Inda Fondazione, insieme all’Accademia del Dramma Antico, ha rappresentato ”Edipo a Colono” nel Teatro Greco di Siracusa

 Con Edipo a Colono abbiamo toccato con mano quanto gli dèi pagani fossero cattivi ed abituati a perseguitare gli uomini, in quanto essi hanno le stesse virtù e gli stessi sentimenti di amore, odio , vendetta degli umani.

 Con la regia di Robert Carsen e la traduzione di Francesco Morosi, abbiamo assistito ad “Edipo a Colono”, il racconto degli ultimi giorni di vita di un re che è stato scacciato dalla sua città, dal figlio, Polinice ( Simone Severini), che ne ha preso il trono. Un alternarsi, dunque, di desiderio di potere e, al tempo stesso, la necessità di compiere qualunque atto che serva a rafforzarlo e conservarlo. L’interpretazione di Giuseppe Sartori, nel ruolo di Edipo, è stata eccellente, ci ha raccontato lo strazio di un uomo che aveva ottenuto tutto, gloria e potere e che da un giorno all’altro perde tutto questo.

 Gli attori hanno indossato i costumi ideati da Luis Carvalho, mentre la scena veniva illuminata dal disegno di luci di Robert Carsen e Giuseppe di Iorio. Le musiche sono state preparate da  CosminNicolae ed il movimento da Marco Berriel. Molto professionali si sono dimostrati anche gli assistenti, quello alla regia, Stefano Simone Pintor ed alla scenografia Alison Isabel Walker.

 Il coro è composto da Andrea Bassoli, Guido Bison, Sebastiano Caruso, Spyros Chamilos, Gabriele Crisafulli, Manuel Fichera,Elvio La Pira, Emilio Lumastro, Roberto Marra, Jacopo Sarotti, Sebastiano Tinè, mentre capo coro sono stati Rosario Tedesco ed  Elena Polic Greco.

Il seguito di Teseo era composto da Samuele Cannoni, William Caruso, Andrea Catalano, Christian D’Agostino, Carlo Andrea Pecori Donizetti, Pasquale Montemurro, Daniele Sardelli, Federico Valentini, mentre quello di Creonte da Gabriele Esposito, Salvatore Mancuso, Lorenzo Patella, Tommaso Quadrella.

 Dell’Accademia del Dramma Antico, i componenti, sia del coro degli abitanti di Colono, trenta, che il Coro di Eumenidi, 28 artiste. Queste ultime abitavano nel bosco loro dedicato, un luogo sacro, un autentico santuario dedicato alle Erinni, le divinità che incarnano la vendetta e la giustizia familiare. Esse in un primo momento perseguono Edipo, poi diventano figure di conforto e protezione. Infatti, non appena Edipo arriva a Colono, cieco ed infelice, subito entra nel bosco sacro, inviolabile e pertanto vietato ai mortali. Il compimento di questo sacrilegio suscita negli abitanti di Colono, paura e raccapriccio, per la vendetta che le Eumenidi posso compiere verso gli uomini.

 Edipo viola il suolo sacro, ed uno degli abitanti di Colono, interpretato da William Caruso, ha saputo esporre al pubblico tutti i timori dei cittadini, collegati alla violazione della sacralità del bosco.

 A questo punto l’ infelice re ci racconta le sue disavventure. Egli, infatti, è un parricida in quanto ha ucciso, senza saperlo, suo padre Laio ed ha vissuto un matrimonio incestuoso, con la di lei moglie Giocasta, che in realtà era sua madre. A quest’uomo gli dèi nulla hanno risparmiato, neppure il litigio tra i suoi figli Polinice, che lo ha cacciato da Tebe, si è ingiustamente impossessato del trono, che sarebbe spettato per diritto al fratello Eteocle. Il racconto della guerra fratricida lo ascoltiamo dal messaggero, interpretato da Pasquale Montemurro. Inutile sarà l’intervento  cruento di Creonte, fratello di Giocasta, re di Tebe, impersonato da Paolo Mazzarelli. Egli ha cercato invano di convincere Edipo a ritornare in patria. Quest’ultimo, come padre purtroppo, vede e predice la morte di entrambi i fratelli, contendenti al trono, l’uno per mano dell’altro.

 Gli dèi però, si sa, sono capricciosi e nel frattempo hanno deciso di porre fine alla persecuzione nei confronti di Edipo. Infatti, dopo tutte queste grandi disgrazie, permettono ad Edipo di morire, proprio nel bosco sacro, composto da. ben 36 alberi, frutto dell’ingegno del grande scenografo, Radu Boruzescu. Le sacre piante hanno riempito tutto il palcoscenico, creando un ambiente verde e religioso al tempo stesso. 

  Qui vi sarà la tomba di Edipo, che permetterà solo al suo fidato amico Teseo, re di Colono, di accompagnarlo. Infatti, quando le figlie, Ismene, Clara Bortolotti, ed Antigone, Fotinì Peluso, lo implorano di conoscere il luogo in cui è morto il padre, Teseo, interpretato da Massimo Nicolini, si rifiuta di assecondarle e le invita a far rientro alla loro città, Tebe. 

  Edipo a Colono rappresenta lo sviluppo di “Edipo Re” ne è il sequel, la conclusione di un ciclo detto la Saga dei Labdacidi e suscita in noi la pietas, per un uomo che si è ritrovato tra le mani degli dèi, come un giocattolo.

  L’amara considerazione è che il desiderio di primeggiare, di potere, di scavalcare l’uno sull’altro, lo scatenare guerre per realizzare i propri obiettivi individuali, ancora oggi, purtroppo, non ci ha abbandonati, anzi in un momento come questo viviamo momenti di angoscia e preoccupazione, per quanto si sta preparando nel mondo. 

Ricordiamo che questa tragedia fu scritta da Sofocle quando era avanti negli anni, ne aveva novanta e questa sua ultima tragedia, fu presentata postuma. Sembra quasi contenere il testamento spirituale del grande tragediografo, la consapevolezza della fine invocata e desiderata, che giunge quasi a mettere termine alle sofferenze umane. 

Maria Varricchio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.