Una cadenza perfetta conclude la VII stagione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento

Venerdì 13 novembre abbiamo avuto la gioia di ammirare l’Auditorium della Spina Verde, aperto finalmente al pubblico, con un concerto che ha sancito, da una parte, la fine di questa VII stagione concertistica per l’OFB, e, dall’altra, l’affidamento a questa nostra giovane orchestra del suddetto Aufìditorium. La Spina Verde, e quindi anche l’Auditorium, completata  in prossimità delle elezioni amministrative, venne inaugurata a campagna elettorale iniziata dall’allora sindaco di centro sinistra, Fausto Pepe. Mastella, subentrato alla guida della città, non provvide a fare installare un sistema di videosorveglianza sull’intera struttura lunga circa 500 metri, la distanza che intercorre tra la chiesa dell’Addolorata e la scuola elementare di San Modesto 2, sicché tutta la Spina Verde venne abbandonata al vandalismo. I vandali, dopo aver danneggiato la struttura edilizia destinata a mediateca, fecero tappa, in un tempo successivo, dopo aver danneggiato buona parte dell’arredo della Spina Verde, alla struttura già destinata ad Auditorium, squarciando anche le poltrone, oltre al resto della sala.

L’affidamento dell’Auditorium all’OFB, già virtualmente deciso all’atto dell’inaugurazione della Spina Verde, è avvenuto non molto tempo fa, appena ripristinata l’agibilità della sala. Così, finalmente l’OFB ha avuto finalmente una “casa”, dopo essere  stata  accolta ed ospitata amorevolmente, per alcuni anni, dalla parrocchia di S. Gennaro, grazie alla disponibilità di Mons. Pasquale Maria Mainolfi. Mai come in questo caso calza a pennello il vecchio adagio che recita: “Meglio tardi che mai”.
E’ stato come un ritrovarsi, la felicità era stampata sul volto di questi ragazzi, che ci hanno accolti con un rigoroso rispetto della normativa anticovid, ma soprattutto con un concerto veramente interessante.
E’ stata eseguita, l’opera 70, n.1 di  Giuseppe Marucci, figlio d’arte. Il padre, Gaetano era trombettista, ed egli fu un bambino prodigio, perché già ad otto anni si esibiva nei concerti solistici al pianoforte. Studiò composizione presso il Conservatorio di Napoli, con il M° Paolo Serrao, e si impegnò moltissimo per realizzare il rinnovamento della musica in Italia. Infatti egli diffuse le opere di Robert Schumann, e di Ludwig van Beethoven, di cui non a caso abbiamo rispettivamente un concerto ed una Sinfonia. Ancora fu profondo amatore di Johannes Brahms, di Franz List, mentre di Richard Wagner diresse la prima esecuzione in Italia, e precisamente a Bologna di “Tristano ed Isotta”, nel 1888.
Di Robert Schiumann abbiamo assistito al concerto per violoncello ed orchestra in la minore, op.129. Egli, figlio di un libraio e dalla madre una insegnate di pianoforte,  ereditò la passione della musica. Fu allievo di Friedrich Wieck, ma, malgrado la sua forte determinazione, non divenne un bravo pianista, a causa di un incidente alla mano destra.
Decise dunque di dedicarsi alla composizione. Firmava i suoi lavori con pseudonimi, quali Eusebio e Florestano, in cui si ritrovavano, di volta in volta, i due aspetti compresenti nell’anima di Schumann: quello fiero ed eroico di Florestano e quello malinconico e fragile  di Eusebio.  Lo sdoppiamento dell’animo umano è un tema molto presente nel romanticismo ottocentesco, e la finalità ultima  a cui tendeva Schumann era quella di superare i canoni formali del Settecento  e dare  via libera all’ispirazione pura e semplice. Questa situazione di sdoppiamento della personalità lo portò ad un tentativo di suicidio, al ricovero in manicomio, ad una morte particolarmente triste. La critica così si è espressa:”Le sue opere sono un esempio di passionalità focosa, di sentimenti intimi, delicati, sensuali, lacrimevoli, autunnali. Il suo stile è immediatamente riconoscibile all’orecchio dell’ascoltatore, soprattutto anche nei piccoli e numerosi brani per pianoforte, per i quali è giustamente noto”.
La sua grandezza si era espressa anche nelle grandi composizioni per orchestra e per strumento solista ed orchestra, come quello a cui abbiamo assistito, che ha visto Erica Piccotti esprimersi al violoncello, in una maniera eccellente, tanto da dover concedere un bis al pubblico, che l’ha applaudita lungamente. Questo giovane talento, ha dimostrato di vivere la musica, di farla parte di sé.  E’ nata a Roma nel 1999 ed ha conseguito il diploma in violoncello a soli 14 anni, con lode, massimo dei voti e menzione d’onore. Ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’onorificenza di Alfiere della Repubblica Italiana, “per gli eccezionali risultati conseguiti, in campo musicale, in giovane età”.

E’ vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Ha studiato con Francesco Storino, con Antonio Meneses a Berna,  presso l’Accademia W. Stuffer di Cremona e l’Accademia Chigiana di Siena. Si  è esibita al Teatro Ponchielli di Cremona, al Teatro Petruzzelli di Bari, al Teatro Ristori di Verona, al  Teatro Carlo Felice di Genova, mentre all’estero è stata a Berlino, Svezia, Francia, Inghilterra, Croazia, Libano, Belgio, Austria, Ungheria, Stati Uniti, Brasile Messico, Cina. 
Si capisce dunque perché è stato un vero e proprio privilegio quello di poterla sentire qui da noi, a Benevento, grazie all’OFB.
Come già anticipato, abbiamo  ascoltato di Ludwig van Beethoven, la Sinfonia n.4 in si bemolle maggiore, op. 60, che si divide in quattro movimenti. Essa fu scritta nel 1806, da un compositore completamente sordo, ed è stato tanto il coinvolgimento emotivo, che l’esecuzione ha provocato, nel pubblico che, già alla fine del primo movimento, vi sono stati  degli applausi. Lo stile possente,  che alterna note in un crescendo forte e deciso, ne fa sicuramente uno degli autori più amati.
Il  suo genio, universalmente riconosciuto, avrebbe potuto dare molto ancora al mondo della musica, se, nel  mese di dicembre 1826 quando rientrò a Vienna su un carro scoperto e durante una notte di pioggia battente,  non avesse purtroppo contratto una polmonite, a causa della quale morirà il 26 marzo del 1827. Al suo funerale parteciparono circa ventimila persone. Di questo grande compositore ricordiamo soprattutto la sua genialità, dimostratasi nel fatto che la sua sordità cominciò a peggiorare nel 1796, a soli 26 anni , e da allora non poté più negare, neppure a se stesso la sua invalidità. In queste condizioni fisiche ci ha lasciato un patrimonio musicale immenso, tra cui la celeberrima Nona  Sinfonia.
Riascoltare la nostra orchestra ci ha riempito di orgoglio, soprattutto quando la direttrice artistica, Rana,  ha ricordato il modo come sia iniziato il suo approccio con questi ragazzi, in piena pandemia: “In un periodo buio, di grandissima incertezza, abbiamo superato ogni scoglio. L’Ofb è dunque un’orchestra che va guardata con grande attenzione, perché questi ragazzi, sfidando tutto e tutti, hanno creato una nuova orchestra.  Continuiamo a sostenerli, anche solo come pubblico, perché è proprio esso che ci è mancato”.
Non possiamo dimenticare il M° Alessandro Cadario, che ha diretto magistralmente i nostri professori d’orchestra. Il Maestro è attualmente Direttore, ospite principale dell’Orchestra ”I Pomeriggi Musicali” di Milano. Ha compiuto gli studi di direzione d’orchestra presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, perfezionandosi con due diplomi di merito presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena.
Ringraziamenti vanno al Ministero della Cultura, alla Regione Campania, al Comune ed alla Provincia di Benevento, che, per l’inaugurazione, ha prestato le sedie agli orchestrali, alla Gesesa, alla Santec, per aver sostenuto quest’orchestra anche  in questa edizione.
Continua l’iniziativa OFB Juni, con lo slogan “L’unione fa la musica”, campagna crowdfunding, per la creazione di un’orchestra di ragazzi che riempirà di musica l’Auditorium Spina Verde. Per la realizzazione di questo progetto bisognerà raggiungere, entro il 4 dicembre, il traguardo di 5.000 euro  e Funder35 completerà la raccolta. Con una donazione minima di 5 € aiuteremo  a trasformare un altro sogno in realtà. E’ possibile visualizzare il progetto su eppela.com/ofbjuni.
Come hanno spiegato anche due autorevoli membri che hanno presentato il progetto, Maia Martini e Emilio Mottola, esso è rivolto in particolar modo ai ragazzi del Rione Libertà, con l’intento di avvicinarli al mondo della musica e cominciare subito con la presentazione di un coro, in un concerto, per il prossimo Natale.
Attendiamo dunque fiduciosi la realizzazione di questo progetto.
Maria Varricchio

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