Mastella detta legge

La donna che sfida il sindaco
Nella vicenda sannita del Covid19 e di ciò che la pandemia ha determinato in termini di restrizioni della libertà personale dei cittadini, irrompe una donna, con video postati a ripetizione su whatsapp, suscitando l’attenzione anche di Ottopagine, dietro la quale ci sarebbe, vox populi, l’avv. Gerardo Giorgione, l’assessore all’Urbanistica in quota Forza Italia, costretto da Mastella, il 17 agosto 2016, a dimettersi, a meno di due mesi dalla sua nomina, per aver postato, sulla sua pagina facebook, una foto razzista, con insulti rivolti all’allora premier Matteo Renzi, ritenuto responsabile di aver favorito una immigrazione incontrollata di africani nel nostro Paese, una foto che Giorgione attribuì, cosa possibile, alla iniziativa del figlio, così come Mastella, nel mese di dicembre di quell’anno, per respingere gli inviti ad emulare Giorgione, attribuì, cosa meno possibile, alla sua segretaria, la pubblicazione, sulla sua pagina facebook, di una vignetta poco garbata, per usare un eufemismo, il cui oggetto era un noto politico locale, avversario del sindaco.Nel primo video, postato il 25 marzo, questa donna dice di aver raccolto cinquemila firme per chiedere a Mastella il ritorno alla normalità, con apertura dei negozi e con l’avvio delle attività produttive, poiché la gente è finita in miseria, una condizione in cui lei, almeno, non può essere configurata, in quanto, in ogni video, indossa sempre una GIVOVA di colore diverso, la tuta sponsor di Amici e di Grande Fratello, indossata anche dai protagonisti di Grande Fratello.In quel video, la donna annuncia la carica dei cinquemila nell’assalto al supermercato Carrefour, per approvvigionarsi di viveri. Ovviamente la carica non c’è stata, né si poteva pensare che ci sarebbe stata.Ma questa donna la mattina del primo aprile, presente l’avv. Gerardo Giorgione, riceve la visita della polizia postale, che le sequestra il telefonino, il computer, contestandole, con apposito verbale, ipotesi di reato, relative a minaccia e diffamazione nei confronti di Mastella e a istigazione a commettere danneggiamento, furto e rapina. Nel secondo video, postato lo stesso primo aprile, questa donna dice che anche lei denuncerà Mastella per aver istigato, sulla sua pagina facebook, i cittadini che conducono in locazione l’alloggio in cui abitano a non pagare i fitti, un post, quello del sindaco, che il primo cittadino avrebbe subito sostituito, con un invito ai locatori ad essere comprensivi verso le difficoltà economiche dei locatari, ma che lei avrebbe  salvato per avere un elemento di prova.

I contagi da Covid19, manifestatisi a Villa Margherita ci hanno fatto perdere la maglia bianca
Mastella, il 24 marzo, probabilmente riferendosi ad altri casi, poiché il primo video postato da quella donna risale al giorno precedente, aveva annunciato di aver dato incarico al suo avvocato di “denunciare alla polizia postale e alla Procura ignoti e soliti noti che propagano false notizie, generando procurato allarme”. Questo annuncio è compreso in una dichiarazione del sindaco che inizia così:  “Quanto scritto dal segretario della Fp-Cgil di Benevento, se risponde al vero, smentisce le solite strumentalizzazioni, le solite dicerie, il solito sciacallaggio”.Invero, nel provare a fare chiarezza rispetto ad un audio diffuso via whatsapp, in cui veniva annunciato un sospetto caso di Covid19, manifestatosi il 23 marzo a Villa Margherita, il centro di riabilitazione di cui l’audio aveva ipotizzato la chiusura,   il sindacalista, Pompeo Taddeo, aveva chiarito, con un post su facebook: “Villa Margherita non ha chiuso, ma ieri pomeriggio (il 23 marzo, appunto – ndr) è stato prelevato un paziente ricoverato a Villa Margherita per riabilitazione ortopedica proveniente da Villa Ester di Avellino, il 10 marzo. Il paziente è stato trasferito presso l’Azienda S.Pio dai sanitari del 118, ieri sera, per insufficienza respiratoria”.Pompeo Taddeo, un po’ intempestivo, ahinoi, nel rendere quella dichiarazione, non aveva previsto lo tsunami che avrebbe travolto Villa Margherita, costringendo al ricovero al S.Pio, perché contagiato da Covid19, anche il direttore sanitario di quella struttura, Giulio Di Gioia, che aveva minacciato di querela l’autore dell’audio, colpevole di aver ipotizzato soltanto la chiusura del centro di riabilitazione, dove ora non si entra e non si esce. L’ignoto, il cui audio è errato per difetto, non poteva certo prevedere che in Villa  Margherita si sarebbero poi contate 76 persone contagiate, tra pazienti e personale sanitario, alla data del 9 aprile. Ma i contagiati di Villa Margherita sfiorirebbero il numero di 80, in quanto sarebbero stati riscontrati il 9 aprile due casi a Morcone, mentre Ettore De Blasio, sindaco di Ceppaloni, “patria” di Mastella, avrebbe annunciato, il 10 aprile, il sesto contagiato nel suo comune, che annovererebbe, almeno tra i contagiati (6, purtroppo, in una comunità di 3.400 abitanti), diverse unità tra i dipendenti di Villa Margherita, che ne conta 120, compreso il personale sanitario e parasanitario. Dei circa 80 contagiati di Villa Margherita, 51 sarebbero sanniti.
Non si capisce se i deceduti sono compresi in quei circa 80 contagiati o se vanno aggiunti ad essi. Ma, a leggere il resoconto che fa Luella De Ciampis sul Mattino del 10 aprile (“Villa Margherita ha superato, nelle ultime ore, di 4 unità [non si sa se sono compresi i due di Morcone – ndr] la quota di 72 dei giorni scorsi”), si deve ritenere che vadano aggiunti. Infatti, i deceduti sono 6 rispetto ai 5 elencati dalla De Ciampis sul Mattino del 7 aprile (“un 82enne di Avellino, un 80enne di Benevento, un 79enne della provincia sannita, una 80enne di Montesarchio e un 81enne di S.Magno sul Calore” [quest’ultimo sarebbe il contagiante, proveniente dal Villa Ester -ndr]”), in  quanto non viene annoverata la donna di Frasso Telesino, né si può ritenere che questa donna sia riconducibile  all’indefinito 79enne sannita, poiché la giornalista del Mattino, con “un”, fa riferimento ad una persona di sesso maschile. La donna anziana di Frasso, infatti, dimessa, pare, il 13-14 marzo da Villa Margherita, dove si era ricoverata per sottoporre a terapia riabilitativa la sua infermità, è poi deceduta, perché risultata positiva al Covid19.
In totale, alla data dell’11 aprile, compresi quelli di Villa Margherita, i deceduti sono 14 (10 della provincia di Benevento, capoluogo compreso, e 4 di altre province). Ma i 51 contagi contati in Villa Margherita, non ancora manifestatasi quando Mastella, molto incautamente, ha ricondotto a sciacallaggio, a dicerie quell’audio, essendovi già stato un sospetto caso da Covid19, ci hanno fatto perdere la maglia bianca, tanto sbandierata dal sindaco, anche se i contagi, sempre in crescita, hanno raggiunto, in provincia, complessivamente, quota 142, di cui 31 a Benevento,  in quanto il focolaio, generato dall’azienda avicola di Paolisi,   continua ad infiammare il centro caudino, dove i contagiati sono 19. Ma si conta un contagiato in più a Sant’Agata dei Goti, dove i colpiti da Covid19 diventano tre, e uno a Fragneto Monforte. 

L’attacco di Altrabenevento
Pertanto,  rispetto all’aumento dei contagi, Mastella ostenta un facile ottimismo nel dire “non si può mollare proprio ora che siamo all’ultimo miglio”, in una dichiarazione postata il 7 aprile sulla sua pagina facebook. In questo post, lui dice di aver “incaricato la polizia locale di sanzionare coloro che, mattina e pomeriggio, vanno a fare la spesa, anche modesta, venendo meno alla norma per la quale, solo un componente della famiglia può effettuare la spesa, una volta alla settimana”. Nella dichiarazione, poi, aggiunge di aver chiesto “analogamente alle altre forze di polizia di procedere in questa direzione”.La dichiarazione viene contestata  da Altrabenevento, in un comunicato del 9 aprile, secondo cui “nessuna norma obbliga i cittadini di fare la spesa una volta a settimana o consente ai Vigili Urbani di fare indagini in tal senso”. L’associazione contro il malaffare ha, infatti, segnalato il post di Mastella al Prefetto, perché “nonostante i nostri sforzi per capire a quali ‘norme’ faccia riferimento il testo del sindaco, non abbiamo trovato alcun atto che imponga di fare la spesa ‘una volta a settimana’, neppure in questo periodo”.A tale proposito, Altrabenevento ricorda i DPCM  dell’8 e del 9 marzo, in cui non si fa riferimento alle limitazioni poste da Mastella, in quanto “la spesa alimentare assolve a una necessità della vita quotidiana dell’interessato”. Ma “anche i chiarimenti del Governo aggiornati all’8 aprile, chiariscono che “fare la spesa” è una necessità primaria e non impongono distanze o limiti di tempo per farla”.
Altrabenevento cita anche le ordinanze regionali, per affermare che le limitazioni imposte dal sindaco non trovano alcun riscontro. Vale solo il principio: si esce il meno possibile. Solo le autorità cinesi imposero ai cittadini di Wuhan di uscire una volta a settimana per fare la spesa, ma noi non siamo la Cina. Il sindaco non può derogare dalle norme stabilite dal governo e dalla Regione. Lo ha ricordato anche l’assessore al Commercio, Oberdan Picucci, nel rispondere, l’11 aprile, ad alcuni titolari di pizzerie, che avevano chiesto di poter effettuare consegne a domicilio. Una precisazione, questa, che fa la differenza rispetto ai comunicati diffusi dai tre nuovi assessori, per attestare la loro visibilità in un momento in cui è ferma l’attività consiliare, assessori, questi, che Mastella ha arruolato nella sua amministrazione, dopo aver ritirato le dimissioni, per allargarsi elettoralmente alla società civile. Infatti, a guidare l’Urbanistica è Raffaele Romano, un generale della Guardia di Finanza in pensione; ad occuparsi del sostegno alle imprese è Maria Carmela Mignone, titolare di un avviato studio legale; mentre Carmen Coppola, preposta alla guida del Personale, è docente del Liceo Scientifico e dirigente della Fidapa (Federazione Italiana Donne, Arti, Professioni e Affari), ma, soprattutto, è moglie di Gianfranco Ucci, vice sindaco nell’amministrazione di centro destra guidata da D’Alessandro, che dispone di una consistente dote di voti.I Vigili Urbani, intanto, avrebbero cominciato subito a porre in essere le indicazioni del sindaco. Quella donna, infatti, in un altro audio avrebbe denunciato il fatto che un padre di famiglia, fermato dai Vigili, sarebbe stato sanzionato, perché il solo acquisto del latte rientrerebbe in una spesa modesta. Ma, poiché i vigili avrebbero visionato la busta contenente il latte, l’accusatrice del sindaco avrebbe invocato il rispetto dell’articolo 13 della Costituzione, “La libertà personale è inviolabile”, che gli agenti della Polizia Municipale avrebbero violato.

La riflessione di Umberto Del Basso De Caro in margine dell’emergenza in cui viviamo

Umberto Del Basso De Caro

Ma i DPCM e le ordinanze regionali avrebbero anche violato gli articoli 16, 17, 18 e 19 scolpiti nella Carta Costituzionale, fa rilevare Umberto Del Basso De Caro, allorché, in una sua riflessione, apprezza “l’enorme sacrificio chiesto agli italiani che hanno accettato in modo encomiabile le pesanti restrizioni ai diritti costituzionali”.Il deputato dem aggiunge: “Quando tutto questo sembrerà ritornato ‘normale’, ci accorgeremo che , in realtà, siamo entrati in una fase diversa nella quale tutto verrà posto in discussione e ciascuno sarà dinanzi all’alternativa di rinnovarsi o discomparire. Vale, innanzitutto per la politica e per la sua incomprensibile ‘liturgia della parola’. Vale per quella che, a torto o a ragione, continua a definirsi, sovente in modo autoreferenziale, ‘classe dirigente’ di questo Paese. Vale anche e soprattutto  per la nostra Comunità Nazionale chiamata ad una grande prova di maturità: ricostruire un’identità ed un senso di appartenenza, rianimare la voglia di partecipazione che fu il connotato degli anni della ricostruzione e del primo miracolo economico, in una parola rinnovare quel ‘sentimento civico’ che misura l’altezza (o il decadimento) di una società. Quando la ‘fase due’ avrà inizio, il Parlamento (e non solo il Governo) dovrà mostrarsi all’altezza  della sfida che il tempo nuovo propone guardando con occhi ‘copernicani’ e proponendo soluzioni diverse da quelle tradizionali”.
“Da una condizione straordinaria”, riflette sempre Del Basso De Caro, “non si esce con risposte ordinarie, convenzionali o ancor peggio conservatrici. Fuori dai luoghi della decisione ci sono milioni di persone che chiedono più diritti, più uguaglianza, più libertà, più certezze. E se a queste persone chiediamo di non correre più dietro ai falsi profeti, agli imbonitori, ai demagoghi, è bene che la politica per prima sia chiamata a dare l’esempio proponendo un modello di società che ponga al centro la persona e la sua dignità, il lavoro e la sicurezza sociale, le pari opportunità ed un grande progetto di riscatto per le aree più deboli della nostra Italia”.

Una ordinanza che ha determinato un inutile consumo di metano
Rispetto a tutte le sanzioni irrogate ai cittadini, ci sarà, quando si ritornerà alla normalità, un gran daffare per gli avvocati, soprattutto per quelle comminate in esito al post di Mastella, che, essendo tale, non ha il valore di una ordinanza, ammesso che l’emissione di una ordinanza di tale natura rientri nei poteri di un sindaco.Egli, che è molto aduso alla emissione di ordinanze, se avesse potuto produrne una nei sensi indicati in quel post, non si sarebbe risparmiato, considerato che ne emette pure qualcuna di troppo.Infatti, il 31 marzo, “alla luce delle avverse condizioni meteorologiche e del conseguente calo delle temperature, il sindaco Clemente Mastella ha emanato oggi un’ordinanza che autorizza la prosecuzione dell’attivazione degli impianti di termici su tutto il territorio comunale sino al 15 di aprile”.Egli, evidentemente, consigliato dalla spruzzata di neve che ci sarebbe stata nella notte tra il 31 di marzo e il primo di aprile, ha pensato, lui ma non il meteo, che la situazione di freddo invernale si sarebbe protratta per 15 giorni. Niente di più sbagliato. Bastava vedere, anche sul meteo dello smartphone, che le temperature, successivamente al primo di aprile, e per quattro giorni di seguito, si sarebbero attestate sui 17-18 gradi, per poi superare, e di non poco, come abbiamo potuto rilevare, i 20 gradi. Rispetto a come si sono presentate le giornate, sempre assolate finora, il sindaco non se la può prendere neanche con la Protezione Civile regionale, come faceva quando, disposta la chiusura degli istituti scolastici, le giornate, ipotizzate con codice giallo, non si rivelavano invece proibitive per andare a scuola, in quanto l’iniziative di autorizzare la prosecuzione dell’accensione degli impianti di riscaldamento è tutta sua.Ora, chi ha un impianto autonomo di riscaldamento ha lasciato cadere l’autorizzazione del sindaco; chi invece abita in un condominio dotato di impianto centralizzato, si sarà venuto a trovare di fronte ad un amministratore che, senza magari consultare i condomini sulla opportunità di continuare a tenere acceso o meno il riscaldamento, ha preso alla lettera l’autorizzazione, con un aggravio di costo sui condomini, in un momento in cui l’emergenza Covid19 ha fatto finire repentinamente in povertà, lo ha detto lo stesso Mastella, molti cittadini.Ma l’ordinanza non è stata revocata, perché Mastella non ammette di sbagliare. Bisognerebbe segnalare il caso all’Autorità per l’Energia, poiché è stato prodotto un maggior consumo di combustibile, che l’Italia importa dall’estero. Eppure, Mastella imputava l’inquinamento atmosferico anche alle caldaie, della quali aveva chiesto il controllo.
Giuseppe Di Gioia

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