Ciascuno è chiromante di se stesso


Dall’esperienza di vita, maturata in ben cinque lustri, ho usucapito la piena consapevolezza che circa l’80% delle persone esercita una professione, un’arte, un mestiere verso cui non aveva alcun vocazione. La tipicità più significativa è verificata consuetudinariamente negli uomini più rappresentativi del potere, a 360° (civile, militare, politico, economico, finanziario, artistico e, soprattutto, clericale. Naturalmente, il successo – quello virtuale e vanitosamente ostentato per anestetizzare l’immaginario – è connaturato alla carica esercitata alle diverse altezze dei piani operativi della piramide del potere. L’insuccesso, poi, non scende mai in piazza per essere ostentato rimanendo celato nelle stanze dei bottoni ove vengono confezionati gli abiti dell’immunità e/o del non luogo a procedere, a gloria della cogente omertà della legge dei branchi di camaleonti. Siamo appena approdati al nuovo anno (2024) e confrontandomi con me stesso mi sono chiesto: non ho mai provato a recitare, come attore del trasformismo. Visto e considerato che questo pianeta è diventato un immenso palcoscenico e la società si è attrezzata di maschere per competere ogni giorno nell’arte della recitazione, della finzione, del far apparire per vera ogni più squallida menzogna, perché, una volta tanto, non ci devo provare anch’io, sia pure peer diletto? Così, mi sono procurato la dote minimamente necessaria ed ho debuttato come chiromante. Alla prima cavia avida di denaro che m’è capitata sotto (è stata anche l’ultima) ho azzardato a dire: ascolta, fratello caro, tu sei collocato in una congiunzione astrale considerevolmente favorevole, per cui, nel 2024, raggiungerai la vetta più alta dei tuoi sogni. Conseguirai successi nel tuo lavoro, con apprezzamenti e avanzamento di carriera inimagginabili. Vincerai il 1° Premio di ben due lotterie importanti. Insomma, sarai osannato e glorificato alla stregua di un dio. Tuttavia, noto che nella estrema ripidezza della tua ascesa, subirai uno strano, atipico contraccolpo, una specie di scivolamento all’indietro che ti attrae nel buco nero della disperazione e – mantieniti forte – verso il suicidio. Tutto ciò accadrà prima che finisca il 2024! Non avevo ancora finito di pronunciare 2024 e il malcapitato si era volatilizzato quasi misteriosamente, alzando gli zoccoli come un cavallo impazzito. Le mie grida “torna indietro amico, devo ancora dirti che così correrai volontoriamente verso il destino, anticipando gli eventi tragici che esso ti ha riservato” non hanno rimosso il suo stato di paura e di nascondimento in cui si era sempre rifugiato. Naturalmente, non mi ha nemmeno pagato la prestazione ed io sono tornato subito a fare quello che facevo prima, avendo incassato un clamoroso insuccesso. Forse, solo per volerlo allertare sul vero senso della vita e consigliargli di svoltare pagina, prima che fosse troppo tardi?

Gaetano Franco

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