La novità del LXXVI Premio Strega: i finalisti sono sette e non più cinque.

   
 Quest’anno il Premio Strega ha  due primati: il  primo, quello dei partecipanti alla selezione, è che  i libri sono stati ben 74; il secondo è che i finalisti, un dato a sorpresa,  sono sette rispetto alla classica “cinquina”.   Sono infatti due i romanzi giunti ex aequo al quinto posto nella votazione annunciata da Emanuele Trevi, presidente di seggio e vincitore dell’ultima edizione, con il suo libro “Due vite” edito da Neri Pozzi.  Il settimo finalista è stato invece aggiunto in virtù dell’art. 7 del regolamento di votazione, che recita: “Se nella graduatoria dei primi cinque non è compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo(così definito secondo la classificazione delle associazioni di categoria e le conseguenti valutazioni del comitato direttivo), accede alla seconda votazione il libro (o in caso di ex aequo i libri) con il punteggio maggiore, dando luogo a una finale a sei (o più) candidati.  Questi i nomi dei finalisti alla LXXVI edizione del Premio Strega, che sono stati proclamati lo scorso 8 giugno, nella bellissima location del Teatro Romano di Benevento, addobbato, come nella scorsa edizione,  con fiori di ginestra:   Mario Desiati con Spatriati, edito da Einaudi, ha ottenuto il maggiore numero di voti, rappresentando le varie forme d’amore che si percepiscono leggendo il suo romanzo. La storia  racconta “di due ragazzi “irregolari”, vagabondi e incerti, (il significato della parola dialettale “spatriato”, appunto) , simboli di una generazione di quarantenni che non si sente a casa in nessun posto e per questo continua a muoversi, costruendo relazioni al tempo stesso fluide, mutevoli ma estremamente tenaci. Come quelle dei due protagonisti”; Claudio Piersanti, con Quel maledetto Vronskij , edito da Rizzoli, in cui la moglie del protagonista svanisce nel nulla, lasciando un messaggio scritto al marito, ”in cui chiede di non essere rintracciata, perché vuole essere dimenticata”;  Lo stesso tema è affrontato anche da Marco Amerighi con Randagi, edito da Bollati Boringhieri. Qui il protagonista, Pietro Benati sembra intenzionato ad interrompere una tradizione familiare, quella del dileguarsi. Il nonno lo aveva fatto con la guerra di Etiopia, poi il padre ed ora tocca a lui….“Un romanzo classico che guarda ai grandi della letteratura”. Questo il motivo per cui il libro vincerà secondo l’autore in risposta alla domanda postagli dal conduttore della serata, Stefano Coletta, direttore di Rai1Veronica Raimo, premiata quale vincitrice della nona edizione del Premio Strega Giovani 2022,  con Niente di vero, edito a Einaudi, anche autrice di questo libro, parla della Puglia in cui la protagonista è la non verità di ognuno;  Fabio Bacà, con Novaedito da Adelphi, ci parla di violenza e di vigliaccheria. Il libro, dice la critica,  “a queste due categorie inflazionate dall’etica, restituisce un senso culturale molto più autentico e comunemente sottostimato”; Alessandra Carati con E poi saremo salviedito da Mondadori, racconta la storia di una famiglia in fuga dalla Jugoslavia, riproponendo così il dramma, mai finito, dei profughi, cioè  di quella parte di umanità, costretta dalla guerra, dalla fame o dalla carestia a lasciare il proprio paese, con grande timore ed assoluta incertezza sul proprio futuro. La scrittrice ha raccontato che il libro è nato da un incontro del 2008 con alcuni profughi, che ha frequentato e con cui si è confrontata, ascoltandoli, per raccontare il loro viaggio; Veronica Galletta con Nina sull’argine (Minimum fax, 103 voti) è stata la rivelazione dell’anno, perché ha riportato nel suo libro l’esperienza da lei accumulata, nella sua professione quale ingegnere  idraulico. Con la sua geniale idea, ha dimostrato che il lavoro si può raccontare in maniera eccellente.  Ricordiamo anche che il Premio Strega Europeo 2022, giunto alla nona edizione, è stato vinto, quest’anno, anch’esso ex aequo, da due autori:  Amélie Nothomb, belga, con il romanzo “Primo sangue”, edito da Voland, e Mikhail Shishkin, russo, con il romanzo “Punto di fuga”, edito da 21lettere. Oltre che a loro, il Premio va anche alle traduttrici dei due libri: Federica Di Lella e a Emanuela Bonacorsi. Bella è stata anche la testimonianza di Melania Mazzucco, Presidente del Comitato Direttivo, che vinse il premio Strega nel 2003, con “Vita”, la storia fantastica dell’emigrazione del nonno e dei suoi in America, nel dire: ”Ero al mio primo libro. Il Premio Strega ti può cambiare la vita. Infatti, dopo di esso ho potuto dedicare tutto il tempo alla scrittura. Con questo premio si acquista una grande responsabilità, perché non sei più uno sconosciuto”.  Un ringraziamento particolare va:  Ai promotori di questa significativa manifestazione e cioè alla Fondazione Maria e Goffredo  Bellonci, il cui Presidente, Giovanni Solimine,  docente fino al 2021 della Sapienza Università di Roma, dove ha diretto il Dipartimento di Lettere e Culture moderne,  ha ricordato il lavoro immane che sta svolgendo negli anni con la  “capacità di sostenere una grande organizzazione di eventi, con relativo desiderio di cultura. La selezione per il conferimento del Premio Strega, ha visto, anche quest’anno, una grande partecipazione di votanti”. Il Presidente ha concluso il suo intervento dicendo: ”Abbiamo bisogno dello stesso spirito di rinascita, quello che ha dimostrato il Premio”.A “Liquore Strega Alberti spa”, il cui Presidente, Alberto Foschini, ha partecipato alla manifestazione, spiegando che lo Strega Alberti è da semprecompresente con la Fondazione. Infatti, ha affermato: “la fondazione non è una banalità, perché la compresenza è totale e longeva. Esistiamo da 160 anni, il Premio non è strategico di marketing, ma abbiamo condiviso da subito il momento magico della ripresa del dopoguerra”.  Alla Camera di Commercio di Roma,  alla IBs.it; alla Bper Banca, quest’ultima, ormai al fianco del premio da alcuni anni, il cui responsabile, nel suo intervento, ha sottolineato il finanziamento che ”la banca ha eseguito a favore anche dell’Accademia delle Belle Arti, per valorizzare le risorse nazionali, per investire nella cultura, ed ha esortato i genitori a realizzare questo tipo di  investimenti, nella cultura dei propri figli, per una crescita personale perché solo la cultura crea uguaglianza”. Quest’ultima, bellissima riflessione, ci permette di aggiungere che il sapere, rimarrà nostro personalmente, qualunque cosa accada. Al Comune di Benevento, rappresentati dal sindaco Clemente Mastella e dall’assessore alla cultura, Dott.ssa Antonella Tartaglia Polcini. Complimenti per la bellezza e la linearità del logo ideato da Olimpia Zagnoli, classe 1984. Zagnoli “è una creativa italiana che è riuscita a conquistare gli Stati Uniti d’America con i suoi disegni vivaci e dalle linee essenziali. L’artista, con i suoi coloratissimi disegni, dallo stile retrò e piuttosto ironico, ha conquistato le copertine del New Yorker e la metropolitana di New York”.  E’ doveroso ringraziare anche il direttore artistico, Renato Giordano, che come sempre si è prodigato per realizzare, al meglio, la presentazione di questo longevo ed ambito premio letterario.  Non ci resta che aspettare il prossimo 7 luglio, per sapere quale tra i finalisti che, con i loro      romanzi, si contenderanno la vittoria del Premio Strega, a Roma, nel  Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà proclamato vincitore. L’evento sarà trasmesso in diretta televisiva da Rai Tre, con la conduzione di Geppi Cucciari.  Buona lettura a tutti!Maria Varricchio

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