Perifano: abbiamo poco tempo per beneficiare dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza e dei fondi strutturali europei

Il sorteggio per stabilire il posizionamento delle liste sulla scheda elettorale ha assegnato a Mastella il primo posto. Seguono Angelo Moretti,  Rosetta De Stasio e  Luigi Diego Perifano. Ma non siamo più ai tempi in cui il posizionamento dei simboli sulle schede avveniva secondo l’ordine di presentazione delle liste di cui erano espressione. Chi scrive ha una età che gli consente di ricordare come  militanti del Pci piantonavano l’ingresso del Tribunale, se si trattava di elezioni, e gli accessi di enti locali, se si trattava di elezioni amministrative, per impedire ad altre forze politiche di poter precedere il loro partito, il primo giorno di presentazione delle liste, una condizione, questa, che consentiva al simbolo  del Pci di avere il primo posto sulla scheda, facilmente individuabile dagli elettori, soprattutto se analfabeti.
Ma se Mastella è primo sulla scheda elettorale, ci sono però buone possibilità che lui non superi il 50% dei voti nel primo turno. Il premio di maggioranza può essere tuttavia conseguito anche da una coalizione, nel caso in cui la somma dei voti delle liste che ne fanno parte superi il 50% dei voti, una circostanza, questa, verificatasi nel 1993, quando Pasquale Viespoli, uscito vincitore, con il 73% dei voti, nel ballottaggio con Donato Del Mese, divenne un sindaco di minoranza, perché la coalizione di centro sinistra, collegata a Del Mese, aveva addirittura superato il 60% dei voti, nel primo turno.
Mastella non sta lasciando nulla di intentato per raccogliere consenso. Parla come se, dopo il 4 ottobre 2021 dovesse essere occupata ancora da lui la poltrona di sindaco di Benevento. Addirittura, aveva avviato, sul Piano Urbanistico Comunale,  la consultazione, dal 30 agosto al 30 settembre,  con i proprietari dei terreni, con i costruttori e con i tecnici, in piena campagna elettorale.
Da questa consultazione si sarebbero soddisfatti appetiti che avrebbero prodotto un consenso elettorale per Mastella. Per bloccare questa operazione, gli altri tre candidati alla carica di sindaco (Luigi Diego Perifano, Angelo Moretti e Rosetta De Stasio) hanno chiesto l’intervento del Prefetto.
Rispetto a questa mossa dei suoi oppositori, Mastella, il primo settembre ha comunicato alla stampa  di aver “chiesto agli uffici comunali di posticipare le attività relative al preliminare di variante del Puc”. Poi, il 6 settembre, il sindaco, l’assessore all’Urbanistica, Romano, e il Prefetto sono stati destinatari di una nota, stilata, in merito alla questione, dal dirigente del settore Urbanistica, Antonio Iadicicco, autore e sostenitore del progetto Lumode sull’area dell’attuale Terminal bus. Ma Iadicicco è lo stesso tecnico comunale che, favorevole al taglio dei pini del viale degli Atlantici, aveva detto che, rispetto alla perizia dell’agronomo Giuseppe Cardiello, commissionata dal Comune di Benevento, quella di Rocco Sgherzi, incaricato dall’associazione “Giù le mani” per verificare lo stato di salute dei  pini medesimi, era stata soltanto una passeggiata. Sta di fatto che la perizia del prof. Sgherzi coincide con quella dei CTU nominati, in seguito a denuncia, dalla Procura della Repubblica, che  ha potuto mettere sotto sequestro i 352 pini che fiancheggiano viale degli Atlantici, via Pacevechia e via Fratelli Rosselli, in quanto l’area del viale degli Atlantici è perimetrata nel centro storico. Mastella, nella variante al PUC, ne ha previsto invece la esclusione, forse per decidere lui sul destino dei pini.
Oggi chi vota Mastella  dice anche che il ceppalonese sarà riconfermato nella carica di sindaco. Speriamo che questa sia soltanto un’aspirazione.
Ambienti vicini al Palazzo di Giustizia nutrono infatti questa aspirazione, per impedire  che tornino quelle che c’erano prima, esattamente quello che ha detto Mastella, a spese delle casse comunali, in una telefonata domenicale a migliaia di  cittadini.  Sta di fatto che nella coalizione Alternativa per Benevento non  c’è nessuno di quelli che facevano parte delle amministrazioni di centro sinistra. Semmai, bisogna dire che un ex assessore di centro sinistra, Cosimo Lepore, è candidato nella lista presentata nella coalizione di Mastella da 3 ex consiglieri del Pd, lista sostenuta, da non candidato, da Raffaele Del Vecchio, un ex irriducibile oppositore di Mastella, suo competitore nelle elezioni del 2016. Ma vi è pure Rosario Guerra, ex assessore della precedente amministrazione di centro sinistra, che è candidato nella Lista Mastella.
Poi, vorremmo dire a tali ambienti che   gli esponenti della uscente amministrazione mastelliana non sono degli stinco di santo. Vi è il presidente del Consiglio comunale, Luigi De Minico, e l’assessore ai Lavori Pubblici, Mario Pasquariello, che hanno fatto parte dell’amministrazione di centro destra (2001-2006) guidata dall’allora aennino Sandro D’Alessandro, l’amministrazione che ha succeduto quella, pure di centro destra, guidata da Pasquale Viespoli. Questo sindaco, nel 1999,  ha dato l’avvio alla costruzione di  quello che Mastella chiama il mamozio di piazza Duomo, una struttura, incompleta perché coinvolta in vicende giudiziarie,  che  il sindaco uscente imputa, per convenienza politica, alla responsabilità del centro sinistra.
Ma l’amministrazione D’Alessandro, di cui facevano parte De Minico e Pasquariello (è bene ricordarlo ancora),  è quella che, con un project financing, aveva affidato a una ditta del Casertano la realizzazione del Malies, una struttura abbandonata, che Mastella imputa pure alla responsabilità del centro sinistra; ed è anche quella  che ha causato il fallimento, pilotato secondo alcuni, dell’AMTS, l’azienda del trasporto pubblico urbano, perché D’Alessandro aveva trasformato in contratto di appalto, il project financing, stipulato con una associazione temporanea di imprese, per la costruzione del parcheggio di Porta Rufina. L’AMTS, configurata in un primo momento nel project financing, è risultata poi come affidataria del contratto. 
Ma sentiamo cosa ha detto Luigi Diego Perifano, candidato sindaco di Alternativa per Benevento, nella conferenza stampa in cui ha presentato il suo programma.
“E’ sempre difficile trovare la misura giusta nella elaborazione di un programma elettorale, perché, in un programma si mette tutto, la concretezza ma anche l’utopia. Ci sono proposte che riguardano la quotidianità ma anche proposte che riguardano il futuro della città. Ovviamente, poi, ci può essere sempre qualcuno  che ti dice che è sfuggito qualcosa. Ma noi raccoglieremo molto volentieri le osservazioni rispetto a ciò che ci è sfuggito”.
“Il nostro lavoro è di tendere la mano a chi ci vuole aiutare, non soltanto attraverso il sostegno elettorale ma anche con il concorso di idee che possano migliorare la nostra prospettiva di governo. Noi abbiamo declinato sul piano territoriale quelli che sono gli obiettivi generali individuati  nel Piano Nazionale  di Ripresa e Resilienza del  Recovery fund e quelli individuati nella programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027, perché noi abbiamo bisogno di mettere in linea la programmazione amministrativa con le possibilità effettive di investimenti pubblici, considerato che con le finanze comunali si riesce a stento a fare la ordinaria amministrazione”. 
“E’ evidente che se vogliamo fare qualche cosa di più dobbiamo allineare l’azione amministrativa del Comune di Benevento a tutte quante le opportunità che si offrono nel panorama  dei finanziamenti straordinari.  Quindi, gli investimenti pubblici,  sia che riguardino il miglioramento dei servizi, sia che riguardino la realizzazione di nuove infrastrutture,  possono essere realizzati se vi è la capacità di accedere e di utilizzare bene  i fondi europei”. 
“Noi partiamo da una situazione preoccupante. Dovete sapere che  il Comune di Benevento aveva un Ufficio di Piano, ma questo Ufficio di Piano è stato smantellato. Che mi risulti, in questo momento c’è un solo funzionario che ha il compito  di monitorare le poche opportunità che si presentano. Non c’è quindi un Ufficio di progettazione europea, che è la cosa fondamentale sulla quale  dobbiamo lavorare, perché dobbiamo raccogliere la nostra visione dentro un piano strategico”. 

“Quindi, il primo obiettivo della nostra amministrazione, se i cittadini di Benevento ci daranno fiducia,  sarà quello di realizzare un piano strategico, dentro il quale mettere tutte le misure e tutte le azioni  per poi convergere in un unico obiettivo: sostenere e implementare lo sviluppo sociale e produttivo della nostra città”.
“Abbiamo immaginato, quindi, che il piano strategico debba essere     costruito in linea con le opportunità offerte dal PNRR e della programmazione  europea 2021-2027.  Di qui, la nostra Benevento a colori, perché ciascuno degli argomenti che abbiamo sviluppato trovano naturalmente la possibile fonte di finanziamento negli strumenti di cui vi dicevo”.
“Quindi, bisogna anche correre, in considerazione del fatto che la Regione Campania ha già predisposto, per quanto riguarda gli interventi nell’ambito del Recovery fund, un piano strategico, nell’ambito di un programma che supera i 17 miliardi di euro. Per la verità, in questa prima fase, abbiamo motivo di ritenere che, al di là degli interventi sulla diga di Campolattaro e al di là del  passaggio della linea Benevento-Cancello a Rfi, gli orientamenti raccolti dalla Regione, in questo momento,  non  ci possano far stare tranquilli per quanto riguarda l’effettiva azione di riequilibrio tra fascia costiera, area metropolitana e zone interne”. 
“Mi piacerebbe sapere dal sindaco in carica quali sono le iniziative che ha avviato in relazione sia al PNRR, sia alla programmazione dei fondi strutturali 2021-2027, perché io non ho notizia alcuna. Non mi pare che sia stata avviata alcuna concertazione con le organizzazioni economiche e con la parti sociali; non ho notizia di progetti strategici sui quali l’amministrazione si stia indirizzando. Quindi, se mi consentite, ho fondato timore che si stia accumulando un ritardo notevole, ritardo che, in questo caso, può essere foriero di conseguenze molto pregiudizievoli  per il nostro territorio”.
“Bisogna fare attenzione, perché da parte  dell’amministrazione uscente si sta facendo scivolare la campagna elettorale su temi di politica politicante. Infatti, è importante sapere in che modo è stata attrezzata la proposta  della città per non perdere l’ennesima occasione”. 
“Fatta questa premessa, io sarò veloce nella illustrazione delle proposte principali stralciate dal programma, che sarà pubblicato sul nostro sito, proposte che non sono esaustive del lavoro che abbiamo fatto”.
“Partiamo dal “Rosso”, il colore delle politiche sociali, della solidarietà, della inclusione, un tema, questo, molto sentito a livello europeo, specialmente per recuperare le lacerazioni sociali causate dalla pandemia. Tra gli obiettivi che ci siamo propositi, c’è l’istituzione della casa di comunità al rione Libertà. Il PNRR prevede, infatti, la distribuzione di queste strutture socio-sanitarie, dotate di una notevole strumentazione medica, con equipe mediche, poli specialistici, medici di base, assistenti sociali e infermieri. In Campania è prevista l’apertura di 124 case di comunità. Nelle provincia di Benevento dovrebbero essere individuate 5 o 7 case di comunità.  Noi siamo partiti dalla considerazione secondo cui, mentre  la zona alta della città è servita dall’azienda ospedaliera “San Pio” e il rione Ferrovia è servito dal “Fatebenefratelli”,  l’unico quartiere popoloso della città, sprovvisto da un presidio sanitario, sia quello individuato da noi.  Contiamo che questa proposta possa essere accolta dai nostri due consiglieri regionali, che io ho chiamato personalmente, perché entrambi rappresentano il nostro territorio, indipendentemente dalla casacca che indossano”.
“Il secondo argomento, a cui tengo molto, è il ripristino della delega al lavoro. Sono anni che non c’è un assessore che abbia la delega al Lavoro. Per noi,  questo  è un tema fondamentale, perché sappiamo che, in questo momento, il mercato del lavoro è narcotizzato dagli effetti della cassa integrazione. Però c’è motivo di ritenere che si possano aprire diverse situazioni critiche. Se è vero che  il Comune di Benevento  non ha un potere specifico in materia di lavoro, l’assessore con delega al Lavoro, che è vicino a cittadini e a lavoratori in difficoltà, può avere un contatto permanente con le Istituzioni che hanno competenza in materia, cioè Regione e Ministero del Lavoro”.
“Veniamo ora al “Verde”, il colore della trasformazione ecologica, per dire che noi presteremo grande attenzione al tema della qualità dell’acqua, alla questione, irrisolta, del depuratore, alla problematica relativa all’inquinamento determinato dalle polveri sottili;  però  penso che la cosa principale sia quella di ritornare ad immaginare una città che riesca a programmare bene, a gestire bene e a mantenere bene gli spazi di verde pubblico, che, in questo momento, sono in una condizione di totale abbandono (il sindaco, dopo 5 anni che è a Palazzo Mosti, in questi giorni, evidentemente in chiave elettorale, sta facendo togliere le erbacce cresciute ai bordi dei marciapiedi – ndr)”. 
“Sapete che era stata proposta la piantumazione di  300.000 alberi, dico 300.000, non 30 e neanche 300, per giungere poi all’adozione di una delibera comunale ( successivamente annullata rispetto alle proteste sfociate in denuncie, da parte di comitati costituiti in difesa dei pini, alla Procura della Repubblica –ndr) che prevedeva il taglio di 352 pini su viale degli Atlantici, su via Pacevecchia e su via Fratelli Rosselli”.
“Quindi, occhi aperti, perché, da questo punto di vista c’è tanto da fare e tanto da recuperare. Il verde, come sapete, non è tanto da considerare  come un aspetto decorativo, pure importante, per il fatto che rende accogliente la città,  ma è soprattutto importante perché assorbe i rumori e perché è un deterrente contro la diffusione delle polveri sottili”.    
“Benevento, pur non essendo una città industriale,  ha un triste primato, quello della diffusione delle polveri sottili, a livelli che la portano nella parte bassissima della classifica delle città europee. Noi, in questo momento, disponiamo solo di un regolamento sul verde pubblico, che si deve alla caparbietà e all’amore per la città di Enrico Castiello (un assessore della prima amministrazione di centro sinistra guidata da Fausto Pepe – ndr). Da quel momento in poi, siamo rimasti fermi. Dobbiamo partire da una proposta semplice, consistente nel censimento del verde che abbiamo a disposizione , per poi elaborare un piano del verde. Piano che consiste sul modo come fare manutenzione del verde esistente, su come creare, con il supporto delle associazioni ambientaliste, dei parchi fluviali. Qualche passo avanti si potrebbe fare anche  in breve tempo, se riusciamo a dare un forte impulso al completamento del parco verde, che è un parco di dimensioni importanti sulla sponda destra del fiume Sabato, alle spalle dell’ex stabilimento Imeva, dove il cantiere è ancora aperto”. 
“C’è poi il tema della transizione digitale, che, in questo momento, posiziona la nostra città al novantasettesimo posto su centosette capoluoghi di provincia. La nostra idea, a costo zero, è  quella di istituire, in  collaborazione con l’Università del Sannio,  una struttura permanente che aiuterà il Comune a programmare gli interventi necessari per realizzare  la Smart City, la città intelligente, che significa  efficientamento  energetico; mobilità sostenibile che consente di passare dall’alimentazione a diesel a quella elettrica; determinare i tempi di percorrenze degli autobus urbani, come avviene in altre città d’Italia; raccogliere dati sulla qualità dell’aria e dell’acqua”.
“Come vedete, il tema della protezione dell’ambiente è un tema fondamentale, è trasversale rispetto a tutti i ragionamenti, non perché ce li inventiamo noi.  La storia ci dice che l’obiettivo della sostenibilità  è fondamentale. E l’ONU, che ha licenziato l’agenda 2030, ha determinato anche le politiche di sostenibilità  che riguardano tutte attività del mondo”. 
“Andiamo avanti.  Un’altra proposta, a cui tengo molto, anch’essa strettamente collegata al PNRR, riguarda gli istituti tecnici superiori, non riconducibili a scuole normali, bensì a fondazioni, dentro le quali troviamo gli enti locali, le università, le scuole superiori, ma soprattutto troviamo le aziende, perché questi ITS servono a formare i tecnici e i tecnologi che mancano al nostro sistema produttivo. Le aziende sono  dentro queste fondazioni perché indicano le figure professionali di cui hanno bisogno. Il risultato, in termini di occupabilità, è molto interessante, perché circa l’82% dei diplomati  negli ITS riesce a trovare lavoro. Inutile dire che questi ITS sono diffusi nell’Italia settentrionale. In Campania ci sono già 9 ITS. Il PNRR punta al raddoppio del numero dei diplomati ogni anno negli ITS. Quindi, gli stanziamenti sono molto significativi, per realizzare il potenziamento di questi istituti tecnici. Noi riteniamo che a Benevento si debba giocare  la carta degli ITS nel campo agroalimentare, perché noi abbiamo una struttura produttiva vocata sull’agroalimentare”.
“Andiamo ora all’arancione, il colore della cultura, del turismo, della forza anche delle idee e della creatività. Partiamo dal rilancio della Fondazione “Città Spettacolo”. Ora, qui, è inutile fare commenti su ciò che è diventata “Città Spettacolo”. Naturalmente, nessuno ha, in Italia,  una visione della cultura o degli eventi  dello spettacolo; però il problema di fondo è cercare di avere una programmazione di “Città Spettacolo” che tenga conto  delle aspettative e dei gusti del pubblico. Il rilancio della Fondazione passa innanzitutto attraverso l’impianto di persone particolarmente competenti, che facciano programmazione annuale per interagire bene sulle proposte turistiche. Allo stesso tempo,  abbiamo la possibilità di coprire tutto l’arco dell’anno  con iniziative culturali. Se il BCT  si rivolge a un determinato tipo di utenza, è altrettanto importante che questa città si rivaluti anche rispetto alla sua vocazione culturale, recuperando lo spessore delle rassegne teatrali di “Città Spettacolo”, proiettando Benevento nell’olimpo degli eventi teatrali nazionali, anche se in forma diversa”. 
Perifano, passato poi a parlare della rigenerazione urbana, ha preso in considerazione l’utilizzo dell’ex tabacchificio di via XXV Luglio, nel cuore del rione Ferrovia, sostenendo che quello è un fabbricato con un suo fascino, ora adibito solo per deposito. 
“Potrebbe essere una sede convegnistica e congressuale. Noi non abbiamo una struttura adatta ad ospitare questi eventi, però sappiamo che, in passato, quando ci sono stati questi eventi,  la città ha accolto bene le iniziative congressuali e i  congressisti hanno gradito molto la loro permanenza a Benevento. Quegli spazi dovrebbero essere destinati anche a quelle che chiamiamo officine artistiche. La nostra città ha una grande vitalità per quanto riguarda le associazioni culturali. Ma c’è vitalità anche nel campo del teatro, della musica, della danza. Noi dobbiamo fare in modo che questa creatività abbia degli spazi dentro i quali si possa esprimere in modo permanente e possa autosostenersi. Pensiamo, quindi, che all’interno di questo grande contenitore vi possa essere un incubatore che favorisca lo sviluppo di imprese creative. Quindi,come vedete, per noi, il tema della cultura e del turismo è un pezzo di formidabile importanza”. 
“Vengo all’ultimo capitolo. E’ dall’inizio della campagna elettorale che io ho acquisito una certezza. Vi potrà sembrare  strano rispetto ad altri problema, come, per esempio, la salute e il lavoro, ma in questo momento la priorità per i beneventani è la manutenzione urbana, perché la condizione di degrado, di abbandono, di trascuratezza, ha determinato una vera e propria sollevazione popolare, che comporta, allo stesso tempo, rabbia. Però, quello che invocano i cittadini  è soprattutto una maggiore cura degli spazi pubblici,dei beni comuni, per l’aspetto della città”. 
“Anche qui non si tratta di fare grandi  invenzioni. Parliamo sempre di riforme a costo zero. La nostra idea è che si debba mettere in piedi un piano di manutenzione e di pronto intervento.  Bisogna costituire una squadra, composta da tecnici e da operai comunali che interagiscano con i tecnici e gli operai della Gesesa e con i tecnici e gli operai dell’Asia. Ma deve essere una struttura permanente di pronto intervento, che sia in grado di intervenire su tutti i casi che richiedono piccole e ordinarie manutenzioni, capaci di migliorare il livello della qualità urbana”.
“Da ultimo, c’è il problema che non può non interessare la città di Benevento, perché  noi abbiamo interi quartieri in cui il patrimonio edilizio è costituito prevalentemente dall’edilizia residenziale pubblica realizzata dall’Iacp, oggi soppiantato dall’Acer.  Anche qui noi abbiamo il dovere di fare uno sforzo per capire in che modo si può avviare la riqualificazione di questo patrimonio, il che non significa solo rifacimento delle facciate, ma significa efficientamento  energetico, significa mettere in sicurezza sismica i fabbricati, significa tante cose. E’ incredibile come, ad oggi, nonostante tutte le agevolazioni fiscali, favorite dal bonus 110%, non vi sia stato un timido  incontro tra il Comune di Benevento e l’Acer, per  dire: scusate, vogliamo fare un censimento di questo patrimonio pubblico, per vedere dove è possibile intervenire? Naturalmente, stiamo parlando di interventi che migliorerebbero la qualità del decoro urbano, che verrebbero incontro alle esigenze delle famiglie e metterebbero in moto importanti processi economici delle industrie e delle costruzioni. Ecco perché, nel programma, abbiamo dato spazio a questa ipotesi di lavoro. Certo, il tempo stringe, però sappiamo che, per quanto riguarda l’utilizzo del bonus anzidetto, per l’edilizia residenziale pubblica la misura è stata prorogata fino al 2023”. 
“Poi vi sono le contrade. Nel Comune di Benevento abbiamo circa 90 aree censite come aree rurali, nelle quali sono concentrati 180 problemi, perché dobbiamo avere contezza delle caratteristiche del nostro territorio.  Benevento ha una estensione territoriale di  130 kmq. Per far capire di cosa stiamo parlando, dirò che dentro questo territorio ci va tutta la città di Napoli, da Bagnoli a S.Giovanni a Teduccio, compresa Scampia, e avanzano 10 kmq. Quindi, stiamo parlando di un problema che, in sé, è già un problema  dell’amministrazione comunale. Aggiungete che nelle aree periferiche e nelle  contrade vivono tra i 12.000 e 13.000 beneventani, circa il 20% della popolazione, perché, mentre prima la residenza nelle aree rurali era legata all’attività agricola, oggi molti cittadini si trasferiscono nelle campagne, per contare sulla salubrità dell’aria e su più spazi”.
“Comprenderete, quindi, come questa questione non possa essere affrontata  una volta ogni 5 anni, quando si fa campagna elettorale. Questo è invece  un tema permanente,che deve essere acquisito come tale. Noi, pertanto, abbiamo pensato di istituire un assessorato che si occupi esclusivamente delle contrade, che non abbia la delega alle contrade insieme ad altre deleghe. Questo assessore, che si deve dedicare alla contrade per 365 giorni all’anno, deve assumere, come dato permanente dell’iniziativa amministrativa,  la questione della vivibilità delle contrade. Poi, si fa un censimento dei problemi e, come è serio che sia, non è che si promette tutto a tutti: una volta individuati i problemi, si vedrà quali sono  i più urgenti. Certo, chi, nel 2021, è ancora senza acqua potabile, avrà diritto ad una attenzione maggiore da parte dell’amministrazione comunale; chi è senza pubblica illuminazione e gas dovrà avere la priorità rispetto alla diffusione della rete idrica.  Ecco, io ho dato una idea delle questioni sulle quali dobbiamo lavorare“.
Dato spazio alle domande, Pietronigro de La Gazzetta ha osservato che con i programmi non si sono mai vinte le elezioni.  “Con i programmi è possibile che non si vincano le elezioni. Ma, se andiamo a verificare il programma del 2016, quello che ha fatto vincere le elezioni a Mastella”, ha affermato Perifano, “rileviamo che di tale programma non è stato realizzato neanche il 10%. Allora, se in 5 anni non è stato realizzato ciò che era stato promesso, penso che i cittadini debbano voltare pagina”.
“Noi, invece, abbiamo domandato: Se su un piatto della bilancia mettiamo il programma appena esposto, e, sull’altro piatto, mettiamo la politica clientelare del sindaco, la sua esposizione mediatica, il suo presenziare addirittura ad un allenamento della squadra femminile di calcio, i suoi interventi opprimenti nelle manifestazioni di Città Spettacolo, la sua politica spicciola,i suoi interventi, in questo periodo,  nelle chiese, al termine di funzioni religiose, per manifestare ai fedeli  il suo essere cattolico,  da quale parte pende la bilancia?.  Perifano ha risposto: “Io sono assolutamente convinto che questa volta i beneventani debbano percepire l’importanza del momento. La prossima consiliatura non è  una consiliatura ordinaria. Nel corso della sua durata, sono compresi esattamente i tempi, 2021-2026, di attuazione del Recovery Fund. Questo periodo comprende anche 5 dei 7 anni di programmazione dei fondi europei. Quindi, non bisogna rassegnarsi ad assistere  al perdurante declino di questa città. Io non credo che chi continua a vivere a Benevento voglia rassegnarsi rispetto a questa prospettiva”.
Poi, Antonio Esposito ha chiesto: C’è chi dice che lei e Mastella siete le due facce di una stessa medaglia, nel senso che lei non rappresenta il nuovo.  Certo, ha risposto Perifano pressappoco, anche io ho alle spalle le mie esperienze politiche maturate al servizio dei cittadini. Ma io non ho fatto il viandante (destra, sinistra centro) alla continua ricerca di una  collocazione politica. Io sono rimasto sempre in una unica area politica.
Infine, vi è stato chi ha parlato delle 10 liste presentate da Mastella come manifestazione di forza del sindaco uscente.  Perifano si è limitato a dire che, siccome in quelle liste vi sono persone importate dalla provincia (per la necessità di non presentare liste “mutilate” – ndr) , si è fatta evidentemente una confusione tra la elezione del Consiglio comunale di Benevento con quella del Consiglio provinciale.  
Giuseppe Di Gioia

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