Giorno della Memoria – 27 Gennaio 2023

Ha ancora senso oggi celebrare il giorno della Memoria?

Sicuramente sì, e ne ho avuto la conferma durante un dibattito tenuto alla sede dell’ AUSER FILO D’ARGENTO , che ho moderato, sul valore della memoria.

Una parte dell’uditorio, fortunatamente minima, ha evidenziato, sin da subito, il proprio disappunto, o forse meglio dire la propria insofferenza, ad affrontare il concetto del fare memoria nella maniera imperante, ovvero quella, del tutto retorica e vittimista, della celebrazione funebre, dell’esclusivo ricordo dei morti durante la Shoah.

In realtà, il Giorno della Memoria, non nasce con questo intento, ed è importante evidenziarlo attraverso una riflessione profonda sulle motivazioni che hanno portato il Governo Italiano nel 2000 e poi l’ONU nel 2005 ad istituire questa ricorrenza.

Secondo la legge 211 del 20 Luglio 2000 il “Giorno della Memoria” viene istituito “al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” e con l’intento di “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

E’ evidente che il legislatore volesse, oltre che invitare alla commemorazione dei morti, anche evidenziare come il genocidio degli ebrei sia stato perpetrato nella civilissima Europa, culla della civiltà occidentale, dell’umanesimo e della cultura. In questa ottica, il Giorno della memoria avrebbe dovuto anche essere la celebrazione dell’Europa che rinasce, dopo la Shoah, rinsaldata e rafforzata nei suoi valori fondanti: pace, libertà, rispetto dei diritti e delle identità di ognuno.

Tuttavia, questo intento, non è quasi mai completamente emerso, soffocato anche dalla relativizzazione dello Sterminio degli ebrei fatta dai partiti di destra, i quali vollero opporre al Giorno della Memoria, una celebrazione definita di sinistra, il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale.

In questo modo ognuno, di destra o di sinistra, avrebbe avuto i suoi morti da ricordare e celebrare, con il risultato di distorcere il valore della Memoria della Shoah e banalizzare la ricorrenza del Giorno della Memoria.

Ecco, quindi, che emerge la necessità di riportare alla luce il vero valore del Giorno della Memoria: celebrare quei valori che l’antisemitismo voleva distruggere, la vita, la libertà, l’uguaglianza, l’accoglienza, l’inclusione, e farli diventare impegno e azione quotidiana.

Perchè la Shoah, non si è fermata nel tempo ma ha camminato fino ad oggi sulle gambe di chi discrimina, di chi odia, di chi è razzista e violento, di chi esclude ed isola l’altro fino ad annullarlo. 

Perché la Shoah non riguarda solo gli ebrei ma riguarda tutti noi!

Elvira Santaniello

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