Elezioni: dilettanti allo sbaraglio….nel Sannio

geppinopresta

Si il titolo rappresenta quello che è sotto gli occhi di tutti.Un risultato che  riduce la rappresentanza sannita nelle aule parlamentari (ricordando che comunque si sono ridotti i seggi),ma alla fine capovolge il colore della rappresentanza. Dopo grillini e PD nel 2018, la composizione della pattuglia sannita nelle aule romane torna targata FI e FdI . Due formazioni che, insieme alla Lega, erano praticamente fuori, in tutti i sensi. Devastate da lotte interne, giochini a nascondino o a pietrine sulle sponde del Tevere o lungo Via Caracciolo. Il caos regnava in quelle tre realtà nazionali, ma che nel Sannio , non si riusciva neppure ad individuarne la sede.
Una situazione che sembrava irrisolvibile, con un appiattimento su nomi e cognomi che in pratica aveva annullato tutto e tutti all’interno di quelle tre forze del Cenro destra. FdI : in pratica questa formazione si era fermata a Viespoli sindaco,nessun erede degno di essere un leader.Tra l’altro l’ex sindaco aveva cercato e non ottenuto una ricandidatura al parlamento, nella passata legislatura, rimanendo a piedi.Da uomo di partito avrebbe potuto (forse dovuto) fare da chioccio, creare un gruppo . Gli è rimasta solo la possibilità di sentenziare su alcune scelte dell’amministrazione comunale o magari evidenziare qualche primogenitura. D’altra parte però anche F.I.  in questi anni è rimasta praticamente al buio, riuscendo solo ad allestire qualche lista nelle amministrative. Tiratasi fuori la De Girolamo, per le vicende giudiziarie, il partito ha vivacchiato solo grazie  a qualche pensionato, che doveva trascorrere le giornate tenendosi impegnato.
Nella Lega il caos più completo, con esautoramento di dirigenti, interventi napoletani prima delle ferie estive e poi una parvenza di esistenza. Non di più.
Il Pd invece ha una cronistoria tutto sommato recentissima.Forse agli inizi di quest’anno, allorquando in alto, a Roma e a Napoli, era stata presa una posizione che faceva fuori “ipso facto” Umberto Del Basso De Caro. Un sottile boicottaggio, come alcune mancate convocazioni a livello regionale, un atteggiamento passivo anche nei confronti di una nuova segreteria, sorta dopo le vicende che avevano coinvolto l’ex segretario provinciale e già sindaco di Sant’Agata de’ Goti, Valentino.
Ci si è arrampicati per le mura lisce dei palazzi romani, si è cercato nei Dem di tirar fuori dal cappello qualcosa di nuovo. Il Pd ha imposto la candidatura della Camusso, improponibile, soprattutto per il suo comportamento da pensionata (viaggiava ancora con l’auto blu del sindacato).Purtroppo per i Demsanniti questa imposizione ha finito con il tarpare le ali a chi voleva volare : Antonella Pepe ed anche a chi voleva rientrare nei palazzi del potere : l’ex grillina Ianaro. Mentre l’ex DG della CGIL volava, si fa per dire, nelle stanze del potere
Ora si sbraita da parte del duo Mortaruolo-Antonella Pepe accusando proprio l’ex onorevole, che con una mossa previdente ed opportuna aveva rinunciato alla ricandidatura a prescindere.
Quel duo non può gridare ed accusare il suo mancato impegno in questa campagna elettorale. De Caro era già fuori, libero e senza impegno alcuno, fatto fuori dai Dem nazionali adusi a suicidare sia i buoni che i cattivi,ma a tener duro, a Bologna, Casini nonstante che la base avesse detto no.Ma lo zoccolo duro del PD ha riportato in aula proprio lui a dispetto di Sgarbi. Un po’ come la Camusso che va in Parlamento.
In chiusura un buon lavoro ai due eletti, i sindaci Rubano (F I) neo onorevole e a Matera(FdI) neo senatore. Sta a loro risollevare le sorti di questa terra .Buon lavoro

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