È importante prevenire le malattie reumatiche. Lo ha detto la dott.ssa Ferrucci
Nella ricorrenza, il 17 settembre, della giornata mondiale della sicurezza del paziente, che l’azienda ospedaliera “S.Pio” di Benevento ha dedicato alla cura del paziente reumatico, si è tenuta, nell’aula convegni della struttura di via Pace Vecchia, una conferenza stampa, che ha rimarcato quella tenuta lo scorso 23 luglio, quando fu fatto il punto sui traguardi conseguiti nella cura delle malattie reumatiche in un reparto che si è posto all’avanguardia nell’azienda medesima, sotto la guida della Dott.ssa Maria Grazia Ferrucci, la direttrice f.f. che non ha fatto rimpiangere il primario di cui ha preso il posto, una guida, la sua, rivelatasi di prim’ordine nel rapporto che lei riesce ad instaurare con il paziente.
Non a caso, il Direttore generale della “S.Pio”, Dott.Mario Ferrante, ha citato il caso di un paziente, rivelatosi poi suo compagno di scuola, che, venuto da Pescara per sottoporsi a cure antireumatiche, tesse ancora le lodi della dott.ssa Ferrucci.
Ma Ferrante non ha mancato, giustamente, di decantare l’efficienza ed il livello conseguiti dalla sua azienda, dove il paziente non è un numero ma una persona di cui va rispettata la dignità. Una efficienza e un livello che, appena un anno fa, aggiungiamo noi, venivano messe in discussione da politici i quali, impegnati a fare la lotta a persone di cui sono divenuti alleati, parlavano di depotenziamento del “Rummo” di Benevento, in seguito alla pretesa riduzione di posti-letto e “fuga” di medici, nonché di smantellamento del “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori”, i due nosocomi che fanno parte dell’azienda “S.Pio”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, almeno da quanto abbiamo appreso dal Direttore Ferrante, con il vantaggio che l’ospedale di Sant’Agata dei Goti, intitolato al santo che fu vescovo del centro saticulano, ha avuto l’istituzione del Pronto Soccorso, anche se vi fa ricorso mediamente un paziente al giorno, e un incremento di posti-letto.
Parlando del livello raggiunto dal reparto di Reumatologia, Ferrante, nell’annunciare l’intervento della dott.ssa Ferrucci, non ha esitato a dire, lui che nel fare riconoscimenti non è abituato a usare mezzi termini, che questa donna, alla guida di quel reparto, è stata per lui una scoperta, frutto del percorso creato dal predecessore, Dott. Stisi, un percorso che consente di dire che l’allievo ha superato il maestro. “La dott.ssa Ferrucci è molto disponile”, ha precisato Ferrante, “soprattutto verso i pazienti fragili, che hanno bisogno della parolina detta al momento giusto”.
“La sicurezza e la qualità delle cure”, ha esordito la dott.ssa Ferrucci, “sono due aspetti imprescindibili per chi eroga prestazioni sanitarie”. Poi, sottolineato che anche in questa branca la prevenzione è fondamentale, ha precisato che le malattie reumatiche sono circa 150, anche se la statistica, risalente al 2010, è un po’ vecchiotta. Secondo quanto emerge dall’indagine Istat del 2010, sono il 17% i pazienti affetti di artrite reumatoide, mentre del 7% sono quelli colpiti da osteoporosi. Circa 5 milioni di italiani sono affetti da malattie reumatiche, stante la stessa indagine, risalente ad un periodo in cui c’era quasi una non conoscenza della malattia reumatica.
“Ora, grazie all’associazione pazienti, c’è una sensibilità diversa verso la malattia reumatica”, ha ricordato Ferrucci, “e verso le malattie più comuni, come l’artrosi, l’osteoporosi, la fibromialgia. Però, noi trattiamo anche malattie più importanti, come quelle autoimmuni, che sono malattie sistemiche che non solo colpiscono le articolazioni, ma anche gli organi interni. Ed essendo malattie che colpiscono prevalentemente i giovani, debbono essere diagnosticate precocemente, per evitare poi i costi diretti o indiretti correlati a tali patologie. I giovani sono poi colpiti in un momento particolare della loro vita, quando sono attivi nell’ambiente di lavoro. Possiamo, quindi, immaginare quanto costi un malato reumatico affetto da patologia autoimmune, che si allontana dall’ambiente di lavoro per un po’ di tempo”.
Precisato che per combattere queste malattie sono efficaci i farmaci biotecnologici, la dott.ssa Ferrucci ha aggiunto: La malattia reumatoide può colpire i polmoni, può colpire gli occhi”, sicché “ non è solo la deformità in sé che ci preoccupa. Come garantire, quindi, la sicurezza nella cura del paziente reumatologico? Sicuramente potenziando gli strumenti per la diagnosi precoce, aumentando l’informazione e il livello assistenziale, partendo dal medico di medicina generale, sensibilizzando la popolazione e i pazienti, garantendo l’accesso alle cure, investendo sulla riduzione delle disparità territoriali. La reumatologia deve essere presente in ogni ospedale, poiché il paziente reumatico deve avere la possibilità, senza fare tanti chilometri, senza fare i viaggi della speranza, di trovare un reumatologo e un punto di riferimento a pochi passi da casa”.
“Quali sono,quindi, i punti fondamentali da stressare?”, si è domandata la dott.ssa Ferrucci. “La corretta informazione, che deve pervenire dai reumatologi, dalle associazioni di pazienti ad ogni livello. Noi abbiamo fatto degli incontri di sensibilizzazione della popolazione , qui a Benevento, su alcune malattie reumatiche, incontri che non possiamo più effettuare in questo periodo”
In tali incontri, sono stati diffusi opuscoletti a cura di associazioni di malati. “Oggi, per dare una migliore informazione, inaugureremo, nel padiglione “Rummo”, dove ha sede il nostro reparto di Reumatologia, un info point per i pazienti reumatologici, fortemente voluto dall’architetto Maria Vellotti, presidente dell’Associazione Malati reumatici della Provincia di Benevento”, intervenuta in questa conferenza stampa, come in quella del 23 luglio, per testimoniare il suo forte impegno per la cura della malattia reumatica.
Questo è: “Un segnale di positività, di ottimismo per i pazienti reumatici, sicuramente importante per garantire la sicurezza della cura del paziente reumatologico, per conoscere la centralità del paziente nel processo diagnostico-terapeutico. Il paziente”, a suo dire, “è al centro ma fa parte del processo”, per cui “bisogna poi valorizzare la medicina personalizzata”. Infatti, “Ippocrate diceva: è molto più importante sapere quale persona ha la malattia rispetto a quale malattia ha la persona. Eppure, il nostro sistema sanitario nazionale è orientato di più verso approcci di taglia unica, che tratta la malattia e non la persona. Non a caso, l’Unione Europea, nel 2020, aveva previsto un programma di finanziamento per la ricerca sulla medicina personalizzata”.
Concludendo, la dott.ssa Ferrucci ha affermato: “La sicurezza delle cure è essenziale per garantire la qualità. E’ questo può avvenire solo attraverso la conoscenza, l’informazione, la centralità del paziente e la personalizzazione della terapia”.
E’ intervenuto poi il dott. Pietro Catera, presidente dell’Associazione Campana Malati reumatici, per sottolineare, anche lui, come la Vellotti, quanto sia importate la funzione di queste associazioni nello stare vicino ai pazienti, anche nel prevenire le malattie reumatiche.
Infine, la dott.ssa Silvia Tonolo, presidente dell’Associazione Nazionale Malati reumatici, una paziente anche lei, ha insistito sulla necessità della informazione, al fine si possa prevenire la malattia, in considerazione del fatto che in passato i malati reumatici sono stati completamente abbandonati.
Giuseppe Di Gioia