Mastella, il sesto sindaco più amato d’Italia: una bufala!

“Essere al sesto posto tra i sindaci italiani più amati dai propri concittadini, mi commuove e mi esorta a fare ancora di più. Proprio questo affetto mi ha fatto fare una scelta di governo locale. Non mi candiderò più in Parlamento, pur avendo notevoli offerte, perché voglio dare, come ho fatto fino ad oggi, alla mia gente, in momenti delicati e drammatici, il mio aiuto, la mia esperienza, le mie conoscenze, la mia vicinanza. Verranno in autunno momenti non facili. L’annuncio delle mascherine per i bambini a scuola la dice lunga circa la presenza preoccupante delle varianti. Se la mia gente riterrà che debba guidarli, in questo ultimo miglio della mia vita umana e politica, per superare assieme necessità e bisogno, io ci sono. Il mio telefono,  il cui numero la comunità conosce, sarà sempre pronto a rispondere, a dire una parola buona, a fare qualcosa per alleviare angoscia e soprattutto per costruire una speranza collettiva. Grazie care beneventane/i per questo grande affetto che mi dimostrate. Ps: ve lo posso dire: mi avete fatto fare un figurone in tutta Italia. Sesto in assoluto, e senza un partito che mi facesse da piedistallo, è, secondo i sondaggisti, un autentico miracolo elettorale. Grazieeeeee”.
Nel leggere questo comunicato, con allegata la graduatoria del Sole 24 Ore del 5 luglio, siamo rimasti esterrefatti. Ci siamo pure preoccupati di procurarci una copia del giornale il giorno dopo, per vedere quali parametri fossero stati presi in considerazione al fine di stabilire da dove discendesse l’amore dei cittadini per il proprio sindaco nei comuni capoluogo di provincia.
Certamente, è stata la nostra riflessione, non sarà stata valutata la condizione di abbandono della città, cui solo in questi giorni si sta ponendo qualche rimedio con il rifacimento di marciapiedi e la riparazione di strade divenute groviere, come pure non sarà stata valutata la crescita di vegetazione spontanea ai bordi dei marciapiedi anche su strade del centro cittadino. 
Non a caso, l’ex sindaco di centro sinistra, Fausto Pepe, ha denunciato questo tipo di emergenza ambientale, in polemica con Mastella, che dopo 5 anni, da quando si è insediato a Palazzo Mosti, ha scoperto la situazione di degrado in cui vivono i cittadini di via Giuseppe Maria Galanti, a causa dell’esistenza di un fabbricato incompiuto, divenuto colonia di topi e ricettacolo di ogni sorta di sporcizia, amianto compreso, con la presenza di una gru, operativa nella iniziale fase di costruzione del fabbricato, della cui rimozione si sta occupando il sindaco a spese del Comune. 
Le cause per cui la costruzione di un palazzo non viene portata a termine sono molteplici. Da più di 30 anni, vi è un palazzo incompiuto in via Trieste e Trento. Ma di quello incompiuto in via Galanti, che Mastella aveva imputato alla responsabilità della precedente amministrazione,  Fausto Pepe ha dichiarato al Mattino: “Come al solito Mastella o fa finta di non ricordare le questioni amministrative della città o veramente non le conosce. La questione del piano di recupero di via Galanti, del resto, dovrebbero ricordarla bene anche alcuni dei suoi assessori attuali che facevano parte delle precedenti amministrazioni (di centro destra – ndr). Dare sempre la responsabilità alla mia amministrazione, oltre ad essere una cosa stucchevole, mi ha stancato. Purtroppo, come sempre, si affrontano questioni con la solita superficialità. In questa area privata non c’è solo amianto, ma anche altri rifiuti”, per cui andrebbe coinvolta l’Asl. 
Le allusioni di Fausto Pepe non rendono chiarezza rispetto a ciò che è successo in via Galanti. Sarebbe stato meglio chiarire la questione ai cittadini, piuttosto che parlare agli addetti ai lavori.
Indubbiamente, con questa iniziativa, Mastella ha voluto lanciare l’amo sperando che molti cittadini di via Galanti abbocchino in termini di consenso elettorale, così come spera abbocchino i cittadini di via Don Luigi Sturzo, dove prenderà il via la realizzazione, annunciata con un roboante comunicato, di un marciapiedi e la riparazione della strada, e così come spera abbiano abboccato anche i cittadini di via Avellino e di Via Girolamo Vitelli, dove pure sono stati rifatti i marciapiedi.
I cittadini liberi dovrebbero spiegarsi come mai questi interventi vengano cantierizzati a ridosso delle elezioni e non nel corso dei 5 anni in cui Mastella ha (mal)governato la città, senza realizzare uno soltanto dei suoi punti programmatici annunciati in campagna elettorale nel 2016.
L’indagine del Sole 24 Ore sarebbe stata svolta nelle dieci settimane precedenti la sua pubblicazione, quando ancora non si sapeva che la passività di bilancio del Comune di Benevento al 31 dicembre 2016 era di circa 27 milioni e non dei 141 denunciati da Mastella, per far dichiarare, l’11 gennaio 2017,  dal Consiglio comunale, il dissesto finanziario. Un dissesto politico, per far ricadere la responsabilità sulla precedente amministrazione di Fausto Pepe, che, peraltro, aveva dovuto pagare decine e decine di milioni di debiti fuori bilancio, lasciati in gran parte da un sindaco degli anni 80, amico di partito e di corrente di Mastella, e giunti a sentenza quando la città era governata da un’amministrazione di centro sinistra. 
Insomma, noi avremmo voluto vedere se l’inchiesta si basava sull’operato di Mastella o sulla sua esposizione mediatica, essendo egli un sindaco molto appariscente. Chi non ricorda il clamore suscitato quando, accompagnato dal codazzo di suoi assessori, ha fatto affiggere, davanti ai due nosocomi cittadini, uno striscione con il quale ringraziava, nel culmine della seconda ondata della pandemia, il personale medico e paramedico che stava dimostrando abnegazione nel combattere il Covid e nel curare i malati che ne erano rimasti contagiati? E chi non ricorda il modo, non esente da comparse televisive su tutte le reti nazionali, con cui si è prodigato nella ricerca di senatori responsabili per salvare… il governo Conte.
Ma il misero fallimento di  questa operazione sfugge a quelle migliaia cittadini che ogni domenica, ma anche durante la settimana, all’ora di pranzo come fanno i call center che ti propongono il cambio del gestore telefonico, si vedono raggiunti da una sua telefonata, per essere informati dell’arrivo di qualche calamità o di qualche sua iniziativa, o anche per sentirsi dire che egli non vuole il ritorno di quelli che c’erano prima.

La minoranza del Pd non esercita il ruolo di minoranza
Si dà il caso che i consiglieri comunali Raffaele Del Vecchio e Cosimo Lepore, rispettivamente vice sindaco e assessore della precedente maggioranza di centro sinistra, siano due degli amministratori che c’erano prima. Costoro, insieme a Francesco De Pierro, un ex consigliere comunale mastelliano migrato nel Partito Democratico nel 2015, senza avere quindi alcuna delle responsabilità che Mastella addebita al centro sinistra, il 6 luglio, nella sede di Palazzo Santa Lucia, a Napoli, avrebbero concordato con i vertici regionali del Pd, presente anche Rossano Insogna, il presidente provinciale del Pd di Benevento che non avrebbe rinnovato l’iscrizione al Partito pel l’anno 2020,  di appoggiare, con un propria lista, la ricandidatura di Mastella a Sindaco, in concorrenza con il Pd sannita, schierato nella coalizione Alternativa per Benevento guidata da Luigi Diego Perifano, nato politicamente nell’ex Psi.Questi tre consiglieri comunali, già zingarettiani all’ultimo congresso nazionale, ora si proclamano deluchiani, insieme ai loro sostenitori molti dei quali non iscritti al Partito, come se i 16.956 cittadini del Sannio che hanno votato Pd alle regionali del 20 settembre 2020, configurandolo come primo Partito, non avessero scelto di votare per De Luca, dal momento che la lista del Pd era schierata con l’attuale presidente della Regione.Loro, i tre consiglieri e il rispettivo seguito, avevano già sottratto voti al Partito alle regionali, candidando Raffaele Del Vecchio nella lista ‘De Luca Presidente’, nella speranza, risultata vana, di impedire che il Partito Democratico rieleggesse il suo consigliere regionale, nella persona di Erasmo Mortaruolo. Ma allora non furono presi provvedimenti disciplinari, poiché i voti raccolti dalla lista, guidata da Del Vecchio confluivano, insieme a quelli del Pd e di altre liste in cui erano candidati  democrat di rilievo, in un unico calderone.Ora, invece, i voti che raccoglierebbero  i tre consiglieri dem, se candidati in una loro lista, confluirebbero in uno schieramento concorrente a quello in cui il Pd è capofila.A prescindere dalla intenzione non manifesta dei vertici regionali del Pd, di volere magari nella città di Benevento la sconfitta della coalizione in cui è schierato il Partito Democratico, se l’operazione dovesse realizzarsi, un partito serio dovrebbe prendere posizione, con l’adozione, soprattutto in sede centrale, di provvedimenti disciplinari. Quando una minoranza non si limita ad esercitare il proprio ruolo, magari per diventare maggioranza in un prossimo congresso, è legittimata a fare delle scelte diverse da quelle del partito di appartenenza, ma non contrastanti e concorrenti rispetto a quanto deliberato dalla maggioranza. In tal caso, un partito serio deve prendere atto con i dovuti provvedimenti, se la minoranza non decide di pervenire a conclusioni coerenti.Ma questo interessa poco alla migliaia di cittadini che Mastella, tramite un’agenzia cui finora sono stati pagati 60mila euro, contatta con la suddetta cadenza. Molti cittadini, soprattutto gli ultranovantenni, che non hanno chiesto di essere informati di eventuali calamità o di altre iniziative, avvertono il fastidio di quelle telefonate, ma moltissimi altri si sento onorati di trovarsi nella considerazione del sindaco, come se li conoscesse uno per uno.Anche l’aver concesso gratuitamente suolo pubblico, oltre a quello di cui già dispongono, a gestori di ristoranti, pizzerie, pub e bar, di consentire ai propri clienti di effettuare le consumazioni all’esterno, per prevenire i contagi nel chiuso di un locale, può essere stata una sortita finalizzata a guadagnare consenso, anche perché la concessione è valida fino al 31 dicembre 2020, come se, variante Delta permettendo, fosse possibile allestire tavoli all’esterno nei tre mesi autunnali.Altro consenso gli deriverebbe sicuramente dalla gestione clientelare delle assunzioni negli esercizi che si sono aperti in questi cinque anni, se si considera che, proprio sulla gestione delle assunzioni in un grande negozio aperto nel centro commerciale ‘I Sanniti’, vi sarebbero stati scontri nella maggioranza mastelliana.Ma tutto questo non lo abbiamo potuto rilevare perché non abbiamo letto Il Sole 24 Ore.Singolare, a proposito dell’indagine del giornale della Confindustria, è stato l’entusiasmo che la senatrice Alessandrina Lonardo Mastella ha manifestato la mattina del 5 luglio al marito, come se il fatto che  Mastella sia risultato sesto tra i sindaci dei comuni capoluogo non sia stato discusso nelle mura domestiche.Infatti, la senatrice scrive:   “Caro Clemente, questa mattina leggendo il Sole 24 ore, mi sono emozionata…È un sondaggio, certo, ma mi sono emozionata egualmente.
Spero con tutto il cuore che i cittadini di Benevento, andando a votare, possano premiarti, per tutto l’impegno che hai profuso in questi ultimi 5 anni a favore di una Benevento Bellissima.
Tu ce l’hai messa tutta, io più di ogni altro posso testimoniarlo… sei stato instancabile, non hai mai arretrato di fronte alle innumerevoli difficoltà, e durante la pandemia, mi hai stupito… incurante anche di mettere a rischio la tua stessa vita, sei stato sempre presente in città a sostegno dei tuoi amati concittadini, a chiedere a tutti i tuoi amici sostegni medici per farli giungere a quanti ne avevano bisogno. Sei stato un Sindaco esemplare, affettuoso, disponibile, premuroso. Hai sostenuto i più deboli, hai indirizzato tanti, sei stato sempre vicino agli scolari che ti amano. Sono certa che stai creando una bella squadra, alleggerita da qualche zavorra, che pure c’era, per iniziare la prossima campagna elettorale, che farai con il tuo solito stile, che vuole creare serenità e mai odio. La città ti ama anche per questo. Io, e noi che crediamo in te, ti saremo accanto, perché la mia Benevento Bellissima, ha bisogno del suo Sindaco, quel Sindaco che pur tra mille difficoltà sta creando tanto… ed i prossimi 5 anni serviranno a completare quanto ha messo in campo..
Essere in classifica al sesto posto è molto gratificante… soprattutto quando non si hanno partiti di riferimento, e quindi dobbiamo lavorare insieme per determinare realmente le cifre del sondaggio… grazie a quanti hanno scelto Clemente nelle domande che sono state poste dal sondaggista, e grazie a quanti si sono già uniti al team, ed a quanti si uniranno nei prossimi giorni, per la prossima campagna elettorale che sarà esaltante, perché chi lavora tutti i giorni ed è sempre a disposizione della gente, ama le campagne elettorali, perché sta sempre in campagna elettorale”.Però, a proposito del sondaggio, Alessandro Campi, un politologo professore ordinario al dipartimento di Scienza Politica dell’Università di Perugia, scrive: “Temo che il Sole 24 ore , il mitico giornale di Confindustria, sia incorso in un  infortunio giornalistico piuttosto grave. Nella sua edizione odierna ha diffuso un  megasondaggio dedicato al gradimento dei Presidenti di Regione. Evito di  discutere i risultati. Discuto (e contesto) la metodologia. Dalle note tecniche riportate dallo  stesso giornale, sarebbero state realizzate 1000 interviste per Regione e 600  interviste per Comune (peraltro senza che si capisca bene come il campione sia  stato costruito, secondo cioè quali criteri di stratificazione). Per chiunque abbia  anche una minima esperienza nel campo della ricerca si tratta di una manifesta  assurdità. Significherebbe aver realizzato decine di migliaia di interviste nell’arco  delle dieci settimane indicate come periodo di svolgimento della rilevazione:  costi proibitivi (parliamo di centinaia di migliaia di euro) e uno staff di rilevatori  composto da almeno un migliaio di unità”. 
Cosa non va nel sondaggio. Lo dice il prof. Campi.
“Prendiamo allora la versione più ‘realistica’ (si fa per dire) di questa nota.  Ammettiamo dunque che i Comuni cui ci si riferisce siano soltanto i capoluoghi  di provincia delle 16 Regioni testate (dall’indagine sono state infatti escluse, per  ragioni tecniche, la Calabria, il Trentino A. A. e la Valle d’Aosta). 
Sarebbero state condotte 600 interviste per i 103 Comuni capoluoghi  di provincia: totale 61.800 interviste. Cui andrebbero aggiunte le 16.000  interviste per Regione (1000 x 16). Insomma si sarebbe lavorato su un mega campione di 77.800 persone. Il “Sole 24 ore” avrebbe pagato una simile ricerca  (250-300mila euro a valore di mercato) per ricavarne, al dunque, un articoletto di  6000 battute? E quale società specializzata in sondaggi è in grado in Italia, in 10  settimane, di condurre una tale indagine (ammesso abbia statisticamente senso  operare con un campione tanto grande)? Per inciso, per ogni telefonata o  intervista via mail che va in porto, ci sono almeno 7-8 cittadini che si rifiutano di  rispondere. Si ha idea di quante telefonate o messaggi di posta elettronica  sarebbero stati necessari a prendere per buoni questi numeri? Si potrebbe allora pensare che ci si sia limitati a sondare 600 cittadini per città  tenendo conto solo dei capoluoghi di regione: totale 9.600 interviste (600 x 16).  Ma sondare il gradimento di un Presidente di Regione intervistando i residenti  della sola città capoluogo di regione (Milano, Bari, Napoli, L’Aquila ecc.) è un  palese errore”.
I risultati, sarebbero inattendibili per definizione, a giudizio del prof. Campi. Quindi l’indagine è una bufala.
Perché allora si fanno questi sondaggi? Per influenzare l’opinione pubblica in un periodo in cui, cadute le ideologie, il cittadino non politicizzato spesso è portato a salire sul carro del vincitore? Si pensi che il venerdì precedente il giorno dell’apertura dei seggi per le elezioni regionali svoltesi nel gennaio 2020 in Emilia Romagna, più di un sondaggio dava per vincitrice la candidata leghista, Lucia Borgonzoni. Sappiamo poi come sono andate le elezioni in quella regione dove l’elettorato è politicizzato.
Giuseppe Di Gioia

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