Alla Rocca dei Rettori, il Covid chiude in anticipo la mostra di Manara, il fumettista erotico

L’ultimo DPCM ha chiuso il 5 novembre, tra le altre attività, purtroppo anche la vista ai musei ed alle mostre. A Benevento vi è stata quella dedicata al maestro Milo Manara, prevista dal 02 ottobre fino al 29 novembre, ma a causa del Covid- 19 è stata interrotta. Gli organizzatori sono stati comunque soddisfatti perché la mostra ha avuto molti visitatori. Tutti gli appassionati del bello e dei fumetti hanno avuto, così, anche se per poco tempo, la possibilità di ammirare da vicino i lavori del bravissimo Manara.  La location è stata quella della Rocca dei Rettori, dove nel rispetto della normativa anti-Covid, abbiamo potuto ammirare alcune delle più belle riproduzioni dell’artista a cominciare dai suoi esordi ad oggi.
La bibliografia di Milo Manara è stata presentata su un pannello, visibile così a tutti i visitatori.

Mauirilo, questo il vero nome di Manara, é  nato il 12 settembre 1945 a Luson in Alto Adige ed ha sempre vissuto a Verona, dove ha frequentato il liceo artistico, proseguendo poi gli studi di architettura presso l’Università di Venezia, che non completò perché pensò di dedicarsi alla pittura. Anche quest’ultima arte però non gli sembrò adatta ed iniziò a cercare lavoro quale fumettista fra gli editori di Milano. Riuscì ad inserirsi  nel settore grazie all’aiuto dell’amico Mario Gomboli, che, nel 1960, gli fece conoscere l’editore Furio Vaiano, per il quale produsse storie erotiche della collana Genius, nata come fotoromanzo, divenuto successivamente fumetto per poter risparmiare sui costi di produzione.
Per la sua bravura viene notato dall’editore Renzo Barbieri per il quale disegnerà   le avventure di “Jolanda de Almaviva”, la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari, su testi di Roberto Renzi e Gaburro & Gramegna. Nel 1974 per il Corriere dei ragazzi disegna la rivincita della morte, scritta da Andrea Mantelli. “La parola alla giuria” assume una grande importanza nella vita dell’artista, perché in questo fumetto vengono presentati importanti personaggi storici che sono chiamati davanti al giudice ed alla giuria, davanti ai quali esporranno le loro ragioni sui fatti storici o letterari, che li hanno visti protagonisti. 
Importante è stata la realizzazione della rivista Telerompo, ricca di contenuti satirici con la collaborazione con Silverio Pisu.
Manara iniziò nel 1976 anche una collaborazione con Larousse e la Mondadori, e dopo il 1978 con la storica rivista francese A suivre dove realizza l’opera “H.P. e Giuseppe Bergman”, dove  la sigla H.P. sta per Hugo Pratt , il maestro da lui sempre venerato, di cui abbiamo visto alcune tavole a lui dedicate. Infatti Manara è stato l’unico disegnatore che abbia ideato, per lui, storie a fumetti. 
Da allora il lavoro di Manara è stato fecondo di incontri con personaggi notissimi,  e sarebbe particolarmente lungo elencare tutti quelli che hanno avuto ed hanno un sodalizio artistico con lui.  Era dunque necessaria una mostra che facesse conoscere il grande Maestro, presentando anche le opere più recenti, pensiamo ai disegni dedicati agli infermieri in tempo di pandemia.
Essa è stata  realizzata nell’ambito del programma “COMICON Extra” e con il contributo della Regione Campania, sostenuta anche dalla Provincia di Benevento e da Sannio Europa. Questo progetto ha l’intento di promuovere la cultura del fumetto su tutto il territorio campano, con altre mostre quale quella di “Giuseppe Camuncoli”, “Spider Man a Star Wars” ad Avellino, ”5 è il numero perfetto“ a Caserta, “Manga Made in Italy” a Napoli.
Il progetto ha previsto anche un catologo ”Nel segno di Manara”, pubblicato da Comicon edizioni, che in otto sezioni segue la struttura della mostra. In esso, troviamo anche un’ampia bibliografia e la cronologia delle numerose mostre dedicate a Manara, in Italia ed all’estero. Il volume è arricchito anche delle tavole di due storie inedite pubblicate solo in Francia e mai esposte, prima d’ora,  in Italia.
Nelle sale sono state sistemate circa 60, 70 opere, suddivise in sette sezioni, per celebrare gli oltre cinquant’anni di carriera del Maestro dell’Eros. 
“La mostra è stata una delle più importanti realizzate sull’ artista veronese, vuole innanzitutto rendere omaggio a uno degli autori contemporanei più conosciuti ed apprezzati in assoluto in tutto il mondo: pochi sono infatti i nostri connazionali, quale sia il loro campo d’azione artistico o professionale, ad avere sale piene, code in attesa per un autografo in giro per i cinque continenti, così come il nostro Milo nazionale”, si legge nella didascalia affissa nella sala espositiva della Rocca.
Abbiamo ammirato le tavole da ”Il gioco ed il profumo dell’invisibile”, quelle con il protagonista, il suo alter ego Giuseppe Bergman, oltre all’omaggio a Caravaggio reso da Manara, che ha creato un personaggio tutto suo ed al tempo stesso rispettoso del grande arista del Cinquecento, dimostrando così da vero appassionato di storia dell’arte, di aver sempre cercato riferimenti nei più grandi artisti del passato. E’ riuscito a realizzare questa sua passione nei quattro libri dei “I Borgia”, coronando quindi il suo sogno nel cassetto: quello di lavorare ad una storia del Caravaggio, di cui, nella mostra alla Rocca dei Rettori, sono esposte le prime pagine del secondo volume. Manara, nel riprodurre il noto pittore, gli dà il volto di un suo grande amico fumettista, scomparso anch’egli giovane, quello cioè di Andrea Pazienza.

Anche nelle illustrazioni, Manara è stato molto produttivo, ricche di riferimenti storici, artistici filosofici, trasmessi con la figura di una bella ragazza, raffinata negli abiti, nei gioielli, da cui si capisce davanti a  quale bravo disegnatore ci troviamo. Egli ha presentato così festival, mostre, film, rassegne , seminari e convegni in un lasso di tempo lungo cinquant’anni.
Di indubbia bellezza la rappresentazione che Manara ha fatto del firmamento, realizzando i segni dello zodiaco, coinvolgendo sempre bellissime figure femminili, che abbiamo potuto ammirare nella mostra di Benevento.
L’uomo, in realtà, si è sempre interrogato sul suo futuro, pensiamo ai Romani con gli aruspici. Nel cielo, l’uomo ha sempre immaginato gli antenati, legati al culto dei morti, per soddisfare il desiderio di far continuare a vivere i propri cari, forse nella intima determinazione di non volersi rassegnare alla loro definitiva ed irreversibile perdita. Ancora gli uomini hanno immaginato gli dei, a cui rivolgersi per ottenere protezione.
La parola zodiaco viene dal greco zodiakos, che significa “cerchio degli animali”, mentre la divisione del cielo in diverse parti, alle quali fu dato il nome di un animale, è dovuto ai popoli della Mesopotamia, che li collegarono al calendario. Così da allora ogni mese ha un riferimento tra gli astri del cielo e si creò un inscindibile legame tra questi ultimi e gli uomini sulla terra, tanto da ritenere che gli influssi degli astri nel cielo, abbiano grande influenza sui destini degli umani. Infatti, ad ogni mese corrisponde un segno dello zodiaco, ed i nati in quel periodo tendono ad avere delle caratteristiche comuni.  Lo stretto legame degli astri  con la terra lo si evince anche dal fatto che ad ogni astro viene collegato un fiore: all’ Ariete il narciso; al Toro la rosa, ai Gemelli il fiordaliso ed il giglio; al Cancro la magnolia e l’ortensia; al Leone il Girasole; alla Vergine la gardenia; alla Bilancia il giacinto e l’iris; allo Scorpione il rododendro e l’orchidea; al Sagittario il garofano rosso ed il fiore di loto; al Capricorno il papavero; all’Acquario il geranio ed il mughetto; ai Pesci il glicine e la peonia.
A Manara, nel 2014, fu conferito l’incarico di disegnare tutti i segni zodiacali per la galleria  franco –belga Huberty & Breyne, segni  che  ha  interpretato, in maniera eccellente, personificandoli in donne vergini e bellissime, creando così le opere, esposte poi nei nuovi locali di Bruxelles. 
Nella mostra non poteva mancare il connubio con il grande Federico Fellini, che egli conobbe nel 1983, grazie ad un giornalista televisivo, Vincenzo Mollica, un vero e proprio esperto di fumetti, nonché critico cinematografico. Il primo  approccio   ci fu nel 1984 quando Manara realizzò la storia “Senza titolo” , con la quale manifestò tutta la sua ammirazione per il regista riminese, che lo cercò senza tregua ed infine riuscì a contattarlo. Così, nel 1986, Manara illustrò la sceneggiatura di Fellini, “Viaggio a Tulum”, che fu pubblicato sul Corriere della Sera, per poi divenire fumetto.
Diversa vicenda ebbe “ Il Viaggio di G. Mastorna detto Fernet”, realizzato anche grazie ai disegni autografi del grande regista, e a tutte le indicazioni che Fellini mandava a Manara, durante la realizzazione delle sue tavole. La storia doveva essere pubblicato sulla rivista Il Grifo, curata da Vincenzo Mollica ed il primo episodio uscì nel 1992. Alla fine del pezzo, per un errore compiuto dalla redazione,  fu scritta la parola “fine” anziché “continua”, e Fellini, interpretando letteralmente quella parola, pensò che il film, sebbene fosse stato già ideato e messo a punto da lui, non dovesse essere portato avanti.
Il mondo del cinema ha visto anche un omaggio molto particolare, quello reso a Brigitte Bardot da parte del nostro amato fumettista: infatti, la statua a lei dedicata nella città di Saint Tropez, installata in Place Blanqui, è stata realizzata proprio  a partire dai disegni di Manara e sotto la sua direzione. 
Tra le tavole delle illustrazioni, abbiamo ammirato anche quelle realizzate per il magazine francese LUI, che ha visto protagoniste le più belle attrici contemporanee.
Nel 250 anniversario della nascita di W.A. Mozart, cioè nel 2005,  l’Associazione Mozart Italia, commissionò a Manara, delle tavole  aventi ad oggetto la famosa  triologia  : “Don Giovanni”, “Così fan tutte”, “Le nozze di Figaro”.
Quando Manara ascoltò alla Scala di Milano l’esecuzione del “Don Giovanni”, qualche anno dopo affermò: ”Sono un pessimo ascoltatore della musica lirica ma di Mozart mi piace tutto. Come altri geni, penso a Caravaggio, Andrea Pazienza, si è logorato spendendosi a fondo, sia nella vita, sia per la sua arte”.
Commentando la scena in cui Don Giovanni viene scaraventato in un inferno pieno di donnine affermò: ”Per me la punizione dell’empio non è da prendere sul serio. Gli stessi Mozart e De Ponte mostrano di volersi divertire nel duetto con il Commendatore dicendo: ”Pentiti! No! Si! No!” È comicissimo, come il catalogo di Leporello”.
Ha concluso Claudio Curcio, direttore della mostra :”Questa mostra vuole essere insomma un piccolo viaggio nella carriera di un grande esploratore, realizzata per chi di Manara è appassionato, ma, anche per chi non lo conoscesse che di nome, é un invito a perdersi nei dettagli delle sue tavole originali. Per godere di quella magia del disegno che nessuna stampa potrà mai riuscire a riprodurre su carta”.
Ed infatti il visitatore, anche se profano di fumetti e di Manara, non può non rimanere senza fiato, davanti alla bellezza che le sue opere sublimi ispirano.
Maria Varricchio

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