Finalmente si è alzato il sipario del Teatro Comunale dopo 20 anni.

                

  L’avvenimento ha riempito di gioia noi tutti.

   Dopo l’inaugurazione avvenuta lo scorso 16 settembre, hanno preso avvio gli spettacoli della stagione invernale di Benevento Città Spettacolo, la kermesse di Renato Giordano, sostenuta da Intesa San Paolo, la main Partener di questa edizione.

     Il sipario finalmente si è aperto sabato 5 novembre  con “Il Re muore” di Eugène Scaparro, dopo di che, l’11 novembre, è stato rappresentato “A che servono questi quattrini”.

Nel mese di dicembre, e precisamente venerdì 2,  vedremo Lodo Guenzi in “Trappola per topi”, sempre alle ore 20:45, il giorno dell’Epifania sarà protagonista Napoli con la sua storia e le sue canzoni, con “Bruno racconta e Venturini  canta!”.

 Nel mese di febbraio, gli appuntamenti, alle ore 20:45, saranno due: il primo  sabato 4 febbraio con Marco Travaglio che ci racconterà “I migliori danni della nostra vita” e mercoledì 22 febbraio la compagnia Red Roger ci presenterà “Edison Vs Tesla. La luce e l’oblio”.

A marzo,  avremo tre spettacoli. Vedremo il 04 alle ore 20:45 Michele Placido in “la Bottega del caffè” di Goldoni, con la replica pomeridiana, domenica 05 marzo alle ore 18,00.

 Il secondo appuntamento mensile  ci sarà il 10 marzo alle ore 10,30 per la sezione Giovani a Teatro “Maschere d’autore” di Renato Giordano.

 Il terzo ci sarà il 15 marzo sempre alle ore20:45 con Eros Pagni in “Enrico IV”.

 Nel mese di aprile gli eventi saranno due: il primo, sabato 1 aprile, vedrà l’ autore Roberto D’Alessandro interpretare: ”Money”, il secondo, che chiuderà la Rassegna,  è previsto il 28 aprile  con Claudio Casadio in “L’Oreste- Quando i morti uccidono i vivi”.

Problemi di salute ci hanno impedito di assistere alla prima serata con la compagnia di Eduardo Siravo, ma siamo riusciti invece a vedere “A che servono questi quattrini”, di Armando Curcio, con la compagnia di Nello Mascia, che ha presentato lo spettacolo a Benevento, in prima nazionale. Nella presentazione di questo suo lavoro, Mascia si è detto ”molto felice di essere ritornato a Benevento dove fin dagli inizi degli anni 80 è stato ospite in quasi tutte le edizioni di “Città Spettacolo””, dirette da Ugo Gregoretti. Ho accettato con molto piacere di tornare a Benevento per il nuovo allestimento della commedia di Curcio, perché in questa città mi sento a casa”. Né Mascia, né Valerio Santoro, attore e impresario della società “Pirandelliana 2”, hanno sottaciuto l’enorme difficoltà in cui versa il teatro italiano, oggi. Dopo i due lunghi anni di pandemia si riprende un discorso interrotto così bruscamente, ma servono, come hanno sottolineato anche i due  sopracitati attori, sempre la presenza  ed il sostegno dei contributi statali, senza i quali diventerà sempre più difficile fare teatro.

 La rappresentazione è durata poco meno di due ore e ci ha deliziati sia per l’interpretazione dei suindicati bravi attori, a quali  vanno aggiunti Salvatore Caruso, Fabrizio La Marca, Ivano Schiavi e la beneventanaLoredana Giordano, che si è detta particolarmente emozionata per aver recitato nella sua città. 

La vicenda è abbastanza conosciuta: il protagonista è il marchese Parascandolo che, dopo aver dilapidato tutte le sue sostanze, elabora una sua filosofia secondo la quale si può vivere senza quattrini. Di questa sua teoria ne fa partecipe anche tanti ragazzi del rione che apprendono la difficile arte dell’ozio. Quest’ultima viene messa in pratica da uno dei suoi migliori allievi, Vincenzino Esposito, che ha abbandonato da tre mesi il suo lavoro di tornitore per il quale veniva anche ben retribuito, per vivere nell’otium. 

La decisione crea notevoli difficoltà alla famiglia, composta dalla zia cha vive con lui, in una casa, il cui proprietario, non ricevendo l’affitto per alcuni mesi, fa giungere loro lo sfratto esecutivo.

  Vincenzino, essendo ormai nullatenente, non può neanche realizzare il suo sogno d’amore: quello di sposare Rachelina, la sorella di Don Ferdinando, il ricco proprietario di un pastificio.

 Nella commedia è presente anche la figura di uno strozzino, un certo Carlo Palmieri di Amalfi, che cercherà di realizzare,( senza riuscirvi, in questo caso), lauti guadagni, sulla pelle dei suoi debitori.

 L’acume del marchese Parascandolo, infatti, riuscirà a risolvere i problemi di Vincenzino, regalandogli così amore e benessere.

 La commedia è stata molto bene interpretata, offrendo  un momento di grande contentezza, poiché le situazioni, gli equivoci spesso concettuali e non solo linguistici, ci hanno divertito oltremodo.

 Abbiamo tutti, forse, accantonato, per qualche ora, i nostri affanni quotidiani, e forse il teatro può essere utile anche a ritemprare i nostri animi, in questo momento particolarmente provati dai tanti problemi che ci affliggono.

Arrivederci al prossimo 2 dicembre con Lodo Guenzi.

Maria Varricchio

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