Si tornano a verificare episodi di impallinamento di uccelli protetti durante la stagione della caccia – Soccorso dalla Lipu un airone guardabuoi sparato

Dopo una poiana e un nibbio reale sparati alla fine della scorsa stagione venatoria i volontari della Lipu soccorrono un airone guardabuoi ritrovato ferito in valle Telesina

Purtroppo anche quest’anno, come ogni anno, ci sono animali protetti che vengono sparati durante la stagione della caccia. Infatti già nella scorsa stagione venatoria, ma in realtà in quest’anno solare poiché eravamo alla fine della stagione venatoria 2021-22, i volontari della Lipu del Sannio Beneventano hanno soccorso una poiana (Buteo buteo) proveniente dal territorio comunale di Torrecuso nel tratto vicino al fiume Calore, ritrovata da Nicola Iannella e Daniela Facchiano, e un nibbio reale (Milvus milvus) da recuperato nel comune di Buonalbergo, per il quale si è attivata una rete di soccorso nel centro della valle del fiume Miscano che ha visto impegnarsi prima Gianluca Recce, che lo ha trovato ferito e fortemente debilitato, quindi Fernando Iorio, Anton Bruno Schmidt, Antonio Mennitto e Luigi Salierno, fino ad arrivare al delegato Lipu della Sezione di Benevento, Marcello Stefanucci, che lo ha trasferito al Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) “Federico II” che ha sede presso il Presidio Ospedaliero Veterinario dell’ASL Napoli 1 – Centro.

Per la poiana purtroppo non c’è stato nulla da fare poiché è morta poco dopo il suo rinvenimento per le gravi ferite riportate e nonostante i volontari della Lipu beneventana la abbiano trasferita al Presidio Assistenza Veterinaria (PAV) dell’Asl di S. Giorgio del Sannio per farla poi arrivare al Centro Recupero di Napoli; il nibbio reale invece, sebbene un trauma cranico e la frattura dell’omero di un’ala, grazie alle cure prestategli dai veterinari del Centro Recupero di Napoli, coordinati dal dott. Pasquale Raia, direttore tecnico del CRAS, che hanno visto nell’operazione chirurgica e nella riabilitazione le fasi principali, è riuscito a riprendersi per essere liberato nella primavera scorsa in provincia di Benevento.

Ultimo uccello impallinato dell’anno ad essere soccorso dalla Sezione Lipu di Benevento è stato un airone guardabuoi (Bubulcus ibis), ritrovato a terra da un cittadino della provincia di Caserta, Duilio Carpio, in vicinanza dello svincolo di S. Salvatore Telesino e Puglianello della strada Fondo Valle Isclero.

L’airone guardabuoi è stato consegnato ai volontari della Lipu Antonio Buccirossi e Jessyca Izzo e successivamente trasferito prima al PAV a S. Giorgio del Sannio, quindi al CRAS a Napoli. Arrivato qui gli è stata riscontrata una rottura epatica, dovuta ad un pallino di piombo che ha perforato il fegato dell’airone portandolo alla morte. Tutto ciò nonostante questa specie sia rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna e protetta dalla Legge nazionale n.157/1992.

L’airone guardabuoi è un uccello della famiglia degli Ardeidi, ossia degli aironi, che ha un piumaggio di colore bianco, ma è di taglia più piccola di altre specie di ardeidi bianchi, infatti con i suoi circa 50 cm di lunghezza è circa la metà dell’airone bianco maggiore e poco più piccolo della garzetta, i quali hanno un collo lungo e sinuoso tipico degli aironi. Il suo nome è dovuto al fatto che lo si trova spesso in prossimità di greggi e mandrie di ovini e bovini posandosi spesso su pecore e mucche e mangiandone i parassiti e vari tipi di insetti che si possono trovare nei paraggi di questi animali da allevamento; quindi rispetto agli altri aironi è quello meno legato all’acqua. Inoltre ha abitudini gregarie, cioè lo si trova in grandi gruppi.

L’airone guardabuoi è una specie che viene dall’Africa e in Europa, tranne che in Spagna dove è presente come nidificante da tempi storici, si è diffuso da qualche decennio in diversi paesi. Ad esempio in Francia la prima nidificazione accertata è della fine degli Anni ’60, in Italia la prima nidificazione ad essere stata segnalata è del 1985 ed è avvenuta in Sardegna, qualche anno più tardi anche nell’Italia continentale.

In provincia di Benevento, da quando era praticamente assente, nell’ultimo decennio si sono moltiplicati gli avvistamenti portandolo ad una presenza numerosa soprattutto d’inverno. Nei dintorni della città di Benevento si possono osservare, infatti, decine di esemplari, anche più di 50, tutti assieme che perlustrano i campi coltivati seguendo i trattori o qualsiasi mezzo che smuove il terreno oppure aggregandosi a qualche gregge di pecore al pascolo nei dintorni del centro urbano.

Il delegato della Sezione Lipu di Benevento, Marcello Stefanucci, fa una riflessione finale su questi casi di uccelli sparati: “E’ molto grave quello che è successo sia agli uccelli rapaci, specie particolarmente protette dalla Legge n.157/1992, sia all’airone guardabuoi, anch’essa specie tutelata, soccorsi dalla Lipu beneventana, che sono stati sparati in questo anno solare 2022, perché questi sono attentati alla biodiversità e gravi atti di illegalità. Probabilmente c’è qualcuno che non rispetta le leggi, a fronte sicuramente di molti cacciatori che rispettano le norme di tutela della fauna selvatica, pure se – a mio avviso – l’attività venatoria è un’azione antropica che disturba anche la fauna selvatica che non è cacciabile producendo in alcuni casi dei condizionamenti pesanti come quelli che hanno determinato la dissoluzione del più grande dormitorio invernale di cormorani della provincia di Benevento, presente sino ad un paio di anni fa nell’Oasi Lipu “Zone Umide Beneventane”, vista la vicina zona di caccia al cinghiale”. Continua il delegato della Lipu beneventana: “Bisogna a riguardo dei fenomeni di bracconaggio intensificare i controlli e creare delle sinergie tra tutti i soggetti interessati a tutelare la fauna protetta, la Lipu certamente farà la sua parte facendo dei controlli con le guardie venatorie e zoofile della Lipu Campania, coordinate dal Cav. Giuseppe Salzano, che periodicamente perlustreranno alcune zone del Sannio Beneventano, contando sempre sull’appoggio dei Carabinieri-Forestali, sempre impegnati nel perseguire i reati verso la fauna selvatica, ma sarebbe auspicabile anche la collaborazione con altre associazioni ambientaliste e, perché no, con le guardie delle associazioni venatorie.

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