La carità intellettuale del gesuita Michele De Maria

Sul grande portale in pietra di palazzo De Maria in Cervinara vi è un frontone con una ricca decorazione ispirata, di certo, alla Compagnia di Gesù e precisamente a quel «sole Gesuita» come riflesso dell’importanza che questa congregazione ha rivestito anche nella vita di padre De Maria e della sua stessa famiglia. Vi è riprodotta, infatti, in stucco la silhouette del sole, così come contenuto nello stemma dei Gesuiti, con 32 raggi, 16 diritti e 16 ondulati, disposti alternativamente. Manca solo la scritta IHS, che con i 32 raggi attorno, monogramma tradizionale del nome di Gesù, viene adottata da Sant’Ignazio di Loyola, diventando il simbolo della Compagnia di Gesù, da lui fondata. Proprio in questo palazzo, oggi ampiamente parcellizzato in tante proprietà private, ma che conserva l’antico fascino, con l’originale portone in legno, la corte e una pregevole scalinata in pietra, vede la luce il piccolo Michele.

Michele De Maria nasce alla frazione Salomoni, Via Aia de Panno, nel Comune di Cervinara, lunedì 8 febbraio 1836, da Felice e Giuseppa Vaccariello, «pii ed onesti genitori», secondogenito di una splendida famiglia di sei figli: Antonio, Michele, Giuseppe, Luisa, Luigi e Luciano. Nel registro del Comune di Cervinara, al numero d’ordine 28, si legge: «Anno 1836, giorno 8 del mese di febbraio, ore tredici, davanti di noi Giuseppe Madonna, Ufficiale dello stato civile del Comune di Cervinara, distretto del Principato Ultra, è comparso Felice De Maria, il quale ci ha presentato un fanciullo e che lo stesso è nato nella casa propria da Felice De Maria di anni trentasei e da Giuseppa Vaccariello, di armi trenta, sua legittima sposa, coniugata De Maria. Lo stesso ha dichiarato di dare al fanciullo il nome di Michele, Giuseppe, Antonio. La presente dichiarazione si è fatta alla presenza di Angelantonio Ruotolo di anni trenta, professione ferraro, regnicolo, domiciliato in Cervinara e di Angiolo Clemente di anni trenta, di professione bracciante, regnicolo, domiciliato ivi». L’atto di nascita è sottoscritto da Giuseppe Madonna, sindaco e da Filippo De Nicolais, cancelliere. Riceve il sacramento del Battesimo lo stesso giorno della nascita, come si legge nel libro dei Battesimi dell’archivio parrocchiale di Sant’Adiutore: «Cervinara 8 febbraio 1836. Io Ecc.mo Curato ho dato il permesso al canonico Clemente di battezzare un fanciullo figlio di Felice e Giuseppa Vaccariello, al quale si è posto nome Michele Giuseppe Antonio De Maria e la comare è stata Lucia Mainolfi».
Michele De Maria trascorre l’infanzia tra la casa paterna e la vicina chiesa parrocchiale di Sant’Adiutore, un legame destinato a non tramontare mai. Una lapide sulla facciata del monumentale campanile ricorda, ancora oggi, il suo interessamento per la costruzione dell’opera: «A.M.D.G. Molem Hanc Mariae labis nesciae sacratam aere collaticio exigendam curavit P. Michael De Maria SJ. A.D. 1876-1879». Subito dopo la prima Comunione manifesta il desiderio di seguire la vocazione al sacerdozio, incoraggiato anche dal parroco del tempo, don Giovarmi De Nigris, il quale, conoscendo lo spirito irrequieto e la vivace intelligenza del ragazzo, sempre in cerca di risposte ai tanti interrogativi sul mistero dell’esistenza, cerca di assecondare e incoraggiare la scelta vocazionale. Dopo aver compiuto gli studi di grammatica nel Collegio dei Gesuiti di Benevento, il 13 novembre 1851 entra nella Compagnia di Gesù, amabilmente accolto dal noto Gesuita padre Leonardo Fava, già Rettore della Gregoriana negli armi 1843-1846. Frequenta il noviziato a Napoli presso il Convitto Pontano alla Conocchia, nel Rione Sanità, sotto la guida del padre maestro Francesco Saverio Venditti. Il 15 novembre 1853 emette i voti religiosi. Segue, poi, per due anni il corso di Retorica tenuto dal dotto e notissimo Gesuita sannita padre Innocenzo Polcari e per tre anni il corso di filosofia nel collegio Massimo di Napoli. Nel 1857 viene inviato a insegnare catechismo nelle carceri e nel 1858 è docente nelle scuole inferiori; l’anno successivo è maestro nelle scuole del Collegio Sorano.
Dopo i moti politici, la Compagnia di Gesù viene cacciata da Napoli ed egli si trasferisce in Francia, dove si dedica per un anno all’esame dei testi. Nel 1860 è nel collegio della città di Laval, capoluogo del dipartimento della Mayenne, nella regione dei Paesi della Loira, a studiare per quattro anni «Sacra Teologia» con i professori: padre Boudiet, padre Rabouin e padre Donniou. Ne11863, dal vescovo di Laval, Casimiro Alessio Wicart, riceve, nella chiesa cattedrale, il 13 maggio il suddiaconato, il 19 settembre il diaconato e il 19 dicembre l’ordinazione sacerdotale. L’anno seguente, per completare gli studi in Teologia Morale, si trasferisce a Lione, capoluogo del dipartimento del Rodano, nota per la posizione preminente fra le diocesi della Gallia e per essere stata sede di numerosi concili ecumenici. Nel 1866 è nominato Lettore, cioè docente di teologia dogmatica a Tarragona, città della Catalogna e sede arcivescovile, famosa per la convenzione che riconosceva all’arcivescovo e al Re poteri di governo sulla città con pari dignità. In Spagna rimane fino al 1869, quando fa ritorno in Francia, per riprendere l’insegnamento nel Seminario di Lione. Nel 1870 rientra in Italia per motivi di salute e risiede presso la famiglia d’origine dal 1872 al 1879, anni in cui, tra le tante attività pastorali e culturali, cura anche la realizzazione del campanile della chiesa parrocchiale di Sant’Adiutore in Cervinara. Lo stesso padre Michele chiede ed ottiene dalla vicina famiglia Bove, proprietaria di un palazzo, di case e di terreni, adiacenti la chiesa parrocchiale, l’impegno di non costruire fabbricati troppo alti e di non piantare alberi ad alto fusto, affinché la popolazione possa ammirare agevolmente il campanile che gioiosamente svetta nella frazione e rallegra la gente col suono delle campane che, ogni giorno, come voce di Dio, invitano alla preghiera.
Nel palazzo di famiglia padre De Maria promuove periodicamente salotti culturali su tematiche storiche, teologiche, letterarie e poetiche. Un’attività di promozione socio-culturale che continua anche dopo la sua morte, grazie all’impegno dell’intellighenzia locale che, radunata nel palazzo del Colonnello Finelli, nella frazione Salomoni, dà vita al giornale «Charitas», sotto gli auspici della sezione cervinarese della «Dante Alighieri». Nella tradizione, oralmente trasmessa, il popolo cervinarese ricorda ancora la grande devozione di padre De Maria per Maria Santissima del Bagno, venerata nel santuario cittadino, ed il culto alla Madre di Dio da lui diffuso soprattutto nei giorni in cui viene più volte invitato a predicare il novenario in onore della Vergine Santissima, nella chiesa parrocchiale di Sant’Adiutore, in preparazione alla grande festa mariana, nel giorno solenne dell’Ascensione. Nell’autunno del 1879 ritorna a Roma e nel 1880 gli viene conferita la cattedra di Logica e Metafisica all’Università Gregoriana. Dal 1880 insegna, per quindici armi, tutto il corso triennale di filosofia; «raccoglie le lezioni in tre volumi e poi le pubblica in un compendio, più volte riedito per la sua chiarezza».
Mons. Pasquale Maria Mainolfi

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