Quella volta che Caracalla si fermò a Benevento

Cari amici, leggendo gli annali della mia famiglia mi è capitato di imbattermi spesso in personaggi famosi della Storia; vi ho già narrato, infatti, di come alcuni miei antenati ebbero la fortuna di conoscere uomini del calibro di Diomede, Ponzio Telesino, Manfredi di Svevia e San Barbato.
Questa volta in un antico papiro vergato da un mio avo del III secolo d.C. ho trovato la testimonianza di un altro storico incontro avvenuto nella nostra città.
Era una assolata mattina di fine estate ed il avo aveva deciso di concedersi una spensierata passeggiata nei dintorni di Benevento.
Ben presto la sua attenzione fu attratta dalla presenza di numerosi soldati che erano di scorta ad un personaggio che indossava uno stupendo mantello di foggia gallica. Spinto dalla curiosità, nonno cinghiale si avvicinò ai soldati e da loro seppe che quell’uomo era nientedimeno che Marco Aurelio Antonino, cioè l’imperatore Caracalla, giunto in città per visitare il nostro teatro. E, poiché gli era giunta voce che qualche precedente e spregiudicato Cesare aveva concesso dignità senatoriale anche a degli equini, pensò bene di farsi avanti e di proporre la sua candidatura come delegato del popolo dei cinghiali.
Caracalla si mostrò molto divertito della proposta e accomiatò il mio antenato con la promessa che si sarebbe interessato al caso.
Purtroppo, nonno cinghiale attese invano; a tale carica furono molti gli animali che si alternarono nei secoli, ma per ragioni di Stato non c’è mai stato posto per un rappresentante della nostra razza.

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