Ceniccola: “Bettino Craxi, un grande modernizzatore che merita di essere ricordato”

Da ben 22 anni le spoglie del Presidente Craxi riposano nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet e a distanza di tanti anni si contano sulla punta delle dita di una mano i Sindaci  che hanno avuto la forza  di intitolare un luogo pubblico a Benedetto (Bettino) Craxi per onorare la memoria di quel grande uomo di Stato che ha speso la sua vita per il bene dell’Italia  e condotto a morte prematura lontano dalla sua patria dopo essere stato ignobilmente infangato. 
Un grande  statista che per un quarto di secolo ha rappresentato la punta più avanzata del socialismo democratico e riformista in Europa e nel mondo e che “è stato tra i 5 o 6 personaggi che hanno fatto la storia d’Italia dal dopoguerra agli anni ‘90”, per dirla con il quotidiano l’Unità dell’anno 1999.
Un grande  uomo di governo che nel 1984 aveva quasi azzerato l’inflazione  (dal 16% al 4%) con il cosiddetto “decreto di San Valentino” ed una politica industriale espansiva e non recessiva.
Un grande uomo di governo che aveva portato l’Italia al quinto posto nell’economia del mondo con un tasso di sviluppo di circa il 3% annuo ed ottenuto per la prima volta il massimo di affidabilità da parte delle maggiori agenzie di “rating” internazionale che attribuirono all’Italia la valutazione massima, la cosiddetta  tripla AAA, portando in questo modo il nostro Paese nell’ aristocrazia dei paesi industrializzati.
Un grande uomo di governo che aveva speso tutto il suo potere politico per mettere fine al monopolio nell’informazione della RAI nonostante la forte opposizione della sinistra catto-comunista e di una Magistratura politicizzata (tutti dovrebbero ricordare i cosiddetti pretori d’assalto che oscuravano le emittenti televisive di Berlusconi e i  decreti -reiterati- del governo Craxi per farle rivedere).
Un grande uomo di governo che aveva gettato davvero le basi dell’Unione Europea e che, pur convinto filo-americano, non s’era fatto umiliare dal Presidente Reagan a Sigonella (in occasione del sequestro dell’Achille Lauro).
Un grande Presidente che arrivò alla guida del Paese in un momento di gravissima crisi strutturale (vale la pena ricordare  che quando nell’agosto del 1983 il Presidente Craxi iniziò a governare la produzione industriale era crollata del 7% e le quotazioni azionarie precipitavano, al punto che, solo pochi mesi prima, si era stati costretti ad un intervento assolutamente eccezionale: la sospensione per tre giorni dell’attività di Borsa per evitare un vero e proprio tracollo finanziario) e che al programma dell’austerità (proposto dall’on. Berlinguer, segretario del PCI) considerata come la sola via d’uscita dalla crisi seppe contrapporre gli incentivi alla ripresa industriale per far uscire il Paese dalla recessione e dalla stagnazione.
L’Italia assistita diventa modello di sviluppo e di innovazione grazie all’azione svolta dal primo governo Craxi.
Un grande modernizzatore che non esitò a far votare “SI” ai socialisti quando si doveva decidere l’ingresso dell’Italia nello SME (primo passo verso la moneta unica, ferocemente osteggiata dal Partito Comunista Italiano).
In conclusione, per aiutare qualche  Sindaco a  trovare il coraggio necessario per  abbattere il muro  della malafede e del pregiudizio ideologico  vale la pena ricordare che:
1. Il 19 gennaio 2000 Bettino Craxi è morto ad Hammamet suscitando il cordoglio di tutto il mondo democratico e  il governo dell’epoca -presieduto dall’on. Massimo D’Alema-  propose di tributare a Bettino Craxi i funerali di Stato in Italia che la Legge prevede solamente per le più alte cariche istituzionali e per quelle personalità “che abbiano reso particolari servizi alla Patria, nonché per quei cittadini che abbiano illustrato la nazione italiana”.
2. La Corte di Giustizia Europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano per violazione dell’articolo 6 della Convenzione di Strasburgo sull’equo processo. In poche parole, la Corte europea ha sancito che i più elementari diritti e le regole del diritto furono violati pur di arrivare ad una condanna del leader socialista. In sostanza, il Presidente Craxi è stato vittima di un processo ingiusto e non venne messo in condizione di difendersi.
3. Il Procuratore Capo del Tribunale di Milano Gerardo D’Ambrosio (poi Senatore della Repubblica eletto nelle liste dei DS ex PCI) che condusse le indagini che portarono alla condanna del Presidente Craxi  fu il primo a riconoscere che l’ex segretario del Partito Socialista Italiano non aveva mai intascato soldi a titolo personale e in un’intervista al “Foglio” del 22 febbraio 1996 affermava: “…La molla di Bettino non era il suo arricchimento ma la politica” ed ha  confermato in più occasioni (prima di morire) che Bettino Craxi aveva ragione quando affermava che tutto il sistema dei partiti della prima Repubblica si reggeva sul finanziamento illecito che è stato amnistiato sino al novembre ’89, depenalizzato se compiuto dopo il ’93 e colpito penalmente solo se commesso in quell’intervallo di quattro anni. Una legislazione a singhiozzo con reati che appaiono e scompaiono a seconda degli anni. Solo chi è accecato dalla faziosità non riesce a capire che questo tipo di legislazione ha lesionato il principio di eguaglianza del cittadino davanti alla legge, anche del cittadino Craxi.
4. La difesa della libertà dei popoli oppressi è stata per Bettino Craxi una ragione di vita. Non ebbe paura di accusare le multinazionali per l’aiuto dato al golpe cileno di Pinochet, così come aiutò i socialisti portoghesi a combattere la dittatura di Salazar. Non ebbe d’altra parte alcuna remora nel denunciare con forza i regimi comunisti dell’Europa dell’Est e ad impegnarsi nella difesa del popolo palestinese. Tutti i perseguitati politici, prima o poi, sono arrivati a Roma per incontrare Bettino Craxi e ricevere appoggio politico e sostegno economico. 
Ciò che desiderava per lui lo avrebbe voluto davvero per tutti. 

Anche per tutti coloro che ancora oggi, a distanza di tanti anni dalla sua morte, non riescono a liberarsi dalla faziosità politica. 
Ciao Presidente.
Amedeo Ceniccola
Presidente circolo “B. Craxi” – Benevento

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