa al fianco degli assegnatari di Via Saragat porterà alla doverosa stipula degli atti pubblici, così come sancito dai vertici dell’Acer. Nessuna promessa o finzione elettorale. Una figuraccia per quelle forze politiche che dimostrano di essere più contente che i problemi non si risolvano piuttosto che prendere atto delle capacità della nostra amministrazione. Continueremo a batterci”, tranquillizza l’assessore, “finché la vicenda non sarà conclusa avendo quale unico obiettivo quello di tutelare gli interessi della nostra comunità”.
Fa senso essere rappresentati da amministratori che, come Molly Chiusolo, masticano ben poco di politica, secondo il giudizio di chi scrive, per il semplice fatto che si trovano investiti di certe cariche, senza aver fatto, come avveniva nella Prima Repubblica, una adeguata trafila nei partiti. Costruire una propria idea attraverso quella trafila non significa sempre assecondare il capo. Fa senso, infatti, anche contraccambiare la “figuraccia” alle opposizioni, poiché finora la figuraccia l’ha fatta Mastella.
Altrabenevento accusa la stampa servile
Però, la nota con cui i vertici dell’ACER polemizzano con i vertici della Regione, per un locale cronista del Mattino rappresenta una schiarita. Un altro cronista dello stesso quotidiano, in merito alla posizione di indagato dell’assessore Mario Pasquariello sulla complessa vicenda della Gesesa, avrebbe, secondo una nota di Altrabenevento del 30 dicembre, fornito informazioni sbagliate. Il Sannio quotidiano avrebbe addirittura ignorato la notizia.Altrabenevento, infatti, scrive:“Da diversi anni segnaliamo che la corretta informazione è fondamentale per la crescita civile soprattutto a Benevento caratterizzata da sempre dalla scarsa trasparenza dei siti istituzionali e dalla propensione degli amministratori a cercare il consenso alimentando la falsa rappresentazione di “città tranquilla”. Ma, nonostante siano tante le testate che si occupano di cronaca locale, manca quasi sempre l’approfondimento o la verifica delle notizie che in qualche modo riguardano i potenti nostrani”.
“Ne è un esempio significativo il modo in cui è stata trattata, tra ieri e oggi, la notizia della nuova indagine della Procura della Repubblica sulla Gesesa già interessata da altri provvedimenti giudiziari. È stato il Fatto Quotidiano a scrivere, ieri mattina, che alcuni amministratori comunali e della società per il servizio idrico, insieme ad alcuni tecnici, sono indagati per la progettazione del nuovo depuratore di Benevento. Nel pomeriggio di ieri un comunicato del movimento “Altra Benevento è possibile” ha fornito ulteriori e precise notizie sulle ipotesi di reato (Abuso d’Ufficio, Falso Ideologico, Turbata libertà degli incanti) e i nomi degli indagati”.
“Alcune testate locali (LAB TV, Anteprima24, Gazzetta di Benevento) hanno ripreso la notizia citando le fonti che invece altre hanno ignorato. TV7, la testata più vicina al sindaco, come al solito ha censurato il comunicato di Altra Benevento. Ottopagine, che vanta un giornalista esperto di cronaca giudiziaria, ha riportato la notizia in modo assolutamente carente (corretta in seguito), senza neppure citare la fonte, perché, evidentemente, non può ammettere di non essere arrivata prima”.
Sul Mattino, “Enrico Marra, senza fare alcun cenno all’anteprima de Il Fatto Quotidiano, si è preoccupato di acquisire subito la dichiarazione di innocenza dell’assessore Mario Pasquariello, ma non riferisce della ipotesi di reato di “Turbata libertà degli incanti” per alcuni indagati”. Scrive, poi, che “gli avvisi per gli interrogatori sono stati notificati nelle ultime ore. Invece risalgono ad almeno dieci giorni fa”.
“Colpisce che errori così palesi siano commessi da un giornalista che si occupa di cronaca giudiziaria da quasi quarant’anni e che proprio per tale lunga esperienza risulta ancora indispensabile per il Mattino nonostante sia collocato in pensione da alcuni anni. Anche questo succede a Benevento al tempo di Mastella sindaco”.
Mastella, dall’alto della sua posizione di segretario nazionale di Noi di Centro, si permette anche di bacchettare il Pd
Ma il sindaco si è affrettato a diffondere, il 30 dicembre, il seguente comunicato: “La giunta comunale di Benevento, alla luce delle notizie di stampa circa l’inchiesta che vede coinvolto l’assessore Pasquariello, conferma la fiducia nello stimato professionista e la legittimità degli atti dallo stesso proposti. Fiduciosa che le autorità inquirenti possano, alla luce dei chiarimenti che saranno forniti, escludere qualsivoglia ipotesi di abuso”.Ed è lo stesso sindaco che, quale segretario nazionale di Noi di Centro, quindi non più di Noi Campani, la formazione che dopo un anno e mezzo dalla sua costituzione è stata già relegata in soffitta, ha preteso qualche giorno fa di bacchettare il Pd: “Il Pd beneventano la smetta con polemiche stucchevoli che nulla interessano i cittadini”. Parole di un trasformista, il quale nella sua nota prosegue: “Il nostro posizionamento in Campania è chiaro, deciso e determinato nell’alveo dell’alleanza con il presidente De Luca che mette assieme le forze riformiste e quelle di centro”, ma anche quelle di destra, come lo stesso De Luca ha ammesso, all’indomani della sua riconferma alla guida della Regione. “Basterebbe leggere i dati delle elezioni provinciali di Avellino”, afferma Mastella, per comprendere che i nostri dirigenti irpini sono stati determinanti per la vittoria del presidente Pd Rino Buonopane, così come basterebbe chiedere al deputato di riferimento Del Basso De Caro che ha partecipato al vertice di coalizione con il nostro segretario provinciale di Avellino”. A voler interpretare questo secondo passaggio, il partito di Mastella non sarebbe, con il suo 5,3% raccolto in Irpinia alle ultime regionali, un supporto del centro sinistra, ma una formazione politica pari a quella rappresentata da Del Basso Caro che, sempre in Irpinia, ha raccolto invece, alle ultime regionali, il 19,29%.Ma, rispetto a questa dichiarazione, bisognerebbe cogliere l’atteggiamento ricattatorio di Mastella, il quale, ad ogni pié sospinto, parla della funzione determinante dei suoi voti. Va però pure ricordato che ad Avellino, come in altri centri della Campania e in Regione, il partito di Mastella, per avere la mani in pasta, è alleato del Pd, mentre a Benevento, dove Mastella è sindaco, il Pd non può essere comprimario del fondatore di Noi di Centro. C’è quindi, qui da noi, un problema di dignità politica, da parte del Pd, che può essere soltanto alternativo a Mastella, una dignità politica che altri hanno messo da parte.
Raffaele Del Vecchio, un ormai ex dem, si arrampica per gli specchi per rivendicare la sua appartenenza al Pd
Sul Mattino del 30 dicembre, Raffaele Del Vecchio ritiene ancora di appartenere al Pd, a dispetto dell’art. 4 dello Statuto che preclude l’iscrizione di due anni al Partito a coloro che hanno dato vita a liste antagoniste a quella del Pd. Ma secondo lo stesso articolo è preclusa l’iscrizione al partito anche a coloro che hanno violato il dovere di sostenere lealmente i candidati del Pd.A difesa sua e di quelli che, nella trascorsa consiliatura, hanno garantito il numero legale nelle sedute consiliari, quando Mastella, a fasi alterne, non aveva più una sua maggioranza, arrivando a votare anche i provvedimenti del sindaco, Del Vecchio ritiene che la stessa sorte, quella di avere preclusa l’iscrizione al Partito, dovrebbe toccare a Maria Letizia Varricchio e a Floriana Fioretti, per non aver fatto parte, nell’ultimo anno della trascorsa legislatura, del gruppo del Pd.Questa deduzione, oltre ad essere fuori luogo, è addirittura provocatoria. Infatti, poiché il gruppo del Pd, guidato dall’attuale vice sindaco Francesco De Pierro, assumeva posizioni non in linea con quelle espresse dal comitato cittadino e dalla federazione provinciale del Pd, Fioretti e Varricchio hanno dovuto scindere le loro responsabilità da quelle del gruppo Pd, costituendo, insieme a Luca Paglia, nel frattempo confluito nel Pd, un altro gruppo in linea con la maggioranza del Partito. Ma non hanno potuto chiamarsi gruppo del Pd, poiché già c’era un gruppo del Pd. Del Vecchio solleva poi il fatto che, iscritti al Pd, siano stati candidati in Città Aperta. A parte il fatto che Città Aperta faceva parte della coalizione Alternativa per Benevento, in cui era schierato anche il Pd, l’ex competitore di Mastella dovrebbe ricordare che, nel 2016, nelle 6 liste espresse dal Pd (la settima era quella di Benevento Popolare, promossa da Santamaria, uno degli attuali luogotenenti di Mastella, e da alfaniani) contro lo schieramento mastelliano, vi erano molti iscritti al Pd.Se Del Vecchio ha scelto di fiancheggiare Mastella, per motivi che esulano dalle determinazioni politiche cui è pervenuta la maggioranza della federazione del Pd nei confronti della prima amministrazione Mastella, avrà avuto pure le sue personali ragioni, le stesse che avrà avuto Francesco De Pierro, il quale, abituato ad essere legato a posizioni di potere, in considerazione anche di quello che è il suo bacino elettorale (in gran parte costituito da lavoratori di una impresa di pulizie di cui è titolare il padre), nel 2015, ha lasciato il gruppo consiliare dell’ex Udeur, quando Mastella viveva una condizione di purgatorio politico, per aderire al Pd, quando Umberto Del Basso De Caro era sottosegretario alle Infrastrutture.
Per il terzo componente il gruppo del Pd della precedente consiliatura, il non più rieletto Cosimo Lepore, nato politicamente da una chiocciolata di Mastella per poi confluire, in seguito allo scioglimento della Dc, ne La Margherita, è previsto lo stesso trattamento riservato agli altri 2. Ma questi signori debbono essere espulsi dal partito. insieme al loro neo ed unico consigliere provinciale, Alfonso Cievo, componente la maggioranza del consiglio comunale di Sant’Agata de’ Goti, dove il Pd, al quale egli è(ra) iscritto, è all’opposizione. Sospenderli per due anni, significherebbe riaverli nel Pd quando loro saranno ancora schierati in formazioni contrapposte al Pd. Ed anche se si dovessero ravvedere, cosa impossibile, dovrebbero comunque essere considerati responsabili della rielezione di Mastella. Se si dovesse verificare il loro ritorno nel Pd, sarà l’estensore di questa nota a lasciare il Pd, perché il loro rientro sarebbe la conferma, come dice Cacciari, che il Pd è un partito che non è mai nato.
Giuseppe Di Gioia