L’artista Antonio Del Donno e il viaggio delle parole

Antonio Del Donno nasce a Benevento il 27 novembre 1927 da Nicola ed Anita Ferrelli e muore a Benevento il 19 novembre 2020, un viaggio esistenziale durato 93 anni di cui 63 vissuti con Clelia Rossi con la quale si unisce in matrimonio il 6 luglio del 1957, quattro figli meravigliosi: Nicola impiegato nella commissione tributaria, Francesco ufficiale dell’Aeronautica, Annarita insegnante, Gabriella architetto ed insegnante presso l’Industriale e 7 amatissimi nipoti. Una carriera artistica segnata dalla unicità semplice che incanta e genera ammirazione. Disegnatore, pittore, scultore e fotografo.
Dopo l’Istituto tecnico per geometri in Benevento scopre la grande ed indomabile passione per l’arte, frequenta il Liceo artistico e l’Accademia delle Belle Arti Napoli. Tiene la sua prima mostra personale nel 1962 presso la pinacoteca Provinciale di Benevento. Negli anni 60 e 70, insieme all’amico e collega Mimmo Paladino frequenta la galleria di Lucio Amelio a Napoli. Viaggia moltissimo per l’Europa spinto dal grande desiderio di confrontarsi con tante realtà artistiche. Nel 1962 partecipa alla Biennale di Venezia dove conosce Rauschenberg, pittore e fotografo statunitense molto vicino alla pop art e maestro dell’espressionismo astratto, un artista destinato a rimanere costante punto di riferimento per Antonio Del Donno. Nel 1972 comincia a costruire i Vangeli e su vecchie tavole di legno imprime con caratteri di fuoco le parole più luminose e significative del Nuovo Testamento. Vangeli che annunciano la verità di Dio e dell’uomo ed invitano alla riflessione, alla conversione, alla decisione per rimanere uomini liberi, capaci di legare il carro della propria esistenza intorno ad un grappolo di valori che non tramontano al passaggio delle mode. Appartengono agli anni 80 le opere vicine alla tecnica dei combine – painting. Del Donno combina con mirabile maestria pittura gestuale ed oggetti poveri con un intelligente approfondimento simbolico delle immagini.
L’attività e produzione artistica non conosce tregua fino agli ultimi giorni disseminando opere a Benevento, nel Sannio, nelle piazze di tante città italiane e nei musei di tutto il mondo, fino a New York, Tokio, Praga, Bruxelles, Santiago del Cile e Monaco di Baviera. Una lunga e proficua esistenza dedicata alla famiglia, gli amici, alla nobile arte capace di trasmettere un messaggio morale socialmente prezioso. Una personalità che non si dimentica: umile, semplice, onesto, un cuore puro di bambino nonostante la grande maturità umana, culturale e spirituale. Un artista italiano classicamente moderno con le tracce indelebili della terra d’origine, il fantastico Sannio. Uomo dello stupore e dell’incantamento. Titolare di una signorilità relazionale sorprendente. Sempre attento a non trasformare l’arte in prodotto commerciale. Cantore della bellezza e dell’amore. Messaggero generoso di annunci di speranza. Tra inchiostri, dipinti, tecnica mista e molteplici forme espressive di scultura, Antonio Del Donno narra la incantevole favola della vita mettendo l’arte al servizio della luce, del bene e della promozione sociale.
Mons. Pasquale Maria Mainolfi

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