La Politica e la Pastorale nella tempesta della Pandemia

Il 2020 sarà segnato nella storia dall’irruzione nello spazio planetario di un ospite invisibile e inquietante: il corona virus – il covid-19. Un “puntino biologico”, un filamento di un milionesimo di millimetro, che ha scatenato da gennaio una pandemia pericolosa e diffusa e generato paure, angoscia, preoccupazioni, malattie e morte. La prova della pandemia è esplosa, già da novembre, in Cina senza una immediata e responsabile comunicazione internazionale che avrebbe consentito, con un allarme immediato, di contenere la diffusione virale. L’Organizzazione Sanitaria Mondiale non è riuscita a programmare, a coordinare e a mettere in campo un’articolata, efficace ed efficiente iniziativa di servizio medico-ospedaliero, con sicure misure organizzative e terapeutiche.
Nell’emergenza sono emerse, con le inevitabili paure per il contagio, dopo ritardi e incertezze, forti esperienze di solidarietà, di impegno e di coraggio.
La “Cultura della vita e della salute”, con l’affermazione del diritto e del dovere di proteggere e di curare, ha manifestato nel Sistema sanitario, con il protagonismo generoso di medici e infermieri, una straordinaria energia professionale e morale di responsabilità, di servizio e di donazione. 
Nessun cedimento, salvo qualche oscuro segnale, all’ideologia della morte e al delirio di onnipotenza che sono stati affermati, dagli anni ’70, nella legislazione e nella prassi soprattutto contro la vita nascente.
Da gennaio a maggio 2020, a causa del Covid-19, i morti sono stati 383.645; a causa di altre malattie infettive 5.498.690; per HIV/AIDS 712181; per suicidio 454.299; per incidenti stradali 571.882; per malattie e denutrizione 3.220.178 bambini 0-5 anni; per aborto 18.014.459.
Che pensare, che dire, che fare? Sono sufficienti questi pochi dati per comprendere il precipizio verso cui rovina questa nostra magnifica, orgogliosa civiltà del piacere, del denaro, del successo che disprezza “l’eterno dono della vita”. Mentre per ora si allenta la morsa virale, la politica e i poteri di governo, le forze produttive e sindacali sono concentrate su la crisi sociale, finanziaria ed economica che si presenta gravissima e, quindi, rischiosa per la tenuta, la ripresa e l’equilibrio della nostra realtà civile.  Gli Stati più deboli sono drammaticamente caduti in una sofferenza acuta, diffusa e allarmante. Certamente non sarà recuperata la condizione produttiva e commerciale del 2019 in questa economia globalizzata e fragilissima, abbandonata all’ideologia neoliberista e al dominio imperialistico delle concentrazioni finanziarie e alla competizione delle grandi potenze. E’ divenuta ormai devastane la crisi di questa nostra Civiltà decadente: l’Occidente ha rifiutato e condannato la sostanza vitale del suo patrimonio spirituale e religioso che ha costituito per secoli il primato di evoluzione e di sviluppo nel mondo.
Ora è necessario un deciso cambio epocale. E’ urgente rintracciare “l’Identità Divina” dell’uomo e l’antico, rinnovato e rivitalizzato paradigma etico-politico, socio-economico, spirituale-culturale-educativo. Ma l’autocoscienza sfinita, smarrita e sconsacrata delle Nazioni non sa rinunciare alla trionfale ideologia della supremazia della Tecnica, alla micidiale “cultura della morte”, alla forsennata logica della competizione finanziaria e materialistica, che hanno tragicamente sostituito il primato del “Bene comune”, radicato sulla dignità trascendente della persona, sulla ricerca della “Verità tutta intera”, sulla regola inviolabile della Libertà e sulla testimonianza forte e coerente dell’Amore per Dio e per il prossimo.
Si intravedono ormai gravi processi di recessione economica e pericolose spinte totalitarie; cresce la confusione politica e culturale; si diffonde una devastante corruzione morale. 
Le norme imposte dalle Autorità di governo hanno violato libertà fondamentali e soprattutto la libertà della Chiesa. 
Con semplici atti amministrativi sono state sospese cerimonie religiose: battesimi, cresime, matrimoni, esequie; è stata impedita la partecipazione popolare alla Santa Messa, che è il cuore essenziale della Vita della Comunità ecclesiale; interdetta la visita dei Sacerdoti ai morenti; precluso l’esercizio del ministero sacerdotale di “predicazione, di celebrazione e di santificazione”. Ed è grave che la Chiesa non abbia rivendicato la propria indipendenza e sovranità persino nella gestione delle celebrazioni liturgiche. 
Ora che nella drammaticità della crisi virale ed economica avremmo più bisogno ed urgenza del soccorso divino della Grazia, diventa più insensata ed assurda la rimozione di Cristo e della Vergine dal cuore, dalla vita, dalla vicenda ecclesiale e civile, dalle istituzioni pubbliche e dalla storia stessa dei popoli e delle nazioni. 
E’ necessario, per attraversare questi tempi difficili e dolorosi, consacrarsi a Maria Santissima e pregare il Rosario.
Bisogna sperare nel risveglio dei Vescovi perché accolgano, soprattutto nei momenti di emergenza drammatica, la supremazia di Gesù Medico e Medicina e perché si aprano finalmente allo Spirito profetico che annuncia il Trionfo di Maria e il Ritorno di Gesù! 
Davide Nava

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