Una riflessione sul primo maggio del segretario cittadino del PD , Francesco Zoino

“Di rado, prima d’ora” afferma Zoino, “si è avvertita una tale urgente necessità di onorare il Primo Maggio, giorno della festa dei lavoratori. E non perché negli anni scorsi non ci fossero le condizioni per ricordare una festa che ha da sempre un profondo significato sociale e politico, bensì perché, nel momento attuale, il nostro Paese e il nostro territorio sono impegnati a superare da una parte i gravi problemi generati dalla pandemia, dall’altra a fronteggiare i pericoli di una recessione possibile a causa di una guerra, quella in atto in Ucraina, che ha disorientato e sconvolto l’intera Europa.

Il Partito Democratico da sempre ha a cuore il presente e il destino del lavoro in Italia. Prima di tutto perché è un principio fondamentale iscritto nella Costituzione, e come tale si pone alcentro della complessa meccanica dei rapporti economico-sociali. In secondo luogo, perché è la fonte della dignità della persona, ciò che ne assicura la sussistenza e dunque l’autonomia, in quanto singolo e in quanto membro della società. Senza il lavoro, una persona non esiste, non può esistere, così come un organismo sociale non può sopravvivere. Ma il fatto è che, a fronte della sua indubitabile importanza, in Italia il lavoro ha subito, nel corso degli ultimi decenni, una “ristrutturazione verso il basso”, per così dire, un processo di smantellamento che lo ha profondamente trasformato, fino a rendercelo irriconoscibile, fino a negarlo.

Eppure, a febbraio 2022 l’occupazione è tornata ad aumentare, riprendendo il trend in crescita che aveva caratterizzato il 2021, quando le uniche eccezioni in senso negativo erano intervenute nei mesi di gennaio, agosto e ottobre. Infatti, rispetto a gennaio 2021 rispetto ai livelli pre-pandemia, il tasso di occupazione, raggiungendo il 59,6%, è superiore di 0,6 punti rispetto a gennaio 2020. Aspetto, questo, certamente positivo, ma che non può farci dormire sogni tranquilli, dal momento che avremmo bisogno, tanto a livello nazionale che a livello locale, di un potenziamento delle strutture pubbliche di sostegno ai lavoratori, della creazione di politiche attive del lavoro, dell’l’implementazione di meccanismi per la crescita economica del territorio. Questa volta l’obiettivo è conseguibile ma a tutti gli attori coinvolti, a partire dal Governo centrale fino a giungere agli Enti locali, in stretta cooperazione con le Parti Sociali, non è più consentita la perdita di un solo minuto di tempo, oltremodo prezioso. L’occasione propizia ed unica, quanto irrepetibile, è rappresentata dai finanziamenti garantiti dall’Unione europea, comprensivi delle ingenti somme previste dal PNRR.  Rimbocchiamoci le maniche. E’ questa l’unica opportunità in grado di garantire all’Italia un trend di crescita occupazionale costante e stabile per gli anni a venire, nonché un significativo abbattimento del costo del lavoro.  Chi resta a terra oggi, senza salire al volo sul treno che sta passando, ci resterà, colpevolmente, anche per i prossimi decenni”.

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