Prorogata al 1° marzo la chiusura della Mostra bibliografica su “L’Illuminismo e l’Encyclopédie” presso la Biblioteca provinciale di Benevento.
Per soddisfare la grande richiesta, soprattutto da parte delle scuole, la Mostra bibliografica su “L’Illuminismo e l’Encyclopédie” presso la Biblioteca provinciale di Benevento non chiude e viene prorogata fino al prossimo 1° marzo.
A renderlo noto sono il dottor Nino Lombardi, Presidente della Provincia di Benevento, e l’avv. Giuseppe Sauchella, Amministratore Unico di Sannio Europa, Società in house providing della Provincia di Benevento che gestisce e promuove la Rete museale nel capoluogo sannita ricordando che l’iniziativa rientra nel progetto per le Celebrazioni dei 150 anni del Museo del Sannio (1873-2023).
La mostra si propone di offrire una panoramica sull’Illuminismo con un focus sulla sua opera più emblematica, ovvero “l’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers di Diderot e D’Alembert”, vero e proprio manifesto dell’Illuminismo europeo e simbolo della nascita di un sapere critico e di una visione laica e moderna del mondo. L’Encyclopédie ancora oggi è considerata una delle fonti documentarie più autorevoli sul piano storico ed è un’opera fondamentale per gli argomenti scientifici, artistici e tecnici trattati.
Durante la visita “immersiva”, a cura del personale, i visitatori possono ammirare alcuni esemplari risalenti alla prima ristampa italiana dell’opera, curata da Ottaviano Diodati e stampata a Lucca da Vincenzo Giuntini, tra il 1758 e il 1776. Sono poi esposti alcuni volumi delle prime enciclopedie pubblicate in Italia: la prima traduzione italiana della Cyclopædia di Ephraim Chambers (l’opera che ha ispirato gli stessi Diderot e Dalembert), stampata a Napoli nel 1747 e la Cronologia universale, ovvero il volume introduttivo de La Biblioteca universale sacro-profana (1701-07), una delle prime enciclopedie moderne con le voci disposte in ordine alfabetico, opera incompiuta di Vincenzo Maria Coronelli.
L’Illuminismo ha portato a una vera e propria rivoluzione culturale che ha investito tutti i campi del sapere cambiando profondamente la storia dell’umanità.
Si parte dalle origini europee del movimento, per poi soffermarsi sull’Illuminismo in Italia, a Milano, Napoli, con una breve rassegna di illuministi nel Sannio.
Nella mostra è inoltre esposto il più famoso dei giornali illuministi: “Il Caffè” dei fratelli Verri a cui collaborò anche Cesare Beccaria.
Ma in tanta luce non mancano tante ombre: le grandi contraddizioni tra le teorie illuminate e la loro reale applicazione. Poche le donne che hanno avuto l’opportunità di esprimersi e partecipare al progetto illuminista, non a caso Mary Wollstonecraft denunciò che l’emancipazione universale perseguita dai philosophe finiva per escludere metà della popolazione mondiale: quella di genere femminile.
La mostra presenta alcune delle donne che hanno faticato non poco per affermarsi e uscire dal solo ruolo di moglie e madre cui sembravano condannate da una millenaria tradizione.
Tra queste spicca la figura di Giuseppa Eleonora Barbapiccola, matematica e affiliata all’accademia degli Arcadi col nome di Mirista. Nella Biblioteca Provinciale è conservata una copia de I Principj della filosofia di Cartesio, tradotti dal francese da Eleonora, in una rara edizione torinese del 1722.
Anche il Sannio ha avuto i suoi illuministi, da Giuseppe Maria Galanti ad Antonio Cocchi, per arrivare a studiosi oggi meno noti ma all’epoca di fama internazionale, come i fratelli Di Martino di Faicchio, elogiati anche da Voltaire. Nicola De Martino nel 1734 pubblicò un trattato sulle sezioni coniche che è tra le opere in mostra. Questo trattato, come molti altri, è dedicato a Faustina Pignatelli, principessa di Colubrano, già sua allieva. Quest’ultima studiò la matematica, la fisica, le scienze naturali. Il suo salotto divenne punto di riferimento culturale a Napoli, frequentato anche da molti studiosi stranieri. La sua fama aveva travalicato i confini tanto da essere apprezzata anche da Voltaire ed Emilie du Chatelet. Fu ammessa all’Accademia delle scienze di Bologna nel 1745. Tutti i suoi scritti sono andati perduti ma restano numerose lettere di illustri pensatori del suo tempo a testimoniare il prestigio raggiunto.
La mostra, che è corredata di un apparato iconografico che accompagnerà i visitatori nel percorso, rispetterà i seguenti orari: dal lunedì al venerdì (ore 8,30 – 13,00) e il martedì, mercoledì e giovedì anche di pomeriggio (dalle ore 14,45 alle 17,45).
A tutti gli studenti che visitano la Mostra viene donata anche una copia del primo numero de “Il Caffè”.