Il pegno di Benevento. Forza Italia, Italia viva e il costo delle velleità

Ci vogliono anni, per correggere vecchie e non più “sostenibili” abitudini, per avviare percorsi virtuosi, per mettere in piedi buone pratiche.
Ci vuole un attimo, uno solo, per passare un colpo di spugna su tutto quanto faticosamente costruito.
Erano anni che la Cooperativa San Cristiano operava con i cosiddetti “parcheggiatori storici” di Benevento.
Un attimo solo è bastato al primo cittadino di Benevento per affidare, in via diretta, i parcheggi più remunerativi del capoluogo alla ditta Trotta.
Cancellando, di fatto, quel percorso virtuoso che vedeva protagonisti alcuni soggetti particolarmente svantaggiati della città.
E, quasi ad aggiungere lo scherno alla beffa, l’ente Comune ha pubblicato, tre giorni dopo, una manifestazione d’interesse per tre parcheggi del capoluogo che, a parere della cooperativa, sono i peggiori del capoluogo.
Prevedendo – e qui si va fors’anche oltre lo scherno – un agio fisso e non variabile sui potenziali incassi.
Con il palazzo che dalla cooperativa pretende, nei giorni peggiori, la stessa percentuale che prevede per i giorni migliori.
Al netto della allergia del primo cittadino per qualunque tavolo di concertazione e al netto di quella che pareva essere la convinzione della cooperativa – ovvero che Mastella fosse «apparentemente attento alle sorti della Cooperativa» – la ragione della assoluta indifferenza del navigato politico per i destini di quelle persone che, difficilmente ricollocabili, vedranno da un giorno all’altro sparire la loro unica fonte di reddito potrebbe essere piuttosto semplice nella sua banalità.
Distrazione. 
L’aver voluto a tutti i costi avere un sindaco con una così lunga e importante carriera politica quale quella del ceppalonese sta costando caro ai beneventani in termini di efficienza da parte dei temporanei inquilini di palazzo Mosti.
Rese pubbliche sin da subito quelle ambizioni che solo in campagna elettorale l’aspirante sindaco aveva detto di non avere più, Mastella non ha mai smesso di impiegare larga parte del proprio tempo per cercare il modo migliore di ritornare a calcare scene politiche più importanti di quella cittadina. 
E, messo a segno l’ottimo colpo che ha portato la moglie al senato tra le fila di Forza Italia, era scontato si concertasse sulle proprie, personali ambizioni.
Il centrodestra ha un pregiudizio nei suoi confronti e neppure risponde alle sue richieste di primarie per la guida della Regione Campania?
Nessun problema.
Mastella, infatti, ha sempre lavorato «per un’area moderata che sia protagonista e non ancillare».
E, del resto, che Il suo 2% lo abbia sempre gestito piuttosto bene è inconfutabile.
Chi meglio di lui in Italia potrebbe allora figurare in un partito, Italia Viva, accreditato di percentuali irrisorie e nato con l’evidente scopo di fare, come era uso e costume nella prima repubblica, da ago della bilancia della politica parlamentare? 
Quello che il navigato politico, con enorme dolo dei suoi concittadini adottivi, riesce a gestire molto meno bene – come è ormai talmente palese che non passa giorno che non ci siano lamentele in tal senso – è la città che si pregia di amministrare.
Eppure, c’è già da scommetterci vista la particolare “densità” del personaggio e la comprovata sua abilità a replicare le specifiche proprietà dell’olio a contatto con l’acqua, i beneventani – strano esempio di popolo che, nonostante ogni evidenza, continua a nutrirsi di aria fritta e vane speranze (nello specifico quelle di ricevere chissà quale tornaconto anche da chi ha ampiamente dimostrato di pensare sempre, solo al proprio) – gli daranno anche stavolta una mano.
Massimo Iazzetti

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