Nella seduta di insediamento del Consiglio comunale di Benevento, Mastella si è sentito infastidito dall’intervento di Rosetta De Stasio

L’8 novembre è stato insediato il Consiglio comunale di Benevento, eletto, nel numero di 30 consiglieri (18 per la maggioranza e 12 per l’opposizione), a seguito dello scrutinio del 4 ottobre scorso, e nel numero di altri 2, assegnati, come premio, alla maggioranza, in seguito allo scrutinio del 18 ottobre, sul  voto di ballottaggio, dal quale Clemente Mastella è uscito riconfermato alla carica di sindaco, con  15.474 voti, pari al 52,68%, 787 in più del 50% più un voto; mentre il suo competitore, Luigi Diego Perifano, ha ottenuto 13,899 voti, pari al 47,32%, 788 in meno rispetto al 50% più un voto.
Prima di entrare nel merito dei lavori del Consiglio, è bene precisare, ancora una volta, che Mastella è stato riconfermato, con quello stretto margine di voti, alla guida della città, per aver potuto avviare la campagna elettorale all’inizio dell’anno, nella veste di sindaco, quando ancora non si sapeva che  le elezioni sarebbero state differite, da maggio a ottobre, al fine di evitare che gli assembramenti ai seggi potessero determinare contagi da Covid, in un momento in cui il virus continuava ad uccidere, essendo state appena avviate le vaccinazioni.
E gli è stato possibile fare campagna elettorale per 10 mesi nella veste di sindaco, perché, da due anni, 3 consiglieri comunali su 6 del Partito Democratico, garantendo il numero legale nelle sedute consiliari, avevano impedito la sua decadenza quando, a fasi alterne, non aveva più una sua maggioranza. 
Per non apparire noiosi, evitiamo di ripetere ancora una volta ciò che Mastella, in tale lungo lasso di tempo, ha posto in essere per costruire consenso attraverso l’ampliamento delle sue clientele. Ma avergli impedito di decadere e di poter fare, conseguentemente, campagna elettorale, nel modo descritto, nella veste di sindaco, sarebbe stato ininfluente, se quei tre consiglieri non avessero presentato, in sostegno di Mastella,  una propria lista che ha ottenuto 1.804 voti, pari al 5,24%, e che comprendeva anch’essa, come quelle di ispirazione mastelliana, candidati importati, se si pensa che tra di loro vi era un cittadino di Paduli, ex collega di chi scrive. 
I politologi nostrani potrebbero osservare che tale numero di voti sia stato conseguito da 32 candidati. Ma questi candidati, se allineati al Pd, avrebbero  potuto  schierare la loro lista nella  coalizione guidata da Luigi Diego Perifano, competitore di Mastella nel ballottaggio, oppure se tale lista non fosse stata comunque presentata, il Partito Democratico, candidando nella propria lista, al posto di candidati di copertura, quei tre consiglieri (compreso Raffaele Del Vecchio, competitore di Mastella nel 2016, che non si è più candidato) e altri (ormai ex) iscritti al Partito, come Riccardo Iasiello e la neo eletta Adele De Mercurio, avrebbe preso almeno un  altro migliaio di voti in più, quanto bastava per coprire il suddetto  svantaggio di voti.
A questo punto, se non ci fosse stata quella lista a supporto di Mastella,  sarebbe stato ininfluente anche il favore, rivelatosi poi determinante,  che Giuseppe Conte avrebbe reso a Mastella, non soltanto a nostro avviso, nel non far presentare la lista al M5S, già schierato nella coalizione guidata da Perifano.  Se poi aggiungiamo che Angelo Moretti, animatore della formazione Civico 22, ha presentato una propria coalizione, salvo poi a fare causa comune con Perifano nel ballottaggio, abbiamo la misura di come Mastella sarebbe stato ampiamente perdente, nonostante tutto quanto egli abbia messo in atto nella campagna elettorale, nella veste di sindaco, grazie al comportamento di quei tre soggetti.
Tuttavia, Mastella si è rivelato più arrogante del solito, come vedremo in seguito, nella pretesa di mettere a tacere  l’unica eletta della coalizione  di destra (FdI e Lega), Rosetta De Stasio, nella seduta di insediamento del Consiglio, presieduta, in avvio dei lavori, da Raffaele De Longis, il consigliere dem più votato fra tutti gli eletti, poiché i suoi 889 voti di preferenza sono stati aggiunti ai 4.952 voti della lista del Partito Democratico, confermatosi, ancora una volta, di gran lunga primo partito rispetto ad ogni altra lista, anche se Mastella non riconosce questo dato di fatto. 
In apertura di seduta, si è proceduto alla cooptazione  dei primi non eletti al posto dei consiglieri nominati assessori. I neo assessori sono Alessandro Rosa, Attilio Cappa, Molly Chiusolo e Francesco De Pierro (uno dei tre), cui è stata assegnata anche la delega di vice sindaco,  mentre sono stati riconfermati Luigi Ambrosone, Carmen Coppola, Mario Pasquariello, nonché, quali assessori  esterni, la riconfermata  Maria Carmela Serluca, che è cittadina di Ariano Irpino, e Antonella Tartaglia Polcini.
Hanno preso il loro posto Maria Carmela Mignone (già assessore nella precedente amministrazione e moglie di Piero Porcaro, il titolare della Tecnobios coinvolto nell’inchiesta della Procura  per aver prodotto analisi compiacenti sulle acque dei dodici depuratori gestiti dalla Gesesa), Giovanni Zanone, Alboino Greco, Alfredo Martignetti, Vincenzo Lauro, Adele De Mercurio (subentrata a De Pierro), che insieme a Luisa Petrone, costituisce il gruppo degli ex dem, di  cui lei è capo, e Oberdan Picucci. Ma, siccome Oberdan Picucci, appena subentrato  ad Alessandro Rosa, si è dimesso, dovendo entrare, pare, a far parte del CdA di Gesesa SpA, il cui azionista di maggioranza è  il gruppo Acea, si è fatto posto per Annalisa Tomaciello, già consigliera comunale, proveniente, come Picucci, dall’(ex) Udc.
Successivamente, all’atto della elezione del Presidente del Consiglio, è intervenuto Luigi Diego Perifano, il quale, essendo stato, nel ballottaggio con Mastella il più votato in città, è  ritenuto il sindaco morale e virtuale di Benevento dai cittadini liberi, non clientelizzati e non dipendenti degli enti e dei centri di potere “militarizzati” da Mastella. Hanno fatto la differenza in favore di Mastella i cittadini di diverse contrade, in particolare di quelle dove Mastella, in campagna elettorale, ha potenziato l’illuminazione pubblica, ha inaugurato i lavori per il rifacimento di una strada, con i fondi dell’alluvione,  e per il prolungamento, a quattro giorni dal voto, della rete idrica a contrada Roseto, lavori, questi ultimi, che  sono stati affidati a una ditta di Casal di Principe.
Ma, evidentemente, i cittadini delle campagne beneventane, condotti, pare, il lunedì del ballottaggio, a bordo di autovetture, presso i rispettivi seggi elettorali, non ricordano più le denunce di Mastella, lanciate nel 2016 attraverso canali televisivi nazionali, secondo le quali i 15.000 (che in realtà sono 12.000) abitanti delle 90 contrade non  erano approvvigionati di acqua da parte della Gesesa, l’ente idrico che aveva già portato l’acqua in molte contrade, come ebbe ad obiettare allora, rispetto alla bufala di Mastella, il presidente pro-tempore della Gesesa, Marcellino Aversano, divenuto poi mastelliano, dopo essere stato eletto consigliere comunale in una lista di centro sinistra.  Sta di fatto che Mastella, dopo 5 anni, ha aperto un cantiere soltanto per portare l’acqua, come dicevamo,  in contrada Roseto, il che non ha indotto ad una riflessione i cittadini delle campagne che hanno votato per Mastella.
Perifano, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione sull’articolo 16 dello statuto, che non prevede una votazione per eleggere il Presidente  e un’altra votazione per eleggere il vice Presidente.  Ma la segretaria comunale ha osservato  che  una delibera consiliare ha previsto una votazione per eleggere il Presidente e un’altra votazione, con maggioranza semplice, per eleggere il vice presidente. Ovviamente, ha precisato la segretaria, il Consiglio può anche revocare tale delibera.

Maria Letizia Varricchio

Dalle due votazioni, è risultato eletto Presidente Renato Parente, figlioccio del sindaco, con 21 voti favorevoli, contro 12 schede bianche, mentre Maria Letizia Varricchio è stata eletta vice presidente con 12 voti favorevoli, contro 21 schede bianche.
Poi, Parente, preso il posto di Presidente, ha dato la parola al sindaco, il quale, eseguito il giuramento di fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione, ha dato lettura della composizione della Giunta e delle deleghe attribuite agli assessori, di cui pubblichiamo a parte l’elenco
A questo punto, Rosetta De Stasio, appresa la notizia ufficiale secondo cui l’assessore Chiusolo Maria Grazia (detta Molly)  ha anche la delega relativa ai rapporti con ACER (ex IACP),  è intervenuta per sollevare una questione non tanto di incompatibilità quanto di inopportunità circa l’assegnazione di tale delega alla predetta assessore.
Infatti, ha ricordato la consigliera di “Prima Benevento”, il padre dell’assessore, l’avv. Mario, con cui la figlia ha in comune lo studio legale, vanta ingenti crediti dall’IACP, l’ente surrogato dall’ACER, per ottenere i quali pendono giudizi dinanzi al Tribunale e alla Cassazione. 
Secondo Altrabenevento, che parla addirittura  di incompatibilità per quanto riguarda l’assegnazione alla Chiusolo della delega relativa ai rapporti con l’ACER, la predetta assessore sarebbe incompatibile anche a gestire la delega all’Urbanistica, in quanto il padre Mario “si è occupato per molti anni degli espropri dei terreni della zona Fontanelle per conto dell’IACP e poi anche del Comune di Benevento, in una questione delicatissima che ha prodotto decine di milioni di debiti dell’Ente finiti nel dissesto”, quel dissesto di cui Mastella ha attribuito la responsabilità alle precedenti amministrazioni di centro sinistra, nel corso di tutto il suo mandato di sindaco, dopo averlo dichiarato per ragioni politiche.

Renato Parente

Mastella, nel rispondere alla De Stasio, ha evocato l’esistenza virtuale di porte girevoli a Palazzo Chigi, ai tempi in cui Berlusconi era presidente del Consiglio, per consentire al magnate di Arcore di abbandonare le riunioni del Consiglio del Ministri, quando erano in discussione questioni che confliggevano con la posizione di imprenditore del capo del governo.
Ovviamente, ha osservato pressappoco l’ Avv. De Stasio, i casi che confliggevano con gli interessi di Berlusconi non erano permanenti come è invece permanente tale delega all’assessore Chiusolo, la quale avrebbe “firmato anche una citazione in giudizio”, ha scritto Altrabenevento nel comunicato del 9 novembre.
A questo punto, non si è fatta attendere la manifestazione di arroganza da parte del sindaco, quando il primo cittadino ha detto pressappoco: Oggi il sindaco sono io e decido come credo. Quando sarà lei sindaco si comporterà a modo suo.  Sarebbe stato utile però sapere, da parte del sindaco, a quale data è stata rinviata la definizione della controversia e la firma dei rogiti tra l’ACER e i proprietari degli alloggi costruiti dall’IACP in via Saragat. Si sa soltanto che il 28 settembre, due giorni dopo che Angelo Moretti, candidato sindaco di Civico 22, aveva sollevato la questione facendo intervenire sul palco del Teatro San Marco una delegazione dei proprietari di quegli alloggi, per rappresentare il contenzioso posto in essere nei confronti dell’ACER,  fu fatto la transazione,  con l’impegno, da parte del sindaco, interessato evidentemente ad avere il voto da quella gente, che il 30 ottobre  sarebbe stata definita la questione.  Intanto, prima del 30 ottobre, è stata assegnata quella delega all’assessore Chiusolo.
Rispetto, all’apertura di un dibattito su quella delega attribuita alla Chiusolo, il sindaco ha minacciato di abbandonare la seduta. Infatti, è poi andato via,  anche se il dibattito non è stato aperto, sacrificando la richiesta di Moretti di intervenire.
Intanto, l’avv. De Stasio, in quella sede, rispetto alla eccezione da lei sollevata, ha presentato una interrogazione, per chiedere “se il sindaco intenda adottate un eventuale provvedimento di revoca di tale delega”, stante “la inopportunità politico-amministrativa di tale attribuzione”.
Va rilevato, poi, che sono stati costituiti tanti gruppi consiliari, quante sono state le liste che hanno espresso seggi. E siccome soltanto 6 liste non hanno espresso seggi, abbiamo 14 capigruppo, molte dei quali sono capigruppo di se stessi, il che non fa una grinza, se è vero che esistono società con un solo socio, di berlusconiana memoria.

Rosetta De Stasio

La nota dei 12 consiglieri di opposizione
Intanto, rispetto a ciò che ha determinato la eccezione sollevata dalla De Stasio, i 12 consiglieri di opposizione, il pomeriggio dell’8 novembre, alcune ore dopo la seduta consiliare, hanno diffuso il seguente comunicato: 
“Questa mattina si è svolto il primo Consiglio Comunale di Benevento e speravamo  di poter respirare un’altra aria rispetto alla campagna elettorale appena conclusa.  Non è andata così. Nel corso della discussione sul quarto punto all’ordine del giorno, dopo che era  stata esaurita la presentazione dei componenti della giunta e delle loro deleghe, la  consigliera Rosetta De Stasio ha chiesto la parola al Presidente del Consiglio  neoeletto, Renato Parente, e l’ha ottenuta.
La De Stasio ha fatto notare all’assemblea l’inopportunità, se non proprio una vera  e propria incompatibilità, tra la delega ai rapporti con l’Acer, assegnata  all’assessore Maria Grazia Chiusolo, ed il suo impegno professionale, tuttora  notoriamente in corso,nello studio legale del padre, avvocato Mario Chiusolo, il  quale ha all’attivo diverse liti pendenti con l’Ex Iacp, ora Acer.
Al di là del merito della vicenda, per la quale la De Stasio ha successivamente  presentato una interrogazione direttamente nelle mani della segretaria generale  del Comune, per cui si è in attesa di chiarimenti, l’opposizione consiliare tutta  intende rappresentare al riconfermato Sindaco che non tollererà più che una  discussione possa essere interrotta senza alcun rispetto dell’articolo 66 del  Regolamento del Consiglio Comunale, che prevede come su ogni punto iscritto  all’ordine del Giorno può aprirsi il dibattito ed è consentito intervenire. 
Certo, non ci aspettavamo che il Sindaco potesse decidere ad horas: poteva ben  prendersi il tempo di una riserva e di un approfondimento rispetto al tema posto  con molto garbo dalla De Stasio, ma è inconcepibile che la discussione, in spregio  al Regolamento d’aula, possa essere troncata per volontà di Mastella. Su quel punto all’ordine del giorno andavano ascoltati tutti coloro che intendevano  intervenire e che si sarebbero prenotati, come aveva chiesto Moretti subito dopo la  De Stasio: la discussione invece non è avvenuta perché il presidente del consiglio  neoeletto non avuto l’agio da parte del Sindaco di andare avanti nel dibattito.  Ancora peggio, lo stesso Mastella, nel tentativo di dare una prima risposta, si è  barricato dietro un suo classico discorso privo di alcuna argomentazione: “Quando  farà lei il Sindaco deciderà Lei! Oggi sono io e decido io!”.  Non è così, esistono le norme e i regolamenti ed oggi è stato tradito lo spirito  costruttivo del Consiglio Comunale ed è stato violato il regolamento che decide il  suo funzionamento.  Probabilmente il Sindaco non ha realizzato che la scorsa consiliatura è terminata  ed ora deve fare i conti con una vera opposizione, non può uscirsene con i suoi  racconti rocamboleschi ed iperbolici ma deve attenersi alle regole. Attendiamo la risposta alla interrogazione e richiamiamo il presidente Parente, a  cui porgiamo i nostri auguri di buon lavoro, a difendere in ogni occasione la dignità  del Consiglio Comunale”. Firmatari: Luigi Diego Perifano, Rosetta De Stasio, Angelo Moretti, Raffaele De Longis, Maria Letizia Varricchio, Giovanni De Lorenzo, Floriana Fioretti, Angelo Miceli, Antonio Picariello, Vincenzo Sguera, Luigia Piccaluga, Giovanna Principe. Ma la eccezione sollevata dalla De Stasio rispetto alla inopportunità di quelle attribuzione, è stata un affronto per Mastella, anche perché il rieletto sindaco ha capito che non si trova di fronte ad una opposizione del tipo di quella rappresentata da quei tre consiglieri, i quali, consentendo a lui di fare, come dicevamo, il comodo suo, si sono sentiti forti del fatto di avere a Napoli la protezione dei deluchiani. Ma ora che loro, e tutti gli iscritti al Pd che hanno dato vita a quella lista a supporto di Mastella, sono fuori dal Partito,  hanno capito che non esiste un Pd deluchiano; esiste, invece,  come  ha precisato il commissario della federazione dem di Benevento, Enrico Borghi, la settimana scorsa, un solo Pd da Domodossola a Capo Passero. 

Luigi Diego Perifano

La nota degli 8 capigruppo di maggioranza
In difesa del comportamento di Mastella, che ha influenzato il Presidente del Consiglio, nel non aprire il dibattito sulla eccezione sollevata dalla De Stasio,  sono intervenuti, lo stesso 8 novembre,  gli otto capigruppo di maggioranza, con questo comunicato:
“Ribadiamo, dopo il Consiglio comunale, la disponibilità dell’amministrazione e della maggioranza al dialogo fattivo e alla leale collaborazione, nel rispetto dei ruoli e delle prerogative.Dobbiamo, però, sottolineare la sgrammaticatura istituzionale della consigliera comunale De Stasio, che durante la prima seduta dell’Assise, tradizionalmente dedicata all’insediamento e all’elezione della figura di garanzia del presidente, ha violato il bon ton istituzionale e probabilmente anche il buon senso, protocollando addirittura un’interrogazione. Un attacco portato scientemente su un fatto noto da settimane, la cui tempistica è stata dettata unicamente dalla sete di visibilità della consigliera che ha voluto e cercato lo scontro a favore di telecamere e taccuini. Suona grottesco e ridicolo che, però, De Stasio e gli altri consiglieri di opposizione si diano al vittimismo: il Sindaco non ha silenziato nessuno, ma solo replicato per le rime a chi ha messo in discussione, con un atto politico con basi giuridiche che definire flebili è un eufemismo, una prerogativa insindacabile del primo cittadino, ovvero la distribuzione delle deleghe. De Stasio e i suoi consiglieri giuridici esterni risparmino lezioncine di diritto e procedura: la maggioranza è solidale con l’assessore Molly Chiusolo, vittima di un attacco politico preventivo e immotivato. Sulla sua dirittura morale non nutriamo nessun dubbio. L’unica incompatibilità esistente è quella tra il buon senso e l’interrogazione della leghista.La rabbia accumulata dopo una rovinosa sconfitta elettorale, una delle peggiori del centrodestra in Italia, ha giocato invece un brutto scherzo a De Stasio. Ma protagonismo e rancore politico sono cattivi consiglieri”.FirmatariAlfredo Martignetti, Annalisa Tomaciello, Marcello Palladino, Gerardo Giorgione, Giovanni Zanone, Adele De Mercurio, Antonio Capuano, Luigi Scarinzi.
Da questo comunicato, abbiamo capito che chi fa opposizione a Mastella pecca di protagonismo; che un sindaco può assumere decisioni anche in dispregio alle norme; che gli assessori sono inattaccabili; che chi ha subito una “rovinosa sconfitta elettorale” non ha diritto alla parola.
Giuseppe Di Gioia 

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