Roberto D’Alessandro: Siamo dominati dal Dio Denaro

   Sabato primo aprile abbiamo assistito alla performance di Roberto D’Alessandro, coadiuvato dal M° Federico Pappalardo,” Money”,  scritta, diretta ed interpretata dall’autore. 

   Siamo stati accolti dalla musica del M°   Pappalardo, che ha cantato e suonato le più belle canzoni degli scorsi  anni: “Ancora, Lontano dagli occhi e lontano dal cuore, Resta cù me, Paese mio, Perdere l’amore, Erba di casa mia, Roma non fa la stupida stasera” e tante altre.

 Un vero e proprio tuffo nel passato, che è continuato con il monologo di D’Alessandro, per il quale non appena accennava a raccontare la storia di come è nato il denaro, partiva subito la sigla di Quark, la famosa aria di Bach. A parte le simpatiche e volute interruzioni musicali, il racconto si è snodato con fluidità, D’Alessandro ci ha ricordato i momenti salienti della nascita della moneta, come mezzo di scambio a partire  da quando gli stessi  avvenivano con le pecore, da cui il termine pecunia, fino al conio della prima  moneta: quella assiro-babilonese.

 Nel paese di Gamb usavano dei pezzi di tufo, con un buco centrale. Furono poi inventati le dracme i sesterzi. Una vera e propria svolta l’hanno dato i cinesi i quali si sono inventati i depositi con le cambiali. Fu proprio l’imperatore cinese Hien Tsung nell’806 d.c. ad ideare le banconote di carta, una ricevuta dei pezzi  di metallo preziosi depositati dai clienti.

 Gli inglesi ai depositi hanno dato il nome di bank note, ossia nota di deposito, ricevuta di deposito, da cui il derivato: Banconota. Sono nate così le banche, nel lontano 1695, che hanno continuato l’attività fino alla seconda guerra mondiale.

 La considerazione a cui D’Alessandro è giunto poi nel suo ragionamento è che le banche ci danno i soldi, i pecunia, e poi  finiscono per ridurci a …pecore….

 Banche che con il passare del tempo hanno acquistato sempre più potere, consolidato anche grazie al grande ruolo  che svolse il presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon il quale eliminò l’obbligo di avere in deposito una riserva d’oro, pari alle banconote possedute. Una facilitazione questa che si collegava anche al modus operandi degli Usa, quali, in questo gioco, dopo la distruzione di un paese, operata dagli stessi americani, concedevano i soldi in prestito, con un leggero tasso, ai paesi stessi…

  Del denaro dunque non può fare  a meno nessuno e noi del pubblico, poi siamo stati sottoposti ad un test, che ci ha permesso di capire quale sia il nostro rapporto con il denaro. Bisognava, con sincerità, rispondere alla domanda: ”Che facciamo se troviamo 1 euro, per terra?:

Dalla risposta, dal comportamento assunto, sono derivate le seguenti categorie:

chi lo spende risultava appartenere a quella degli spendaccioni ;

chi lo conservava a quello degli avari (profilo della scrivente);

chi lo dava in anticipo per un futuro acquisto, appartiene alla categoria degli speculatori;

chi divide l’euro, e con 0,50 centesimi compra qualcosa e conserva il resto, è un ragioniere, che non compie mai il passo più lungo della gamba;

 chi invece lo lascia lì dov’è e non se ne cura ( soggetto difficile da trovarsi),  appartiene alla cosiddetta categoria dei rilassati: ”Ma sì, finché la barca va, lasciala andare”,….,così come cantava Orietta Berti, ritornata di recente, finalmente e meritatamente, alla ribalta….

 In fondo, dice D’Alessandro, l’uomo senza denaro è l’immagine stessa della morte, e a questo punto, dopo l’accennato intermezzo musicale con Raffaella Carrà  e “Non è un capello”, siamo arrivati al momento operativo e catartico della serata: l’eliminazione del pensiero negativo, nel nostro rapporto con il denaro.

 Vi è stato, dunque, un momento in  cui ciascuno di noi ha dovuto evitare di pensare con difficoltà al rapporto con il denaro e di farsi influenzare in modo negativo.

  Ed infine la prova finale  in cui ogni spettatore  é stato messo davanti ad una dura prova, con l’invito a rompere una banconota da lui posseduta.

  L’obiettivo era quello di dare una risposta a questa domanda: In fondo saremmo capaci di liberaci del denaro?

  La risposta è stata no, perché nessuno è riuscito a strappare la banconota, come invece ha fatto D’Alessandro.

 Quest’ultimo ha, dunque, concluso che abbiamo nel tempo sostituito i primordiali dei, con Dio, unico e trino, e poi abbiamo soppiantato lui stesso col Dio Denaro.

   Conclusione: oggi, tutto ruota intorno al denaro.

  Con il tempo, si è augurato D’Alessandro, supereremo anche questo dio, e ne creeremo un altro.

  Uno spettacolo interessante, un monologo che ci ha costretti un po’ a guardarci dentro, a domandarci: ”Che valore ha per noi il denaro?”: “E’ un fine o un mezzo?”. 

  Pappalardo ci ha tenuto compagnia con  la bellissima “Spiagge“ di Renato Zero, e lo ringraziamo per aver dato un tocco di leggerezza ad un discorso di estrema importanza, quale è quello dei soldi.

 Il prossimo spettacolo ci sarà il 28 aprile, con Claudio Casadio in “L’Oreste Quando i morti uccidono i vivi”, di Francesco Niccolini, con le illustrazioni di Andrea Bruno e con la regia di Giuseppe Marini.

  Come di consueto per gli acquisti del biglietto ci rivolgiamo alla All Net Service, in Via Lungocalore Manfredi di Svevia, 25 – Benevento, al telefono 0824.42711, dal lunedì al sabato dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:30, o consultiamo il sito www.i-ticket.it.

   E’ possibile acquistare il biglietto presso il Teatro Comunale: dalle ore 19:30 nel giorno dell’evento.

   Con l’occasione, vi auguro una felice, serena e santa Pasqua, con i vostri familiari ed amici.

Maria Varricchio

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