Mastella ha paura di perdere il suo impero
Luigi Diego Perifano, il candidato sindaco di Alternativa per Benevento, forte anche dell’alleanza con Angelo Moretti, che ha guidato la coalizione di Arco, e dell’appoggio ufficiale dei 5 stelle, disposto da Giuseppe Conte, competerà, nel ballottaggio di domenica e lunedì prossimi, contro il sindaco uscente, Clemente Mastella, per la conquista della carica di sindaco di Benevento.
Se dovesse essere soccombente, cosa molto improbabile, dal momento che ha guadagnato anche il sostegno degli ex sindaci Sandro D’Alessandro e Pasquali Viespoli, a conferma che “tra gli elettori non ci sono steccati ideologici”, Perifano tornerà al suo lavoro di Avvocato, come ebbe a dire, in risposta ad un giornalista in una sua conferenza stampa, “mentre se perderà Mastella, crollerà un impero”.
La conferma che possa crollare l’impero di Mastella, se l’attuale sindaco non dovesse essere riconfermato alla guida della città di Benevento, si è avuta proprio in quel confronto in Rai, il 13 ottobre.
Un Mastella con le mani tremanti, di fronte al pericolo, molto reale, di perdere la poltrona di Palazzo Mosti e di finire nuovamente in ombra con la perdita di parte del suo seguito, quando si è trovato in difficoltà rispetto agli attacchi di Perifano, ha creato un clima rissa, interrompendo e coprendo, in continuazione, il dire del suo avversario, senza che il moderatore, Diego Dionoro, riuscisse ad evitare che Mastella riducesse il confronto in caciara.
Mastella ha rivendicato il merito di aver portato a termine l’iter per la realizzazione del depuratore, che fra 18 mesi sarebbe una realtà, ma sono scaduti 3 anno da quando disse, l’ultima volta, che il depuratore sarebbe stato realizzato in 18 mesi. E’ evidente che si è trovato in ritardo, un ritardo che ha determinato la nomina di un commissario, e che aveva perduto i finanziamenti. Questa è, invece, la conferma del “vuoto assoluto dei suoi 5 anni di amministrazione”, ha affermato Perifano rispetto ad un Mastella, che anche in quella occasione ha tirato in ballo “quelli che c’erano prima”, atteso che, cosa ricordata anche da Peritano, 5 assessori delle precedenti amministrazioni di centro sinistra sono con Mastella.
Uno, Luigi Abbate, è consigliere regionale; un altro, Raffaele De Vecchio, il competitore di Mastella nel ballottaggio del 19 giugno 2016, non si è ricandidato ma, da iscritto al Pd, ha promosso la lista Essere Democratici, collegata a Mastella; dei restanti tre, candidati in liste collegate a Mastella, sono stati eletti Rosario Guerra e Luigi Scarinzi, mentre Cosimo Lepore, consigliere uscente del Pd, cresciuto nella corrente mastelliana (la Sinistra di Base di De Mita) della ex Dc, candidato in Essere Democratici, non è stato rieletto.
I tre consiglieri (ex) dem uscenti, Del Vecchio, Lepore e Francesco De Pierro, quando Mastella non aveva più una maggioranza in Consiglio, hanno garantito il numero legale nelle sedute consiliari e infine hanno approvato anche i provvedimenti del sindaco. Gli altri tre consiglieri dem, allineati con la maggioranza del Partito, avevano costituito un altro gruppo, per non essere compromessi nelle scelte degli altri tre. In Essere Democratici, però, degli uscenti ricandidati, è stato rieletto soltanto Francesco De Pierro, un altro mastelliano, che nel 2015 aveva abbandonato il gruppo dell’Udeur, l’ex partito di Mastella, per passare al Pd.
Ma, nel 2016, De Pierro, primo eletto nella lista del Pd, con 893 preferenze, assume la funzione di capogruppo. E, nell’esercitare il ruolo di opposizione, agita un pronunciamento della sezione regionale veneta della Corte dei Conti, per sostenere che l’assunzione di due donne nello staff di Mastella (una delle quali, Mara Franzese, è stata eletta nella lista Benevento Bellissima, collegata a Mastella) è illegittima, avendo il sindaco fatto dichiarare dal Consiglio comunale l’11 gennaio 2017 quel dissesto finanziario, ritenuto politico alla luce del fatto che finora l’Organismo Straordinario di Liquidazione ha accertato debiti soltanto per 26,900 milioni di euro.
Mastella, irritato rispetto a tale iniziativa di De Pierro, in un comunicato del 3 marzo 2017, scrive: “Il novello giurista De Pierro, che si spinge a citare la Sezione regionale di controllo per il Veneto della Corte dei Conti, consiglio di non andare così lontano a cercare esempi da invocare sul tema ‘diritti dei lavoratori e delle lavoratrici’. Il territorio è pieno di violazioni delle norme e soprusi realizzati a danno dei lavoratori, a volte utilizzati come bacino elettorale, minacciati di licenziamento, rinnovati nei contratti a tempo secondo logiche non sempre di mercato. De Pierro, di cui ciascuno può valutare la coerenza, ha la fortuna di poter sfruttare l’esempio della ditta familiare di pulizie (di cui il padre di De Pierro è titolare – ndr), per prendere visione di una realtà non proprio veneta”. Questa volta, ha preso appena 618 preferenze, segno che qualche incrinatura ci sarà stata in quel bacino elettorale.
A parte il fatto che di quei voti, ora ridottisi a 618, ha sempre beneficiato il partito di Mastella prima che De Pierro passasse nel Pd, il fango non si pulisce dopo appena un anno averlo avuto in faccia, come è capitato a De Pierro, quando ha cominciato, nei confronti del sindaco Mastella, a fare la sinistra di sua maestà, in nome del gruppo del Pd. Ma, in linea di principio, la dignità si mette sempre da parte quando c’è da perseguire fini non sempre politici, come è capitato a un paio di assessori mastelliani, che, rimossi dalla Giunta, sono finiti vittime della sindrome di Stoccolma: uno si è candidato in una lista collegata a Mastella, senza essere eletto, perché la lista non ha conseguito alcun seggio, l’altro, richiamato in giunta al posto di quello estromesso, è stato ricandidato ed eletto.
In quel confronto, Mastella, quando era in atto la rissa, proprio perché non aveva nulla da controbattere rispetto alle denunce del suo competitore, ha definito eterogenee lo forze schierate in sostegno di Perifano, come se egli avesse soltanto fatto alleanze omogenee e adamantina. Per fare soltanto qualche esempio, si è scontrato con i suoi consiglieri quanto ha raccolto e nominato dirigente di un Settore Gennaro Santamaria, che fino a un mese prima era stato capo della segreteria del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, dei governi Renzi e Gentiloni, e suo avversario nel 2016; ha raccolto, nel febbraio 2020, Gianfranco Ucci, che nel 2016 era stato suo competitore, realizzando, però, una efficace operazione elettorale, poiché la moglie di Ucci, Carmen Coppola, nominata assessore, ha ottenuto, forte del bacino elettorale del marito, 1.006 preferenze; ed ha raccolto, alla sua causa, anche i tre consiglieri degeneri del Pd, i quali, pur avendo conseguito un magro risultato, hanno portato a Mastella 1.804 voti, pari al 5,24%, voti sottratti al Pd, che, tuttavia, è risultato essere di gran lunga il primo partito, avendo conquistato 4.952 voti, pari al 14,37%, la più alta percentuale conseguita dal Pd in regione.
Però, quando Mastella, sempre perché non aveva nulla da controbattere nei confronti di Perifano, ha ancora denunciato l’appartenenza del suo competitore alla massoneria, fingendo di dimenticare di avere avuto nella sua Giunta un massone, che non è stato rieletto, Perifano ha ribattuto di aver sempre stretto le mani di persone per bene, mentre Mastella ha fatto eleggere al Senato, nel 2006, Tommaso Barbato, e al Consiglio regionale della Campania, nel 2005, Nicola Ferraro, accusati e condannati, il primo, per concorso esterno in associazione camorristica e, il secondo per collusione con i casalesi.
Queste sono le alleanze di Mastella, al quale non è andato giù l’appoggio ufficiale dei 5 Stelle a Perifano comunicato dai 4 parlamentari pentastellati:
“L’’appuntamento elettorale del prossimo fine settimana è di importanza strategica per il futuro della città. I fondi del PNRR sono una straordinaria occasione per il rilancio di Benevento e questo necessita di una strutturata filiera istituzionale, consolidata e non millantata. Detta necessità, come deputazione sannita appartenente al movimento di maggioranza relativa in Parlamento, ci impone una inevitabile riflessione”.
“Il Movimento 5 Stelle, come è noto, non ha partecipato al primo turno ma, in virtù del ruolo determinante che il livello nazionale avrà nella gestione dei futuri stanziamenti che di certo saranno “vitali” per il capoluogo e non solo, ha deciso di esprimersi in merito al voto del 17/18 ottobre”.
“Riteniamo che il Movimento debba avere un ruolo attivo nelle funzioni di indirizzo della spesa e di vigilanza e controllo nell’utilizzo di detti fondi. Il Movimento può e deve farlo, anche nel rispetto e in perfetta sintonia con il lavoro di opposizione condotto, nella legislatura che si è conclusa da poco, dalle consigliere uscenti, Marianna Farese e Anna Maria Mollica, che ringraziamo per il lavoro accorto e puntuale che hanno svolto. Peraltro, e questa è la sede giusta per sottolinearlo, il Movimento 5 Stelle di Benevento, deve farlo soprattutto perché direttamente coinvolto nella stesura del programma politico che il candidato Sindaco Luigi Diego Perifano ha deciso di fare proprio allorquando ha accettato la candidatura in rappresentanza della coalizione “Alleanza per Benevento”.
“Ad una lettura accorta dell’articolato programma è evidente che in esso sono contenuti tutti i punti che, anche a livello nazionale, sono alla base delle idee programmatiche del Movimento 5 Stelle”.
“Questa decisione è stata comunicata al Presidente Giuseppe Conte ed è sostenuta dall’intero gruppo dei portavoce nazionali”.
“In politica è necessario prendere posizione, anche quando ciò può determinare una critica, e così come abbiamo fatto al primo turno astenendoci, adesso ufficializziamo con trasparenza il sostegno al candidato Sindaco Perifano”.
In risposta, le liste collegate a Mastella, in una loro nota, hanno rilevato che, “mentre a Roma la Raggi, in coerenza con la sua candidatura, si schiera all’opposizione di entrambi i contendenti del ballottaggio, a Benevento i 4 parlamentari nominati nelle liste dei 5 Stelle, comunicano, da ultimi, il loro appoggio a Perifano”. La moglie di Mastella, la signora Sandra Lonardo, infatti, tutt’altro che posta come capolista da Berlusconi nel collegio proporzionale senatoriale che gravitava su comuni del Sannio e del Casertano perché il primo seggio scattato per Forza Italia venisse attribuito a lei, è stata eletta invece con una valanga di preferenze personali. Se questi quattro parlamentari avessero scelto di appoggiare Mastella nel ballottaggio, avremmo voluto vedere che posizione avrebbero preso i candidati di tali liste, che essendo 307, non si saranno di certo riuniti per stilare la loro nota.
Poi, hanno aggiunto: “Come efficacemente segnalato dal sindaco nel dibattito Rai di ieri, (13 ottobre – ndr), manca solo Forza Nuova alla squadra di Perifano”. A parte il fatto che l’appoggio di D’Alessandro e Viespoli, “è avvenuto alla luce del sole” come ha rintuzzato Perifano nel confronto televisivo, sostenendo che “tra gli elettori non ci sono steccati”, Mastella ha avuto nell’Udeur, lo ripetiamo anche noi, ancora una volta, Tommaso Barbato e Nicola Ferraro. E nel 2006, quando il centro sinistra ha vinto le elezioni amministrative a Benevento, con la significativa e pesante partecipazione di Mastella, abbiamo avuto a Benevento, su pressione, pare, della signora Sandra, un comandante della Polizia Municipale, nella persona di Francesco Delvino, proveniente dalla Polizia Urbana di Caserta. Questo comandante, dopo essere andato via da Benevento, perché non più gradito dall’amministrazione comunale, finisce a Frosinone, proveniente da Massa Carrara, a dirigere la Polizia Municipale. Ma nel capoluogo ciociaro Delvino viene arrestato per una storia di mazzette. Anche Delvino era un uomo di Mastella, signori mastelliani, autori di quella nota, infarcita da battute e quindi non degne di cronaca.
Berlusconi, quando non vinceva, parlava sempre di brogli in suo danno. Addirittura, nel 2006, quando Prodi lo sopravanzò di appena 24mila voti, disse al ministro degli Interni, Franco Restivo, di non fare la proclamazione dei risultati elettorali. Ma Restivo, che da ex democristiano aveva il senso dello Stato, si rifiutò e si dimise da ministro. Poi, sollecitata una verifica, la Corte di Cassazione confermò il responso delle urne.
Mastella, avendo mancato, al primo turno, lo 0,77% al raggiungimento del 50%, ha imitato Berlusconi. Anche lui, infatti, ha parlato di brogli, anche nel corso del confronto in Ra. Ha presentato, pare, una denuncia in Questura, rispetto alla quale l’Autorità Giudiziaria non avrebbe rilevato alterazioni, se non sostituendo un presidente di seggio che, non portato a termine lo scrutinio, aveva rimesso tutto la documentazione al Tribunale.
E sempre a corto di argomenti, Mastella ha agitato anche la vicenda che ha portato Carmine Valentino ad essere raggiunto da un provvedimento restrittivo cautelare, con divieto, nel proprio domicilio, di avere rapporti, anche telefonici, con persone diverse da quelle conviventi con lui. Il provvedimento, disposto dal Gip, Gelsomina Palmieri, il 25 settembre, 8 giorni prima delle elezioni, era stato richiesto dal sostituto procuratore, Francesco Sansobrino, il 20 novembre 2020, essendo Valentino accusato di tentata concussione, nel 2017, quando era sindaco di Sant’Agata dei Goti, nei confronti della segretaria comunale, componente la commissione che avrebbe dovuto assegnare la riscossione dei tributi ad una delle società partecipanti alla gara.
Lo strano è che, dopo che è stata costituita una nuova commissione, della quale non faceva più parte la predetta segretaria comunale e dopo che Valentino non era più sindaco, la gara è stata vinta dalla società che Valentino avrebbe raccomandato.
La lezione di moralità proviene, però, da un soggetto che, insieme alla moglie, è stato immerso, fino al collo in vicende giudiziarie. Egli, nel confronto, ha detto di essere stato sempre assolto, anche dal Tribunale di Benevento, aggiungiamo noi, un ambiente vicino al quale c’è chi auspica la vittoria di Mastella, per evitare che tornino a Palazzo Mosti quelli di prima, non sapendo, evidentemente, che buona parte di quelli di prima sono ora con Mastella.
Ma Mastella, se nel confronto in Rai ha detto di essere “uscito pulito”, con sentenze non sempre condivisibili, non solo a nostro avviso, in tutti i casi che lo hanno riguardato, sappia che Valentino, al quale il 12 ottobre sono state revocate le misure cautelari, non ha ancora subito un processo.
In ordine a questa revoca, Umberto Del Basso De Caro ha dichiarato: “La decisione con la quale il Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato l’ordinanza coercitiva applicata a Carmine Valentino restituisce alla nostra Comunità, oltre che alla sua Famiglia, un uomo ingiustamente privato della libertà personale”.
“Per il profondo rispetto che ho sempre nutrito per la Giurisdizione non ho mai commentato il fatto, per il quale si procedeva da quattro anni, e men che mai la tempistica”.
“Il tempo, anche questo strano tempo che viviamo, si incarica sempre di stabilire la verità restituendo alle persone l’onore e la dignità”.
“Come amico personale di Carmine sarò orgoglioso di abbracciarlo oggi pomeriggio a Benevento”.
La manifestazione con Enrico Letta al San Marco
Nel giorno in cui ricadeva il 14° anniversario della costituzione del Partito Democratico, come ha ricordato la giovane Sara Pannella, nell’introdurre la manifestazione elettorale, Enrico Letta, il segretario nazionale del Pd, è venuto a sostenere la elezione di Luigi Diego Perifano, in un teatro, il San Marco, che contiene più di 800 posti, e non 600, come invece ha scritto Pietronigro sulla sua Gazzetta di Benevento, riconoscendo, tuttavia, che “con il passare dei minuti, la sala ha preso una visione più accattivante ed è stato così come abbiamo decritto l’evento di Mastella al Teatro Massimo”, quello che contiene invece 600 posti.Angelo Moretti, il primo ad intervenire, nel denunciare la politica clientelare di Mastella, ha ricordato che Mastella alza la cornetta del telefono per assicurare qualcosa a qualcuno, soltanto se questo qualcuno gli assicura sostegno elettorale. Ha lamentato poi che la condizione non piacevole delle nostre contrade, popolate per la quinta parte degli abitanti che conta Benevento, ci relega agli ultimi posti di tutte le graduatorie. La speranza è però data del Green New Deal che non ci coglie sprovvisti, perché, dal momento che non ci portiamo appresso il peso della globalizzazione, possiamo diventare subito primi della classe.Luigi Diego Perifino , intervenuto subito dopo, riconosciuto il ruolo trainante che il Pd ha avuto in Alternativa per Benevento, attestandosi come primo partito di gran lunga, ha sottolineato il fatto che in pochi credevano possibile di poter sbarrare il passo a Mastella. Per semplificare il non raggiungimento del 50% da parte di Mastella, ha detto che un sassolino si è messo nell’ingranaggio della macchina mastelliana, firmandolo. Perifano ha ricordato, poi, che della Giunta uscente, quattro assessori non sono stati riconfermati. Addirittura, ma questo lo diciamo noi, la post diessina, Rossella Del Prete, sposata la causa di Mastella nell’assumere, tra le altre, le deleghe alla Pubblica Istruzione e alla mensa, ha preso appena 43 voti. Ma la sconfitta maggiore di Mastella è stata quella di aver preso 6 punti percentuali in meno rispetto alle proprie liste, ha ricordato ancora Perifano, nei cui confronti Mastella ha scantonato anche nel porre in essere attacchi personali. Perifano ha poi denunciato il fatto che Mastella ha chiamato a raccolta i dipendenti comunali, per essere sostenuto, e che il presidente della Provincia ha trasformato l’Ente in un comitato elettorale in suo favore, mettendo in discussione la tradizionale neutralità della Rocca dei Rettori.Mastella, inoltre, ha costituito un inesistente, a nostro avviso, comitato elettorale presso il Teatro Massimo, ai cui proprietari aveva negato il cambio della destinazione d’uso del luogo di spettacoli, avendo essi deciso di vendere l’immobile. Probabilmente, la costituzione di questo comitato elettorale dovrebbe giustificare l’esposizione in atto, nelle vetrine e sulle vetrate d’ingresso del Teatro, manifesti che espongono l’immagine di Mastella, a cento metri dai tre seggi elettorali allestiti nella scuola Mazzini.Per la intercettazione dei fondi del PNRR servono buone idee e progetti seri e concreti, senza ricorrere alla rubrica telefonica, ha osservato Perifano, nel sostenere quanto affermato in precedenza da Moretti.Enrico Letta, infine, ha detto di essere felice di festeggiare a Benevento la ricorrenza del 14° anniversario della costituzione del Pd. Ha poi manifestato la certezza, la prossima volta che verrà a Benevento, di essere accolto da Perifano con la fascia tricolore. Ovviamente, Letta ha spaziato il suo dire su temi di attualità nazionale, sostenendo come il governo, guidato da Draghi e sostenuto dal Pd, goda di un considerevole prestigio europeo e internazionale, e come il Pd, dato per spacciato fino a qualche anno fa, abbia avuto una notevole risalita in queste elezioni, imponendosi come primo partito. Secondo lui, dopo la pandemia, non bisogna riprendere il cammino interrotto nel 2019, ma bisogna andare avanti con nuove idee, dal momento che tutti i paesi del mondo navigano in una sola nave.Raccontando, poi, come gli studenti italiani, ritenuti da lui i migliori di tutti, gli chiedevano un colloquio, quando era in Franca, per sapere come fare per ritornare in Italia, Letta ha manifestato, anche nella sua puntata a Benevento, il suo interesse nel dare un lavoro ai giovani, perché si rendano autonomi rispetto alle loro famiglie, considerato che l’Italia è tra gli ultimi paesi d’Europa in cui i giovani smettono di gravare sui loro genitori, anche per creare una loro famiglia.
Giuseppe Di Gioia