Mastella aspetterebbe il soccorso di consiglieri del Partito Democratico

Clemente Mastella

“Mentre di fronte a noi ritornano gli spettri di una situazione sanitaria che richiede grande responsabilità ed attenzione vigile, mentre vengono prese in Italia misure esistenziali, che rischiano, purtroppo, di creare  difficoltà all’economia e alla nostra economia del “vicolo”, c’è, nel mio Consiglio Comunale ,ed in Giunta, chi, questo momento, lo vive ponendomi problemi, per me, inaccettabili, nel modo e nella sostanza. Li respingo e vado avanti. Ho il problema di pensare  alla mia comunità, alle famiglie, al mondo che vive nella scuola, ai bambini, agli anziani. Il resto è noia. Mentre dico no a questo stile politico, chiedo senso civico e impegno istituzionale a chi lo voglia esercitare, con le modalità che si vorranno intraprendere”. 
Chi non conosce Mastella e legge questo suo comunicato, diffuso alle 16,58 del 7 ottobre, pensa di trovarsi di fronte ad un sindaco esemplare, che, rispetto a tutti i problemi di potere posti dai componenti la sua maggioranza, antepone il bene supremo dei cittadini.
Invece, i cittadini di Benevento sanno che, per motivi riconducibili alla conservazione del suo potere, rispetto a chi non era allineato sulle sue posizioni o che poneva in discussione qualche sua impostazione, dal quando si è insediato a Palazzo Mosti quale primo cittadino Benevento trasferendo la sua residenza da Ceppaloni al capoluogo sannita, ha sostituito 8 assessori, richiamando infine, nella sua Giunta, il primo degli esclusi; sanno delle prebende promesse e concesse a consiglieri che avessero lasciato i banchi dell’opposizione; e sanno anche come consiglieri della sua maggioranza, non disposti a limitare la loro funzione nell’alzare la mano per votare secondo i suoi desiderata, hanno costituito gruppi autonomi per condizionare le sue scelte.
Il contenuto del suo comunicato, sintetizzato, evidentemente il 6 ottobre, in una dichiarazione da lui resa al Mattino, è così riportato il 7 ottobre dal quotidiano di Napoli: “In una fase delicata come l’attuale  non è questa vicenda (della quale parleremo in seguito – ndr) che può preoccuparmi. Io vado avanti. Non posso occuparmi di posti e prebende, debbo badare alle cose serie per la città. Posso solo dire che chiunque voglia contribuire a dare una mano in questo momento particolare è bene accetto”.
In effetti, nel Consiglio comunale, durante la seduta del 6 ottobre, convocato su richiesta di alcuni consiglieri di opposizione per discutere delle misure poste in essere dall’amministrazione per garantire la sicurezza nelle scuole, sono affiorati tutti quei contrasti che nel mese di gennaio scorso avevano posto in discussione la maggioranza, contrasti, che il sindaco assunse allora come pretesto per porre in essere, il 2 febbraio, la farsa delle dimissioni, che ritirerà l’ultimo giorno utile.
Ma già il 5 ottobre, il giornale di Mastella aveva anticipato tali contrasti. Pomo della discordia la mancata nomina a presidente della Gesesa di Oberdan Picucci (eletto nella lista dell’Udc, dal quale poi si sarebbe dissociato), che per protesta contro il sindaco si è dimesso da assessore alle attività produttive, carica dalla quale si sarebbe dovuto comunque dimettere, se il sindaco avesse mantenuto l’impegno, assunto nei primi di settembre, di fargli assumere il posto  coperto da Luigi Abbate  fino all’accettazione da parte di quest’ultimo della candidatura in Noi Campani, il nuovo soggetto politico di Mastella che lo ha portato alla elezione di consigliere regionale. Luigi Abbate, infatti, lasciato il Pd, nel mese di marzo del 2016, non avendo ottenuto la candidatura alle primarie per la designazione del candidato sindaco, ritornò lì da dove se ne era andato, cioè nell’entourage di Mastella, ottenendo dal neo sindaco, cioè da colui che dice di essere allergico all’assegnazione di nomine e prebende, la carica di presidente della Gesesa, appena dopo lo svolgimento del ballottaggio, il 19 di giugno, e prima della composizione della Giunta. 
Va ricordato che la Procura della Repubblica, nel mese di maggio scorso, al termine delle indagini condotte a carico della Gesesa, ha sequestrato 3 depuratori nel Comune di Benevento (Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo), e altri 9 in altrettanti comuni della provincia sannita, gestiti dall’ente idrico; ha indagato 33 persone, tra le quali uomini dell’Acea, il Gruppo che ha il controllo per il 58% della Gesesa (il rimanente 42% delle azioni è controllato per il 34% dal Comune di Benevento e per l’8% da una ventina di Comuni della provincia sannita) e  Piero Porcaro,  titolare della Tecnobios, il laboratorio che svolgeva analisi compiacenti delle acque, marito di Maria Carmela Mignone, della quale alcuni consiglieri di minoranza avevano chiesto, anche per incompatibilità con la funzione rivestita, le dimissioni da assessore  del Comune di Benevento, carica assunta, insieme ad un’altra donna e ad un generale in pensione della Guardia di Finanza, su nomina di Mastella, il 24 febbraio scorso, appena dopo il ritiro delle dimissione da parte di Mastella medesimo. La richiesta di dimissioni, non accolta dalla assessore, è stata respinta anche dal sindaco, che, per molto meno, aveva revocato o costretto alle dimissioni, come dicevamo, 8 assessori.
Ora fa causa comune con Oberdan Picucci il gruppo del cinque moderati: Antonio Puzio, eletto in Forza Italia ma transitato in gruppi mastelliani prima di costituire “I Moderati”; Annalisa Tomaciello, eletta nell’Udc;  Angela Russo, Mimmo Franzese e Delia Delli Carri, eletti nella Lista Mastella, ma la dott.ssa Delli Carri ne aveva preso subito le distanze costituendo il gruppo misto con Pina Pedà, passata nella Lega in seguito a contrasti con l’amministrazione, anche se eletta in Noi Sanniti per Mastella. I Moderati hanno condizionato la loro permanenza in maggioranza alla nomina di Oberdan Picucci a Presidente della Gesesa. intanto, hanno annunciato le dimissioni Annalisa Tomaciello da presidente della Commissione Finanza; Antonio Puzio da consigliere delegato al Turismo, all’Artigianato e alle politiche giovanili; Angela Russo da presidente della Commissione Mobilità, mentre Mimmo Franzese si era già dimesso da presidente della Commissione Attività Produttive, Presidenza, questa, che Mastella ha assegnato a Nanni Russo, il consigliere che, eletto in Forza Italia, ma finito poi nell’entourage mastelliano, dopo lo scontro avuto con il suo partito per aver mantenuto, stanti le intercettazioni telefoniche, in campagna elettorale, quattro anni e mezzo fa, rapporti confidenziali con il noto pregiudicato Corrado Sparandeo che gli avrebbe promesso 200 preferenze

Raffaele del Vecchio

Ma, la successione di Luigi Abbate, leggiamo sul Mattino dell’8 ottobre (il portavoce di Mastella) non è, per  ora, in cima ai pensieri di Mastella. Significa, a nostro avviso, offendere l’intelligenza dei cittadini dire che la priorità, in questo momento, è quella di fronteggiare i rischi del contagio da Covid, per cui perdere un’oretta di tempo per emettere due atti finalizzati a coprire il posto lasciato vuoto da Oberdan Picucci e quello lasciato libero da Luigi Abbate, dal momento che si conoscono già le persone nell’ambito della maggioranza destinate a coprirli, rappresenterebbe una distrazione rispetto ai problemi posti dalla  pandemia.
Il temporeggiare è determinato dalla necessità di arruolare nella maggioranza, in cambio probabilmente di quelle prebende che non farebbero parte del modus operandi di Mastella, consiglieri di opposizione. E si parla di consiglieri del Pd, se è vero, stanti fonti bene informate, che il 7 ottobre ci sarebbe stata una riunione presso lo studio di Raffaele Del Vecchio, dal momento che l’alleanza dell’ex competitore di Mastella e di qualche altro consigliere con il sindaco sarebbe un dato acquisto, manifesto. Noi, per motivi prudenziali, abbiamo usato il condizionale, ma il nostro informatore ha invece usato  il modo indicativo.
Resta da vedere se in questo arruolamento c’è il consenso della segreteria regionale e di quella nazionale del Pd, nonché del governo regionale, dal momento  che, “nell’immediatezza dello scrutinio”, leggiamo sul Mattino del 28 settembre, “Del Vecchio per De Luca Presidente, puntualizzando ‘il contributo plurale con valore politico di prospettiva’ del buon risultato conseguito, aggiungeva: “con i tanti amici con i quali abbiamo condiviso questa battaglia, continueremo il nostro percorso politico in pieno accordo con la segreteria nazionale e regionale del Pd. E con il governo regionale. Pronti a fare la nostra parte per determinare, insieme ad altri, le migliori condizioni di governo per i nostri territori””.

Francesco De Pierro

Alla luce dei moniti e degli avvertimenti lanciati da Antonella Pepe, la coordinatrice della segreteria provinciale del Pd, noi non siamo rimasti meravigliati più di tanto, conoscendo il suo modo di fare opposizione, quando, sul Mattino del 7 ottobre, abbiamo letto la sintesi dell’intervento del capogruppo del Pd, l’ex mastelliano Francesco De Pierro. Egli, infatti, nel riconoscere che il Consiglio è servito, senza dubbio, a fare chiarezza sulle misure di prevenzione adottate dall’amministrazione, afferma: “In particolare ho chiesto una puntuale relazione sullo stato degli interventi eseguiti sulle singole scuole da parte del dirigente delle opere pubbliche e l’amministrazione si è impegnata a consegnarla a tutti gli amministratori comunali per  consentire di poter accedere a tutte le informazioni utili da fornire all’intera collettività”.  
Se i fatti sono quelli descritti da De Pierro, non riusciamo a capire come mai Altrabenevento si sia lamentata del fatto che sul sito del Comune non siano state pubblicate “le perizie delle singole scuole”, dal momento che le famiglie  hanno diritto di conoscerle. E non riusciamo neanche a capire come mai il Codacons si sia mosso sulla stessa lunghezza d’onde di Altrabenevento nel rilevare che l’assessore alle Opere Pubbliche, Mario Pasquariello, abbia relazionato  sullo stato dei plessi scolastici di proprietà del Comune e sulle perizie svolte nell’arco di tre anni soltanto dopo che quattro consiglieri comunali di opposizione  avevano  dovuto chiedere l’intervento del Prefetto, perché, in proposito, venisse convocato il Consiglio comunale.
“L’assessore invita a non fare allarmismi”, scrive il Codacons dopo lo svolgimento della seduta consiliare, “però non ha ancora nemmeno fornito i seguenti documenti che il Codacons ha già formalmente chiesto, ossia Certificato di agibilità, Certificato antincendio, Certificato di idoneità statica e antisismica, Certificato o attestazione di collaudo dei lavori recentemente eseguiti di adeguamento emergenza Covid-19 per ogni edificio scolastico di proprietà del Comune di Benevento”
Al termine del lockdown, che ha caratterizzato la prima fase della pandemia, in cui si sono contati 17 decessi, dei quali 8 a Villa Margherita, e poco più di 200 contagiati nella nostra provincia, di cui 29  nel capoluogo, Mastella ha quasi evocato a sé il merito relativo al conseguimento nel Sannio del Covid-free.
Ora che ci stiamo avvicinando più rapidamente a quei numeri, anche se, meno male, vi sono stati soltanto due decessi, ma con l’aggravante che i contagi a Benevento sono più che raddoppiati rispetto alla prima fase, Mastella ha chiesto il soccorso dell’Esercito, riscontrando la disponibilità del Prefetto e del comitato per l’ordine e la sicurezza, nel richiederne l’intervento al Viminale. Ora, se la richiesta del Prefetto Cappetta sarà accolta, il governo si vedrà costretto ad accogliere anche le richiesta di altre province che si trovano in eguale o peggiore criticità rispetto al Sannio, senza avere disponibilità di uomini e mezzi per tutte le esigenze.

Matteo Salvini

La presenza dei militari, che impone, pena le sanzioni, il rispetto delle regole anti-Covid, non fa cadere nell’impopolarità gli amministratori pubblici nel fare ciò che Mastella vuole delegare all’Esercito. Dopo la fine del lockdown, quando tutti, i ragazzi soprattutto, pensando che la pandemia fosse alle nostre spalle, hanno abbassato la guardia, nel senso che non hanno più indossato la mascherina e non hanno più mantenuto il distanziamento sociale, nei luoghi di ritrovo, nei bar, nei ristoranti, nelle pizzerie e all’aperto, non abbiamo visto l’intervento delle forze dell’ordine, che tuttavia stazionavano davanti alla Prefettura, nell’imporre, soprattutto durante la movida, il rispetto delle predette norme ancora in vigore.
Il sindaco Mastella ha chiesto, per iscritto, al comandante dei vigili urbani di notificare la sanzione a Matteo Salvini perché quando il capo della Lega è venuto a Benevento per incontrare, nella recente campagna elettorale, i suoi sostenitori davanti al Cineteatro San Marco, non indossava la mascherina.
Questo intervento del sindaco avrebbe avuto una sua validità se, parimenti, egli avesse invitato i vigili urbani non tanto a sanzionare, ma soprattutto a redarguire, con minaccia di sanzione, specie durante le sere della movida, tutti i cittadini che non indossavano la mascherina e che non osservavano il distanziamento sociale,  nel passeggiare e nello stare seduti, gomito a gomito,  davanti ai Caffè, i cui gestori, prima di lamentarsi rispetto alle restrizioni imposte dalla Regione Campania, dovrebbero dire cosa hanno fatto per predisporre misure anticovid e per prevenire il lassismo dei loro avventori. 
Ma eravamo nei mesi che precedevano le elezioni del 20 e 21 settembre. Mastella avrebbe rischiato impopolarità, se avesse chiesto ai vigili urbani di intervenire con severità verso i trasgressori  delle norme anticovid. Allora, quella contro Salvini, un politico tutt’altro che nelle grazie di chi scrive, è stata solo una ritorsione verso un nemico, da parte di Mastella. Ora, bontà sua, il sindaco ha invitato i vigili urbani ad essere presenti davanti alle scuole “sia all’inizio che a chiusura delle lezioni, onde evitare capannelli che possono ingenerare preoccupanti diffusioni virali”. Ma questo avveniva già prima del Covid, per vigilare sui ragazzi nell’attraversare la strada, dopo aver imposto l’alt alle macchine per consentire l’attraversamento in sicurezza.  
Giuseppe Di Gioia

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