Fiorenza Ceniccola ad Hammamet per onorare la memoria del Presidente Bettino Craxi

    La consigliera Fiorenza Ceniccola, coordinatrice Forza Italia Giovani di Benevento, è volata a Tunisi per partecipare alla Cerimonia di commemorazione del Presidente Craxi presso il cimitero cristiano di Hammamet e deporre sulla sua tomba un mazzo di garofani rossi avvolto nella copia dell’Ordine del giorno presentato 2 anni orsono al protocollo dell’Ente, discusso in data 23/12/22 dal Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi, avente ad oggetto: 

Richiesta di intitolare un luogo pubblico a Bettino Craxi”

e trasmesso (per competenza) alla Commissione Toponomastica dell’Ente.

   A distanza di tanti  anni dalla scomparsa il Presidente Craxi merita di essere ricordato, ha dichiarato la consigliera Ceniccola,  e tutti devono sapere che: “Craxi è stato un grane innovatore, il primo riformista europeo, prima di Blair, di Jospin e di Schroeder. Tutti devono sapere(specie le nuove generazioni) che è stato un grande uomo di Stato che ha speso la sua vita per il bene dell’Italia ed è stato ignobilmente infangato, costretto all’esilio, condotto a morte prematura lontano dalla sua patria, costretto alla più dura delle pene, il distacco dal partito, dalla politica, dai suoi amici, dalla sua città, da tutto ciò per cui aveva vissuto”.

Benevento 21 gennaio 2023  

                               

                                                        Forza Italia Giovani – Benevento          

                                  Al Sindaco di Guardia Sanframondi

                           Al Presidente del Consiglio Comunale

Ordine del giorno: Richiesta di intitolare un luogo pubblico a  Bettino Craxi.    

    Da 21 anni le spoglie del Presidente Craxi riposano nel cimitero cristiano di Hammamet e, a distanza di tanti anni dalla morte, quasi nessun  amministratore  ha avuto la “forza” di onorare la memoria  di un grande uomo di Stato che ha speso la sua vita per il bene dell’Italia. 

   Un grande  statista  che per dirla con l’Unità del 1999 “…è stato tra i 5 o 6 personaggi che hanno fatto la storia d’Italia dal dopoguerra agli anni ‘90”.

  Un grande  uomo di governo che nel 1984 con il cosiddetto “Decreto di San Valentino” aveva quasi azzerato l’inflazione, portandola dal 16% al 4%; che aveva portato l’Italia al quinto posto nell’economia del mondo con un tasso di sviluppo di circa il 3% annuo ed ottenuto per la prima (ed unica) volta il massimo di affidabilità da parte delle maggiori agenzie di “rating” internazionale che attribuirono all’Italia la valutazione massima, la cosiddetta  tripla AAA, portando l’Italia nell’ aristocrazia dei paesi industrializzati ( oggi siamo scivolati in serie BBB: una valutazione che riflette il livello estremamente alto del debito pubblico, il bassissimo andamento della crescita del PIL, l’incertezza della politica economica e i rischi associati alle proiezioni sul debito); un grande uomo di governo che aveva vinto la battaglia del terrorismo e che, pur convinto filo-americano, non s’era fatto umiliare da Reagan a Sigonella (in occasione del sequestro dell’Achille Lauro). 

  Un grande Presidente che arrivò alla guida del Paese in un momento di grave crisi strutturale (quando nell’agosto del 1983 il primo Governo Craxi iniziò ad operare la produzione industriale era crollata del 7% e le quotazioni azionarie precipitavano, al punto che, solo pochi mesi prima, si era stati costretti ad un intervento assolutamente eccezionale: la sospensione per tre giorni dell’attività di Borsa per evitare un vero e proprio tracollo) e che al programma dell’austerità considerata come la sola via d’uscita dalla crisi (proposto da Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano) seppe contrapporre la politica degli incentivi alla ripresa industriale per far uscire il Paese dalla recessione e dalla stagnazione.

  Un grande modernizzatore che non esitò a far votare “si” ai socialisti quando si doveva decidere l’ingresso dell’Italia nello Sme (primo passo verso la moneta unica, ferocemente osteggiata dal Partito Comunista Italiano).

    L’Italia è davvero uno strano Paese. Abbiamo  decine di vie dedicate a Lenin,  a Che Guevara,  a Ho Chi Min,  a Mao Tse Tung  e  persino a Stalin. Ma per vedere unviale dedicato a Bettino Craxi dobbiamo andare in… Tunisia oppure a Santiago del Cile, nella suggestiva cornice del Cementiero General de Recoleta, il luogo dove riposa il grande presidente Salvador Allende, vittima innocente della dittatura di Pinochet.

   In conclusione, per aiutare il Consiglio Comunale a spezzare le catene  dell’oblioed avviare le procedure necessarie per intitolare un luogo pubblico in suo onore vale la pena ricordare che:- Il 19 gennaio 2000 Bettino Craxi è morto ad Hammamet suscitando il cordoglio di tutto il mondo democratico  ed  il governo dell’epoca -presieduto dall’on. D’Alema –  propose di tributare a Bettino Craxi i funerali di Stato in Italia (e non furono svolti perché rifiutati dalla famiglia). – La Corte di Giustizia Europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano per violazione dell’articolo 6 della Convenzione di Strasburgo sull’equo processo. In poche parole, la Corte europea ha sancito che i più elementari diritti e le regole del diritto furono violati pur di arrivare ad una condanna del leader socialista. – Il Procuratore Capo del Tribunale di Milano Gerardo D’Ambrosio (poi Senatore  eletto nelle liste dei  DS e  del PD) che condusse le indagini che portarono alla condanna di Craxi  fu il primo a riconoscere che l’ex segretario del PSI non aveva mai intascato soldi a titolo personale e in un’intervista al “Foglio” del 22 febbraio 1996 affermava: “…La molla di Bettino non era il suo arricchimento ma la politica” ed ha confermato in più occasioni che  Craxi aveva ragione quando affermava che: “il sistema dei partiti della prima Repubblica si reggeva sul finanziamento illecito” che è stato amnistiato sino al novembre ’89, depenalizzato se compiuto dopo il ’93 e colpito penalmente solo se commesso in quell’intervallo di quattro anni. Una legislazione a singhiozzo con reati che appaiono e scompaiono a seconda degli anni.  Solo chi è accecato dalla faziosità non riesce a capire che questo tipo di legislazione ha lesionato il principio di eguaglianza del cittadino davanti alla legge, anche del cittadino Craxi.- La difesa della libertà dei popoli oppressi è stata per Bettino Craxi una ragione di vita. Non ebbe paura di accusare le multinazionali per l’aiuto dato al golpe cileno di Pinochet, così come aiutò i socialisti portoghesi  a combattere la dittatura di Salazar. Non ebbe d’altra parte alcuna remora nel denunciare con forza i regimi comunisti dell’Europa dell’Est e a impegnarsi nella difesa del popolo palestinese. Tutti i perseguitati politici, prima o poi, sono arrivati  a Roma per incontrare e ringraziare Bettino Craxi per il sostegno (non solo politico) che avevano ricevuto. Sacharov, Pliusc, Havel, il povero Pelikan; Jacek Kuron, Walesa, Dubcek, Ricardo Lagos, centinaia di espatriati cileni; gli intellettuali scampati a Castro, Yasser Arafat, Kaddumi, Nemer, Hammad. 

Ciò che desiderava per lui lo avrebbe voluto davvero per tutti. Anche per coloro che ancora oggi, a distanza di tanti anni dalla sua morte, non riescono a liberarsi dalla faziosità ideologica e politica. 

Guardia Sanframondi 19 gennaio 2021

                                                                    Fiorenza Ceniccola

                                                  Consigliere Comunale del gruppo EsserCi

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