Mastella si rivela, in conferenza stampa, il solito niente mischiato con il nulla

Senza entrare nel merito del contenuto, nel precedente “pezzo” abbiamo parlato della nota che il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Benevento,  Antonio Iadicicco, ha inviato al sindaco Mastella, all’assessore all’Urbanistica, Raffaele Romano, e al Prefetto. Lo abbiamo fatto soltanto per dare una descrizione di tale dirigente che, più realista del re, colleziona solo sconfitte. 

Il dirigente Iadicicco riapre la consultazione del PUCMentre il sindaco e l’assessore all’urbanistica, Raffaele Romano, per ragioni di opportunità, avevano ravvisato, il primo settembre, la necessità di sospendere la consultazione della proposta di variante al PUC, da parte di proprietari di terreni e di tecnici, dal 30 agosto al 30 settembre, in seguito all’intervento presso il prefetto degli altri tre candidati alla carica di sindaco, poiché questa consultazione avrebbe turbato, per usare un eufemismo, la campagna elettorale, il predetto dirigente, in quella nota, aveva scritto, dopo la citazione di delibere, determine, regolamenti regionali e conferimenti di incarichi, da parte sua, a professionisti esterni, nel cui merito evitiamo di entrare:  “Ne consegue che, a parere dello scrivente, stante la natura e i contenuti della fase procedurale  in argomento, non si ravvisano elementi  di ostacolo e di conflitto con l’imminente consultazione elettorale. I contributi di cui all’oggetto, ricevuti da singoli cittadini e associazioni, saranno presi in esame dopo la scadenza elettorale secondo le procedure di legge. Tanto si doveva per una migliore lettura delle attività tecnico-amministrative  riguardanti la Variante al PUC in argomento”.Ma il predetto dirigente  avrebbe invitato solo una parte di associazioni e ordini professionali escludendo altre associazioni e i cittadini interessati che per legge hanno il diritto di partecipare alla consultazione, prevista in tutto il mese di settembre, cioè durante la campagna elettorale quando sindaco e assessori (l’assessore all’urbanistica è infatti candidato, in supporto al sindaco, in Noi Campani) sono impegnati a chiedere il voto e a promettere particolare attenzione per le richieste dei proprietari dei terreni, dei costruttori e dei tecnici.  Va rilevato poi che la variante al PUC prevede la esclusione di viale degli Atlantici dal perimetro del centro storico, una esclusione, questa,  che avrebbe messo Mastella, nella malaugurata ipotesi di una sua rielezione, nella condizione di avere mani libere sul destino dei pini. Infatti, grazie alla presenza di viale Atlantici in tale perimetro,  la Procura della Repubblica ha potuto chiedere, al GIP, in seguito a denunce di associazioni costituitesi in difesa dei pini, il sequestro dei 352 pini che fiancheggiano il predetto viale, via Pacevecchia e, in prosecuzione, via Fratelli Rosselli, un sequestro annullato dal Riesame, l’8 settembre, poiché la delibera di giunta, n. 4/2020, che prevedeva l’abbattimento di tutti i 352 pini, è stata sospesa in autotutele, ha spiegato l’avvocato del Comune.

Sul dissequestro dei pini canta vittoria Giorgione
Rispetto alla sentenza del Riesame, di cui non si conoscono le motivazioni, canta vittoria l’assessore all’Ambiente, Gerardo Giorgione, colui che, costretto dal sindaco, nel mese di agosto 2016 (è bene che questi fatti siano ricordati ai cittadini), si era dovuto dimettere da assessore  all’Urbanistica  – carica alla quale era stato nominato su indicazione di Forza Italia, la lista nella quale era stato eletto consigliere – per aver postato sulla sua pagina facebook foto razziste e giudizi ingiuriosi nei confronti dell’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e di sua moglie; era stato, in precedenza, indicato dallo SDI (socialisti democratici italiani) alla carica di presidente della Gesesa, passando poi in Forza  Italia;  aveva, nel marzo 2020, assunto la difesa di una commerciante resasi responsabile di aver postato, sulla sua pagina facebook, video minacciosi nei confronti del sindaco, è stato infine ripescato dal sindaco, per assegnargli la guida dell’assessorato all’Ambiente, dalla cui guida era stato rimosso Antonio Reale, rimasto fedele a Forza Italia, nella cui lista, è ora candidato. Questa lista, denominata, per opportunità politica,  Forza Benevento, è stata presentata in supporto al sindaco, dopo che il primo cittadino aveva abbandonato Forza Italia ed estromesso Reale dalla Giunta.
Ora, l’assessore all’Ambiente, che non vedeva l’ora, prima dell’ordinanza di sequestro, di tagliare subito i pini (ben 24) secondo l’indicazione di Cardiello, snobbando  le predette associazioni, è invece disposto, in seguito al dissequestro dei pini, a dialogare con esse.  Infatti, deve sperare che Mastella vinca le elezioni, cosa molto improbabile,  e ottenga conseguentemente il premio di maggioranza, perché  la sua dote di preferenze, se uguale a quella di 5 anni fa, rientri nel numero di seggi attribuiti a Lista Mastella nella quale è candidato. Una volta eletto, se si dovesse verificare la suddetta circostanza, le sue preferenze dovrebbero attestarsi, nell’ordine di numero, tra le prime 8 di tutte le liste collegate a Mastella,  perché lui possa aspirare ad una nomina assessoriale. Se invece Mastella non dovesse vincere, cosa molto probabile, vi sono buone possibilità che egli non ottenga più il posto di consigliere.
Le sconfitte di Iadicicco sono riconducibili all’aver sostenuto il progetto Lumode, di cui sarebbe stato anche autore, circa la realizzazione, contestata dall’Anac, di un immobile sull’area dell’attuale terminal bus, e, in quanto favorevole al taglio del pini di Viale degli Atlantici nel numero di 24 subito secondo la perizia dell’agronomo Giuseppe Cardiello, commissionata dal sindaco Mastella, all’aver detto che il prof. Rocco Sgerzi, anche lui agronomo,  incaricato da associazioni costituitesi a difesa dei pini a periziare quel patrimonio arboreo, aveva fatto soltanto una passeggiata su viale degli Atlantici. Ma la perizia di Sgherzi, coincide, però, con quella dei CTU, nominati, sempre in seguito alle predette denunce, dalla Procura della Repubblica.

Il sindaco Mastella dispone il taglio dei pini pericolanti e, contestando la proposta di Perifano di costituire una casa di comunità al rione  Libertà, commette un autogol
Anche per difendere questo patrimonio, da sottoporre a manutenzione affermano le suddette associazioni in seguito al dissequestro, è necessario che Benevento volti pagina, anche se il sindaco ha detto, in una sua nota del 10 settembre, che “le alberature presenti sono e restano un bene pubblico”, a parte quelle che “verranno sostituite” secondo  l’indicazione di Cardiello e non secondo l’indicazione dei CTU che avrebbero previsto un taglio assai minore di pini. Le proposte del candidato sindaco di Alternativa per Benevento, Luigi Diego Perifano, sono una garanzia, anche in difesa e nel potenziamento del verde pubblico.  Lo strano, però, è che Mastella  dica che Perifano arrivi in ritardo nel fare qualcuna delle sue proposte.Infatti, il 6 settembre, la segreteria cittadina di Noi Campani (alias Mastella), in seguito alla proposta di Perifano, formulata il 12 luglio e ribadita in conferenza stampa il 4 settembre, che prevede l’insediamento, al rione Libertà, di una casa di comunità, ha affermato, non senza fare la solita puerile ironia,  che il candidato sindaco di Alternativa per Benevento, arriva in ritardo, poiché  “lo scorso 20 luglio (“e io sarei in ritardo”, rintuzzerà poi Perifano –ndr), nell’assemblea dei sindaci presieduta proprio dal primo  cittadino di Benevento, i vertici dell’Asl  ne hanno anticipato le caratteristiche e future dislocazioni”.Perifano, in risposta a Mastella, che in seguito alla proposta del 12 luglio “restò in silenzio”, obietta, in una sua nota, che quella assemblea dei sindaci si concluse  “con un nulla di fatto perché nemmeno fu raggiunto il numero legale dei partecipanti”.  Perifano poi aggiunge: “Di quali decisioni parla, dunque, Mastella? Se esiste un atto ufficiale in cui il Comune di Benevento si è espresso sull’ubicazione in Città di una Casa di Comunità lo tiri fuori, e io, a prescindere dalle diverse vedute politiche, non farò mancare il mio sostegno per realizzare un obiettivo importante per il nostro quartiere cittadino più popoloso. Il resto è fuffa. E’ il solito niente mischiato con il nulla”. Mai giudizio fu più azzeccato. Ha trovato, infatti, conferma nella conferenza stampa che il sindaco ha tenuto l’8 settembre. Mentre Perifano ha impiegato trenta minuti per illustrare le sue proposte programmatiche, da noi pubblicate integralmente, il sindaco ha invece impiegato un tempo doppio per criticate l’operato dei suoi predecessori, per dire ciò che (non) ha fatto lui, anche perché, ha affermato, “il programma è fatto di cose realizzate”. 

Mastella ha esposto il suo impegno rispetto alla pandemia
Rispetto alla pandemia,  Mastella ha rivendicato, nella prima fase, la distribuzione di mascherine, non ai cittadini direttamente, aggiungiamo noi, ma ai comitati di quartiere; ha rivendicato la distribuzione di ventilatori all’azienda ospedaliera “S.Pio”;  ha rivendicato, nella seconda fase, la distribuzione di saturmetri, avocando a sé anche la parte distribuita dalle farmacie.  Ha evitato di dire di aver istallato davanti ai due nosocomi cittadini uno striscione per lodare l’abnegazione con cui il personale medico e paramedico ha affrontato la pandemia, in quanto avrà capito che quella era propaganda di bassa lega. 

La soluzione  di Mastella rispetto al fallimento dell’AMTS
Ha parlato del fallimento dell’AMTS, l’azienda pubblica di trasporto urbano, un fallimento pilotato secondo alcuni, in quanto non capisce come una sentenza di appello, che ribalta la dichiarazione di fallimento in primo grado, venga ratificata dalla Cassazione, la quale dopo aver rigettato il primo ricorso dei curatori fallimentari, ratificando quindi la sentenza di appello, accoglie il secondo ricorso dei curatori, sostenendo che un creditore non può accettare di essere pagato alle condizioni poste dal debitore.  Ed ha omesso di dire che quel fallimento è stato causato, lo ripetiamo ancora una volta, dall’amministrazione di centro destra guidata dall’ex aennino D’Alessandro (2001-2006), della quale facevano parte Mario Pasquariello, attuale assessore ai Lavori Pubblici, e Luigi De Minico, presidente del Consiglio comunale uscente, entrambi candidati in liste mastelliane.  Va rilevato che il Comune di Benevento, quindi Mastella, non si costituì parte civile rispetto al primo ricorso dei curatori. D’Alessandro, dopo aver stipulato un project financing con una associazione temporanea di imprese, di cui faceva parte anche l’AMTS per la realizzazione del parcheggio interrato di Porta Rufina, trasforma successivamente il project financing  in contratto di appalto, per cui l’AMTS, e di riflesso il Comune che dell’AMTS è socio unico, viene a trovarsi come contraente. La subentrata amministrazione di centro sinistra guidata da Fausto Pepe, di fronte alla situazione debitoria in cui viene a trovarsi l’AMTS, in un primo momento impone il rispetto del project financing, ma poi propone il pagamento dilazionato del debito dell’AMTAS di 1,250 milioni, una condizione, questa, accettata dai creditori. Poi succede ciò che abbiamo detto di anzi. Ora, dal febbraio 2017, una ditta privata gestisce il trasporto pubblico, il parcheggio coperto di via del Pomerio e gli stalli a pagamento.Poi, il sindaco ha parlato della pericolosità dei Pini,  sostenendo, evidentemente in contraddizione con i CTU nominati dalla Procura,  che quel patrimonio arboreo è a fine vita. Secondo lui un pino, dopo 110 anni, va abbattuto. A parte il fatto che i pini hanno anche una vita molto più lunga, i cipressi di Bolgheri, immortalati da Giosué Carducci e  salvati con l’impiego di 130mila euro, sono ancora lì a testimoniare la loro longevità. Gli alberi assorbono rumori e inquinamento, anche da polveri sottili. Ma lui per attenuare l’inquinamento da polveri sottili avrebbe chiesto all’Asl di lavare le strade due volte a settimana. 
Ha decantato l’efficienza della mensa, anche in ordine alla qualità del cibo, ma non ha parlato della cooperativa Quadrelle 2001 che, in avvio della sua amministrazione, ha iniziato la gestione,  durata due anni, di una mensa da lui ritenuta allora  altrettanto efficiente. Ha detto che Benevento è prima per qualità della vita, un primato, questo, non ascrivibile a lui, perché preesistente. Ed è prima, ha aggiunto,  anche per quanto riguarda la trasparenza dell’amministrazione comunale. 

Mastella ha detto che Benevento è prima in fatto di trasparenza, ma il Pd lo contesta.
Niente di più falso, gli rintuzza il Pd. Infatti, chiarisce il Pd, “Mastella ha dimenticato di ricordare che la trasparenza è solo uno degli indici che il FORUM PA prende in considerazione per valutare una città, indice per cui ben otto città in Italia si trovano al primo posto: Bari, Catanzaro, Firenze, Latina, Milano, Novara, Padova, Trento e infine Benevento. Sono in tanti a condividere il primo posto e ce ne sono tantissimi altri che sono di poco al secondo posto, perché l’indice di trasparenza è quello più semplice da coprire. Quando invece si prendono in considerazione gli altri sette indici del FORUM PA”, prosegue la nota del Pd, “si può misurare la vera qualità di un’amministrazione. Su temi quali accessibilità online, open data, wi-fi pubblico e adozione delle piattaforme abilitanti, Mastella fa cascare Benevento in fondo alla classifica: siamo alla posizione 96 su 107 comuni capoluogo. Mastella, con le sue  mezze bugie, che sono più fastidiose di quelle intere”, scrive sempre il Pd, “ha toccato anche un tema che ci sta molto a cuore e che rappresenta uno dei cinque colori della campagna di Luigi Diego Perifano: il blu, la trasformazione digitale e lo sviluppo economico”.

Le proposte programmatiche di Mastella
Mastella ha parlato anche di una città fluviale, un obiettivo da rinviare a causa dell’inquinamento dei fiumi, di una metropolitana leggera, rispolverando idee avanzate dagli architetti Sara Rossi e Bruno Zevi, i quali 35 anni fa ipotizzarono la prosecuzione del tratto della ferrovia Valle Caudina, compreso tra la stazione del rione Libertà alla stazione centrale, con quello della linea BN-AV, compreso tra la stazione centrale e la stazione di Porta Rufina. Non si capisce perché un cittadino del rione Libertà dovrebbe andare alla stazione di Porta Rufina, utilizzando la ferrovia, cosa che potrebbe già fare. Ma anche realizzando il collegamento ferroviario tra la stazione di Porta Rufina e quella del rione Libertà per completare il cerchio, non si capisce la fruibilità dell’opera.Ai rilievi del Pd si aggiungono quelli della coalizione Arco, secondo cui Mastella è responsabile del declino della città: nulla ha fatto per la spina verde,  per le contrade, e per il Parco Cellarulo. Il sindaco ha annunciato però l’apertura, senza precisare i tempi, del Parco Verde, quello di cui Perifano condannava la sospensione dei lavori, lungo la sponda destra del fiume Sabato, in prossimità dell’ex stabilimento Imeva.Eppure,  Mastella, in conferenza, rivolto alla stampa, ha affermato, peccando di modestia: “Domandatevi quante volte Benevento è stata citata prima di me e quante volte dopo di me”. Certamente, durante il sua mandato, due promozioni in serie A  e tre campionati di serie B della squadra di calcio hanno fatto parlare di Benevento. Ma il merito, ovviamente, come si può dedurre, non è suo. Tuttavia, ha affermato che, con la sua amministrazione, Benevento, da paesone è diventata una città.Evidentemente, era un paesone anche quando, in tutto il decennio degli anni 80, la governava Antonio Pietrantonio,  suo amico, allora, di partito e di corrente politica. Eppure, Pietrantonio sarebbe stato “Il sindaco dei record”, secondo quanto ha scritto Mario Pedicini in un suo libro, presentato di recente al Centro “La Pace” di contrada Monte delle Guardie. Chissà se Pedicini ha scritto che Pietrantonio,  in quel  lungo periodo, caratterizzato da un Pil sempre in ascesa, per cui i comuni non si trovavano nelle stesse difficoltà in cui invece  versano oggi, ha  prodotto il primo vero dissesto finanziario del Comune e lasciato debiti fuori bilancio,   pur avendo gestito ingenti fondi del terremoto?

Perifano accusa Mastella di aver dichiarato un dissesto inesistente
Quei debiti, in ragione di diverse decine di milioni, insieme ad altri lasciati da amministrazioni precedenti e successive,  sono pervenuti all’incasso sotto le amministrazioni di centro sinistra guidate da Fausto Pepe,  determinando, al termine del secondo mandato di Fausto Pepe, una situazione debitoria del Comune, comunque ridotta rispetto ai debiti fuori bilancio pagati, che è stata quantificata in 26,900 milioni di euro  dall’organismo straordinario di liquidazione, costituito dopo la dichiarazione di dissesto finanziario votata dal Consiglio comunale nella seduta dell’11 gennaio  2017, su proposta di Mastella, secondo cui i debiti erano di 142 milioni. Una scelta, quella di Mastella, sulla quale bisogna fare piena luce, poiché ha impattato in maniera decisiva sulla città, a giudizio di Luigi Diego Perifano.
Mastella, infatti, ha dichiarato il dissesto, al solo fine di denigrare i suoi predecessori e di sentirsi legittimato  a non far niente, a non realizzare il suo programma, poiché le sue mire di fare il sindaco erano quelle che si sono rivelate nel corso di questi 5 anni: un rilancio della sua immagine, far diventare senatrice la moglie, avere una presenza propria nel Consiglio regionale e nella rispettiva maggioranza. La conseguenza, però, è stata quella secondo cui  i creditori non sono liquidati in tutti i loro averi, la tassazione sui servizi è stata applicata nella misura massima a carico dei cittadini, non si sono potute programmare politiche di sviluppo.  
Tuttavia, ha parlato di un eredità fallimentare lasciata dai suoi predecessori, senza motivarla. Ad essi ha però attribuito anche la responsabilità  del mamozio di piazza Duomo e del Malies, strutture la cui realizzazione  risale a Pasquale Viespoli, per quanto riguarda il mamozio, rimasto incompiuto perché coinvolto in vicende giudiziarie,  e a  D’Alessandro, successore di Viespoli, per quanto riguarda il Malies, costruito pure con un project financing.
Ampolloso com’è, Mastella ha esaltato le sue qualità di politico, per essere stato parlamentare della Repubblica Italiana dal 1976 al 2008, anno in cui venne respinto da Berlusconi il suo Udeur dalla coalizione di centro destra, dopo che egli, evidentemente su sollecitazione di Berlusconi, aveva fatto cadere il governo Prodi.  A questo punto gli rimase solo la possibilità di rimediare la partecipazione alla coalizione di centro sinistra, nel maggio di quell’anno, guidata da Aniello Cimitile per la elezione del Consiglio provinciale di Benevento. Nel febbraio del 2009, però, ritira il suo Udeur  dalle maggioranze di centro sinistra al Comune e alla Provincia di Benevento, tentando di metterle in crisi senza riuscirvi, per passare, armi e bagagli, nello schieramento della costituenda Casa delle Libertà. In cambio, ottiene, quell’anno,  la candidatura e la elezione al Parlamento di Strasburgo.

Mastella ha dichiarato che Benevento si è fermata quando lui è rimasto coinvolto in vicende giudiziarie
Però, la vicenda giudiziaria, che iniziata in quel periodo lo ha tenuto coinvolto fino a settembre 2017 quando è stato mandato assolto con una sentenza che in molti non hanno condiviso,  gli avrebbe impedito, secondo la sua presunzione di politico di lungo corso,  di far sì che l’Ikea non avesse ripensamenti circa l’opportunità di insediare una piattaforma logistica a Benevento. Infatti, in questi cinque anni, abbiamo avuto la fabbrica di scarpe promessa da Diego Della Valle, quando questi è venuto a Benevento nel 2016, in occasione dell’apertura della campagna elettorale di Mastella.
E meno male che abbiamo avuto un politico della statura di Mastella, con alle spalle  più di quant’anni di vita parlamentare. Altrimenti la provincia di Benevento, che vanta  soltanto il primato della desertificazione e dello spopolamento demografico, una condizione  denunciata dallo stesso Mastella, sarebbe equiparabile  ad un territorio  africano.Mastella ha detto anche che, in ragione della sua popolarità, se chiama Draghi, il presidente del Consiglio gli risponde, un privilegio che difficilmente può appartenere ad altri, a suo avviso.  Ma,a proposito del fatto che Benevento da paesone sia diventata, sotto la sua guida, una città, non ha esposto i parametri in base ai quali sarebbe avvenuta questa trasformazione. 

Lucio Lonardo contesta a Mastella il fatto di aver detto che Benevento, in questi 5 anni, da paesone sia diventata città
In merito a questo giudizio, pesante per Benevento, è intervenuto Lucio Lonardo, cugino della moglie di Mastella, schierato in sostegno di Perifano. Il noto medico ha infatti scritto in una sua lunga nota: “Mi permetto di dissentire da tale affermazione negativa per una città che da tempo immemorabile  è apprezzata per la propria storia, cultura, vivibilità e per aver dato alla nazione alcuni talenti che hanno dato lustro alla nostra gente, quindi non proprio da campesinos. Tra l’altro ricordo solo a me stesso che l’ASIA,  durante la mia  presidenza, fu oggetto di interesse internazionale a Singapore per il nostro progetto di raccolta differenziata alla luce dei risultati ottenuti, ma questa è ben poca cosa  rispetto al grading internazionale  di cui la città ha sempre goduto, indipendentemente da chi l’abbia  amministrata. Devo dire perciò, ed è un eufemismo, che non è stato carino verso la città che l’ha ospitato e verso i cittadini  che l’hanno gratificato, tu et tua, di consensi elettorali”. Mastella ha citato, forse come parametri di quella trasformazione, il BCT, il Premio Strega e Città Spettacolo, avocando a suo merito questi eventi. Niente di più falso. Il BCT è nato da una iniziativa personale di Antonio Frascadore, come il sindaco ha precisato all’atto dell’avvio del prima edizione. La prima presentazione a Benevento dei 12 partecipanti al Premio Strega risale al 2008, quando la città era amministrata da una coalizione di centro sinistra e quando era cominciato, come dicevamo, il declino politico di Mastella. Quest’anno, lui ha portato a Benevento il sorteggio dei 5 finalisti. Ma per tutte le iniziative c’è sempre una prima volta.Città Spettacolo, poi, nata da una felice intuizione di Ugo Gregoretti, nel 1980, quando era sindaco Nicola Di Donato, è assurta nella considerazione della critica nazionale durante il primo decennio in cui il noto regista ne è stato direttore artistico. Dopo questo periodo, la rassegna teatrale,  ha cominciato a perdere il suo valore, fino a diventare, sotto Mastella, una sagra paesana, ignorata anche dalla critica regionale.L’edizione di quest’anno è stata trasformata in passerella elettorale per Mastella, il quale è intervenuto soprattutto quando ha potuto parlare a migliaia di cittadini, durante i concerti, che sono stati ben 5 (Mahmood, Levante, Massimo Ranieri, Enzo Avitabile e Gianna Nannini) in piazza Risorgimento e 2 al Teatro Romano, con la partecipazione di Eugenio Bennato e Peppe Barra. 

Città Spettacolo quest’anno è divenuta passerella elettorale per Mastella. Ma Gerardo Serino si domanda: Perché artisti che vi hanno tenuto concerti hanno avuto un ingaggio superiore rispetto a quello proposto in città limitrofe?
L’evento ha beneficiato del contributo, generoso, di 300.000 euro, da parte della Regione e di quello, pure generoso, di 250.000 euro, da parte dello Scabec. Tuttavia, per i concerti di Mahmood, di Levante, di Massimo Ranieri e di Gianna Nannini, i cittadini hanno dovuto pagare un biglietto d’ingresso piuttosto salato. Ma “sarebbe poi il caso di comprendere inoltre”, si domanda Gerardo Serino, candidato in “Civici e Riformisti”, una lista collegata a Perifano sindaco, “perché gli stessi artisti presenti alla kermesse Città Spettacolo hanno ottenuto un ingaggio superiore (quasi il doppio) rispetto al loro spettacolo proposto in città limitrofe a Benevento”. Chi scrive riesce a capire perché sia stato pagato tale ingaggio agli artisti, ma, non ha le prove,  così come diceva Paolo Pasolini: “Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Milano, Brescia e Bologna, ma non ho le prove”.Mastella ha rivendicato  la illuminazione dei Monumenti, una iniziativa realizzata, a spese dei cittadini di Benevento che pagano bollette salate per la fornitura idrica,  dall’Acea, socio di maggioranza della Gesesa. L’intenzione della società romana era quella di mettere le radici a Benevento. Non a caso, il sindaco, ha vietato la celebrazione del referendum finalizzato a togliere l’acqua dalla gestione dei privati.

Mastella disconosce i comitati di quartiere, ma vi è un assessore con delega ai  comitato di quartiere
Mastella, poi, in seguito alle  contestazioni che gli muove Luigi Marino, presidente del comitato di quartiere del centro storico, ha affermato che questi comitati non esistono perché non sono riconosciuti dal Comune, anche se, gli ha fatto notare poi Marino, esiste un assessore con delega ai comitati di quartiere.  Infatti, Mastella, nel corso del suo mandato, ha distribuito, come dicevamo, mascherine ai comitati di quartiere e ne ha incontrato alcuni, forse a lui funzionali.
Non si capisce, però, come mai, rispetto a tutti gli attacchi che Mastella ha rivolto ai suoi predecessori, Raffaele Del Vecchio, vice sindaco nelle due amministrazioni di centro sinistra, ora sostenitore della lista che dem degeneri hanno presentato in sostegno di Mastella, non abbia avuto un sussulto di orgoglio, durante la conferenza stampa, dove era presente insieme ad altri candidati di tale lista.
Lo strano, però, è che,  in occasione di ogni pistolotto di Mastella, la moglie, la senatrice Sandra, avviava l’applauso, senza essere seguita, spesso, dal resto della platea. Perifano, invece, quando al termine della sua conferenza ha avuto l’applauso, nel ringraziare ha precisato: io ho tenuto una conferenza stampa, non un comizio.
Giuseppe Di Gioia

Un pensiero su “Mastella si rivela, in conferenza stampa, il solito niente mischiato con il nulla

  • 12 Settembre 2021 in 18:29
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    Ricostruzione rigorosa,su cui la neutralità perde significato. Le notazioni, poi,risaltano,con chiarezza inappuntabile.

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