Lo stupido è insidiosissimo. Le ambiguità di Mastella tra cromo e tetracloroetilene

Di tempo ne è passato un bel po’, da quando Renato Giordano proponeva, in qualità di spin doctor del candidato sindaco Clemente Mastella, una «degustazione di idee», «davanti ad un bicchiere di falanghina spumantizzata». È storia nota che in campagna elettorale qualunque candidato debba essere, o quantomeno apparire, disponibile, aperto al dialogo, pronto al confronto.
La propensione dell’attuale primo cittadino a confrontarsi «tra salumi e formaggi nostrani» anche con i contestatori – purché costruttivi – è andata diminuendo in maniera inversamente proporzionale alla (ri)comparsa della sua naturale propensione alla minaccia di querela – o in maniera inversamente proporzionale alla riconquista di posizioni politiche, che è esattamente lo stesso.
Niente più degustazioni, nessuna prelibatezza da assaporare né tantomeno falanghina spumantizzata nei bicchieri. 
Uniti, per il bene di Benevento, non si lavora più.
E quando Altrabenevento – e un numero crescente di cittadini e associazioni – ritorna a fargli presente che nei bicchieri di una larghissima parte della città è rimasta solo acqua contaminata da sostanze cancerogene invece della falanghina spumantizzata, la reazione è scomposta, livorosa, astiosa.
Incongruente con il ruolo istituzionale ricoperto.
E, al limite, anche alquanto sospetta. 
Leggere, nell’allarme lanciato dall’associazione qualcosa di altro e di diverso dalla costruttiva intenzione di far luce su una questione tanto primordiale quale quella della qualità dell’acqua distribuita ad una larga parte della città, è francamente difficile.
Al contrario, aver ragione della imperscrutabilità delle ragioni che spingono Mastella a sottostimare, ad ignorare, se non a voler nascondere la questione e ad usare la minaccia di querela per non doversi confrontare con una segnalazione del servizio Ecologia della Regione Campania, con i risultati delle indagini dell’Arpac, e perfino con quelli del laboratorio Tecnobios – che in un primo momento non aveva rinvenuto tracce rilevanti di tetracloroetilene nei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni – è, al momento, impossibile.
E con Gesesa che, inizialmente riluttante, viene via via dimostrandosi più disponibile l’intera faccenda acquisisce contorni ancor meno chiari. 
La solerzia dimostrata, all’opposto, nell’emettere una ordinanza di chiusura del ciclo produttivo della Leonardo, ex Augusta, a causa della presenza di cromo nei pozzi che alimentano le attività produttive della zona industriale non fa che rendere la reazione all’allarme lanciato da Altrabenevento, se possibile, ancora più difficile da decifrare. 
Non che la denuncia fatta dalla azienda stessa alle autorità competenti in merito alla presenza del pericoloso inquinante nelle acque utilizzate nel proprio ciclo produttivo lasciasse a Mastella altra scelta che attivare immediatamente tutte le procedure previste dalla legislazione in materia.
Ma allora, l’invito a mandare al diavolo «chi dice cose che non rispondono alla realtà» a proposito del tetracloroetilene nell’acqua servita a rione Ferrovia, Libertà e Centro storico senza tenere in nessun conto i dati delle rilevazioni, a quale logica risponde?
Quali sono le ragioni alla base di un atteggiamento che forse nemmeno più il gestore del servizio sente di poter sostenere?
È solo “sonno della ragione” o c’è dell’altro?
Il club di quanti attribuiscono all’associazione Altrabenevento quale maggior pregio e, al contempo, maggior difetto quello di turbare costantemente l’indolente torpore della vita cittadina, di voler a tutti i costi sollevare il pesante tappeto sotto al quale i beneventani sono soliti, incoscientemente, nascondere la polvere di un capoluogo solo apparentemente tranquillo, è piuttosto affollato.
È mai possibile che l’astio nei confronti di chi, in ossequio al proprio statuto, tende naturalmente a “disturbare il manovratore” spinga ad avversare qualunque denuncia, anche quelle che riguardano, come nel caso in argomento, la sospetta negazione di un diritto importante quale quello alla salute?
Nell’obbligo di ragionare in via ipotetica, “per se e per ma”, in attesa di ulteriori, magari inquisitori sviluppi potrebbe essere d’aiuto la saggezza di un noto scrittore italiano, Umberto Eco, convinto che «lo stupido, è insidiosissimo». 
«L’imbecille lo riconosci subito (per non parlare del cretino), mentre lo stupido ragiona quasi come te, salvo uno scarto infinitesimale».
Maaaimo Iazzetti

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