Con la favola di…”L’Istoire de Babar – Family Concert” si è conclusa la XI stagione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento

A Benevento non si poteva festeggiare meglio la Festa della Mamma. Un momento bellissimo che abbiamo vissuto grazie all’interazione tra l’OFB e Paolo Ruffini, che con musica e recitazione ci hanno immersi in un mondo di musica e di favola, ingentilito da un fiore composto da palloncini, sistemato sul palcoscenico.
Si. Perché domenica 11 maggio abbiamo assistito alla performance dell’OFB, diretta dalla M°Roberta Perone che ha eseguito per prima la “Sinfonia dei giocattoli”, il cui autore è incerto, anche se la maggior parte degli studiosi l’attribuiscono a L. Mozart.
La peculiarità di questo brano è che sono usati alcuni strumenti molto particolari: il rullante suonato da Piermarino Spina; l’ocarina da Assunto Cecere Palazzo; il nightingale e quail da Gaia De Rosa; la raganella da Fabio Allegretta; il triangolo da Danilo Verrillo.
Risuonava il verso del cucù, il cinguettio degli uccelli, e “la primavera d’intorno brilla nell’aria, e per li campi esulta, Sì ch’a mirarla intenerisce il core..”, rubando così i versi de “Il passero solitario”, dello straordinario Giacomo Leopardi.

Si sentiva un’aria festosa, un concerto in aperta campagna. Sono stati così creati effetti sonori straordinari. Infatti, ”la sinfonia, è stata scritta in Do Maggiore, risalente al 1760, con parti di strumenti giocattolo, tra cui tromba giocattolo, cricchetto, richiami per uccelli (cuculo, usignolo e quaglia), carillon, triangolo tamburo e glockenspielt, un idiofono a percussione diretta”, strumento quest’ultimo utilizzato anche da W.A. Mozart ne ”Il flauto magico”.
Il secondo brano, eseguito è stato di E. Grieg, che compose, nel 1874, la Suite n.1, per “Peer Gynt”, un poema drammatico in cinque atti, scritto dal norvegese, Henrik Ibsen nel 1867.
Infine, il terzo brano è stato quello di L. Anderson, “The Typewriter”.
Per l’esecuzione di questo brano, scritto nel 1950, sulla scena abbiamo trovato una sedia ed un tavolino con sopra una macchina da scrivere, una tazza.
All’improvviso irrompe in sala un signore, Assunto Cecere Palazzo, che si scusa con il pubblico perché avrebbe dovuto preparare un racconto, ma non è riuscito a fare nulla. Quindi decide di utilizzare la macchina da scrivere presente in sala, così da accompagnare l’orchestra, con il rumore dei tasti e con lo spostamento del carrello ad ogni punto e a capo.
Poiché non si può suonare alcuno strumento, senza prima accordarlo, prima di iniziare la performance, il Maestro, Assunto Cecere Palazzo, si è preoccupato di “accordare la macchina da scrivere con: ”il più vecchio oboe presente in sala”.
Analizzando questo lavoro musicale, la critica lo aveva così definito: ”il brano di repertorio orchestrale più intelligente e spiritoso”.

Tutto questo è stato il preludio all’arrivo del bravissimo Paolo Ruffini, il quale ha letto la favola dal titolo “Histoire de Babar le petit elephant”, FP 129, scritta dal poeta e pittore Jean de Brunhoff e musicata da Francis Poulenc, nel 1940. Per ogni episodio della favola, che l’attore leggeva, l’orchestra suonava un brano, traducendo in musica e quindi in note, quanto raccontato dall’attore.
La storia racconta come il piccolo elefante Babar cresceva felice e spensierato nella foresta, ma un giorno, rimase orfano della madre, uccisa dai bracconieri. Iniziò una sua corsa all’impazzata, fino a all’arrivo in una città dove conobbe un’anziana signora che lo accolse e lo trattò come un figlio.
L’idillio però si spezzò, circa due anni dopo, quando Babar, vide arrivare in città anche Arturo e Celeste, i suoi due cuginetti. Vengono cercati dalle rispettive mamme, preoccupate per la loro scomparsa, che si rasserenano non appena un fenicottero, volando sulla città, li avvista.
Una volta, da quest’ultimo informate, felicissime partono per ritrovare i loro piccoli e riportarli a casa. Anche Babar che, a sua volta, aveva grande nostalgia della foresta, decide di rientrarvi e saluta l’anziana signora, sua benefattrice, promettendole di ritornare a trovarla al più presto.
Come in ogni favola che si rispetti, Babar si innamora, viene incoronato Re ed insieme alla moglie, Celeste, divenuta regina, vissero da regnanti felici e contenti.

A teatro, dunque, vi è stata una notevole presenza di famiglie con bambini piccoli, una vera gioia vederli a teatro…
Nella seconda parte, dunque, i protagonisti sono stati i bambini presenti, circa una ventina che si sono sistemati sui gradini che portano al palcoscenico ed hanno ascoltato in diligente silenzio e con grande attenzione, sia il racconto che la musica.
Alla fine dell’evento, Ruffini li ha intervistati chiedendo loro le cose più disparate e spesso, dalle risposte, ne è scaturita tanta allegria.
Si è conclusa così questa stagione dell’OFB ed attendiamo nuovi programmi.
Maria Varricchio