Concerto Jazz al Museo del Sannio: l’unione della musica con la poesia

Si è tenuto  presso la Sala Vergineo del Museo del Sannio, ieri 7 luglio, il concerto di musica jazz con il quale è iniziata la stagione concertistica dell’Accademia di Santa Sofia, dal titolo “Jazz al Museo”, che ha visto protagonisti  l’Umberto Aucone Quintet, cioè un quintetto composto da: Umberto Aucone al sassofono, Francesco Marziani alla tastiera, Marco De Tilla la contrabasso, Massimo Del Pezzo alla batteria, accompagnati dalla bravissima cantante Virginia Sorrentino, Quest’ultima ha voluto precisare: ”Stasera siamo qui é perché abbiamo fatto della musica la nostra, ragione di vita”.
Infatti, i brani sono stati scelti con grande cura ed eseguiti in maniera magistrale. Si è poi aggiunto anche il tributo al grandissimo Maestro recentemente scomparso, Franco Battiato, di cui abbiamo ascoltato anche il suo testamento spirituale, contenuto nel brano “La cura”, quello che  è  stato definito dalla critica: ”Un capolavoro della musica italiana. Un inno all’amore assoluto, universale. Franco Battiato è un amatissimo cantautore, compositore e regista siciliano.” 
Per gli appassionati di jazz, ricordiamo che si svolgerà a Pietrelcina il 26, 27, 29 luglio e 3 agosto 2021 il Jazz sotto le stelle Pietrelcina festival, giunto  quest’anno alla 17ᵃ edizione.
Il tema scelto per quest’anno è ”Suoni in movimento”, vale a dire un focus su come gli spostamenti e le nuove esperienze incidono sull’evoluzione di un artista.
I concerti si svolgeranno al Parco Colesanti e l’ultimo nella centrale Piazza SS. Annunziata e, come sempre, saranno gratuiti.
Inizieranno il 26 luglio con l’esibizione del brillante pianista sannita Aldo Pareo al quale seguirà il concerto di un super trio: Dado Moroni al pianoforte, Aldo Zunino al contrabbasso ed Enzo Zirilli alla batteria.
Si proseguirà il 27 luglio col duo Giacomo Aula al pianoforte e Ciro Imperato al contrabbasso, mentre il 29 luglio sarà di scena il Duo Then Ø con i pirotecnici Roy Paci alla tromba & filicorno e Carmine Ioanna alla fisarmonica. Il festival terminerà il 3 agosto con un altro giovane talento sannita, il chitarrista Andrea Orlando. 
Alla musica viene unita anche la tavola e per questo, prima dei concerti, alle ore 19,30, l’Associazione Officina dei Sapori in collaborazione con l’Azienda Agricola Pietra Vive, presenta “Olio in Jazz”: un momento in cui vedremo insieme olio, musica e sapori, che gusteremo nello scenario unico e suggestivo dell’Antico Frantoio di Pietrelcina, sito  nel rione Castello.
Abbiamo dunque riassaporato la gioia di rivedere la Sala Virgineo, (ricca di opere d’arte contemporanee, ed antiche) ed il gruppo ha suonato davanti alla bellissima tela di Giuseppe Bezzuoli, pittore storiografico, che ricorda la battaglia di Benevento del 1266, in cui trovò la morte  Manfredi di Svevia.
Al centro del dipinto emerge il corpo giovane e bello di Manfredi, la cui vicenda fu ripresa dal sommo poeta Dante, che esprime per il principe tutta la sua pietà, per il suo corpo che era stato seppellito dai suoi soldati. vicino al ponte presso Benevento, perché essendo stato scomunicato più volte dal papa Clemente IV, non poteva essere sepolto in luogo sacro. A sua volta però il papa con il timore che quella tomba potesse divenire il simbolo dell’amore ghibellino, cioè per l’imperatore in Italia, ordinò di intercettarla e di distruggerla.
Tutto questo fece inorridire Dante, perché sappiamo che,  da sempre, nell’antichità il corpo veniva  seppellito, anche quello dei nemici.
Pensiamo al culto dei morti in Egitto, in Grecia, a Roma. La cremazione e l’inumazione erano praticate entrambe, ma essenziale era il fatto che la terra  ricoprisse i resti umani, la cui vista avrebbe offeso gli dei e avrebbe impedito ai defunti stessi di trovare pace.
Il dovere della sepoltura, perciò, non riguardava solo la famiglia, ma ricadeva sull’intera comunità.
Qualunque salma doveva essere sepolta, altrimenti avrebbe avuto un castigo peggiore della morte stessa. L’unica eccezione riguardava i condannati a morte. 
Nella  sua presentazione, il direttore Marcello Rotili si è ricollegato  anche alla Divina Commedia di Dante, di cui quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte,  ricordando che   Dante incontra nel Purgatorio Manfredi. Quest’ultimo in punto di morte aveva chiesto perdono a Dio, dei suoi peccati.    Da qui la richiesta di Manfredi al sommo poeta   di informare la figlia e di farla pregare per la sua anima.
Noi ne abbiamo approfittato poi per rileggere quei versi davvero immortali.
Una serata particolarmente ricca di spunti culturali, dunque in cui abbiamo visto come si possono  fondere insieme la musica, con l’arte e la poesia.
Maria Varricchio

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