A chiusura della terza edizione del “B.C.T.”, il concerto dell’Ofb diretto da Ezio Bosso

Il M° Ezio Bosso

Lo scorso 19 luglio si è conclusa questa edizione di BCT   Festival, una chiusura in bellezza, come si dice nel gergo, ma è stato un concerto veramente bello, diretto dal M° Ezio Bosso, che insieme all’Orchestra Filarmonica di Benevento, ci ha dedicato tre momenti di musica altamente qualificata.
L’elemento predominante è stato l’entusiasmo, che ha manifestato con amore, la madrina dell’OFB, la giornalista Melania Petrillo, che ha definito la location del Teatro Romano di Benevento, come uno degli spazzi più belli della città, uno stereotipo,  ed il concerto come  una liturgia, un memoriale che si ripete. Ha ricordato che tutto è importante nella polifonia ed ha concluso incitando gli orchestrali a dare, dare di più, perché la musica classica non é per tutti, ma é di tutti. I ringraziamenti al direttivo ed all’orchestra sono stati condivisi anche dal  M° Ezio Bosso, il quale ha dimostrato gratitudine all’OFB, che lo ha convinto, dopo ben nove anni, a ripresentare lo spettacolo, per il quale hanno lavorato per le prove ben cinque giorni, definiti dal M° ”cinque giorni della nostra storia”, e ha continuato dicendo: ”Proviamo a raccontarci  le cose dal cuore e non dalla scheda madre di un telefonino”. Da qui è partita, la Sinfonia n.2 ”Sotto le  voci degli alberi”, suonata solo dagli archi dell’orchestra, per raccontarci la nascita, la crescita, la vita di un albero, il sacrifico con cui si immola e si prepara a vivere la sua  seconda vita con gli uomini, attraverso i mobili, le suppellettili, gli stessi strumenti musicali. Il legno, o meglio l’albero, continua a vivere con noi ed in mezzo a noi e per questo il M° Bosso, ci ha esortato ad amarlo, perché diventa così parte di noi.
La parte centrale del concerto è stata dedicata al grande L.V.Beethoven, definito dal M°,: ”Il genio che si concede agli altri”, con la sua Sinfonia n.5 in do minore, op.67, che ha coinvolto tutto il pubblico, con i suoi movimenti: Allegri con brio, Andante con moto, Allegri e Allegro presto, per la cui esecuzione si sono aggiunti gli strumenti a fiato e le percussioni.
Nella presentazione della terza parte del concerto, e cioè il “Bolero” di M. Ravel, il direttore ha chiesto ironicamente, che questo fosse considerato quale bis, e, con l’ingresso degli oboe e delle arpe, ha detto che ora l’orchestra era al completo, mentre si è soffermato anche a raccontare il modo in cui era nato questo famosissimo pezzo da ballo, per una coreografia, un pezzo che lui ha detto di amare molto, perché ha rappresentato un momento rivoluzionario della musica, con i suoi due ritmi raddoppiati. Ravel, nello scriverlo, ha commentato Bosso, “ha immaginato il corteo degli operai di una fabbrica che, dopo una giornata di lavoro, si reca a casa e qui finiscono per amarsi l’un l’altro”.
Non appena il tamburo ed i piatti con le loro note, hanno sottolineato la fine del concerto, tutto il pubblico, che fino ad allora aveva a stento trattenuto l’entusiasmo, si è alzato in piedi per salutare e applaudire. Sicuramente questa è stata la migliore remunerazione, per questi nostri giovani artisti, che Antonio Frascadore, direttore artistito e ideatore del BCT,  ha definito un’eccellenza, inserendoli, per questo, in un Festival, nato per la città di Benevento, che è alla continua ricerca di eccellenze. Il direttore artistico, Frascadore, nel confermare la permanenza a Benevento del Festival, ha concluso, elogiando questi ragazzi, ”che ce la mettono tutta per affermarsi nel mondo della cultura”.
Maria Varricchio

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