Selezionata la cinquina del LXXIII Premio Strega. Scurati in pole position

Il LXXIII Premio Strega era stato presentato al Cinema S. Marco di Benevento, dalla bravissima, nonché bella giornalista, Tiziana Panella, molto seguita nella sua trasmissione presso La7, dal titolo: ”Tagadà”.
Elegantissima nel suo completo rosso, giacca e pantaloni, aveva intrattenuto il pubblico, con la grande professionalità che da sempre la contraddistingue, intervistando, in rigoroso ordine alfabetico, i dodici candidati  finalisti, i quali hanno avuto modo  di esporre le motivazioni che li hanno indotti a scrivere quel libro. A ciascuno di loro, maliziosamente aveva domandato il motivo per cui il proprio lavoro avrebbe dovuto vincere il primo premio..
La domanda è stata simpatica ed interessante ed ognuno degli autori ha dato un imput alla giuria, che il 12 giugno scorso, ha  selezionato i cinque finalisti, in attesa della serata finale, che si terrà il prossimo 4 luglio, con la nomina del vincitore di quest’anno. Come aveva sottolineato, la presentatrice Tiziana Panella, nella serata beneventana, tra gli autori c’erano ben sette donne e cinque uomini e  la maggioranza femminile è continuata anche nella cinquina, dove nell’ordine sono arrivati:Antonio Scurati, che ha ottenuto 312 voti nella selezione della cinquina,  ha scritto , “M. Il figlio del secolo”, casa editrice Bompiani. Impresa ardua, quella di trattare un personaggio complesso come quello di Mussolini, che fu veramente figlio del secolo, quello in cui il mondo è stato afflitto da due guerre mondiale, di cui sicuramente la seconda fu conseguenza della prima. Parlare di un personaggio politico, nato socialista, e per giunta massimalista, e finito poi per diventare un dittatore, inventando il  fascismo,  per accentrare così in sé ed in pochi fidati, tutto il potere. Un passaggio che sembra inspiegabile, come può essere accaduto?
Il racconto che ne fa Scurati si legge con il fiato sospeso, perché sembra che non conosciamo il finale di questa vicenda, ma addirittura che forse qualcosa di nuovo, rispetto all’originale copione, possa accadere.  
Lo scrittore ha saputo non farsi coinvolgere dalle sue emozioni, dal suo sentire. E’ rimasto distaccato rispetto al racconto che scriveva.
Tutta la narrazione è rigorosamente una ricostruzione storica degli avvenimenti del tempo, ogni capitolo reca nel titolo il luogo, la data ed il personaggio, ed in fondo la legenda dei documenti consultati.
In seconda posizione, con 203 voti, troviamo Benedetta Cibrario che   ha scritto “Il rumore del mondo” edito da Mondadori, che, nel suo genere di romanzo e saggio storico, si fa leggere volentieri. Anne Bacon, londinese impara il suo mestiere di moglie vicino al conte torinese, Prospero Vignon, nel decennio che va dal 1838 al 1848, in cui ci saranno grandi fermenti e cambiamenti nella nostra Europa, in Italia in particolar modo con i primi moti rivoluzionari e risorgimentali. Anne, rimanendo a fianco del marito, innamorato di un’altra donna, riuscirà ad instaurare veraci amicizie, e così il Piemonte diventerà la sua patria elettiva.
La società Einaudi, ha presentato “La fedeltà”, scritto da Marco Mussiroli, ed “ Addio fantasmi “di Nadia Terranova. Il primo, con i 189 ottenuti, si è posizionato terzo, mentre il lavoro della Terranova è arrivato  quinto, con 159 voti.
Nello spiegare i principi a cui si è inspirato Mussiroli, nella stesura del suo libro,  l’autore dice: ”La fedeltà del titolo nasconde l’infedeltà – non solo nelle nostre relazioni, ma anche nel modo di vivere: quanto siamo fedeli a noi stessi, questa è la domanda che ripercorre tutto il romanzo e che mette in crisi non soltanto i protagonisti, ma credo anche i lettori stessi”. Il racconto si snoda sul rapporto di coppia tra Margherita e Carlo, fondato sulla reciproca fiducia, fino al giorno in cui quest’ultima viene meno ed il rapporto si incrina.
La Nave di Teseo ha presentato, quest’anno due libri: il primo, dal titolo “Di chi è questo cuore”, autore Mauro Covacich, e “La straniera”, di Claudia Durassanti,il secondo. Quest’ultima è stata preferita con 162 voti, posizionandosi al quarto posto nella cinquina.
La storia che ci racconta, in realtà, è quella della propria madre, sulla quale inserisce poi la propria. Alla domanda che a suo tempo le pose, la Panella, l’autrice rispose: ”Questo libro vincerà perché fa tornare noi più consapevoli del nostro io interiore”. In realtà siamo tutti stranieri. Durasanti, infatti è nata a Brooklyn ed è tornata in Basilicata ad appena sei anni, le strade di New York sono il suo primo ricordo d’infanzia.
Il suo vissuto  è  stato raccontato in termini di forma.  Ella dice:” Mi sono divertita a scrivere questo libro, perché ho provato euforia nel pensare a tutti i modi in cui possiamo tenere insieme i tasselli del sé, nel tenere insieme una storia familiare, iniziata con il rapimento da parte del padre e la loro vita, di sordomuti”, in cui ha messo in evidenza il conseguente isolamento fisico e politico. 
Anche Nadia Terranova in “Addio fantasmi”,  analizza il rapporto tra genitori e figli: un padre che esce di casa al mattino presto e non vi fa più ritorno, di lui non si saprà più nulla. Madre e figlia, rimaste sole, vedono indebolire il loro rapporto, poiché  entrambe non riescono a comunicare, né a raccontarsi un dolore profondamente vissuto, ma che ognuno ha tenuto per sé, senza farne partecipe l’altro.
Bisogna, dunque, trovare il coraggio di dire “Addio fantasmi” e ricominciare daccapo, perché la protagonista, Ida, ha un marito, Pietro, che l’aspetta. 
La scelta, tra questi cinque libri,  non sarà semplice, perché ognuno di essi ha approfondito un argomento di grande interesse, a volte autobiografico, altre volte storico, ma tutti hanno stimolato la lettura, aiutandoci così nella riscoperta della lettura di un cartaceo, vecchio e caro libro, che, da secoli, accompagna il sapere umano.
Potendo esprimere un mio personale giudizio aggiungerei che tra i vari libri, non selezionati nella cinquina, ho trovato interessante anche il lavoro di Valerio Aiolli, con il suo Nero Ananas, edito dalla Voland. 
Il racconto inizia con la strage di Piazza Fontana, “una ricerca”, dice l’autore, “per soddisfare il bisogno di capire, un racconto da parte dei carnefici, di persone animose che pianificano ed organizzano, cose impossibili…Il libro si sviluppa senza dare alcun giudizio, mette solo in evidenza il grado di disumanità a cui possiamo arrivare”. Nella narrazione si ripercorrono i tratti salienti degli anni ’70, espressi nella pubblicità, nei film, nelle canzoni.
Attendiamo, dunque, la serata del 4 luglio, che sarà trasmessa da Rai 3, in onda dal Ninfeo di Villa Giulia, in cui vi sarà la proclamazione del vincitore, anche di questa edizione, del Premio Strega. Caratterizzata dalla grafica curata da Alessandro Baronciani, in questa edizione, è stata presentata, bella e accattivante, la Strega di Benevento, con le ali di pipistrello ed i capelli di serpi, che riceve in regalo una bottiglia del famoso liquore di Benevento, da un’altra figura femminile, allegoria della Letteratura. Entrambe le figure sono sospese, a mezz’aria, sul giardino di Villa Giulia.
Maria Varricchio

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