Matteo Renzi si appropria del simbolo del Psi di Craxi. “Pecunia non olet!” scrive Amedeo Ceniccola

Oggi – scrive in una sua nota Amedeo Ceniccola, presidente del circolo “B. Craxi” di Benevento – Matteo Renzi per foraggiare col finanziamento pubblico il neonato movimento “Italia Viva” ricorre senza pudore all’utilizzo del simbolo del partito di Bettino Craxi. Cinque anni fa, ricorda Ceniccola, Renzi addirittura si rifiutò di portare un fiore sulla tomba dell’ex segretario socialista, morto in esilio in Tunisia. Evidentemente, come dicevano i latini: pecunia non olet!

“Apprendo dalla stampa che il Senatore Matteo Renzi , ex segretario del Partito Democratico, non ha esitato a bussare alla porta dei socialisti ed appiccicarsi al petto il simbolo del Partito Socialista Italiano per poter ricevere il finanziamento pubblico necessario a mantenere in vita la sua ultima creatura politica “Italia Viva” e non posso far a meno di stigmatizzare che lo stesso Renzi, cinque anni orsono, quando era Presidente del Consiglio si recò in Tunisia per incontrare il primo ministro Mehdi Jomaa (e la famosa blogger Lina Ben Mehnni) ma, si rifiutò di portare un fiore sulla tomba del Presidente  Bettino Craxi che si trova nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet per onorare la memoria di quel grande uomo di Stato che ha speso la sua vita per il bene dell’Italia e che per un quarto di secolo ha rappresentato la punta più avanzata e più vigorosa del socialismo democratico e riformista in Europa e nel mondo.Un grande  statista che aveva quasi azzerato l’inflazione, che era a due cifre, che aveva portato l’Italia al quinto posto nell’economia del mondo; che aveva vinto la battaglia del terrorismo; che aveva gettato davvero le basi dell’Unione Europea e che, pur convinto filo-americano, non s’era fatto umiliare da Reagan a Sigonella (sequestro dell’Achille Lauro).
Un grande Presidente che arrivò alla guida del Paese in un momento di grave crisi strutturale e che al programma dell’austerità (di berlingueriana memoria) considerata come sola via d’uscita dalla crisi seppe contrapporre gli incentivi alla ripresa industriale per far uscire il Paese dalla recessione e dalla stagnazione. Un grande modernizzatore che non esitò a far votare “si” ai socialisti quando si doveva decidere l’ingresso dell’Italia nello Sme (primo passo verso la moneta unica) e la realizzazione dell’Unione Europea. 
Non ci fosse da piangere…”
Amedeo Ceniccola 
Presidente circolo “B. Craxi”  – Benevento

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