La dott.ssa Ceniccola scrive a Berlusconi: il decreto Conte ammazza il buon vino italiano

La dottoressa Fiorenza Ceniccola, amministratrice della Casa di Bacco, scrive a Silvio Berlusconi, presidente del suo partito, per sensibilizzarlo nella battaglia alla tutela della categoria dei vinificatori, messa a rischio dai decreti governativi.

Egregio Presidente Berlusconi,
la modifica al disciplinare per l’imbottigliamento del vino Doc e Docg introdotta con il decreto Semplificazioni entrato in vigore il  16 luglio u. s. e, in particolare, con l’art.38, comma 7-bis, provoca un grave danno d’immagine ed economico per la vitivinicoltura italiana.
In poche parole, Falanghina, Aglianico, Taurasi, Barolo, Chianti il Prosecco e con loro altri 340 vini Doc e altri 70 vini a Denominazione di origine controllata e garantita vengono letteralmente cancellati con grande gioia per gli  operatori del settore interessati senza scrupoli.
E tutto questo accade con il tacito assenso-consenso dei dirigenti  locali e nazionali  del governo giallo-rosso che restano in religioso silenzio per non disturbare il manovratore e non far “incazzare” i nostri zappatori-vignaioli a poche settimane  dal voto regionale.
Le tasche dei zappatori-vignaioli sono sempre più vuote e  il governo guidato dal prof. Conte invece di aiutarli promuovendo, per esempio, la cosiddetta “agricoltura contrattualizzata” decide di ammazzare il buon vino italiano col pretesto del virus cinese.
Gli interessi veri e autentici della nostra comunità sono sacrificati, ancora una volta, sull’altare della convenienza affaristica. E’ necessario, a mio avviso, promuovere un’immediata iniziativa parlamentare per chiedere la sospensione del decreto Semplificazione e, in particolare, la cancellazione del succitato comma 7-bis dell’art. 38 che prevede : “In caso di dichiarazione di calamità naturali ovvero di adozione di misure sanitarie o fitosanitarie, o altre di forza maggiore, riconosciute dall’Autorità competente, che impediscano temporaneamente agli operatori di rispettare il disciplinare di produzione, è consentito di imbottigliare un vino soggetto all’obbligo di cui all’articolo 35, comma 2, lettera c), al di fuori della pertinente zona geografica delimitata”.
Tradotto in soldoni, significa che si possono imbottigliare i vini Doc e Docg in qualsiasi località del nostro Bel Paese. Per farla breve, ci troviamo dinanzi ad un autentico colpo di spugna sui nostri vini pregiati con la scusa del Covid-19.
Spero di poterLa incontrare presto e, in attesa, Le porgo i più cordiali saluti.
Dott.sa Fiorenza Ceniccola
Coordinatrice Forza Italia Giovani – Benevento
Amministratrice  “ La Casa di Bacco” – Guardia Sanframondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.