Benevento – Catania i retroscena e la testimonianza di una trasferta infinita. Il calcio che ci piace 

Questa è la storia autentica *Testimonianza* che racconta Santo Papa, ardente sostenitore del Catania Calcio, e della sua impresa indimenticabile. Immaginate lo stupore dei miei amici quando raccontai loro che il 23 dicembre, insieme ad altri appassionati, avremmo attraversato l’Italia in van per assistere a un incontro di Serie C a Benevento. Si è scatenato un coro di critiche: chi non ci vedeva senso, chi ci tacciava di follia. Ma cercare di articolare la mia fervida devozione per i colori della squadra – un rosso e un azzurro di cui ogni sfumatura mi fa battere il cuore – è al di fuori delle possibilità del linguaggio.Da padri di famiglia a semplici appassionati, era il 23 dicembre quando partimmo, sfidando i 900 chilometri di una delle peggiori giornate dell’anno per i viaggiatori, date le note difficoltà di traffico. Giungemmo a Benevento con un ritardo di quattro ore e mezza, giusto un’ora prima dell’inizio del match, affamati e stanchi, come a confermare i presagi di chi non aveva creduto nella nostra impresa.Eppure, rappresentavamo non solo noi stessi ma una città intera, dato che la trasferta era interdetta ai residenti catanesi. Con l’entusiasmo che ci contraddistingueva, eravamo pronti a goderci uno spettacolo calcistico memorabile e a concederci una cena che ci facesse dimenticare l’interminabile viaggio.Ma fu proprio allora che ci capitò qualcosa di magico. Appena messo piede nello stadio di Benevento, ci furono offerte sciarpe giallorosse in segno di fratellanza e birre per dissetarci. Non eravamo ultras, ma accogliemmo il gesto con sincera riconoscenza, tentando di ricambiare con qualche timido coro.La partita prese il via e, complice qualche episodio a nostro favore, ci portò a una schiacciante vittoria per 4-0, tristemente ai danni di un’avversaria in un momento di difficoltà. All’epilogo dell’incontro, assistemmo a una scena che ci commosse profondamente: i giocatori, avvicinandosi a noi spettatori, resero quel viaggio indimenticabile donandoci le loro maglie. Emozionati, quasi senza parole, abbracciammo quei cimeli come un tesoro: non avvertivamo più la fame causata dal pasto saltato, bensì una gratitudine immensa.Dopo l’eccezionale esperienza, ci rifocillammo in una delle migliori trattorie locali, Pascalucci, prima di riprendere il viaggio di ritorno a bordo del nostro van ormai pregno di storie da raccontare. La sorte ci fu più benigna, e in otto ore riuscimmo a tornare alle nostre case.A coloro che avevano etichettato come “pazzi” il nostro progetto, rispondiamo che per comprendere bisogna sentire su di sé il peso e il calore delle parole “Amici”, “Passione” e “Amore”. Mentre a chi cerca di ostacolare le trasferte con divieti arbitrari, suggeriamo di osservare gli esempi di fraternità che possono nascere tra tifoserie rivali.Il calcio vero non è quello che si segue sullo schermo televisivo; è quello che ti avvolge e ti coinvolge dal vivo, sugli spalti di uno stadio. Un calcio senza i suoi tifosi, infatti, non può esistere.

Alfio Papa 

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