Luigi Diego Perifano: insipienza e improvvisazione da parte del Comune rispetto alla realizzazione della cittadella degli uffici

Nel suo giro della città, in cui solleva i vari problemi,  Luigi Diego Perifano, candidato sindaco di Alternativa per Benevento, la mattina del 20 luglio ha incontrato gli operatori dell’informazione davanti alla Caserma Pepicelli, sul viale degli Atlantici per dimostrare come  quella struttura del Demanio non possa essere la cittadella degli uffici. 
Rivolto ai giornalisti, infatti, Perifano ha esordito dicendo: ”In un  momento di recrudescenza del Covid, in cui la gente pensa legittimamente alle vacanze, riuscire a fare campagna elettorale è veramente un’impresa. Quindi, un  grazie a voi che ci accompagnate  in questo percorso.    Sapete  anche che da ieri abbiamo avviato la nostra campagna di comunicazione su Benevento a colori, nel corso della quale avremo tempo e modo, nei nostri appuntamenti, di spiegare cosa significano per noi questi  colori e come pensiamo che la nostra città possa riprendere a volare anche sulle ali di un entusiasmo rinnovato e di una volontà di uscire da questa condizione di immobilismo. Detto questo,  vi abbiamo convocati questa mattina davanti alla Caserma Pepicelli (qualcuno mi ha detto che per trovare parcheggio ha dovuto fare 3-4 giri), perché, come sapete, la Caserma Pepicelli è interessata da un progetto molto importante. Chi lo chiama  cittadella degli uffici, chi lo chiama Federal Bulding, però la sostanza è la seguente:  si immagina che in questa caserma possano essere collocati, nei prossimi anni, gli uffici della Ragioneria di Stato, la Commissione Tributaria Provinciale, l’Agenzia delle  Dogane, l’Agenzia delle Entrate, l’Archivio di Stato, la Direzione territoriale del  Lavoro, gli uffici del Giudice di Pace di Benevento e la Guardia di Finanza”.
 “Quindi”, ha tradotto Perifano,  “siamo al cospetto di quello che altrove si chiamerebbe Centro Direzionale, che è una concentrazione di uffici pubblici nello stesso luogo della città. Naturalmente, si tratta di uffici che richiamano una notevole utenza. Pensate,  soltanto, alle commissioni tributarie provinciali, o agli uffici del Giudice di Pace , o alla Direzione provinciale del Lavoro. Quindi, una grande affluenza di pubblico durante gli orari di ufficio. Tenete conto che questo centro direzionale è stato individuato nel centro storico della città, perché, come abbiamo appreso anche dalla vicenda dei pini, il viale degli Atlantici è  a tutti gli effetti, nella normativa urbanistica, centro storico. Quindi, abbiamo un polo direzionale in centro storico. La domanda che io pongo stamattina è: in quale parte del mondo si pensa di organizzare un polo direzionale senza i parcheggi, perché questo è il problema di cui dobbiamo parlare. Un grande insediamento di uffici, che comporterà uno spostamento di traffico e di persone, programmato in una parte della città dove non ci sono i parcheggi. Lo diciamo noi? No! Lo dicono i tecnici del Comune. E anche su questo voglio richiamare la vostra attenzione, perché l’ufficio tecnico comunale,  in una nota del 26 novembre 2019, leggo a beneficio di tutti, chiarisce: “I  parcheggi previsti all’interno del complesso risultano commisurati e destinati alla sola sosta dei dipendenti degli uffici, mentre l’utenza dovrà avvalersi delle aree a parcheggio limitrofe”.  Poi, siccome si rendono conto di quanto hanno detto, aggiungono: “per quanto possibile”.  Come sapete, non vi sono aree a parcheggio limitrofe, perché, quelle poche che c’erano, sono state assorbite dalla presenza, in zona, dell’INPS”.
“I tecnici del Comune, quindi, aggiungono: “Da ciò scaturisce la necessità di procedere ad una attenta e minuziosa valutazione tecnica circa l’offerta  di parcheggio esistente in zona, nonché ad una analisi dei flussi di traffico che saranno certamente incrementati per effetto della nuova ubicazione di molteplici uffici pubblici che assumono una sensibile attrattiva dell’utenza”. Ciò è esattamente quello che io dicevo prima. L’ufficio tecnico comunale dice: “attenzione, stiamo facendo il polo direzionale ma non abbiamo i parcheggi”. Inutile dire che queste raccomandazioni dell’Ufficio tecnico non sono state prese in considerazione.  Si è avviato l’intervento di restauro di due palazzine degli anni 80, dove dovrà essere allogata la Guardia di Finanza. Il restauro è previsto in una spesa di 12 milioni di euro. Questa è una scelta del Demanio. Secondo me, se avessero deciso di demolire e di ricostruire, avrebbero speso la metà”.
“Per quanto il Demanio abbia legittimità a programmare interventi su beni di sua proprietà, la domanda”,  a giudizio del candidato sindaco di Alternativa per Benevento, “è:  Il Comune che fa? Dorme? Rispetto al pericolo che questa zona  possa essere disastrata per effetto di questo intervento, il Comune avrebbe dovuto interloquire con l’amministrazione del Demanio e dire: fermatevi, c’è un problema che riguarda  le aree di parcheggio, non possiamo realizzare un centro direzionale in pieno centro cittadino, senza le aree di parcheggio, perché otterremo, come conseguenza, l’intasamento del traffico, l’aumento dello smog, un rallentamento pericoloso del transito lungo viale degli Atlantici, cioè la strada che porta anche in direzione dell’ospedale civile”.

Quindi, Perifano ha lanciato un grido di allarme. “Guardate, non si può procedere così. Questa è insipienza ed improvvisazione. Avete rilasciato il permesso  di costruire alla Guardia di Finanza! Va bene! Ora fermatevi, perché va ridiscusso l’intero programma di insediamento, che potrà essere realizzato nella versione iniziale,  solo se si troverà una soluzione per le aree di parcheggio. Altrimenti, noi avremo, come unica conseguenza,  quella di aver determinato il caos in un’area della città, con conseguenze che riguardano l’inquinamento ambientale, l’intasamento del traffico e comunque il peggioramento della qualità della vita dei cittadini. Provate  voi a mettervi nei panni di quelli che devono raggiungere gli uffici del Giudice di Pace, piuttosto che le Commissioni Tributarie, piuttosto che la Direzione provinciale del Lavoro, in una situazione in cui, forse, i primi spazi di parcheggio utile si trovano a un chilometro di distanza (piazza Risorgimento – ndr)?  Noi non possiamo concepire un modo di amministrare che sia all’insegna dell’improvvisazione e che non abbia la capacità di programmare le  cose in modo da non sconvolgere i ritmi urbani e la qualità della vita delle persone”.
“La faccio breve perché ho  due autorevolissimi interlocutori, oltre che amici, che in qualche modo sono stati protagonisti sia della questione riguardante la Cittadella degli Uffici, sia, ancor di più, nella difesa del patrimonio arboreo di viale degli Atlantici, cioè dei nostri pini storici. Sono il prof. Francesco Di Donato e l’avv. Luca Coletta. Io li ringrazio molto, perché è molto importante la testimonianza della loro presenza, in quanto sono tra le migliori espressioni di quella che io chiamo cittadinanza attiva. A loro dobbiamo dare atto del fatto che mettono a disposizione  la loro passione, le loro competenze professionali, per occuparsi dei problemi della città”.
“Nell’ambito del comitato “Giù le mani dai pini”, ponemmo la questione sulla Cittadella”, ha esordito Luca Coletta, “perché fu proprio l’amministrazione, attraverso il suo massimo rappresentante, che insisteva, e insiste tuttora, sullo stretto collegamento tra la vicenda dei pini e l’utilizzo della Caserma Pepicelli”.  ll sindaco infatti insisteva sulla pericolosità dei pini rispetto all’affluenza numerosa di cittadini nella cittadella degli Uffici, ha spiegato Coletta, ma ne sono a conoscenza i cittadini tutti.  
“Questo fatto ci incuriosì”, ha affermato Coletta, “nel senso che,  per arrivare a decretare la fine di un intero parco urbano (salvato, su denuncia  del comitato “Giù le mani” e “Benevento Città Verde”, dalla Procura della Repubblica che ha posto sotto sequestro 352 pini, sui quali sia Mastella che l’assessore Giorgione non possono più mettere le mani – ndr), in nome della ubicazione di dieci uffici pubblici, ci deve essere qualche ragione seria”.
“Così, memori dell’insegnamento enaudiano, secondo cui bisogna approfondire i fatti, cercammo di venire in possesso della dovuta documentazione, coadiuvati dall’architetto Salomone Megna (un tecnico che, in una commissione comunale costituita per valutare la pericolosità dei pini, è stato sempre contrario al taglio degli stessi – ndr), che voglio salutare e ringraziare perché è presente.  Dalle  carte, è emersa la totale assenza di qual si voglia studio  serio  circa l’opportunità di realizzare, in mancanza di parcheggi, la cittadella degli uffici nella  Caserma Pepicelli. C’è il problema della  viabilità e della caratteristica dei luoghi. Viale degli Atlantici non è una viabilità a servizio a qualcosa; viale degli Atlantici nasce come passeggiata. Soltanto chi non conosce Benevento, chi non vive questa città (il sindaco infatti non è di Benevento – ndr) non si rende conto di che cosa è diventato il viale. E’ diventato un parcheggio.  Il viale, per le sue caratteristiche, non è assolutamente idoneo per insediarvi servizi”.
“Di fronte ad una proposta del Demanio, di insediare nella Caserma  Pepicelli gli uffici pubblici che Luigi ha elencato, io credo che qualsiasi  amministratore che conosca Benevento debba rendersi  conto che il viale non è una via qualsiasi. Il viale degli Atlantici è un elemento identitario della nostra città. E’ il nostro salotto. E’ paragonabile, forse dirò una sciocchezza, al Colosseo a Roma, fatte le dovute proporzioni. Quindi,  chi vive e conosce la città, si rende conto di quale sia la funzione del  viale degli Atlantici. La Caserma Pepicelli è parte della città, come i giardini  Piccinato. E’ un nostro patrimonio, che va tutelato. Non si capisce quali  benefici possano derivare alla città dall’ubicazione di quegli uffici sul viale degli Atlantici. E la cosa bella è che (il sindaco –ndr) li rivendica pure, i benefici, sostenendo che è merito suo se si attuerà questo progetto, grazie all’amicizia con l’allora direttore dell’Agenzia del Demanio, in nome della vecchia militanza democristiana”.
Il prof. Di Donato ha dato invece un taglio diverso al suo intervento, tuttavia sempre incentrato sulle caratteristiche del viale degli Atlantici, descritte da Perifano e da Coletta.
“Piero Gobetti”, ha sostenuto Di Donato, professore ordinario presso l’Università Partenope di Napoli, figlio di Nicola, un amministrativista, sindaco di Benevento nei primi anno 80,  “è stato un grande pensatore italiano, molto avversato da una certa sinistra massimalista. Gobetti diceva che c’è una distinzione chiara  tra il politico e lo studioso. Gli studiosi, allora, si chiamavano intellettuali, perché, secondo l’enciclopedia britannica che a me piace molto, vivono di lavoro intellettuale”. Secondo chi scrive è colui che dice qualcosa cui tu non hai posto mente.
“Io vivo di lavoro intellettuale”, ha affermato Di Donato, “perché, da oltre 35 anni ho dedicato la mia vita a studiare. E Gobetti dice che chi studia deve essere libero di esprimere le sue idee, per lasciare libero chi fa attività politica diretta  di  realizzare i suoi programmi e i suoi compromessi, perché la politica  –  Lo dice un altro grande filosofo, come Bertrand Russell, nel cui   dna c’era  la logica del compromesso – è accordo, è compromesso, è capacità di  dialogo, è capacità di  tessere relazioni. Spesso ci si scandalizza del fatto che parti avverse si parlino.
“E c’è una parte anche di ragione in questo scandalizzarsi, perché spesso in Italia, che è il paese della finta moderazione dei veri estremismi, si utilizza questo giusto principio del compromesso per fare compromessi loschi, per fare compromessi al ribasso.  In Italia, la politica, per questa mentalità, ha generato mostri, cioè ha generato quei politici che hanno fatto non del compromesso nobile, partecipato, la loro identità, ma hanno fatto del compromesso losco, del compromesso al ribasso, del compromesso contro gli interessi generali, la logica della loro vita politica. E l’hanno rivendicata. Noi, in questa città, abbiamo avuto la sventura di avere uno dei campioni di questa identità italiana, tipicamente italiana, che però non ha avuto il contraltare, il contrappasso, come in altre zone della Campania, per esempio come Avellino, dove  pure ci sono stati gli stessi problemi, di una logica che perlomeno in parte privilegiasse il territorio e gli interessi generali.
“Questo è un punto decisivo  per capire anche perché siamo qui. C’è una questione che solo apparentemente è una questione di piccolo cabotaggio di quartiere.  Solo apparentemente è una questione che riguarda questa area della città, un’area tanto ammirata, quanto come tutte le aree del mondo, che è anche invidiata. Chi vive in questa zona ha una sorta di invidia di ritorno, sottile, sorda, da parte di altre zone della città, che a mio avviso dovrebbe essere chiarita una volta per sempre, non perché noi vogliamo essere  i cosiddetti borghesi che, come si diceva una volta, abitano in una zona privilegiata, ma perché questo è un punto capitale: questa è una zona che qualifica l’intera identità della città. Quelli che sono di altri quartieri dovrebbero sentirsi onorati di avere una zona come questa, dove poter venire a passeggiare, se ci possono venire, perché tutto dipende dalla politica del Comune”.  
Di Donato, nel proseguire il suo discorso, ha continuato a fare delle considerazioni di carattere generale, per dire come la bellezza del viale degli Atlantici non possa essere deturpata.
Rispetto a quanto denunciato da Perifano, Coletta e Di Donato nell’incontro con la stampa, il consigliere Renato Parente, il picconatore di Mastella, in una nota ha scritto testualmente: “Leggo dichiarazioni senza capo né coda circa i mancati parcheggi alla Caserma Pepicelli. Premesso che l’area è demaniale: all’interno sono previsti ampi parcheggi in grado di smaltire  le esigenze degli utenti. Bastava chiedere  al demanio  per dare una risposta a questa sciocchezza vanitosamente populista. Io so che la cittadella degli uffici sarà la seconda in Italia, dopo Ancona, so che si spenderanno 50 milioni di euro. A volte quando si sta troppo tempo fuori dal terreno di gioco, si incappa in clamorose inesattezze. Quanto ai veleni dell’aria, stiamo facendo cose che nessuno ha mai fatto e la presenza del rilevatore mobile ci sta dando risultati incoraggianti”.
A parte il il fatto che Perifano ha parlato di smog rispetto all’incremento di traffico che vi sarebbe sul viale degli Atlantici se venisse realizzata la cittadella degli uffici e non tanto rispetto alla situazione attuale, la nota di  colui che è anche capo staff del presidente della Provincia, Antonio Di Maria, dimostra che sia lui, sia il sindaco non sono a conoscenza del documento, di cui Perifano ha dato lettura, con il quale, il 26 novembre 2019, l’ufficio tecnico del Comune ha rilevato la mancanza di parcheggi sul viale degli Atlantici, affermando che il parcheggio esistente all’interno della Caserma  “è destinato alla sola sosta dei dipendenti degli uffici”. 
Giuseppe Di Gioia

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