Ci scrive il dott. Gianluca Martone: a Benevento è scomparsa la Messa Tridentina
Gianluca Martone, noto per le sue battaglie antiabortiste e tradizionaliste, ci chiede la pubblicazione di una sua “lettera aperta”, lamentando l’impossibilità dei fedeli beneventani ad assistere alla messa in latino, secondo il rito tridentino. Pur non avendo assolutamente titoli per entrare nel merito delle considerazioni esposte dal dott. Martone, pubblichiamo di seguito volentieri integralmente la sua lettera:
“Caro Direttore, innanzitutto la ringrazio dello spazio che mi concede sul suo giornale. Le vorrei sottoporre una situazione che mi sta particolarmente a cuore. Io sono un fedele cattolico che da due anni, pur tra mille difficoltà, frequento la Messa di San Pio V o Messa Tridentina. Purtroppo, da circa un mese e mezzo, la messa cattolica di sempre è praticamente scomparsa da Benevento, nonostante il decreto di Mons. Accrocca che aveva affidato il coetus fidelium ad un sacerdote diocesano, il quale sta purtroppo avendo molti problemi di salute, mentre un altro sacerdote, il quale la celebra tutti i giorni, la può celebrare da solo senza fedeli.
Dinanzi a questa situazione di inaudita gravità, in quanto si va a toccare il diritto sacro dei fedeli di assistere alla Santa Messa Tridentina, mai abrogata come ha affermato Papa Benedetto XVI nel Motu Proprio Summorum Pontificum, caro Direttore, mi pongo tre domande:
1) Perché nella chiesa attuale è permesso tutto, ma non la celebrazione della Santa Messa Tridentina, nonostante un Motu Proprio che sancisce cio’ in modo chiaro e inequivocabile negli art. 2 e 4: ”Art. 2. Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, può usare o il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970, e ciò in qualsiasi giorno, eccettuato il Triduo Sacro. Per tale celebrazione secondo l’uno o l’altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario. Art. 4. Alle celebrazioni della Santa Messa di cui sopra all’art. 2, possono essere ammessi – osservate le norme del diritto – anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volontà”?
2) Per quale motivo in un’altra Diocesi molto importante come quella di Napoli, governata dal Cardinale Sepe, vengono addirittura permesse diverse messe domenicali e anche feriali, mentre a Benevento questo non è possibile, dato che ci sta una norma, ma in sostanza nei fatti è disattesa, in quanto, come recita l’art. 20 dell’istruzione al Motu Proprio, non vi è un sacerdote idoneo alla celebrazione della Santa Messa Tridentina. Ecco il disposto: ”Il sacerdos idoneus (cf. Motu Proprio Summorum Pontificum, art. 5 § 4)20. In merito alla questione di quali siano i requisiti necessari, affinché un sacerdote sia ritenuto “idoneo” a celebrare nella forma extraordinaria, si enuncia quanto segue: a) Ogni sacerdote che non sia impedito a norma del Diritto Canonico è da ritenersi idoneo alla celebrazione della Santa Messa nella forma extraordinaria [7]. b) Per quanto riguarda l’uso della lingua latina, è necessaria una sua conoscenza basilare, che permetta di pronunciare le parole in modo corretto e di capirne il significato. c) Per quanto riguarda la conoscenza dello svolgimento del Rito, si presumono idonei i sacerdoti che si presentano spontaneamente a celebrare nella forma extraordinaria, e l’hanno usato precedentemente.
3) Infine, per quale motivo a tutti i fedeli, compreso il sottoscritto, è vietato il sacrosanto diritto divino di assistere alla messa, con le conseguenti grazie che ne derivano per ciascuno di noi, in quanto desiderosi di vivere una spiritualità mai abrogata, in comunione con IL SANTO PADRE E LA CHIESA CATTOLICA UNIVERSALE, dato che sono pochissimi i preti che la celebrano? Padre Martin de Cochem scrisse tra il il ‘600 e il ‘700 queste significative parole: “Una sola Messa ascoltata bene in vita sarà più vantaggiosa per la tua anima più di tante Messe offerte per te dopo la tua morte”. E poi Santa Veronica Giuliani affermò: ”Chi partecipa alla Santa Messa devotamente, acquista forza per resistere ad ogni tentazione del demonio, del mondo e della carne”.
Mi auguro che questa lettera possa avere la giusta attenzione e, soprattutto, far capire che, pur volendo vivere la spiritualità tridentina, si resta sempre in comunione con il Papa, con la Santa Chiesa e a servizio per la Gloria di Dio e per le anime.
In cordibus Jesu et Maria.
Cordiali saluti Gianluca Martone, giornalista 8/9/2019- Nativita’ di Maria”
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