Nell’incontro con la stampa, Umberto Del Basso De Caro espone lo stato dell’arte sulle infrastrutture e le sue idee per lo sviluppo del Sannio

“Sullo stato delle infrastrutture del nostro territorio, ho letto molte cose sensate, alcune un po’ meno, poiché il compito che mi sono assunto in questa legislatura come parlamentare di opposizione, è quello di cercare di seguire sempre le cose che ho fatto quando ero al governo. E poiché le somme stanziate per la provincia di Benevento ammontano a 3 miliardi e 600 milioni, credo che sia mio dover e vostro interesse quello di seguirne l’attuazione. Allora, desidero darvi qualche informazione, un po’ meno vaga e generica,  ma un po’ più precisa, perché affidata agli atti, che sono quelli che si incaricano sempre di dire la verità. La prima questione è quella della ferrovia Benevento-Napoli, via Cancello”.
“Ora, da molto tempo, io ho iniziato la battaglia per il passaggio della ferrovia a Rete Ferroviaria Italiana, cioè allo Stato, perché la gestione, affidata alla Regione, evidentemente, non ha soddisfatto sempre. Noi abbiamo avuto qualche treno nuovo, qualche altro treno è andato in locazione all’Emilia Romagna, come è noto. Il problema che rimane è quello della rete, perché i treni camminano sulla rete. Noi possiamo mettere qualunque treno, anche più bello del mondo, ma se la rete non è adeguata, i tempi di percorrenza continueranno ad essere biblici. Ciò che è insopportabile per i cittadini è impiegare un ora e venti minuti per raggiunge il capoluogo di regione. Tenete conto che per raggiungere la capitale d’Italia impieghiamo un ora e quarantasei minuti”. 
“Quindi, sembra paradossale impiegare un ora e venti per raggiungere Napoli e un ora e quarantasei per raggiungere Roma. I collegamenti tra Benevento e la capitale d’Italia, un tempo era di  6 treni (3 coppie di treni), oggi sono 10 (5 coppie). Si sono aggiunti due treni, uno che parte alle 5,55 e arriva a Roma alle 7,42, un altro che parte alle 8,13 e arriva a Roma alle 9,58. Sono treni che vengono generalmente apprezzati dai cittadini di Benevento. Io che li prendo ogni martedì mattina, vedo che c’è una grande massa di persona che li utilizza. C’è stato, anche qui, un allarme, in occasione del cambiamento dell’orario dei treni. Ma i treni non sono stati soppressi come qualche persona aveva temuto o immaginato. E’ stato modificato soltanto di qualche minuto l’orario dell’ultimo treno che, invece di partire da Roma alle 18,55, ora parte alle 19,03. E di qualche minuto cambiato anche l’orario di partenza da Roma del treno delle 14,55, che ora parte alle 15,08. Ovviamente, tenete conto che siamo in piena ora legale”.
Del Basso De Caro ha posto in evidenza che la maggiore utenza di questi treni veloci è quella di Benevento e di una parte dell’Irpinia che si dirige presso la nostra stazione, mentre i cittadini di Caserta preferiscono prendere il treno ultraveloce ad Afragola o a Napoli in direzione di Roma, prima di aggiornare la situazione sull’Alta Capacità ferroviaria NA-BA. 
“I quattro lotti campani”, afferma Del Basso De Caro, “sono stati aggiudicati: Napoli-Cancello, Cancello-Frasso, Frasso-S.Lorenzo Maggiore, Apice-Grottaminarda. Quindi sono state aggiudicate anche la terza e la quarta tratta: Frasso-S.Lorenzo Maggiore, che è il primo stralcio del terzo lotto, e Apice-Grottaminarda,che è la tratta più impegnativa, anche sul piano economico.  Il secondo stralcio del quarto lotto ricade già in territorio Dauno-foggiano. Questi quattro lotti sono stati già aggiudicati, dopo numerosi problemi, che voi ricorderete, creati da qualcuno (La senatrice pentastellata Sabrina Ricciardi – ndr) che aveva posto in discussione il tracciato. A tale proposito, ci siamo permessi di ricordare che i progetti esecutivi non si cambiano, come qualsiasi amministratore o tecnico saprà. I progetti esecutivi possono non essere più realizzati, ma non possono essere modificati. Un progetto si cambia quando è generale o è preliminare, ma non quando è esecutivo”.
“Il primo e il secondo lotto già sono partiti. Ricordate che le quattro tratte impiegano un investimento di circa 3 miliardi, ma la ricaduta economica maggiore riguarda le tratte sannitiche, perché già la seconda tratta, da località Cantinella, riguarda il territorio sannita. La terza è interamente sannitica, mentre la quarta, Apice-Grottaminarda, è in parte sannitica. Sono queste le tratte più importanti sul piano dell’investimento dello Stato. Io mi auguro che, per  prossimi 5 anni, perché il contratto è a  60 mesi, saranno impiegati operai e tecnici nostri concittadini, imprese fornitrici di ferro e calcestruzzo o di cemento del territorio. E poiché il calcestruzzo non si può fare se non entro un limite di 60 chilometri, è chiaro che i cantieri non possono non essere nostri. Mi pare che questo sia una ottima notizia”.
“Mercoledì 12 giugno faremo un convegno a Napoli  sul passaggio della ferrovia “Benevento-Napoli, via Cancello” alla Rfi. Il convegno è promosso dalla Cgil. Rfi ha dato prova di efficienza nel nostro Paese. Se c’è qualcosa che ha cambiato le nostre abitudini di vita è esattamente il treno veloce. Io posso assicurarvi che  in sette anni che vado a Roma, ho utilizzato la macchina, sì e no, due o tre volte. Io ho viaggiato sempre con il treno.  E vi assicuro che anche coloro che da Roma vanno a Milano, utilizzano il treno, che copre l’intera tratta in 2 ore e 54 minuti. Nessuno ha più convenienza a prendere l’aereo, perché, da Roma bisogna raggiungere Fiumicino un’ora prima della partenza  per sbrigare le operazioni di accettazione. Poi c’è il volo e, arrivati a Linate, bisogna raggiungere Milano. Il treno veloce, invece, dà la possibilità di partire dal centro di Roma (stazione Termini) e di arrivare nel centro di Milano in 2 ore e 54 minuti. Ormai, quella è una tratta ferroviaria che ha distrutto, sul piano della concorrenza, il trasporto aereo”.
“Veniamo, ora, alla seconda parte dell’incontro con voi, quella riguardante le tratte stradali, sulle quali si è detto molto, non sempre a proposito. Allora, la Fortorina è aggiudicata, come sapete, relativamente alla tratta contenuta nel decreto Sblocca Italia del 2014. Il contratto sarà firmato il 18 di giugno, cioè domani (per indicare un tempo molto ravvicinato- ndr).  L’opera poi proseguirà da Baselice. Perché dico da Baselice? Perché la parte più delicata dell’opera, la parte più costosa, è la galleria, che costa 48 milioni di euro, e che sbuca dietro la montagna, credo che sia di S.Giovanni Margobbio, e si ritrova a Foiano in Valfortore. E’ la parte anche più ardita sul piano ingegneristico, perché è una galleria di diversi chilometri. Poi, l’ultima tratta è quello di Foiano-Setteluci. Per queste tratte, vi sono 225 milioni: 175 erano nella Sblocca Italia e 50 furono messi il 28 febbraio 2018. Vi prego di segnare bene questa data, perché siamo a 4 giorni dal voto. Per quello che valeva, io lasciai Benevento, forse la potevo lasciare anche un mese prima tenuto conto del risultato, e mi portai a Roma, per partecipare alla riunione del Cipe, che serviva a dare  50 milioni in più alla Fortorina e 133 in più alla Telesina”.
A questo punto, Del Basso De Caro esibisce una legenda dell’Anas, aggiornata al 30 aprile 2019, contenente i tracciati di strade e ferrovie in una cartina, per dimostrare, tra le opere da realizzare in Campania, quali sono quelle che riguardano la provincia di Benevento.
Quindi, prosegue così: “La legenda divide gli interventi attivi dagli interventi in fase di attivazione, e dagli interventi inseriti nel contratto di programma, che passa per le commissioni parlamentari, ed è stato approvato, agli interventi programmati. Vi leggo ciò che ci interessa. Tra gli interventi in fase di attivazione è compreso il lavoro di completamento della Statale, svincolo S.Marco dei Cavoti-San Bartolomeo, primo lotto (è la  212). L’Anas, il 30 aprile, parla di intervento in fase di attuazione, perché il contratto, come vi ho detto, sarà firmato il 18 di giugno. Poi, vi sono gli interventi inseriti nel contratto di programma 2016-2020.  Appaltabilità 2020:  Benevento-Caianello. Il lotto è il primo, finanziato con l’importo di 400 milioni. Parte dal km 60,900 per raggiungere il km 37.  Il 60,900 si trova a Benevento, il 37 si trova a San Salvatore Telesino (la progressione chilometrica parte da Caianello, ecco perché da Benevento i chilometri si contano a ritroso . ndr). Quindi i lavori partono da Benevento e si fermano a San Salvatore, mentre una vecchia scuola di pensiero voleva farli partire da Caianello. I caselli non sono pedaggiati, e vi ringrazio se lo direte, il che costituisce un vantaggio non secondario per la mobilità dei cittadini, e soprattutto dei lavoratori, interessati a percorrere quella strada”,
“Sempre sugli interventi inseriti nel contratto di programma che riguardano Benevento, c’è, per il 2021, il secondo lotto della San Marco-San Bartolomeo, dal momento che del primo lotto, in fase di attivazione, sarà sottoscritto il contratto il 18 giugno. Poi, ci sono gli interventi programmati. Gli interventi programmati che ci riguardano sono due per il 2021. Uno riguarda la Telesina, relativamente alla parte che da San Salvatore va a Caianello, perché, se facciano nel 2020  la parte che da Benevento va a San Salvatore, dovrà pure iniziarsi quella parte che da San Salvatore porta a Caianello. Guardate, qui, sulla cartina, le opere interessanti la Campania, sono quindici”. 
“Di queste, otto, riguardano la provincia di Benevento. Allora, nel 2021 abbiamo il completamento di San Marco dei Cavoti-San Bartolomeo. Quindi, vi ho detto del primo lotto, del quale sarà sottoscritto il contratto il 18 di giugno, mentre il completamento del secondo lotto è previsto nel 2021. Nel 2022, abbiamo due opere che ci riguardano. Una è la Benevento-Telese Caianello partenza San Salvatore  verso Caianello (vi ripeto, vi faccio la copia cosi ve la leggete con calma perché è importante per tutti noi, io me la sono fatta rilasciare da Anas perché ho detto che mi piace leggere le cose che non ho scritto io), l’altra riguarda il collegamento autostradale Benevento-Caserta. Questo è posposto nella programmazione , nel senso che doveva partire nel 2020 invece parte nel 2022. E’ un asse che vale 150 milioni di euro e che serve a velocizzare il collegamento BN-CE. Ora, l’asse stradale  ( che erroneamente è chiamato autostradale –ndr) è soltanto un asse di collegamento stradale: è una linea C, a scorrimento veloce, non quattro corsie”.
“Naturalmente, questo è un lotto di  17 km, che in realtà parte dalla rotonda di Paolisi , dove si collega anche alla Piano Ardine,  che viene da Altavilla Irpina, e va, con una pedemontana,  a superare l‘abitato di Arpaia, sbucando in Val Sessuola alle spalle  di Santa Maria a Vico. Serve a decongestionare il traffico, particolarmente complicato, come noi sappiamo bene, nell’attraversamento di Arpaia e Santa Maria a Vico, dove  vi sono molti semafori. Questi  17 km sono costituiti da un asse di collegamento pedemontane, che sale su San Felice a Cancello e scende giù in Val Sessuola, diciamo nel tenimento di Maddaloni, sul piano formale. Ora, in merito alla vicenda della Telesina era mio dovere fare chiarezza, posto che di questa strada si dice: “che fine ha fatto?”, “che fine non ha fatto?”. Ebbene, ha fatto la fine che vi ho detto.  L’appaltabilità  è 2020. Vi prego di osservare che siamo  a giugno 2019. Perché l’appaltabilità c’è fra 6 mesi e non c’è domani mattina? Perché abbiamo dovuto superare qualche ostacolo che  vi leggo: uno è quello della Corte dei Conti, che sollevava un rilievo riferito alla necessità di tenere  una nuova conferenza di servizi che si è tenuta  nel mese di febbraio (con un bel po’ di ritardo –ndr) registrandola all’unanimità dei sindaci del territorio che sono moltissimi, in quanto la BN-Telese-Caianello , ovviamente, ha moltissimi comuni tagliati dall’opera”.
“Quindi, dovevano partecipare insieme a molti enti sovraordinati,  dalle Province di BN e di Caserta, alla Regione Campania , alla Autorità di bacino”. Una interruzione: ma non era stata già invitata?  “No, sono stati invitati, perché c’era stato un adeguamento derivante dagli eventi alluvionali e, quindi, dalle necessità di nuove indagini geologiche e geognostiche. Voi ricorderete molto bene che l’evento alluvionale dell’ottobre 2015  riguardò in particolare Ponte, Paupisi, Torrecuso, Solopaca, tutti comuni tagliati a metà dalla Telesina. Quindi, avevano richiesto all’Anas di fare queste verifiche. E questo è il primo rilievo al quale è stato dato riscontro, ma era della Corte dei Conti, organo di controllo. Infine, l’iter dovrà fare quindi il quinto passaggio  al Cipe. Lo farà, in questo mese. Perché? Mi scrive l’Anas, in seguito a mia richiesta gentilmente riscontrata, che c’è una prescrizione ulteriore del Ministero dei Beni e Attività Culturali, che è di questo tipo: il Ministero ha approvato il tracciato della Telesina, con provvedimento dell’otto settembre 2017, ma, successivamente, il 5 febbraio 2019, un anno e mezzo dopo si è ricordato di fare una ulteriore precisazione che è la seguente: la prescrizione riguarda le modalità esecutive dei saggi e delle attività di sorveglianza archeologica. Leggo testualmente: la richiesta della Sovraintendenza all’archeologia comporta un incremento di circa il 100% degli scavi, nel senso che i metri cubi da 6 passano a 12,176, e di circa il 15% degli oneri di sicurezza”.
“Su questo, l’Anas dice: noi proponiamo di non accogliere le ulteriori precisione e prescrizioni. Cioè,  dice Anas:  scusate, voi ci avete dato l’autorizzazione ed espresso il parere favorevole in data 8 settembre 2017,  mentre, con questa ulteriore prescrizione, che riguarda gli stessi siti, (e non altri saggi, come da puntualizzazione di Del Basso De Caro)   ci dite di ampliare gli scavi. Ora, ciò costa molto di più.  Ma soprattutto dopo un anno e mezzo non ci si può chiedere di fare movimenti terra  della natura che vi ho letto. Quindi, su questo l’Anas è ferma a non accogliere la ulteriore richiesta della Sovrintendenza. Poi, vi è una prescrizione del Ministero dell’ambiente, che invece è accolta. Il Ministero dell’Ambiente dice: poiché vi è stato il richiamo della Corte dei Conti sull’incidenza percentuale delle opere di mitigazione e di compensazione, bisogna dare riscontro al richiamo.  Bene. Anas risponde, ma è una risposta per legge: le compensazioni ambientali avranno il valore del 2% . Il 2% di 800 milioni non è poco, sono 16 milioni che andranno ai comuni attraversati  dall’opera in  fatto di mitigazione e di compensazione ambientale. Anche questa nota dell’Anas del 7 maggio 2019  è a vostra disposizione”.
“Io, questo volevo semplicemente dirvi, perché con tutto il  rispetto che ho per tutti, naturalmente per coloro che fanno i legislatori come me, che giustamente sentono forte l’esigenza di informare la pubblica opinione. Essendo, questa, una materia molto scivolosa, nella quale molto spesso i “si dice” tengono luogo ai fatti, io, per carattere, non sono mai per “i si dice”, sono sempre per le carte,  soprattutto perché sono ufficiali. La nota Anas, del 7 maggio 2019,  non è mia, è dell’Anas. Molti domandano: ma quando partono i lavori? Scusatemi, se la sovraintendenza archeologia ordina uno scavo doppio, rispetto all’autorizzato, un anno e mezzo dopo, ci sarà un problema. Vi faccio un altro esempio della Sovraintendenza. Non so quanti di voi sanno  che c’è un finanziamento della nuova stazione ferroviaria di Benevento, nel piano di realizzazione dell’Alta Capacità Ferroviaria. Ne avete notizie? E’ di 50 milioni di euro. Il finanziamento prevede la demolizione della attuale stazione ferroviaria e la sua ricostruzione, con un progetto bellissimo, per quello che ne capisco io naturalmente, ma di impatto visivo bellissimo. La sovraintendenza ha negato l’autorizzazione, stabilendo che, poiché  il fabbricato della stazione, che non mi pare di particolare pregio, è storico, in quanto viene considerato storico tutto ciò che ha più di 75 anni, non può essere demolito”. 
“Naturalmente penso che tra di voi  si debba pure stabilire quale sia  la linea di demarcazione  tra il vecchio e l’antico , lo storico, il tipo di pregio, perché, se no, una  qualunque catapecchia che abbia  100 anni ma che cade a pezzi, è storica e non si può toccare. Mi è stato detto di informare della questione il sindaco della città di Benevento, perché è il Comune a dover fare una battaglia in Sovraintendenza. Lui mi ha detto che ne era già informato e che assolutamente si sarebbe impegnato.  Insomma, quale sarebbe il risultato finale, senza la demolizione? Andremmo ad una riqualificazione. Significa spendere 5 milioni anziché 50, tanto per essere chiari, il che significa 45  milioni in meno. Per mantenere questo fabbricato. Il finanziamento è dello Stato. Le Ferrovie prevedono la demolizione della struttura, con un progetto veramente molto bello, molto avveniristico. Badate che la Sovraintendenza non entra nel merito del progetto, non dice: il progetto non ci piace, o ci pace, né  propone di abolire un piano o di mettere una finestra in pietra. Dice: dovete stare fermi  e basta perché quella struttura, quell’immobile  ha valore storico. Vi dico che i dirigenti di Ferrovie dello Stato sono rimasti un po’ sconcertati. Ripeto, io ho una cultura che mi consente di dire che le cose antiche vanno tutelate. Però dobbiamo distinguere l’antico dal vecchio”. 
“Allora, mentre c’è un investimento di 50 milioni, che fa la Ferrovia dello Stato su Benevento, dovremmo accontentarci di un minus, cioè di una riqualificazione di 5 milioni. Io non sono fautore della decrescita felice, io sono per le opere, sono per i finanziamenti, sono per lo sviluppo, anche perché queste sono tutte opere che migliorano anche l’aspetto urbano, ma soprattutto portano   lavoro, e noi abbiamo maledettamente bisogno di la-vo-ro in questa città e in questa provincia. Allora, poiché le grandi infrastrutture strategiche, o anche non strategiche ma importanti come una nuova stazione ferroviaria a Benevento, io penso che noi dobbiamo batterci perché questi finanziamenti non si disperdano. Perché dovremmo accontentarci di 5 milioni, anziché poter spenderne 50? Parlo per  le imprese che lo realizzeranno , parlo per le maestranze che vi lavoreranno, per i tecnici, per i cantieri, parlo per tutto ciò che si muove intorno all’edilizia. Ma, se il dibattito di questi giorni, in Parlamento, ha riguardato lo sblocca-cantieri, significa che bisogna velocizzare  con questo Decreto la esecuzione delle opere, insieme ai processi autorizzativi e amministrativi, saltando qualche passaggio burocratico. Insomma, il Decreto dovrebbe far fare in 5 quello che normalmente si fa in 10 anni. Noi abbiamo la necessità di spendere le risorse che abbiamo, abbiamo questa esigenza, e l’Italia non andrà avanti, se non riusciremo a spendere queste risorse, molte di esse sono risorse europee”.
“Ma vi siete chiesti perché molte risorse europee non vengono spese? Per questa ragione! E guardate che l’Italia dà all’Europa molto di più di quanto non riceva dall’Europa come è noto. Il differenziale è di due o tre miliardi. Noi diamo una cifra superiore di quella che ci retrocedono, ma non riusciamo a spendere neanche la cifra che ci retrocedono, il che è delittuoso, francamente, è come avere i soldi in tasca e avere la tasca cucita con il fil di ferro. Allora, su questo dobbiamo organizzare un movimento di  opinione pubblica, dobbiamo riuscire a poter dire agli operatori di informazione, agli operatori economici: badate, qui non sono in discussione il partito, le elezioni; il problema è quello di far prendere coscienza sul valore strategico che hanno sullo sviluppo le opere pubbliche”. 
“Io penso che la gente apprezzi il fare, non il dichiarare . Insomma, il comportamento che ho sempre avuto è stato sempre quello di privilegiare il fare, ciò che unisce i cittadini, perché è quello che serve in questa fase.  Quindi nella nostra provincia, noi abbiamo la necessità di rompere l’isolamento  al quale siamo condannati, abbiamo la necessità di connettere Benevento al resto di Italia, a Roma. Insomma, voi capite che quando ci sarà il Freccia Rossa, definitivamente nel 2026, quando avremo il “Mille”, che passa per Benevento, noi impiegheremo un’ora e venti minuti per raggiungere Roma, insomma poco più di una passeggiata, veramente il tempo di leggere il giornale e  arrivare a Roma. Da Roma, poi c’è tutto, c’è la intermodalità,  che vi porta a prendere gli ulteriori treni per Firenze, Bologna, Milano, Torino o gli aerei da Fiumicino. Insomma, c’è la possibilità di connettersi con il resto d’Italia, e lo stesso deve valere, a maggior ragione, per la regione Campania. Noi non possiamo impiegare un’ora e venti, come dicevo, con il treno per arrivare a Napoli, anche se, con la macchina non si impiega meno, tenuto altresì conto del costo che comporta l’uso del mezzo  su gomma, in ordine a pedaggio autostradale, a consumo di carburante e a parcheggio dell’autovettura”. 
“Allora, noi dobbiamo batterci per realizzare questi obiettivi. Io questo volevo rappresentarvi e documentarvi. Di questo, vi sono molto grato, e spero di aver offerto un  contributo di verità, perché, ripeto, non è un mio contributo, sono gli atti che si sono incaricati di dire come stanno le cose. Grazie a tutti e buon fine settimana”.
Giuseppe Di Gioia

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