Versione integrale della conferenza stampa di Umberto Del Basso De Caro: Mastella ha vinto con 787 voti in più del 50%

Durante i lunghi mesi di campagna elettorale, Umberto Del Basso De Caro, pur impegnandosi in sostegno della coalizione guidata da Luigi Diego Perifano, e principalmente del suo partito, non è uscito allo scoperto, né nella formazione della coalizione e del programma, né in pubbliche manifestazioni, né con presenze televisive, né con comunicati stampa, né con interviste, si è tenuto in disparte, anche quando è stato provocato:  “Perché è in silenzio? Perché non parla?”. Il 22 ottobre, dopo quattro giorni dal ballottaggio, ha tenuto una conferenza stampa, per spiegare, tra l’altro, le ragioni del suo silenzio.
“Amici e cittadini”, ha esordito il deputato dem, “io sono stato per molti mesi in silenzio, ancorché molte volte sollecitato dai giornalisti, ma anche da dirigenti di partito e da amici, i quali mi chiedevano le ragioni del mio silenzio. Le ragioni erano da ricercarsi in una mia spontanea volontà di astenermi dal partecipare, non alla campagna elettorale che, come sapete, ho fatto invece con un certo impegno, ma alla lunga vicenda che ha accompagnato e preceduto la campagna elettorale, vale a dire dalla formazione della coalizione, dalla predisposizione del programma comune, dalla sottoscrizione del patto programmatico con gli amici delle altre liste ed, infine, dalla stessa vicenda elettorale, nella quale ho partecipato, molto attivamente, come tutti sanno, ma sempre rispettosamente seduto in ultima fila. L’ho fatto per evitare le consuete strumentalizzazioni, che naturalmente non sono mancate, ma ricordando che 25 anni prima, proprio nel sostenere l’amico Luigi Diego Perifano, questo candidato sindaco fu rappresentato in una fotografia, dietro la quale vi era una grande ombra attribuibile chiaramente a me”.
“Per evitare quindi di fare danni, anche involontari, e per evitare una sovraesposizione, e quindi la solita letteratura che avrebbe accompagnato la sovraesposizione, sono stato in silenzio, autodeterminandomi a questa spontanea disciplina. Penso di aver fatto una buona cosa, che credo sia stata apprezzata da quasi tutti”.
“Oggi è invece il tempo di dire qualcosa, di parlare, e non delle elezioni, il che sarebbe un esercizio inutile (quattro giorni fa a quest’ora [erano le ore 18 – ndr] il risultato era già percepibile), ma del futuro, quello che ci attende, che attende gli eletti al Consiglio comunale (Luigi Diego Perifano è stato il nostro portabandiera), che attende il Partito Democratico, al quale mi onoro di appartenere, e quello che attende il lavoro che dobbiamo fare per tenere insieme il 48% dei cittadini che ci hanno votato in una condizione di grande difficoltà”.
“Solo per fare qualche puntualizzazione flash, bisogna dire che Benevento ha vissuto una battaglia difficilissima, e non lo dico io per averla fatta in prima persona, ma lo dicono i numeri: A fronte di una percentuale nazionale, che nel primo turno era del 47% , a Benevento, sempre nel primo turno, ha votato il 73,18%; e a fronte di una percentuale che, secondo turno, in sede nazionale, era del 43%, a Benevento ha votato circa il 60% (per l’esattezza il 58,58% – ndr). Nelle ultime ore del lunedì, vi è stata una lodevole partecipazione dei cittadini al voto”.
Infatti, nel ballottaggio (siamo noi a parlare), il calo della partecipazione al voto, il 17 ottobre (domenica) rispetto al 3 ottobre (domenica), nel primo turno, è stato del 10,88%, mentre il 18 ottobre (lunedì), rispetto al 4 ottobre (lunedì), è stato del 2,68%.
Rispetto a questa rilevante partecipazione di votanti nei seggi, si è detto che Mastella, alla maniera della ex Dc (e lui è un post diccì), avrebbe fatto prelevare gli elettori, dalle loro abitazioni, prevalentemente nelle campagne, per farli condurre, in autovetture, ai rispettivi seggi.
Nella prima Repubblica, finché si è votato per due giorni in ogni tornata elettorale (una anomalia tutta italiana), la Dc vinceva le elezioni il lunedì. La domenica sera, infatti, tutti i rappresentanti di lista della Dc, dotati della lista elettorale della sezione cui ognuno era stato assegnato, dovevano consegnare al Partito le liste elettorali con la spunta degli elettori che avevano votato, dimodoché il lunedì si sarebbe provveduto a prelevare dalle loro abitazioni gli elettori che non avevano votato la domenica, per trasportarli nei seggi.
“Questa larga partecipazione al voto (il lunedì, soprattutto -ndr), vi dà la misura“, ha proseguito Del Basso De Caro, “della campagna elettorale, della battaglia che c’è stata fra le liste e fra i candidati sindaci nel secondo turno. Era una battaglia difficilissima”.
“Comprendete che quando un candidato al primo turno raggiunge il 49,37% è alle soglie del traguardo. Organizzare un secondo turno, rimettendo tutto in discussione, così come Luigi è riuscito a fare, perché nel secondo turno le liste non esistono più, significa giocare una partita completamente diversa. Nel secondo turno, infatti, vi è stato un voto di opinione più che di appartenenza. E il voto di opinione c’è stato, un voto di opinione forte, anche se non sufficiente a vincere, che indica un timido approccio al cambiamento”.
“A Benevento dobbiamo accontentarci ai timidi approcci al cambiamento. E’ difficile che in questa città si registrino rivoluzioni. Insomma, è più facile avere una rivoluzione territoriale che non una rivoluzione (generale – ndr). Certo, la città ha dato una certa risposta. Altre zone della Campania hanno dato altre risposte che hanno fatto la differenza. Ma, ripeto, questa analisi è stata sviluppata in vario modo. Ognuno ha letto il risultato come riteneva”. 

Abbiamo lottato contro tutti i poteri: comunali, provinciali e regionali, ha affermato Del Basso De Caro
“Chi vince ha sempre ragione, quindi oggi è facile dire: “ho lottato solo contro tutti”. A mio giudizio, non era così, ma tutto il contrario. Noi, abbiamo lottato contro tutti i poteri, nessuno escluso: quelli comunali, quelli provinciali e quelli regionali (applausi). Alcuni di questi erano militarizzati, molto e rigorosamente disciplinati. Qualche dipendente degli enti locali, che partecipava ad una nostra manifestazione, veniva ritratto in fotografia, e la foto, come sapete, fa il giro. Qualcuno che vedeva la foto scattata da Pietronigro, che ringrazio sempre per la sua puntualità, chiamava il dipendente per dirgli: “Anche tu eri alla manifestazione”. Di questi episodi ce ne sono stati  moltissimi Ma non è questo che conta oggi, perché dinanzi a noi oggi c’è un’analisi del voto che, per quanto mi riguarda, non ha molto senso”.
“Sappiamo bene come si sono mossi i poteri a cui prima ho fatto riferimento, e sappiamo molto bene che c’è un problema, per esempio, del Pd, che io ho l’onore di rappresentare non da solo ma in Parlamento in rappresentanza della federazione di Benevento, un problema che non riguarda il rapporto con la segreteria regionale o con il capogruppo regionale. Significherebbe sparare all’ambulanza della croce rossa: quelli non sono uomini, sono ideali cortei aperti da un cartello, in cui c’è scritto: “io non c’entro””.
“Il tema è diverso: è il rapporto tra il Pd nazionale e i poteri regionali, è il livello di autonomia che il partito regionale deve rivendicare ed è un tema che non riusciamo né ad affrontare e men che mai a sciogliere da soli, è un problema che è rimesso dinanzi alla responsabilità della segreteria nazionale del partito, la quale, nei nostri confronti, è stata di totale solidarietà”.
“Badate, in 5 settimane di campagna elettorale, abbiamo registrato la presenza di 5 esponenti nazionali di più alto livello. Da Enzo Amendola, che è stato ministro ed è sottosegretario alla presidenza del consiglio, a Beppe Provenzano, che è vicesegretario nazionale del partito e fino a pochi mesi fa ministro per il Mezzogiorno, a Debora Serracchaini, che è il capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, ad Andrea Orlando, che è Ministro, capo delegazione del Pd, nel governo Draghi, infine a Letta che, per quanto si voglia fare l’anamnesi remota, per cui quando lui portava i pantaloni corti qualche altro già era investito di non so quali funzioni, Letta, insomma, è il segretario nazionale del Partito, che ha stravinto il turno elettorale (applausi) ed è stato, appena appena, Presidente del Consiglio”.
“A me pare che Letta non sia venuto a Benevento solo per un gesto di solidarietà verso di noi, verso la coalizione e verso il nostro candidato sindaco. Penso, invece che sia venuto a testimoniare una presenza politica, come si conviene a un segretario nazionale”.
“Ci sono mille ragione per non partecipare. Ci sono centinaia di comuni chiamati al voto, c’era il ballottaggio di Roma e di Torino, delicatissimo. Era agevole, per il segretario nazionale, dire di essere impegnato a Roma o a Torino o a Trieste. E’ venuto a Benevento. Io penso che questa sua presenza, per la quale non cesserò mai di essergli grato, vada ricollegata ad una ben precisa scelta politica, e la scelta politica è quella di fare del Pd un soggetto autonomo, autorevole non caudatario di nessuno, e in nessun caso e in nessun momento, e quindi traggo da tale vicenda questa chiave di letture, che penso sia anche quella più corretta. Seconda e ultima questione, quella per la quale mi sono permesso di convocare questo nostro incontro, riguarda il futuro. Badate, se un torto il Pd ha avuto nella scorsa consiliatura è quella di non aver fatto opposizione o di aver fatto un opposizione poco incisiva”.
“Noi dobbiamo fare opposizione. A questo sostantivo in genere si aggiungono aggettivi di vario titolo, a seconda cui si appartiene, se all’area dei falchi o a quella delle colombe, per cui le colombe parlano di un opposizione dialogante costruttiva, mentre i falchi parlano di una opposizione ferrea, intransigente sui principi. E’ inutile che vi dica che sono sciocchezze, sia in un caso che in un altro. L’opposizione è opposizione, e non si deve limitare ad alzare il braccio contro, deve anche proporre se è vero che il Consiglio comunale è un organo di indirizzo e di coordinamento. Ebbene, il consiglio comunale, almeno nella parte che ci riguarda, deve dare indirizzi ben precisi. Gli argomenti ci sono tutti. Badate, i nodi verranno al pettine. L’ubriacatura mediatica durerà ancora qualche giorno. Pare che qualche risposta nazionale già sia venuta”.

Senza sapere quale sarà la legge elettorale, nessuno organizza alleanze
“Capirete che nessuno organizza allenze senza sapere dove andare, a meno che non segua la teoria del viandante, a seconda della convenienza e dell’opportunità. Comunque, nessuno si muove, senza conoscere la legge elettorale. Infatti, non sappiamo se rimarrà quella attuale o ce ne sarà un’alta. I partiti si organizzano in funzione della legge elettorale e le segreterie svolgono la loro funzione a seconda della legge elettorale che presiede: se c’è un impianto maggioritario le identità sono fatalmente destinate a diluirsi, se c’è un impianto rigorosamente proporzionale, le identità sono destinate ad esaltarsi, perché ognuno deve prendere voti per la propria lista e non per il candidato del maggioritario. Queste sono cose scolastiche, che, ripeto, voi sapete meglio di me. Io non so come andrà a finire. Per intanto, abbiamo l’elezione del Capo dello Stato. Io penso che la maggioranza che eleggerà il Capo dello Stato sarà anche quella che farà la legge elettorale e che si presenterà alle urne. Di questo ne sono abbastanza consapevole. Che cosa dobbiamo fare noi a Benevento?”.
“Secondo me, dobbiamo organizzare un progetto politico che indichi una funzione per la città, la quale non può essere quella degli chalet di legno lungo il corso Garibaldi, che vendono gli arancini di riso (non mi pare), né può essere la distribuzione di aglianico o la scelta dei cantanti. E’ troppo poco. Diciamo che occorre un respiro maggiore, un‘idea più forte e una prospettiva che avremmo saputo realizzare se avessimo ricevuto la maggioranza degli elettori e che dobbiamo realizzare comunque dai banchi dell’opposizione”. 
“Ecco perché l’opposizione che io auspico per il Partito Democratico e per la coalizione che ha sostenuto Luigi, deve essere una opposizione programmatica, una opposizione forte sulle cose, posto che Luigi, e con lui i nostri consiglieri, sanno leggere perfettamente l’italiano. Non so se tutti gli altri posso dire la stessa cosa. Io di questo ne sono certo (applausi). Ora, c’è una serie di buchi da colmare, uno di essi veniva evidenziato dal ministero dell’Interno e dalla commissione di liquidazione (Luigi lo ha giustamente valorizzato in campagna elettorale), ma è un messaggio per gli addetti ai lavori, non è messaggio popolare, perché il messaggio avrebbe dovuto spiegare, intanto, cos’era era la commissione, quali erano i compiti ,qual era la differenza tra la liquidazione e la gestione ordinaria. Insomma, era piuttosto complicato”.
“Sta lì però un elaborato scritto da dirigenti del ministero dell’Interno, che hanno l‘obbligo di vigilare sul Comune, perché un Comune in liquidazione è come una società in stato di fallimento, solo che i comuni, ex legge, non possono essere dichiarati in fallimento, perché non sono imprese commerciali. La commissione di liquidazione svolge gli stessi compiti che un curatore fallimentare svolgerebbe in una società dichiarata fallita. L’OSL ha lo stesso compito, quello di tutelare le ragioni del credito, le quali non sono state tutelate. Così appare dalla relazione, secondo cui non sono state tutelate per pochi euro, ma per decine di milioni di euro, il che non è un argomento di poco conto. Quelle somme erano della liquidazione e invece sono state gestite dal Comune di Benevento. E’ questo un argomento sul quale credo che il Consiglio comunale ritornerà”.

La superstrada Benevento-Caserta non è compresa nel PNRR, bensì nel contratto di programma MIT-ANAS
“Argomento PNRR: la Benevento–Caserta non è mai entrata nel PNRR, è presente soltanto nel contratto di programma del Ministero di Infrastrutture -Anas del 2017, con una prima trance di 150 milioni di euro, che serve solo a collegare la rotonda di Paolisi alle spalle di Arpaia, con una pedemontana che tocca San Felice a Cancello ed esce alle spalle dell’abitato di Santa Maria a Vico. Diciamo che questa arteria decongestiona il traffico di quei comuni. Solo Santa Maria a Vico ha sei semafori. Poi, c’è certamente l’ammodernamento tecnologico della ferrovia Benevento–Napoli, via Cancello, ammodernamento per il quale sono stati stanziati 200 milioni di euro. E’ ormai stato deliberato il passaggio della ferrovia Benevento-Cancello alla gestione statale della Rfi, e quindi la ferrovia non sarà più nella gestione EAV. Speriamo che i cittadini di Benevento possano godere di questo servizio che li colleghi al capoluogo di regione in tempi celeri”.
“Il paradosso è che, oggi, con la Benevento-Napoli, via Cancello, si raggiunge il capoluogo di regione nello stesso tempo con il quale noi raggiungiamo la capitale d’Italia, il che mi sembra assolutamente paradossale. Ci sono, poi, 50 milioni del PNRR per la stazione ferroviaria della città di Benevento. Anche per la nuova stazione ferroviaria, c’è un paradosso, che non dipende da nessuno, ma dalla Sovrintendenza, la quale sostiene che l’ attuale immobile, che rappresenta la stazione ferroviaria, sia un immobile di interesse storico. Alle risate fragorose, hanno risposto che per legge tutti gli immobili che hanno una vetustà superiore a 70 anni sono considerati storici. Insomma, questo intoppo va superato con la Sovrintendenza, e lo supereremo, perché ci sono 50 milioni, per avere anche parcheggi, aeree attrezzate, insomma per avere una stazione ferroviaria degna del traffico che la stazione è destinata a ospitare o a vedere transitare”.
“C’è un problema che riguarda la piattaforma logistica, diceva molto tempo fa Fausto Pepe. Ma, insomma, dovremmo essere contenti nel dover vedere sfrecciare i treni a 300 km all’ora? Questa sarebbe la soddisfazione? Evidentemente no. Occorre collegare le infrastrutture viarie e ferroviarie, cioè la Benevento-Telese-Caianello e la Napoli-Bari a un’organizzazione del territorio alle porte di Benevento, che rappresenti una piattaforma logistica. Le piattaforme logistiche, che qualcuno pensa di rinvenire negli atti del governo, non vengono fatte dal governo, bensì dagli imprenditori, quando decidono che un’aerea è naturalmente vocata a quel tipo di utilizzazione. Penso alla catena del freddo, che non esiste dalle nostre parti e che invece è fortemente richiesta”.
“C’è, poi, un problema che riguarda il verde pubblico, che riguarda la pulizia dei fiumi, per i quali noi, da tempo, abbiamo detto di adottare quel meccanismo di compensazione (baratto amministrativo –ndr), per pulirli a costo zero, consentendo la compensazione con gli inerti fluviali. Questa è una cosa che si fa da tempo. Manca un addendum al regolamento regionale probabilmente? Potrei dire certamente, ma se fossi un tecnico lo direi certamente. L’alluvione di Benevento, avvenuta proprio nella zona di ponte Valentino, nel punto di confluenza di due fiumi, dove c’è lo stabilimento Rummo, tanto per intenderci, fu dovuto al fatto che il letto dei fiumi non è più manutenuto da decenni e quindi naturalmente non è più in grado di sopportare delle piogge torrenziali improvvise o prolungate. C’è, dicevo, un problema di verde. Il verde è un biglietto da visita per chi arriva in città”.

L’alleanza con Moretti va mantenuta e rafforzata
“La prima immagine che colpisce evidentemente è la manutenzione dello stato del verde e dell’igiene pubblica. Tutto questo rappresenta il biglietto da visita, poi magari, se ci si trattiene qualche giorno in più, si scopre anche quali sono gli altri servizi, come i trasporti pubblici, l’esistenza di bar, di ristoranti aperti, o di sale cinematografiche. Ma l’impatto è sul verde, è sull’igiene e sulla sanità pubblica. E questo è compito nostro, insomma, è compito di una forza che ha cultura di governo anche se è collocata all’opposizione. E ci sono molti altri argomenti che sono stati oggetto del programma di Luigi Perifano e, devo dire, del programma di Angelo Moretti. Moretti è stato nostro alleato nella seconda parte della campagna elettorale, ed io penso, lo penso io naturalmente, e spero che lo pensino tutti, che questa alleanza non vada dispersa”.
“Io penso che questa alleanza debba essere mantenuta e anche rafforzata attraverso una comune impostazione della vita del Consiglio comunale di Benevento, cosi come penso che debba essere mantenuto e rafforzato il legame con il M5S, nonostante la delusione patita, nonostante ci fossero documenti, ci fossero atti politici dei quattro parlamentari e delle due consiglieri comunali del tempo, che il 17 luglio annunciavano la lista a sostegno del candidato sindaco Perifano. Quindi, non vi era soltanto la condivisione programmatica ma anche la condivisione sul nome del candidato sindaco. Ebbene. non hanno più presentato la lista. E’ una scelta che hanno fatto non solo a Benevento,ma anche a Caserta. Poi, nelle ultime giornate,il giovedì mattina per l’esattezza, ci fu quel documento nazionale dei 5 Stelle per Benevento e per Caserta, in cui invitavano gli elettori a sostenere la candidatura di Carlo Marino a Caserta e di Luigi a Benevento. Questa iniziativa avrebbe potuto essere più tempestiva? Certo che sì. Avrebbero dovuto fare una lista? Certo! Sarebbe stato meglio? Sarebbe cambiato il risultato elettorale? Non lo so! Vedete, quando tra i due candidati la differenza è di 787 voti (più un voto da aggiungere al 50% – ndr), tutto è utile e tutto potrebbe essere determinante”.
“Ecco perché l’analisi del voto è del tutto inutile. E’ inutile oggi parlare di quello che avrebbe potuto essere o di quello che avrebbe potuto accadere e non è accaduto. Insomma, noi abbiamo il compito di avere gli occhi in avanti e la testa rivolta in avanti e non all’indietro. Il nostro compito non è quello di piangere sulle occasioni mancate, ma è il tempo invece di rimboccarsi le maniche per chi ci crede. Io ci credo pur essendo, forse tra i dirigenti, sicuramente il più vecchio di tutti. Ci credo. Sto qui per dare una mano sempre in ultima fila per non fare ombra a nessuno e sempre per poter realizzare gli obbiettivi che ci siamo proposti. Io sono convinto che il potere senza le idee si logora rapidamente e collassa rapidamente dappertutto, qui e altrove. E’ una regola inevitabile ed è una regola che abbiamo verificato anche sulla nostra pelle, tanti e tanti anni fa, quando si antepone sempre la gestione del potere ad un vantaggio immediato, ma alla lunga perde, perde perché non è più possibile in una comunità come la nostra, che vive nel bisogno quasi permanente. Non è possibile dare risposte individuali. Noi possiamo dare molte risposte collettive che non sono la somma delle risposte individuali”.

La realizzazione di importanti infrastrutture
“Quando abbiamo dato una mano a realizzare opere importanti come la Napoli-Bari, la Benevento-Telese-Caianello, la Fortorina, e tante altre opere che sono nella gestione dell’attuale amministrazione regionale, ci aspettavamo un consenso molto più ampio, ma poiché il contesto era un contesto negativo, parlo del marzo 2018, quando il M5S raccolse al Sud percentuali che variavano tra il 45% e il 50%, a Benevento il 45%, ma a Napoli oltre il 50% a Caserta oltre il 57%, noi pensavamo all‘ingratitudine dei nostri concittadini, parzialmente vera.  Ma chi ha bisogno, ed ha un bisogno immediato, non ritiene di  mettere nel piatto, né il ferro di un binario, né il calcestruzzo di un autostrada; deve mettere altro nel piatto, ed è quindi poco incline a considerare ciò che è stato fatto o che deve essere realizzato. Magari, quando viene realizzato, lo si apprezza, così come noi apprezziamo i treni che collegano in modo molto efficiente Benevento alla capitale d’Italia, e sono treni di Freccia Rossa e treni di Italo. Sono 10 treni al giorno che collegano Benevento alla capitale, per l’esattezza sono dieci coppie,  e siamo ancora al binario unico tra Benevento e Caserta. I tempi, quindi, saranno molto più brevi, quando sarà realizzata l’Alta Capacita NA-BA. Allora, arriveremo a Roma in meno di un ora e mezza, il che significa non essere contenti di arrivare a Roma in così poco tempo, ma aprire al beneficio un territorio che prima era chiuso”.La Benevento-Telese-Caianello serve pure aprire un territorio, serve a collegare due grandi assi viari: la A16 NA-BA all’Autosole, la A1, dal casello di Benevento a quello di Caianello. Ed è l’unica trasversale del Tirreno-Adriatico dell’Italia Meridionale, non ve ne sono altre, è l’unica, sulla quale passano merci per 16 milioni di veicoli all’anno, 16 milioni di veicoli”.“Ognuno di noi oggi, percorrendo la Benevento-Telese-Caianello,  trovandosi una motrice con rimorchio davanti, sa che per fare il sorpasso  deve aspettare 10 minuti. Il raddoppio servirà ad eliminare questa difficoltà, e non soltanto al cittadino di Guardia Sanframondi per arrivare a Benevento più rapidamente. Certo servirà anche a questo, ma serve soprattutto  a coloro i quali entrano al casello di Benevento della A16 ed escono a quello di Caianello con una consistente diminuzione del pedaggio autostradale e del tempo di percorrenza:  45 chilometri in meno rispetto alla via ordinaria, sulla A16 e sulla A1 fino al casello di Caianello. Questi sono i fatti che noi dobbiamo guardare. Sono le idee di carattere generale che un’amministrazione di città capoluogo deve avere se vuole essere un capoluogo. Se intende essere invece un enclave, chiusa in un sistema monadico, quello di Leibniz, che, come è  noto, non aveva finestre, e quindi non  interessato a quel che accade nella vicina Pietrelcina, è un altro discorso.  Ma a noi invece interessa fare di Benevento il centro dinamico e  propulsore di politiche del territorio, perché rivendichiamo la funzione territoriale. Io l’ho detto sempre: prima di parlare delle nostre prospettive, dobbiamo guardare la carta geografica, per vedere che in Campania, dopo l’area costiera Napoli e Salerno, c’è una seconda aerea che è la direttrice degli interporti Nola,Marcianise,Capua, dopo di che non c’è più niente; ci sarebbero le aeree più interne di Benevento e di Avellino.  Che cosa dobbiamo fare di questi territori che hanno meno di 700.000 abitanti insieme, ma più di 5.000 km quadrati, cioè il  44% del territorio della regione  Campania, territori che rappresentano una ricchezza ed è una grande opportunità? Come coniugare il concetto di sovranità? Che cos’è la sovranità? La sovranità è il popolo, è la rappresentanza del popolo su un territorio. Noi non abbiamo popolazione, ma abbiamo territorio. Come rendere virtuoso questo rapporto che sembra incepparsi tra popolazione e territorio? Questo è il compito della politica”. “La politica serve a questo, non ad altro. Il resto è un esercizio muscolare, è un esercizio di vana gloria, è un esercizio per il quale noi siamo sempre i migliori, ma siamo autoreferenti, ci conosciamo tra di noi sperando che qualcuno ci applaude. Qualche volta accade, qualche altra volta non accade, magari fanno i fischi, lanciano i pomodori dietro. Ma questo è. Insomma, se la politica si incentra tutta su di una persona, parlo per me naturalmente, non si va mai lontano. Guardate, un vecchio proverbio diceva che “chi vuole andare veloce deve correre sempre da solo, chi vuole andare lontano deve andare sempre in gruppo”. La squadra vince, vincono le idee di sviluppo, le idee di modernità. Diversamente, la nostra comunità non si salverà. Badate, siamo le ultime generazioni che hanno avuto il coraggio, la fortuna di rimanere in questa città, ma ad un giovane che ha 20 ,dico anche 30 anni, se non diamo un minimo di prospettiva, prima o poi andrà via, perché la qualità della vita è scaduta, come noi sappiamo, e le condizioni per potersi affermare nel mondo del lavoro sono assai rarefatte rispetto al resto d’Italia”.

Non limitarsi alla opposizione consiliare
“Noi dobbiamo partire da queste amare constatazioni se vogliamo offrire un contributo, che non è un contributo polemico, è un contributo politico, perché la politica dovrebbe essere questo: il confronto, sperando che ci sia un luogo di confronto, altrimenti faremo opposizione civile, quella che si fa negli alberghi, nelle piazze, nelle strade, nei cinema, attraverso le riunioni. E io penso che il nostro compito sia esattamente questo: quello di non limitarsi alla opposizione consiliare, bensì quello di riavvicinare i cittadini alla politica, alle istituzioni, di rendere democratica la partecipazione,  come nel 1975, quando, vi assicuro, erano molte le persone che partecipavano alle sedute consiliari, perché c’era passione, c’era partecipazione, c’era interesse, c’era insomma una serie di ingredienti  che oggi, per colpa dei tempi, non si registrano più”.Questo è il nostro compito, ed è un compito nel quale noi probabilmente saremo da soli, perché al di là delle dichiarazioni, quelle rese nell’immediato “le mie contrade”, “le mie campagne”,“il mio popolo”, come se noi fossimo di un altro popolo, c’è il rapporto con la gente. Capisco perfettamente che  mediaticamente così deve essere. Poi, però, la sostanza è quella che cinque anni sono molto lunghi per chi deve governare e molto difficili per chi deve stare all’opposizione, ma non perché è orfano del potere. Non è questo il tema, perché gli argomenti da dibattere  non possono essere quelli del partito democratico.  Noi non ce la facciamo da soli, noi ce la possiamo fare insieme a tutti gli altri”.“Se un  merito il partito democratico ha avuto in questa vicenda,  è che siamo stati generosi, sempre, siamo stati lungimiranti, non abbiamo mai posto il problema di mettere la bandierina su qualcuno o su qualcosa, abbiamo detto siamo d’accordo, purché siamo d’accordo, purché siamo una coalizione estesa, un campo largo. Sapevamo che la prima questione era tentare di vincere, non tentare di mettere una bandierina su un candidato. E abbiamo scelto un candidato, il migliore di tutti, Luigi, che ha una antica radice, come tutti sanno, identica alla mia, ma che da anni non è iscritto al Pd. La sua collocazione è a sinistra, come tutti sappiamo, quindi non ci inventiamo niente, non è un indipendente neutro di incerta origine, è un indipendente di sinistra che conosce bene il valore dei partiti, e conosce molto bene anche il valore di ciò che è oltre i partiti, cioè di quella parte della popolazione che non vuole necessariamente sentirsi coinvolta attraverso la tessera di un partito,  ma vuole sentirsi coinvolta attraverso l’associazionismo, i movimenti, anche quelli spontanei, che vuole partecipare, che sente il bisogno di avere un luogo di incontro. Ecco, l’agorà ateniese, il luogo dell’incontro, il luogo dove si discutevano i problemi, poi chi sbagliava, naturalmente, aveva anche l’ostraco, nel senso sul coccio di terracotta si scriveva il nome della persona indesiderabile che doveva essere espulsa e condannata all’ostracismo”. “Noi dobbiamo ragionare dei nostri problemi, che sono problemi dei prossimi venti anni. Badate, noi o abbiamo questa capacità o non serve a niente andare in Consiglio comunale. La politica urlata non serve, la politica per la quale si deve apparire sul giornale, trasmissioni, insomma a mio giudizio serve molto poco, perché, fatta la passerella che reputo perfino giustificata e doverosa in queste ore, poi, dopo, bisogna prendere contatto con i problemi,  che sono sempre lì, che non si risolvono da soli, che ci tormentano, che sono fuori dalla porta, che ci affliggono, che ci pongono ansia. Ma la popolazione vive l’attesa di riscatto. E noi dobbiamo corrispondere a questa attesa, se dichiariamo di essere in sintonia con l’opinione pubblica. Questo è il vero patto che noi dobbiamo stabilire con i cittadini tutti”. “Noi stringiamo la  mano ai cittadini della zona alta e a quelli della zona bassa. Non siamo alla guerra che si concluse con la pace di Pacevecchia , tra il vecchio quartiere basso, latino,  e quello più recente che era di epoca longobardo. Noi siamo nella necessità di stare tutti insieme, perché se i problemi sono comuni, noi dobbiamo sempre riannodare i fili della memoria. Nell’aula consiliare, vi è una scritta che tutti ricordano:  “concordes in unum”. Significa molto. E’ una espressone che campeggia nel Consiglio comunale di Benevento, ed mutuata dagli statuti municipali della città di Benevento, il primo statuto di una città meridionale. E’ del 1202 lo statuto della città di Benevento.  Quello è il nostro faro e quella è la nostra bussola, che è una bussola morale innanzitutto, è una bussola che guarda il bene comune, non il bene degli amici. Il bene comune è un concetto diverso”.“Noi abbiamo affrontato una campagna elettorale nella quale hanno attribuito a noi cose che noi abbiamo subito. Io personalmente ho subito insulti senza essere candidato. Io non sono sui social, ma ogni tanto mi mostravano sui social qualche mia immagine associata a quella di Luigi, ma non perché mi offendesse stare associato a Luigi. Siamo stati provocati nei mesi passati. Qualcuno, rivolto a me, diceva “perché non parla?”. Io non ho mai risposto”.

Il Pd, primo partito alle comunali, nonostante le lacerazioni interne. Alle regionali ha riavuto il seggio, nonostante l’accerchiamento
“Non avevo interesse a farlo per la verità. Mi si accusava di mutismo carsico.  Di carsico ci sono i fiumi per la verità, ma va bene lo stesso. Ora noi non abbiamo parlato, non perché non avessimo niente da dire. Avevamo troppo da dire, ma non toccava a noi dirlo. C’è qualche altro che lo ha detto molto meglio di me. E’ stato il nostro candidato, è stato il partito, sono stati coloro i quali io ringrazio. Io ringrazio tutti i candidati delle 5 liste, in particolare, ovviamente, e senza togliere nulla a nessuno, i candidati del Pd, che hanno affrontato una battaglia dura e difficile. Una battaglia anche questa all’insegna di ciò che appariva e non di ciò che era. Auguro a tutti i partiti di avere le medesime lacerazioni che abbiamo avuto noi. Abbiamo fatto i primi. Figuratevi se non avevamo le lacerazioni..eravamo sulla luna”.Gli esecutori di ordini al servizio di Mastella (siamo noi a parlare), all’indomani della conferenza stampa, per controbattere questa affermazione di Del Basso De Caro, hanno parlato  di primato conseguito dalle liste del loro capo, sostenendo che soltanto 7 delle liste di ispirazione mastelliana hanno ottenuto il 42% dei voti. Ma questi signori o sono pivellini della politica, o sono faziosi. Siccome nelle elezioni amministrative i voti vengono raccolti dai candidati, anche a seconda del peso del partito che rappresentano,  il 14,4% del Pd è stato conseguito da 32 candidati, mentre il 42% di cui parlano quei…signori, è stato ottenuto da 224 candidati. Non è dato sapere che percentuale avrebbe ottenuto Mastella, se avesse presentato una sola lista con 32 candidati.  “Alle regionali”, ha proseguito Del Basso De Caro, “dove hanno tentato di accerchiarci, non riuscendovi, nel candidare persone di area Pd. o dirigenti del Pd. in liste collegate a Vincenzo De Luca, il Pd ha preso il quoziente per primo, e, per la terza volta consecutiva, la Provincia di Benevento ha avuto il proprio rappresentante all’interno del Consiglio regionale. Altri hanno negato che fosse il primo perché non hanno mai letto la legge elettorale. Siamo stati i primi con largo margine sui secondi, ed oggi siamo i primi con largo margine sulla seconda lista, non della colazione, ma di tutte e venti le liste. Quando qualche Solone guarda i numeri, lo fa naturalmente in mala fede, perché, mentre  l’altra volta avevamo 16 liste, questa volta le liste erano 20”.“I candidati erano appena 200 in più, in una città come Benevento. Già prima erano moltissimi. 200 in più era un numero insopportabile: c’era un candidato in ogni condominio, dopo di che gli elettori sono stati di meno: l’altra volta i voti validi furono oltre 38.000, questa volta sono stati appena 35.800. Fate le proporzioni. Non solo siamo i primi, ma abbiamo stravinto perdendo. Sì, abbiamo stravinto perdendo, perché il Pd era parte di una coalizione che ha perduto l’elezione. Possiamo dire almeno che siamo stati i primi nella città di Benevento, o neanche questo è consentito? E’ un argomento che non serve a molto, perché non è che ribalta il risultato in un modo da far diventare Perifano sindaco. Noi siamo stati i primi: é bene che ve lo mettete bene in testa tutti, perché è un motivo di orgoglio. Noi siamo stati i primi, perché correndo in salita, con il vento contro, è molto più difficile, e noi l’abbiamo fatto da soli, avendo difficoltà enormi a contattare le persone, almeno le persone che avevano rapporti con un sistema degli enti locali territoriali e dei poteri”. “Molti di essi ci hanno detto la frase che abbiamo sentito ripetere e che ci ha accompagnati per 50 anni di governo della Dc: ”sapete, non ci possiamo esporre”.  Questa è la locuzione di genere, che è stata adoperata in centinaia di casi e che io ricordo perfettamente riecheggiare in tutte le strade di questa strana provincia, nella quale qualche nostro amico compariva dietro palco dove avevamo parlato, per salutare dicendo: ”Sapete non potevo mostrarmi, perché, insomma, ci esponiamo”. Noi abbiamo fatto la battaglia in questa condizione. Chi nega questo, nega la luce del sole, ed il fatto che sono le 18,30 del pomeriggio ed io ho parlato già troppo,  approfittando della Vs amicizia e pazienza.  Ma erano le cose che sentivo di dover dire, dopo molti silenzi. Sentivo di dover dire questo, per ringraziare il partito democratico ed i suoi candidati, il gruppo dirigente che si è speso in una maniera straordinaria, i dirigenti provinciali e cittadini del Pd, i candidati e tutti gli amici della coalizione che hanno sostenuto Luigi Perifano”.“Ringrazio Lugi Perifano (applausi fragorosi e prolungati – ndr). Vedo che ho interpretato bene gli animi della sala, ma soprattutto i sentimenti. E’ lo stesso sentimento che muove me nel ringraziarlo. Sei stato straordinario, non ho altri aggettivi per definire la tua campagna elettorale”.“Mi sentivo profondamente turbato quando gli elettori che non vogliono votare trovano qualunque scusa del tipo: “Perifano non è molto comunicativo”. Ma cosa dovrebbe fare? Quali attività dovrebbe porre in essere, anche fisiche per conquistare la vostra simpatia? Ognuno ha un proprio profilo che non si cambia. Se dessero a me un milione di euro per organizzare una tre giorni di attività canora nella città di Benevento, non saprei con chi parlare, a quale agente rivolgermi,per avere i cantanti. Non saprei a chi rivolgermi per avere l’Aglianico da distribuire. Non lo so fare. Magari so fare qualche altra cosa, ma questo no! Non lo so fare! E’ un limite. E anche Luigi, che è una persona straordinaria qualche limite ce l’ha: quello di essere una persona seria (applausi prolungati). E’ un limite quello di aver detto sempre quello che pensava?”; di non aver mai promesso niente a nessuno?; di essere stato molto rigoroso nella formazione delle liste?.  Ne so qualcosa anche io, perché mi ha trasmesso qualche osservazione. Ed io sono stato rispettoso, perché le liste dovevano essere naturalmente a disposizione del sindaco e per le quali il sindaco assumeva la piena responsabilità. Io lo capisco molto bene, ma è stato quello spirito di coalizione che ci ha animati e che ci ha portati al risultato che io considero entusiasmante, nonostante la sconfitta”.
“Entusiasmante, se riusciamo a non perderci di vista, a stare insieme, a valorizzare tutte le cose che ci hanno unito in questa straordinaria campagna elettorale. In politica, guardate, non c’è mai chi comanda e chi obbedisce: c’è chi lavora di più e chi lavora di meno. Chi lavora di più  deve essere premiato di più. Noi a Benevento dobbiamo fare un grande lavoro di squadra, quello di stare insieme, quello di tentare in una condizione di minoranza numerica, di essere uniti,  perché sappiamo molto bene di essere 20 a 12 in Consiglio comunale”.
Infatti, in una riunione tenutasi  il 25 ottobre di tutti i nove consiglieri di Alternativa per Benevento (siamo ancora noi a parlare),  si è convenuto “, è scritto in un comunicato,  di dar luogo alla costituzione di gruppi consiliari espressione delle liste PD, Città Aperta, Civici e Riformisti, Centro Democratico”. Ma, “l’attività dei gruppi sarà costantemente coordinata in funzione delle sedute consiliari e delle specifiche tematiche da affrontare, così come sarà potenziata la comunicazione in modo da garantire adeguata visibilità alle iniziative della opposizione”.

In questo contesto, “Luigi Diego Perifano sarà il portavoce di ApB, con il compito di curare i rapporti con gli altri gruppi di minoranza”.Quindi,  è  prevista nei prossimi giorni una conferenza stampa per riavviare il dialogo con la Città sulle problematiche amministrative di maggiore interesse”.
“Non è che i numeri cambiano stanotte”, ha proseguito Del Basso De Caro. “Dovremmo, però, tentare di vincere, anteponendo la solidità delle argomentazioni rispetto alla forza del numero. E’ un esercizio difficilissimo in democrazia. Però, molto spesso, se si apre una breccia, il muro va a terra.   Noi dobbiamo fare questa operazione, che, ripeto, non è agevole. Nessuno ha la ricetta in tasca. Abbiamo solamente molta buona volontà, molte idee, una squadra  di dirigenti giovani che onorano il Consiglio comunale. Insieme a Luigi possiamo costruire l’alternativa programmatica nella città di Benevento. Poi, i risultati verranno.  “A riscuotere non saremo noi, magari non ci sarò più, spero di essere  ancora in vita. Ma ci sarà sempre chi in questa strana città  alzerà una bandiera, e, piano piano, dietro quella bandiera troverà una massa di cittadini, che si ingrossa di giorno in giorno e che fa la differenza, quella differenza che oggi non abbiamo avuto, perché il messaggio é arrivato, ma non con quella forza dirompente che ci veniva comunicata prima, dove molti si dichiaravano e poi….Insomma, hanno votato, ma non nella misura che il vento, che noi percepivamo, avrebbe postulato.  Non è stato così: i processi sono lenti, ma noi li dobbiamo favorire, con passione e  con dedizione”.“Mia moglie, che è piuttosto tetragone, si lamenta delle mie assenze. In realtà si dovrebbe lamentare permanentemente. La politica è un amante molto gelosa. Questa è la verità: è difficile fare politica, guardando l’orologio, pensando che alle 20,30 bisogna ritirarsi a casa. Io capisco che il 90% degli esseri umani fa così,  ma la passione è un’altra cosa. La passione  ci consente di fare nottate per fare politica, ci consente di andare nelle case di decine e decine di persone, per chiedere consensi. Questa è la strada che mi permetto di suggerire, da non più giovane. Però, dobbiamo fare questo.  Vedrete che i risultati verranno”.
“Se qualcuno pensava che io dovessi fare la polemica con qualche altro, non mi conosce. Il mio profilo non è questo. Io se devo affrontare il colpo, lo affronto, ma  mica lo dichiaro. Io penso che noi dobbiamo guardare le cose, perché le cose e i fatti sono la migliore spiegazione possibile. I fatti valgono più delle parole. Noi dobbiamo privilegiare i fatti. Vedremo se la condotta idrica verrà prolungata. Spero che questo avvenga. Sarò pure io presente, come cittadino, ad applaudire, nella contrada  Borgonero, dove i cittadini non hanno ancora l’acqua, dove non hanno ancora il metano, stanno ancora con i bomboloni, nella città di Benevento del 2021. Vedremo, a Via Saragat, se i termini indicati nell’atto di transazione, saranno rispettati. Mi auguro di sì. Lo dico per  quei cittadini che abitano in via Saragat da anni ed anni, ed hanno avuto problemi che io rispetto profondamente, perché la casa è una delle prime preoccupazioni, insieme alla famiglia, insieme al lavoro e alla salute.  Sono stati fatti molti passaggi elettorali su quel pezzo di città. Ed io mi auguro che quei cittadini possano avere i risultati che ad essi sono stati rappresentati. Lo spero. Sarebbe una grave delusione se ciò non avvenisse, così come sarebbe una grave delusione, se al rione Libertà non venisse la struttura sanitaria che pure è stata annunciata. Sarebbe pure una grave delusione se non vedessimo la Tari dimezzata. Così è stato detto. Poi hanno  cancellato, perché qualcuno che magari ha superato la scuola dell’obbligo, avrà detto: “ma che stai dicendo? Non è possibile”, perché la Tari presuppone il costo del servizio. Ma così è stato scritto”.
“Allora su questi problemi, noi non dobbiamo essere polemici, dobbiamo essere propositivi, dobbiamo essere attenti, e dobbiamo essere custodi del mandato popolare che Luigi ha ricevuto: 14.000 cittadini su 29.000 che lo hanno suffragato. Questo è il vero grande impegno che è dinanzi a Luigi a tutela di coloro che lo hanno sostenuto, e che io ringrazio tanto (applausi). 
Giuseppe Di Gioia

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