Due importanti riflessioni di Rosetta De Stasio

In margine della seduta del Consiglio comunale di Benevento  del 14 febbraio, abbiamo già avuto modo, in una breve nota, di sottolineare la intolleranza del sindaco Mastella rispetto all’incalzare delle opposizioni. Ma ci riserviamo di intervenire su quanto accaduto in tale seduta, dal momento che un approfondimento, in questo caso, sulla tenuta democratica di una istituzione, è sempre attuale, anche perché noi facciamo riflessioni e non cronaca rispetto agli avvenimenti.
Anche la consigliera di “Prima Benevento”, l’Avv. Rosetta De Stasio, candidata sindaco del centro destra in quota alla Lega, con una nota “La democrazia è confronto e rispetto”, ha affidato alla stampa, il 15 febbraio, una sua riflessione, che pubblichiamo integralmente, su quanto accaduto in quella seduta. Ma ha pure, in un’altra nota, definito gli ambiti entro i quali il segretario comunale deve esercitare le sue funzioni, dal momento che, sempre in tale seduta, vi sarebbero stati degli sconfinamenti, senza rispettare il proprio ruolo, da parte del successore di Maria Carmela Cotugno, della quale il sindaco ha ritenuto di fare a meno perché ritenuta non affidabile.
Ecco la prima nota: 

“La seduta del Consiglio Comunale tenutasi in data 14 Febbraio è la plastica dimostrazione del limite profondo dell’attuale Amministrazione”. 
“Ovverossia la incapacità di mantenere il confronto politico in Consiglio, frutto della scarsa abitudine a rendere conto del proprio operato”.“Già dalle prime battute sono dovuta intervenire per invitare il Presidente del Consiglio ad autorizzare l’ingresso nell’aula consiliare dei giornalisti presenti a Palazzo Mosti. La seduta era stata fissata in “modalità mista” (e cioè con la partecipazione anche da remoto) e, come tale, era diritto della stampa intervenire in presenza o da remoto. Invece era stato ordinato ai Vigili Urbani di non permettere l’ingresso nell’aula consiliare ai giornalisti. In esito alle proteste da me palesate, insieme agli altri gruppi di opposizione, ed in verità condivise anche dai consiglieri di maggioranza, il Presidente ha dovuto consentire la partecipazione dei giornalisti”.“Successivamente la seduta si è svolta in modo articolato, anche se polemico e vivace, con una discussione interessante ed approfondita sugli argomenti all’OdG, ed in particolare sulla mozione a mia firma che richiedeva al Consiglio di impegnare la Giunta a revocare la delibera n.41/2020 (cd. “tagliapini”), e su quella che richiedeva al Consiglio di impegnare il Sindaco a revocare il Decreto di nomina del Dr. Picucci nel CdA della GE.SE.SA”.“Il Sindaco Mastella, collegato da “remoto” ma presente a Palazzo Mosti è intervenuto prima che si procedesse alla votazione sulla mozione “Picucci””.“Con il modo altezzoso ed arrogante che lo caratterizza, ha inteso evidenziare una presunta irritualità nell’azione politica posta in essere dai gruppi di opposizione e negli interventi svolti in Consiglio, ergendosi a giudice “parziale” di consiglieri che compiono il proprio dovere quotidianamente, accusandoli, sostanzialmente di presentare troppe interrogazioni e di “parlare troppo in consiglio”, e ricordando, come al solito, che lui ha vinto le elezioni. Nel suo intervento, peraltro piuttosto disordinato oltre che in molti punti incomprensibile non solo perché effettuato da “remoto”, il Sindaco è tornato sui punti all’OdG già votati e sui quali, quindi, la discussione era stata chiusa”.“E’ senza dubbio legittimo che il Sindaco intervenga in Consiglio, anzi auspicabile, ma non è legittimo che ai consiglieri comunali non sia data la possibilità di replicare, non solo per fatto personale. E purtroppo è quanto accaduto oggi in Consiglio: dopo l’intervento di Mastella sono stati spenti i microfoni dei consiglieri che, pertanto, non hanno potuto replicare né intervenire e che sono stati costretti ad abbandonare l’aula per evidenziare la grave violazione dei propri diritti”.“Al di là degli argomenti in discussione, quanto verificatosi nella seduta consiliare costituisce un fatto di notevole gravità”.“Mentre i consiglieri di maggioranza hanno risposto in modo positivo all’intento collaborativo della opposizione nel lavoro quotidiano che viene svolto nelle commissioni consiliari, il Sindaco ha ancora una volta inteso distruggere il rapporto istituzionale calpestando i princìpi di democrazia e libertà che sono i requisiti essenziali dell’attività amministrativa e della politica in generale”.“Con la complicità, dispiace dirlo, di chi evidentemente non riesce ad essere autonomo nei comportamenti e nelle decisioni (che nulla hanno a che vedere con le appartenenze politiche o con gli schieramenti), Mastella ritiene di poter continuare a comportarsi come “il signorotto” del Comune”.“Dovrebbe ricordare che la campagna elettorale è terminata da quattro mesi, e che oggi è tempo di mettere in campo tutte le energie possibili per consentire alla città di crescere veramente, è tempo di lavorare, è tempo di progettare seriamente, ed è anche tempo di ascoltare chi la pensa diversamente o propone diverse soluzioni”.“Ma soprattutto è tempo di rispettare gli altri, nella consapevolezza che una città ed una comunità può progredire solo con il confronto, e la ricerca dei punti d’incontro, più che dei punti di divergenza”.“Molti dei consiglieri che lo sostengono questa consapevolezza l’hanno acquisita. Mi auguro sinceramente che possa diventare anche patrimonio del primo cittadino, che ha senza dubbio ricevuto la fiducia della maggioranza della popolazione, ma che non ha certo ricevuto l’autorizzazione a gestire il Comune come fosse casa propria, ed i consiglieri come fossero suoi servi”.“La democrazia è innanzitutto confronto, e soprattutto rispetto”.

Ed ecco la riflessione che, in ordine al comportamento del neo segretario comunale, Rosetta De Stasio ha inteso rendere nota alla stampa, sempre il 15 febbraio, perché “ciascuno svolga il proprio ruolo”:

“La seduta consiliare di ieri, 14 Febbraio, ha innescato una ulteriore polemica in relazione a quanto da me detto al Segretario Comunale nel corso del Consiglio, e precisamente durante la discussione sulla mozione inerente la delibera n.41/2020”.
“Premesso che riserbo il massimo rispetto per chiunque svolga le proprie funzioni in qualunque contesto, ritengo doveroso precisare, anche in esito alla nota dei colleghi consiglieri di maggioranza apparsa sulla stampa, che il mio intervento nei confronti del Dr. Feoli è scaturito, probabilmente in modo anche veemente, da quanto dallo stesso affermato”. 
“Gli era stato richiesto un “parere tecnico” sulla possibilità di un Organo (Consiglio) di revocare un atto emanato da altro Organo (Giunta)”.
“Premesso che la richiesta di tale parere (avanzata dal Consigliere Picariello) era del tutto ultronea visto che la mozione da me presentata, e della quale si stava discutendo, testualmente chiedeva che “il Consiglio impegnasse la Giunta a revocare la delibera n.41/2020” (è del tutto evidente, infatti, che la revoca di una delibera di Giunta non può essere disposta dal Consiglio, e viceversa), il Segretario Comunale, invece di fornire il parere tecnico, cominciava il suo intervento entrando nel merito della questione “dei pini”. Dopo avere sottolineato che la questione era delicata perché coinvolgeva più diritti costituzionalmente garantiti, e che di questi è prevalente il diritto alla pubblica incolumità, richiamava un precedente simile verificatosi ad Avellino, ove egli svolgeva funzioni di Dirigente all’Ambiente, ed affermava che l’Amministrazione, anche su sua indicazione, aveva assunto un comportamento uguale a quello dell’Amministrazione di Benevento,  fornendo sostanzialmente una sua opinione al riguardo”.
“E’ stato per tale motivo che ho affermato che non era suo compito comunicare al Consiglio la sua personale opinione nel merito della questione, in quanto Segretario Comunale e non Consigliere, ma limitarsi a fornire il parere tecnico richiestogli”.
“Il TUEL del 2000, che disciplina il ruolo e le funzioni del Segretario comunale, prevede, tra i suoi compiti, quello di partecipare alle riunioni del Consiglio o della Giunta con funzioni consultive e di assistenza, e di esprimere pareri in relazione alle sue competenze, e cioè pareri tecnici”.
“Il clima del Consiglio di ieri era più che acceso, sia a causa della tentata ed ingiustificata estromissione della stampa ad inizio seduta (in relazione alla quale sono intervenuta in modo immediato), sia per l’importanza ed il rilievo sociale dell’argomento trattato (l’abbattimento dei famosi “pini”), che ha dato vita nella città, da ormai tre anni, ad un dibattito politico-istituzionale che ha visto toni ben più accesi e veementi di quelli di ieri”.
“E’ del tutto evidente che la foga e la passione non equivalgono a mancanza di rispetto delle figure istituzionali o dell’intero consiglio, del quale anche io sono parte. Spesso ci si lascia prendere la mano nel tentativo di convincere gli altri della bontà della propria tesi, e probabilmente si dà adito ad interpretazioni diverse. Non era e non è nelle mie intenzioni offendere alcuno, ma era ed è nelle mie intenzioni cercare, per quanto possibile, di contribuire a che tutti rispettino leggi, regolamenti e ruoli, senza travalicarli”.
“A volte non è facile essere compresi, non sempre per colpa degli interlocutori, ma non è neanche facile portare avanti battaglie di civiltà nell’interesse della cittadinanza. L’obiettivo di chi fa politica sul territorio è quello di rappresentare le esigenze, laddove giuste, della popolazione e fare in modo che alle stesse venga data una risposta concreta”.
“La mia veemenza ha provocato una “levata di scudi” della maggioranza, ma la mia caparbietà ha consentito a tutti di discutere su un problema, non solo legato all’ambiente, che era stato relegato, durante la precedente Amministrazione. ad un paio di sedute di giunta senza alcun coinvolgimento del Consiglio comunale”.
“Se non fosse stato per l’azione dei movimenti civici ambientalisti e di molti cittadini, la precedente Amministrazione avrebbe abbattuto tutte le conifere di Viale degli Atlantici e della parte alta della città, senza battere ciglio, e senza neppure discuterne in consiglio”.
“Così come se non fosse stato per la mia interrogazione e successiva mozione, l’attuale amministrazione avrebbe accantonato la questione, limitandosi, si fa per dire, al taglio “periodico” di 15 o 20 pini per volta, 
E purtroppo il timore è proprio questo: visto che fino ad oggi alcuna cura è stata praticata agli alberi, pur ritenuta necessaria dai vari “esperti” interpellati, sorge il legittimo dubbio, anche dopo l’atteggiamento assunto  ieri dalla maggioranza consiliare, che si voglia lasciar passare il tempo, e quindi lasciar peggiorare lo stato di salute degli alberi, fino a renderli “pericolosi” e, quindi, “da abbattere”. Invece che tutti insieme, potrebbero essere abbattuti un poco per volta, raggiungendo, di fatto, lo stesso risultato che Mastella si era prefisso con la delibera n.41/2020”.
“Per quanto mi riguarda farò tutto ciò che è nelle mie possibilità per evitare che ciò accada, ed invito i movimenti civici e tutti coloro che amano questa città a vigilare affinchè non venga posto in essere lo scempio architettato con la delibera n.41/2020, che la Giunta Mastella non ha alcuna intenzione di revocare”.
“Infine giusto una precisazione ai colleghi consiglieri di maggioranza che nella loro nota hanno posto l’accento sul fatto che io stata “scaricata”: è del tutto evidente che per essere oggi “scaricata”, avrei dovuto essere ieri “caricata” da qualcuno. Non essendo mai stata e non essendo a carico di alcuno, sono assolutamente certa di poter liberamente continuare a compiere il mio dovere quale consigliere comunale della mia città”. (gdg)

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