Del Basso De Caro: “Il Sannio deve essere grato a Graziano Delrio”

Sabato mattina, 23 febbraio, nella sede del Pd, l’on. Umberto Del Basso De Caro, ha tenuto una conferenza stampa, per presentare le liste dei candidati sanniti alle prossime primarie del 3 marzo. Due le liste, per la elezione dell’Assemblea nazionale, collegate a Maurizio Martina, candidato a segretario del Partito: “Fianco a Fianco”, con capolista il segretario provinciale del Pd, Carmine Valentino, e “Campania per Martina”, con capolista il consigliere regionale, Erasmo Mortaruolo; due anche quelle per la elezione del comitato regionale, collegate a Umberto Del Basso De Caro, candidato a segretario campano del Partito: “Democratici e Progressisti”, con capolista Giovanni De Lorenzo, segretario cittadino del Partito, e “Territorio e Partecipazione”, con capolista Stefania Paolo, componente il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Solo in Campania, contemporaneamente alle elezione del segretario nazionale del Partito, si vota anche per il segretario regionale, essendo scaduta da più di un anno la carica detenuta da Assunta Tartaglione.
“Io – ha esordito il deputato dem –  ho raccolto il 25% dei consensi in Campania nelle elezioni di circolo. Ora mi accingo ad affrontare le primarie, dove la platea è più ampia, sperando di confermare e, perché no, di migliorare questo ottimo risultato.  Ce la metterò tutta, perché il partito è in una fase nella quale va ricostruito, per cui c’è bisogno che tutti diano una mano. Io do la mia, in rappresentanza delle aree interne (Benevento e Avellino), nelle quali, come capolista del Pd, sono l’unico eletto. Quindi, ho l’onore, ma anche l’onere, di porre una bandierina per rappresentare questa area importante della regione, che oggi rischia l’ulteriore abbandono. E’, infatti, di questi giorni la battaglia per la Grottaminarda-Lioni, che il sottosegretarioagli Interni attuale, il pentastellato Sibilia, ha voluto bloccare. E’ un’opera fondamentale per le aree interne, perché è una direttrice trasversale che collega la A16 (NA-BA) alla Salerno-Reggio Calabria. Parte da Grottaminarda, attraversa tutto l’alta Irpinia, passando Villa Maina, S. dei Lombardi e termina al casello autostradale di Contursi”.
Sapete molto bene che – ha proseguito Del Basso De Caro – si sono tenuti, nei mesi scorsi, ad Ariano Irpino, due affollati consigli comunali aperti, perché veniva messa in discussione la tratta ferroviaria dell’Alta Capacità ferroviaria, Apice-Hirpinia, in territorio di Grottaminarda (per la cui soppressione aveva tentato di dare una mano la senatrice Sabrina Ricciardi – ndr), che per fortuna è stata già aggiudicata, anche attraverso la scelta del contraente. Lo stesso vale per la terza tratta ferroviaria (Frasso Telesino-S-Lorenzo Maggiore), per la cui realizzazione le procedure di gara sono state esaurite. Quindi, l’Alta Capacità NA-BA, nonostante ogni diversa, o cattiva, intenzione, si farà, per il semplice motivo che i primi quattro lotti sono stati già aggiudicati”.
“Questo è un argomento, per me, importantissimo – ha precisato l’ex sottosegretario alle Infrastrutture -, perché rappresenta la prosecuzione di un impegno che io ho assunto e saputo mantenere nel governo del Paese. Queste opere, infatti, unitamente alla Fortorina, i cui lavori sono stati aggiudicati poco prima di Natale, rappresentano anche il suggello del mio più che quadriennale impegno nel governo. Manca all’appello la Telesina, la cui realizzazione è stata ratificata, in ossequio al rilievo sollevato dalla Corte dei Conti, con la ulteriore conferenza dei servizi, con il parere favorevole di tutti i sindaci interessati. Le procedure di pubblicazione della gara dovrebbero, quindi, essere molto ravvicinate nel tempo. Se potessi indicare una data, molto presumibile, non dipende da me, direi che, prima dell’estate, sarà indetta la gara. E’ un’opera da 800 milioni di euro, finanziata per cassa e non per competenza. Anch’essa è trasversale importantissima. E’ l’unica trasversale Tirreno-Adriatico esistente nell’Italia meridionale. Consente, tra il casello di Benevento e quello di Caianello, una riduzione di 45 chilometri, nella  congiunzione della A16 con l’A1. Abbiamo superato molti ostacoli, compreso quello il pedaggio, perché l’opera non sarà pedaggiata. E’ una condizione, questa, che farà aumentare i flussi di traffico, dagli attuali 12 milioni di autoveicoli all’anno, ai 17 previsti dagli esperti in studi trasportistici”. “L’importante arteria – cosa non secondaria per Del Basso De Caro – serve anche a far diventare attrattivi i nostri territori da essa attraversati, insigniti dal riconoscimento di “città europea falanghina 2019”. Un collegamento più agevole con la nostra provincia, attraverso il raddoppio della Telesina, consentirà anche un incremento del turismo”.
Spostando poi il discorso sul ruolo del suo partito, Del Basso De Caro ha detto:  “La ragione del mio impegno  è volta anche a far voltare pagina al Pd in Campania. Io penso che il partito debba vivere di luce propria, nel senso che debba avere una autonoma capacità di elaborazione politica. Dobbiamo avere in testa una idea di regione, specialmente in direzione delle funzioni territoriali che dovrebbero ricoprire le aree interne, per arginare lo spopolamento. Badate che la provincia di Avellino supera di poche unità i 400.000 abitanti, rispetto ai 452.000 di fino a 10 anni fa. La provincia di Benevento è largamente al di sotto dei 300.000 abitanti: siamo a 283.000, avendo perduto oltre 20.000 abitanti negli ultimi 10 anni. Questo saldo negativo non è dovuto al rapporto tra nati e morti, bensì alla fuga di giovani, prevalentemente diplomati e laureati, perché qui le occasioni di lavoro sono molto rare. I concorsi sono banditi infatti dalle Regioni del Nord, e quelli banditi dalla pubblica amministrazione riguardano la copertura di posti pure nelle regioni del Nord, dove vi sono carenze di organico”.
“Questa è la ragione del nostro impegno – ha ribadito Del Basso De Caro -, oltre a quella nazionale di sostenere Maurizio Martina, al quale mi lega un’antica consuetudine di rapporti politici. Partimmo insieme, da area riformista, nel 2013. Insieme abbiamo percorso questi anni. Quando era ministro dell’agricoltura, ricorderete, è sempre venuto qui, in occasione di “Sannio start”, programmato a Telese da Mino Mortaruolo, e in occasione dell’alluvione, mettendo a disposizione le risorse del Ministero”.
“Il primo firmatario della mozione di Martina è Graziano Delrio – ha ricordato il candidato alla segreteria regionale del Partito -, una persona a me molto cara. E’ venuto a Benevento la settimana scorsa. Il Sannio gli deve essere riconoscente. Io l’ho detto pubblicamente, e non per una questione di captatio benevolentiae: nessuna delle opere pubbliche delle quali ho parlato prima, la cui somma è di 3.6 miliardi, avrebbe potuto essere varata, se non ci fosse stato, non solo o non tanto il mio impegno, anzi mettiamolo in secondo piano, perché è la verità, lo dico non per falsa modestia, ma perché è la verità, ma se non ci fosse stato il disco verde del Ministro. Voi capite che il sottosegretario di Stato è un delegato del ministro. E se il delegante avesse avuto una opinione diversa, o una opinione addirittura contraria, quelle opere non sarebbero mai state finanziate. Se mi avesse detto: non andare al Cipe e non portare la Fortorina, i lavori per il completamento di questa strada non sarebbero stati eseguiti, perché poi il ministro deve trovare le risorse. Se mi avesse detto la stessa cosa per la Telesina, evidentemente il raddoppio di quell’arteria sarebbe rimasto nel libro dei sogni. E lo stesso discorso vale per l’Alta Capacità Ferroviaria, che, da località Cantinelle di Sant’Agata de’ Goti, fino a metà della tratta Apice-Hirpinia, ricade nel territorio sannita”.
“Le risorse stanziante ha precisato Del Basso De Caro – avvantaggiano nell’immediato il nostro territorio in termini di occupazione, di impiego di tecnici e di subappalti. L’efficacia e l’utilità di un’opera, una volta realizzata, si valutano in un arco di tempo non breve, sicché altri risultati, in termini di sviluppo del territorio e di aumento dei flussi turistici, si avranno almeno dopo 10 anni. Naturalmente, le esigenze delle popolazioni sono immediate, per cui l’apprezzamento di una infrastruttura avviene sempre molto dopo aver apprezzato altre circostanze, che giustamente fanno parte della vita quotidiana. Se una famiglia non ha la possibilità di sedere a tavola, o di pagare una bolletta o il canone di locazione, pensa prima alla propria sopravvivenza, e soltanto dopo, magari, all’Alta Capacità ferroviaria e all’aumento del numero dei treni che transiteranno nella stazione di Benevento. Da parte della gente comune,  non vi è un giudizio negativo, vi è invece una posposizione di giudizio, perché l’interesse alla quotidianità viene prima”.
“La necessità di rafforzare il nostro partito a tutti i livelli – ha ammesso Del Basso De Caro – è indilazionabile. In una condizione normale per il nostro partito,  in considerazione del modo come opera il governo del Paese, il nostro partito medesimo non dovrebbe raccogliere meno del 30%, senza fare nemmeno campagna elettorale. I sondaggi, purtroppo, ci inchiodano ancora sostanzialmente alla percentuale conseguita il 4 marzo 2018. Questo significa che la popolazione non ci percepisce ancora come una credibile alternativa di governo. Occorrerà del tempo, occorrerà una piena consapevolezza e una piena assunzione di responsabilità del gruppo , che possa appunto portarci oltre questi risultati”.
Di qui, Del Basso De Caro, fatta una disquisizione sulle ragioni, che comunque ci saranno, per cui  la Lega prende voti anche al Sud anche in danno dei M5S, della cui fase calante non si avvantaggia però il Pd, si è messo a disposizione delle domande dei giornalisti.
La domanda più importante, che esulava tuttavia dal tema della conferenza, è stata quella di chiedere perché, per il rinnovo del Consiglio provinciale, con una elezione di secondo grado in programma il 10 marzo prossimo, sono state presentate due liste di area Pd. 
Del Basso De Caro non ha avuto difficoltà a dire: “La lista del Pd è una sola, perché solo questa è stata approvata dalla direzione provinciale del partito. Non è stata offerta in valutazione alcun altra lista. Non vedo come la direzione potesse soffermarsi a valutare altre liste che mai erano arrivate su questo tavolo. Altre liste non sono mai transitate in questa stanza”.
Rispetto poi all’osservazione secondo cui l’altra lista è composta da esponenti del Pd, Del Basso De Caro ha ribadito quanto già detto, aggiungendo che il partito ha sollecitato la partecipazione di  altri ad essere candidati, senza stabilire alcun limite che potesse essere riconducibile al rapporto di forza, ma la proposta non ha avuto alcun riscontro. “C’era però un discorso a monte, quello di chi aveva già deciso di fare un’altra lista. Quindi, se permettete – ha puntualizzato Del Basso De Caro, chi rompe l’unità del partito non è chi offre l’unità”.
E’ stato poi osservato che, a dire di Raffaele Del Vecchio, l’animatore della lista che viene attribuita all’area dem, è stato un errore, da parte della federazione del Pd, aver fatto la guerra a De Luca.
“Nessuno ha mai fatto la guerra a De Luca – ha risposto risoluto Del Basso De Caro -. Il presidente della Regione è stato votato anche da me. Anzi più da me che da altri, perché penso che ho un po’ più forza di qualche altro. Se Mortaruolo ha preso 15.000 preferenze, quelle persone che hanno votato Mortaruolo, hanno votato sicuramente anche per De Luca. Abbiamo fatto la battaglia tutti per De Luca. Naturalmente, questo non significa che vi sia un pensiero unico. Io non sono per il pensiero unico, sono per il pensiero plurale. Chi oggi dice che è stato un errore fare la guerra a De Luca, sappia che io non ho mai compiuto questo errore. Io sono per l’autonomia del partito rispetto alle Istituzioni. Il partito non può sovrapporsi e sdraiarsi sulle Istituzioni, deve essere portatore di un proprio pensiero, che può anche coincidere con quello delle Istituzioni. Ma può anche non coincidere. Io penso che sia molto utile avere un partito vivo e dinamico che dia una mano alle Istituzioni, senza appiattirvici sopra. Io, quando come sottosegretario, mi sono confrontato con centinaia di assemblee pubbliche, in tutti i comuni della provincia di Benevento e in quella di Avellino, non ho mai pensato che  le richieste e le osservazioni provenienti da queste assemblee fossero critiche; ho sempre pensato invece che fossero osservazioni. Quindi, nessuno ha fatto guerra a De Luca. Dirò di più: poiché naturalmente il costume della ipocrisia, è costume che a noi non appartiene, come è noto, quando verrà il momento, fra un anno, delle ricandidature per la Regione, io sarò il più forte sostenitore di De Luca; e c’è una ragione quasi politica, perché chi è stato nascosto, in questi anni, dietro la siepe, deve venire fuori e deve dire perché non va bene De Luca”.
Giuseppe Di Gioia

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