Accade in città: il Comune di Benevento fa cassa con le multe

Via Achille Vianelli è l’unica strada del centro cittadino di Benevento che non ha la sosta riservata ai residenti. Eppure, oltre alla presenze del centro di bellezza “Your space”, nell’ex palazzo dell’Inail vi abitano 18 famiglie, le quali, rispetto al vantaggio di abitare in centro, hanno, assai di frequente, il disagio  di non poter parcheggiare le proprie autovetture su tale strada, dove i pochi spazi di sosta sono spesso occupati  da chi, per vari motivi, si reca in zona, senza parlare di quel che succede durante le sere della movida. E considerato che nel palazzo non vi è alcun invalido, abbisognevole di parcheggio riservato, non si capisce per quale motivo sia stato istituito un parcheggio, quasi sempre libero, per portatori di handicap.
Io, che faccio parte di quelle 18 famiglie, ho di sovente chiesto, alle amministrazioni di centro sinistra, di istituire la sosta per i residenti in via Vianelli, senza riscontrare, ahime!, la disponibilità dei miei interlocutori, rispetto a tale richiesta.
Ho evitato di sottoporre il problema a Mastella, poiché il sindaco di Benevento è quasi sempre il bersaglio delle mie note giornalistiche. Tuttavia, da tre anni e mezzo che ha la guida della città, il problema non se l’è posto neanche lui, che, come  sindaco, dovrebbe essere attento anche rispetto a questo tipo di esigenze dei cittadini.
Direi che, da quarant’anni che abito su quella strada, ho sempre parcheggiato, in emergenza, nello spazio  di cui alla foto, quando non ne ho trovato un altro consentito alla sosta, senza che sia stato sanzionato.  Il parcheggio su quello spazio, anche se vietato alla sosta, non arreca intralcio alla circolazione stradale, disciplinata a senso unico, e, meno che mai, ai pedoni, impossibilitati a calpestare il lato che fiancheggia il teatro Massimo, a causa della presenza di scale in corrispondenza delle uscite di sicurezza. 

E’ capitato però che la sera del 7 dicembre, alle ore 20, abbia trovato, arrotolato ad un tergicristallo, una striscia di carta, uguale ad uno scontrino dei supermercati. Pur pensando che fosse una pubblicità, non l’ho strappata. Quando però ne ho letto il contenuto, mi sono reso conto che quella striscia era la nuova versione dell’avviso di una sanzione. Quella irrogata a me, dai vigili urbani di Benevento, recava questa motivazione: “ ha violato art. 158/1-5 del C.d.S.: – Lasciava il veicolo in sosta  sul marciapiede”. 
A parte il fatto che i pedoni marciano con due piedi, e che quel marciapiedi, come dicevo, non viene mai calpestato dai bipedi, va ricordato che, su quello spazio in occasione di spettacoli teatrali, i vigili del fuoco parcheggiavano spesso una loro Fiat Punto; che pure spesso qualche emittente televisiva locale parcheggiava il proprio furgone-regia, assai più voluminoso di una autovettura, in occasione di riprese di spettacoli messi in scena da teatranti cittadini. Una volta, sempre in occasione di spettacoli, non di teatranti locali, ho visto parcheggiato anche un piccolo camper.
Rispetto a questi rilievi, mi si potrebbe obiettare che il parcheggio di tali automezzi in quello spazio sia stato autorizzato. Ma come si fa ad autorizzare il parcheggio in uno spazio in cui, oltre alla sosta, è vietata anche la fermata, anche se l’occupazione di quello spazio da parte di piccoli automezzi non arreca, come dicevo, alcun intralcio? Ai mezzi di emergenza, con quelli dei VV.FF. è consentito utilizzare le corsie preferenziali, è consentito superare, condizioni di traffico permettendo, il limite di velocità, ma non certo di sostare dove è vietato anche fermarsi, se non quando stanno domando qualche incendio o stanno rimuovendo qualche danno o qualche altro pericolo.
Ma di questo non ci dobbiamo meravigliare. A Benevento vengono istituiti divieti di sosta, non raramente, senza cognizione di causa, da quanto mi è stato dato di constatare.  Cito qualche esempio. In via Calandra, all’altezza del campetto di calcio, vi era un divieto di sosta con rimozione. Bene. Attualmente, vi sono stalli di sosta a pagamento. Vi era un divieto di sosta, pure con rimozione, a fianco all’isola pedonale di piazza Risorgimento. Poi, vi è stata istituita la sosta riservata agli uffici giudiziari aventi sede presso l’immobile dell’Inail. E quando questi uffici si sono trasferiti altrove, è stata istituita la “sosta per i residenti in zona ml”.
Ora, se su di una strada si istituisce un divieto di sosta con rimozione, significa che su quell’arteria il parcheggio costituisce un pericolo o un intralcio, non soltanto per la circolazione veicolare. Ma, rispetto alle anomalie denunciate, bisogna fare una amara considerazione: o i divieti sono stati istituiti in un modo avventato, oppure la sosta in quei luoghi costituisce ancora un intralcio.
A Benevento,  in questo anno che volge al termine, da gennaio  a giugno sono state contestate, stante la informazione di quotidiani locali, quindicimila contravvenzioni al C.d.S., lo stesso numero contestato nel corso di tutto l’anno precedente.

Un’altra auto, pare un suv, trovata in sosta la sera dell’8 dicembre, alle 20,40, nel posto “incriminato” di via Vianelli, non appartenente, pare, ad un residente. Questa è la dimostrazione che neanche i non residenti, avventori di Pub e di ritrovi vari, trovano posti di sosta in via Vianelli, già occupati da altri, non residenti anch’essi. Data questa situazione, quale possibilità hanno i residenti di poter parcheggiare la propria autovettura, sotto la propria abitazione, soprattutto in questa serate in cui il sindaco, senza smentire la sua versatilità festaiola, ha creato, nel centro della città, motivi di attrazione per i beneventani? 

L’impennata sanzionatoria potrebbe essere riconducibile alla necessità del Comune di Benevento di fare cassa, date le sue poco rassicuranti condizioni finanziarie. Non a caso Fulvio Martusciello, l’europarlamentare forzista, nel bacchettare a più riprese il sindaco di Benevento, anch’egli forzista almeno finora, ha chiesto spiegazioni su come viene utilizzato l’incasso relativo alle violazioni al C.d.S,  anche se i due esponenti di F.I. hanno poi trovato un modo come limare le loro spigolosità. A dimostrazione di come si sia affermata, presso i VV.UU. la cultura sanzionatoria, e quindi di fare cassa, posso dire che mi è stato respinto dalla Prefettura un ricorso ben motivato, rispetto ad una sanzione. Evidentemente, il ricorso, presentato per il tramite della polizia municipale, è stato accompagnato con un giudizio negativo (sì, perché i VV.UU. non si limitano a trasmettere i ricorsi sic et simpliciter), cosa che la vigilessa cui era stato consegnato il ricorso avrebbe potuto dirmi, per evitare a me di pagare la misura doppia della sanzione.
Nell’arco dei cinque giorni, pagherò la sanzione relativa alla contestazione del 7 dicembre. Ma farò attenzione a conservare la ricevuta, per evitare che mi si potrà dire di non aver pagato, dal momento che la polizia municipale di Benevento è sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica, in seguito a ricorsi presentati da cittadini che, dopo aver pagato la sanzione irrogata, sono stati ingiunti a pagare la stessa sanzione. Pare che, in più casi, il pagamento di una sanzione sia stato utilizzato per sanare un’altra sanzione non pagata da chi di dovere. 
Giuseppe Di Gioia

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