Mastella perde i voti di Aversano e l’appoggio del nuovo Psi, mentre quelli di Guerra, subentrato ad Aversano, erano già acquisiti alla sua causa

Marcellino Aversano si è dimesso da consigliere.  Si è sentito profondamente offeso dall’invito  che uno dei capigruppo dello schieramento mastelliano, rivolto ad altri consiglieri, avrebbe detto, con i microfoni aperti,  “chiamat a chillu pep”, nella seduta del Consiglio comunale di Benevento, tenutasi da remoto il 15 aprile scorso.  Aversano era risultato assente nel momento in cui si era votato l’argomento relativo all’ampliamento della struttura che ospita il Liceo Scientifico, una votazione che, avendo  espresso 14 voti favorevoli e 2 astenuti, aveva fatto emergere la mancanza del numero legale, che sarebbe dovuto essere di 17 consiglieri. Le opposizioni,infatti, avevano abbandonato la seduta, fatta eccezione per  gli astenuti, riconducibili a 2 due consiglieri del Pd, sconfessati alcuni mesi fa  dal Partito.
Da quella votazione, però, si è avuta la riconferma che Mastella non ha la maggioranza in Consiglio, in quanto,  se Aversano non si fosse assentato il quel momento,  di positivo,  per l’amministrazione Mastella, vi sarebbero stati il numero legale nel Consesso cittadino e la conseguente valida approvazione di quell’argomento, indipendentemente dal voto favorevole di Aversano. Come abbiamo scritto nella nostra precedente nota, c’è stata la richiesta al Prefetto, da parte della consigliera  pentastellata, Anna Maria Mollica, perché non fosse ritenuta valida la seconda votazione avvenuta con la presenza del consigliere Aversano,  una richiesta, quella della Mollica, da ritenersi immotivata, secondo quanto esposto al Prefetto dal presidente del Consiglio comunale, Luigi De Minico, in quanto il consigliere Aversano, presente all’appello in apertura di seduta, si era soltanto momentaneamente assentato poco prima che venisse posto in votazione quell’argomento.
L’ufficio prefettizio, preposto a vagliare la richiesta della consigliera Mollica, ha fatto, però,  sapere che in seguito alla riforma della Costituzione approvata nel 2001, non compete più alle Prefetture il controllo di legittimità degli atti amministrativi, sicché è possibile ricorrere al Tar o al Capo dello Stato, indipendentemente dal fatto che Aversano si sia dimesso. 
Per aver votato Luigi Abbate, il candidato di Noi Campani alle ultime elezioni regionali, Aversano era passato definitivamente nell’entourage di Mastella, dopo che anche lui, come diversi altri consiglieri, si sarebbe posto, nel corso dell’attuale consiliatura, a cavalcioni sulla staccionata che separa la maggioranza dalle opposizioni, per schierarsi, a seconda dei casi, nell’uno o nell’altro campo.  
Infatti,  anche la vita politica di Aversano, in quanto a cambi di casacca,  è stata piuttosto movimentata, al pari di quella del suo denigratore.  Quest’ultimo, infatti, eletto nel 2006, in una lista mastelliana collegata  al candidato sindaco Fausto Pepe, è rimasto nella maggioranza consiliare, dopo il passaggio di Mastella, nel febbraio 2009, nel centro destra berlusconiano, in cambio della candidatura e della elezione, in quell’anno, al Parlamento di Strasburgo. Poi, il denigratore di Aversano, sottoscritto con la maggioranza dei consiglieri,un mese prima della fine della consiliatura,il dimissionamento del sindaco Pepe davanti al notaio Ambrogio Romano, nel 2011 si candida nell’Udc. Nel 2016, preferisce, invece, candidarsi in “Noi Sanniti per Mastella”, risultando l’ultimo dei 6 eletti.
Marcellino Aversano, invece, eletto, nel 2006, in una lista di socialisti e radicali, promossa da Gianvito Bello, nel 2011 viene riconfermato nella lista dell’Api di Rutelli, sempre promossa da Gianvito Bello.  Dal momento, però, che nel 2011, dei due eletti, Aversano ottiene il maggior numero di preferenze, a lui viene assegnato anche il posto in Giunta, con delega all’Urbanistica, nell’amministrazione di centro sinistra Pepe-bis, un posto che, con delega alle Finanze, era toccato, nella prima amministrazione Pepe, a Luigi Boccalone, risultato primo, nelle elezioni del 2006, nell’ordine di preferenze.
Ma Aversano detiene la delega all’Urbanistica per meno di due anni, in quanto Fausto Pepe, a fine marzo 2013, chiama il docente universitario Mario Coletta alla guida di quella importante branca, affidando la presidenza della Gesesa all’assessore revocato.
Nel 2013, quasi in coincidenza con la rimozione di Aversano,  viene revocato, da assessore alla Mobilità, anche Rosario Guerra, che nella prossima riunione del Consiglio comunale del 29 aprile, subentrerà al consigliere dimissionario. L’operazione non comporterà una modifica degli attuali equilibri nel Consiglio comunale, poiché il neo consigliere, dopo aver votato anche lui per Luigi Abbate,  ha dichiarato ufficialmente l’adesione a Noi Campani, nella cui lista sarà candidato alle prossime amministrative.  La circostanza della revoca di Guerra da assessore, probabilmente è da mettere in relazione all’arresto, in quel periodo,  del latitante  Silvio Sparandeo, appartenente all’omonimo clan, il cui personaggio di spicco è Corrado Sparandeo, del quale l’avvocato Rosario Guerra ha la colpa di essere cognato, un rapporto di affinità che non dovrebbe arrecare pregiudizio in chi in tale rapporto si è venuto a trovare, poiché la responsabilità penale è individuale. Semmai, è politicamente censurabile prendere i voti da persone pregiudicate.
Non meno movimentata è stata anche la vita politica di Rosario Guerra.  Eletto al Consiglio comunale, nel 2001, nella lista dell’Udc, due anni dopo passa in Forza Italia, nella cui lista viene rieletto nel 2006. Ad avvio di consiliatura  passa però nei Ds. Nel 2011, si candida in “Lealtà per Benevento”, una lista che, promossa a Fausto Pepe, comprende tutti i consiglieri e gli assessori che non avevano seguito Mastella nel centro destra. Guerra ottiene, come dicevamo, l’assessorato alla Mobilità, essendo risultato secondo dei sei eletti in tale lista. Nel 2016, è il primo dei non eletti nella lista in cui Aversano, passato nel Pd insieme a Luigi Boccalone, conquista l’unico seggio attribuito alla lista, schierata nella coalizione di centro sinistra. 
Finito nei banchi dell’opposizione, lui ed altre 3 consiglieri si dissociano poco dopo dalla coalizione di centro sinistra che aveva espresso 10 consiglieri, assumendo la predetta posizione di instabilità politica. Il quinto consigliere, Italo Di Dio, che per ultimo ha abbandonato lo schieramento di centro sinistra in polemica con il capogruppo del Pd, Francesco De Pierro, che aveva cominciato a fare  la sinistra a sua maestà, è rimasto nel campo avverso a quello di Mastella, conducendo una opposizione tenace e incalzante nei confronti del sindaco. Di recente, in funzione anche delle prossime elezioni, Di Dio ha costituito, schierato con il centro sinistra, “Città Aperta”,  insieme a Delia Delli Carri, la consigliera comunale uscita un anno dopo l’insediamento del Consiglio da un gruppo mastelliano, poiché la sua funzione si era ridotta a quella di alzare la mano secondo l’indirizzo della maggioranza. Come Delia Delli Carri, anche Luca Paglia, passato nel Pd nello scorso mese di novembre,  aveva scisso le sue responsabilità da quelle di componente la maggioranza mastelliana.
“Dopo l’ultima  seduta del Consiglio”. ha dichiarato Aversano al Mattino, “faccio fatica a riconoscere il mio ruolo. Non vedo le ragioni dello stare insieme per cui valeva la pena dedicare una parte importante di me. Costatare che si arriva a mettere in discussione la dignità personale è decisamente troppo. Non avrebbe senso continuare così”.
Il grave è che il momento di quella votazione, ripreso in un video e messo in rete da qualcuno, ha subito una amplificazione superiore a quella prodotta dalla pubblicazione sui giornali, sia online che di carta stampata, anche perché nel video si sente quella indecente espressione, non riportata invece da tutti gli organi d’informazione. 
Certamente, se Aversano si ricandiderà, e crediamo che lo farà perché dispone di un mezzo migliaio di preferenze, sceglierà un fronte opposto a quello di Mastella. In questo caso, non si può pensare che il sindaco, perduti i voti di Aversano, abbia recuperato, pressappoco in eguale misura, quelli di cui dispone Rosario Guerra, perché, se non ci fosse stato quell’incidente, vergognoso anche per la città, lo schieramento di Mastella avrebbe avuto sia i voti di Aversano che quelli di Guerra, già acquisito alla causa mastelliana.

L’avvocato Luigi Bocchino, dopo che è stata archiviata la sua querela contro Mastella, ha segnalato al Ministero degli Interni e all’Autorità sulla privacy, l’uso elettorale e personale, da parte di Mastella, delle telefonate nell’ambito del servizio “Sindaci in contatto”.
Evidentementela solidarietà manifestata da Mastella ad Aversano non è bastata a conservare nel proprio entourage il consigliere offeso in modo così vergognoso. Secondo Mastella “bisogna sempre avere rispetto per le persone, bisogna rispettare le opinioni altrui, bisogna evitare atteggiamenti irriverenti e inopportuni”. Ma, soprattuttoha detto che ciò che è successo in quella seduta, “ha dimostrato un modo di fare politica che non è il mio e da cui mi dissocio”.
Ma chi non ricorda il modo, tutt’altro che garbato, come egli, sparando nel mucchio, giudicava chi non la pensava come lui. Dopo aver chiuso al traffico veicolare il ponte sul torrente San Nicola, costruito nel 1955 su progetto di Morandi (l’architetto che aveva realizzato il crollato ponte di Genova), nella conferenza stampa del 22 agosto 2018, Mastella diede dell’imbecille alla persona che aveva presentato un esposto in Procura contro il provvedimento del sindaco, poiché il ponte aveva già subito un intervento  di restauro con i fondi post alluvione.L’avvocato Luigi Bocchino, che aveva presentato quell’esposto, ritenutosi diffamato da quell’insulto,  sporse querela contro Mastella. Il 16 aprile scorso, “il GIP del Tribunale di Benevento, dott.ssa Loredana Camerlengo”, informa Mastella in un suo comunicato,  “ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica”. La Procura della Repubblica di Potenza, ha commentato l’avv. Bocchino, ha invece rinviato a giudizio Berlusconi per aver dato dello “scemo” a Toninelli.  Però, l’avvocato Bocchino, consultato da noi, ha detto che si farà valere in sede civile nei confronti di Mastella.Intanto, insieme agli avvocati Alberto Mignone e Nazzareno Fiorenza, si è rivolto al Ministero dell’Interno e al Garante per la Privacy perché sia stabilita la legittimità delle telefonate domenicali con cui Mastella si rivolge  a migliaia di cittadini di Benevento, soprattutto nell’ora di pranzo,  per fare comunicazione di ogni genere, anche quelle di natura politica e, quindi, elettorale. Un servizio, questo,  che, gestito dalla società napoletana Enterprise Contact Group, in tre anni (2019, 2020 e 2021) costa alle casse comunali euro 60.090.Questo il tenore della telefonata del 10 gennaio 2021, resa nota da Altrabenevento: “Noi pensiamo alle cose serie mentre altri ce l’hanno solo con me dicendo: ah, fuori Mastella da fare il sindaco. Guardate, se dovesse capitare non è che mi strapperò i capelli più di tanto, ho tanti nipotini, mi posso dedicare a loro, però non vorrei che tornassero quelli che hanno devastato, perché quelli che stanno mettendo in piedi una coalizione contro di me sono quelli che hanno devastato la città….. io spero che mi darete una mano, vedrete che insomma avremo una città completamente diversa. Già è molto diversa, già è una città diversa!! Chiedete a quelli che arrivano  e vengono a trovare i propri familiari, amici, parenti o quant’altro che trovano la città più splendente rispetto a prima, di certo di più rispetto a prima, rispetto a quella che mi hanno lasciato”.
Il servizio “sindaci in contatto”, progettato dalla Protezione Civile  per avvisare i cittadini in caso di evacuazione, allerta meteo e ogni altra comunicazione a tutela della pubblica incolumità, come ha dichiarato il sindaco, non sempre, stante la denuncia di Altrabenevento, viene utilizzato per tali finalità, comunque risapute perché comunicate agli organi di stampa.
Bocchino, Mignone e Fiorenza, tramite il prefetto Torlontano, hanno denunciato che  “dal 9 marzo 2020, con l’emergenza pandemica tutte le domeniche Mastella telefona per farsi evidentemente ascoltare da quante più persone è possibile, a prescindere dalla iscrizione al servizio”.  Ma, soprattutto, hanno denunciato  ”la telefonata del 19 settembre 2020, effettuata in palese violazione del silenzio elettorale per invitare gli anziani a votare e  quella del 10 gennaio 2021 ( sopra riportata – ndr) nella quale ha annunciato che alle prossime amministrative sarà in competizione”.Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 79/2016, secondo Bocchino, Mignone e Fiorenza, Mastella viola gli obblighi di neutralità politica fissati dall’articolo 97 della Costituzione. I tre avvocati invitano, pertanto, il ministro “a prendere gli opportuni provvedimenti  al fine di assicurare il corretto e democratico svolgimento della prossima competizione elettorale”.

Il presidente della Provincia, Antonio Di Maria, minaccia di querela il collega Antonio Esposito
Non v’è dubbio che questa iniziativa di Luigi Bocchino scaturisce anche dal modo come egli si è visto archiviare la querela sporta contro Mastella.  Però, a nostro avviso, tale archiviazione costituisce anche un precedente, rispetto alla intenzione del presidente della Provincia, Antonio Di Maria, di “dare mandato all’Avvocatura dell’Ente per tutelare l’immagine, il decoro e le ragioni delle istituzioni” contro quanto pubblicato da Altrabenevento, a firma di Antonio Esposito, a proposito della delibera dell’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) secondo la quale l’avv. Nicola Boccalone non poteva essere nominato direttore generale della Provincia, né commissario straordinario dell’ASEA (Azienda Sannita Energia e Ambiente).L’Avvocatura dovrebbe chiedere che in sede giudiziaria siano valutati “i  possibili profili penali e civilistici” dell’articolo di Esposito, secondo Antonio Di Maria, il quale ha annunciato che farà “altrettanto sul piano strettamente personale”.L’articolo di Esposito, oltre ai giudizi politici su Di Maria e su Mastella and company, non perseguibili penalmente, a nostro avviso, è costituito prevalentemente da virgolettati, cioè da dichiarazione di persone riconducibili ai consiglieri provinciali del Pd, Luca Paglia e Giuseppe Antonio Ruggiero, nonché a Franco Nardone, ex segretario generale, ex direttore generale e responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza in seno all’Ente. In quell’articolo, a nessuno dell’entourage mastelliano viene dato dell’imbecille o del cretino. Nell’articolo si raccontano solo fatti realmente accaduti. E i fatti non sono perseguibili penalmente.
E’ da escludere, a nostro avviso, che, rispetto alla iniziativa dell’Avvocatura della Provincia, annunciata da Di Maria, la Magistratura di Benevento possa adottare il criterio dei due pesi e della due misure, avendo archiviato la querela sporta da Luigi Bocchino per chiedere giustizia rispetto a un insulto di quel tipo.

Il fronte di centro sinistra stenta a fare sintesi, mentre un Mastella in affanno,  pur di ricavare un vantaggio elettorale sulla vicenda Luminosa, tira il ballo persone che, non più in vita, non si possono difendere
In definitiva, ci spiace dover constatare che, rispetto al sistema di potere posto in essere da Mastella, il fronte di centro sinistra, che ha guadagnato anche l’adesione del nuovo Psi, si dimeni ancora nella individuazione del candidato sindaco. Il M5S, nel riproporre in Anna Maria Mollica la candidata di bandiera, esclude la candidatura di Luigi Perifano perché il noto avvocato è ritenuto politicamente qualificato. Civico 22, che aveva proposto Angelo Moretti,  attende che si pronunci l’assemblea dei suoi associati. PER (le persone e la Comunità di Benevento), un’altra componente dello schieramento di centro sinistra, ritiene che “la proposta dell’avvocato Perifano non risponde, a nostro avviso, ai criteri dell’unità, della condivisione e dell’innovazione”. Meno male che, di qui alle elezioni, ci separano ancora sei mesi, perché decanti la situazione.Questi signori non si rendono conto che di fronte a un Mastella, che già comincia a spaziare sulle reti televisive nazionale (martedì  20 aprile, ospite di Coffee Break, ha parlato della Superlega, qualcosa che non ha nulla a che vedere con la sua funzione di sindaco, e del fatto che lui fino al 26 aprile ha sospeso la didattica in presenza per le scuole superiori), non ci vuole un candidato sindaco pivellino, bensì uno che abbia esperienza e riesca a competere efficacemente nei suoi confronti.Infatti, Mastella, temendo Luigi Perifano come possibile concorrente, in una riunione da lui tenuta a Palazzo Mosti, con la partecipazione del menzionato presidente della Provincia e del presidente dell’Asi, Luigi Barone,  per prendere in esame la problematica della centrale Luminosa,  ha inteso ripercorrere “tutte le tappe della vicenda che ha avuto origine nel 2002, allorquando il Comitato Direttivo dell’Asi, presieduto da Paolucci e composto da Perifano ( Mario, il defunto padre di Luigi – ndr), Razzano e Riviezzo, diede il via libera all’istanza proposta dalla società Luminosa srl per la concessione in opzione dell’area Z4 dell’agglomerato industriale di Ponte Valentino”. Mastella, poi, nel suo comunicato, dice, che “successivamente, nel 2010, il ministro dello Sviluppo Economico, Romani, autorizzò la realizzazione dell’impianto con dichiarazione di pubblica utilità della stessa centrale e poi a luglio 2020 il ministro Patuanelli ha concesso la proroga  all’avvio dei lavori entro ottobre 2022”.
A proposito del modo, tutt’altro che delicato,  come Mastella abbia voluto tirare in ballo il nome di una persona che non si può difendere perché non c’è più,  Luigi Perifano, per fare chiarezza sulla vicenda,  è intervenuto  con una nota  della quale, a parte, pubblichiamo il testo integrale.
Giuseppe Di Gioia

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