Il trionfo e la fine della Democrazia Cristiana!

A trent’anni dalla fine della DC, questa pubblicazione sorprendente viene a rimuovere la nostra smemoratezza e a donarci una narrazione che immerge la nostra intelligenza nei percorsi e nel vissuto non solo socio-economico e politico, ma anche culturale, etico e religioso della vicenda storica del nostro Sannio.

Solo Roberto Costanzo, pure accompagnato dal lavoro di ricerca di Antonio Coletta – generosa identità culturale toccata da una straordinaria evoluzione ideologica e politica – poteva affidarci gli scenari, i tempi, i protagonisti, le dinamiche complesse, la pluralità delle nostre comunità civili raccolte intorno alla ritrovata e difficile centralità della città di Benevento. 

E’ con Bosco Lucarelli, che, nel 1945, rinasce un grande processo di libertà popolaredalle sorgenti del partito popolare di don Luigi Sturzo del primo dopoguerra, con unarinnovata esperienza dei “liberi e forti”. 

L’impianto storico-filosofico e teologico, su cui si costituiva la politica democratica di ispirazione cristiana, radicava la Libertà umana nel suo essenziale rapporto con la Verità del Vangelo, con la “Via Verità Vita” del Cristo. Il vero Bene – culturale, etico, politico e religioso – ha un fondamento universale: è la Verità a rendere vera, buona e libera la Vita. Essere liberi non è fare ciò che piace, “ciò che vuoi”, ricorrendo anche all’inganno, alla menzogna, alla violenza; e la politica democratica non è consegnare il governo e il destino del mondo alle tecnologie, al denaro, al successo, al “potere comunque”, al piacere, … alla guerra! Questa è la Libertà sfigurata dal relativismo morale ed etico, corrosa e impantanata negli scenari cupi del nichilismo, del materialismo e dell’edonismo.

Dentro questa convulsa, confusa esperienza, non si riesce a leggere la “Storia della Vita”, ricorrendo a paradigmi storiografici che ci vengono proposti continuamente, dal magistero giornalistico e mediatico, traendoli spesso da insensati impianti filosofici, culturali ed etico-politici e da avventurose teologie progressiste del pensiero unico, immanentistico e totalitario.

La Civiltà dell’Occidente, generata dalle radici della Filosofia ellenica, dell’Ebraismo e della Fede cristiana, ha ceduto ormai alla penetrante invadenza ideologica del  Modernismo e alla potenza mediatica e spettacolare di nere costellazioni di pensieri, di parole e di azioni sempre più avverse alla testimonianza del Vangelo.

Infatti la Ricerca della Verità, il Cammino della Libertà, la Testimonianza d’Amorenon alimentano più il Pensiero, la Parola e il Cuore della Vita, non illuminano i percorsi tenebrosi della Storia contemporanea e non accendono più con l’Amore – assoluto, eterno, infinito, onnipotente, unico – l’intelligenza, la memoria e la volontà degli umani sempre più incapaci di alzare gli occhi al Cielo per invocare Amore, Misericordia, Perdono. 

L’Occidente vive “la crisi terminale della sua storia, del suo spirito, della sua identità”. (Benedetto XVI)

Lo scontro tra Democrazia e Marxismo non si è chiuso con il 1989 – la Caduta del Muro di Berlino; ora è planetario e sempre più insidioso e profondo. Come ci insegna, da oltre duemila anni, la preziosa filosofia di Socrate, Platone, Aristotele, la Democrazia è legata alla supremazia del  “giusto”, che non è mai il “dominio e l’utile del più forte”; è invece il riconoscimento delle radici spirituali e del fondamento vitale dell’idea di “Libertà di coscienza” nella partecipazione responsabile alla vicenda politica e alla conservazione nel Bene comune degli equilibri socio-economici e giuridici.

Il Comunismo è stato ed è ancora la più importante forma di allontanamento dalla Democrazia e, con la Massoneria, la più radicale antitesi al Cristianesimo e alla sua figura storica. L’89, il Marxismo, come interpretazione totalitaria della realtà e come guida unica dell’agire storico, è stato completamente smentito e la sua trama strutturale materialistica non può essere più sostenibile  e non è più difendibile la sua arroganza progressista, la sua superbia ideologica con la pretesa di imporre il suo progetto di liberazione mondiale. Eppure il Comunismo conserva e incrementa, anche con le suggestioni del Capitalismo totalitario, poteri e consensi contro gli ideali politici e le risorse culturali della Libertà e della Democrazia e si traveste in “religione dominante dal profilo totalitario e anti-Cristico”.

Come si è giunti a questo rischioso momento storico, carico di tradimento, di apostasia, di tribolazione?  E quale sarà il suo esito?

Perché non si è realizzata l’Europa, sognata nel secondo dopo guerra dai suoi grandi Leaders −Churchill, Adenauer, Schumann e De Gasperi – fondata sul triplice valore della Civiltà Ellenica, Ebraica e Cristiana e, quindi, sul riconoscimento e promozione della Vita dal concepimento alla morte naturale, della Famiglia quale unione tra un uomo e una donna uniti in matrimonio, e del Diritto dei genitori di educare i propri figli.

Questi tre  “Principi non negoziabili”, così li ha definiti Benedetto XVI, sono stati contraddetti, rovesciati, rinnegati e sostituiti dall’aborto, dal divorzio e dalla devastazione dell’identità antropologica come momenti decisivi della liberazione e della civilizzazione compiuta.

Il “Diritto alla Vita” appartiene all’uomo per natura e se viene violato sconvolge l’ideale e la pratica della Democrazia e lacera la Verità, la Dignità e il Valore dell’essere umano. L’uccisione tragica del nascituro entrò nella Legislazione delle Nazioni nei primi anni venti, ad opera di Lenin e poi, nel 1974, la Corte Suprema degli USA ne riconobbe il folle valore costituzionale; e da allora, prima in Francia e poi nel 1978 in Italia. L’Ordinamento giuridico democratico è stato ferito e sconvolto nella sua essenza vitale: la vita umana non ha più valore! E da quel momento perse valore il principio del Bene comune e fu tradita la Concezione universale della Pace.

E si è aperta la voragine della “Fine perversa di tutte le cose”.

Come mai il nostro Paese giunse a promulgare la Legge 194/78 contro la Vita?

Questa fu elaborata durante i tristi e drammatici 55 giorni della “passione “ di Aldo Moro, quando il cinismo dell’ideologia perversa, con il doloroso e infelice ripiegamento strategico della DC, penetrò nelle istituzioni parlamentari della democrazia repubblicana e introdusse nella legislazione italiana “la strategia del terrore”, già in atto nella prigione brigatista. 

Il “virus” empio del delitto penetrò “legalmente” nella convivenza civile, nella famiglia, nelle istituzioni sanitarie, nel “seno materno”, alle radici stesse dell’umano, alle sorgenti della Vita, all’origine dei popoli.

Allora, quando è finita la Democrazia Cristiana?

E’ morta con Aldo Moro! Sacrificato sull’altare della “strategia della fermezza”, che poneva una sorte di veto all’intelligenza e alla volontà dei dirigenti democristiani di esplorare e praticare risposte, difficili ma positive, per salvare la vita dell’ostaggio.

E così, dal solenne “patto costituzionale”, con l’oltraggio all’Amore, veniva espulso il “Diritto alla Vita”, fondamento della Libertà e della Pace, generatore del regime,dell’ordine e dell’armonia della Famiglia umana.

Ecco perché il 1989, con la caduta del muro di Berlino e poi con la fine dell’Unione Sovietica, avrebbe dovuto sancire il “trionfo” della DC e non segnarne il suo completo esaurimento, la sua uscita dalla storia della Nazione, che agli inizi aveva partecipato vigorosamente a ricostruire.

Ora siamo giunti alla “resa dei conti”: sono presenti, incombenti e minacciosi “i segni del governo unico mondiale”, con la concentrazione totalitaria delle potenze economiche e finanziarie connesse all’egemonia assoluta del pensiero anti-cristico penetrato in tutti i luoghi culturali, politici ed anche religiosi del mondo.

E l’Europa politica, svigorita e decadente, perché priva di ispirazione religiosa ed energia etica, si è consegnata al calcolo degli interessi e ai poteri imperialistici del dominio planetario.​​

Ed ecco i Cavalieri dell’Apocalisse sono già in marcia!

Ma il Male, con i suoi empi e sconvolgenti dinamismi di violenza, di distruzione, di terrore e di menzogna, sarà annientato per sempre. “Il piccolo resto cristiano e mariano”, sopravvissuto in una Chiesa ferita dall’infedeltà e dall’apostasia e provata e purificata dalla “grande Tribolazione”, vincerà con il coraggio degli “Apostoli degli ultimi tempi”, tutti pieni della potenza teologale della Fede, della Speranza, dell’Amore! Vincerà perché ha già vinto 2000 anni fa. 

E chi sente l’urgenza di ritornare a credere, a sperare, ad amare e, quindi, a pregare la Vergine Madre, perché si realizzi presto il Trionfo del Suo Cuore Immacolato, annunciato a Fatima, parteciperà alla grande Vittoria di Cristo:

“Dov’è l’odio fiorirà l’Amore!

Dov’è il dolore entrerà la Gioia!

Dov’è la guerra irromperà la Pace!”

                                                                                                                   Davide Nava

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