Silenzio, se parli, puoi essere querelato

Nel pezzo pubblicato il 30 luglio, abbiamo scritto che “fa proseliti a Benevento la scuola di chi minaccia querele”, per introdurre la ventinovesima querela collezionata da Gabriele Corona, il dipendente comunale raggiunto, contestualmente, anche dall’ennesimo provvedimento disciplinare,  poiché, usando “toni critici oltre la continenza per un pubblico dipendente, destabilizza l’amministrazione comunale sul piano politico, amministrativo e burocratico”.
Il provvedimento, scaturito in seguito alla pubblicazione di un comunicato, non firmato da lui ma quando lui era ancora presidente di Altrabenevento, era stato proposto da persone che hanno cambiato casacca politica per fare carriera. In particolare, parla di destabilizzazione il dott. Gennaro Santamaria, il dirigente del Settore Affari Generali, uno dei proponenti il provvedimento, diretto superiore di Gabriele Corona, in quanto la Polizia Municipale, dove Corona, trasferito dal Settore Urbanistica, prestava ancora servizio nelle more dell’applicazione della sentenza con cui il giudice Chiariotti aveva ritenuto illegittimo tale trasferimento, ha perduto la funzione di Settore, dopo la nomina del sig. Fioravante Bosco quale comandante dei Vigili Urbani.
Infatti, questo dirigente, un campione di trasformismo, venuto in rotta con Oberdan Picucci, per il fatto che l’attuale assessore alle attività produttive era ritornato nell’Udc all’indomani delle elezioni regionali del 2015, venendo meno all’accordo stipulato con lui,  quello di prendere le distanze dall’Udc regionale  e di votare per Caldoro, in seguito alla decisione di Ciriaco De Mita di schierare all’ultimo momento le liste dell’Udc nella coalizione vincente guidata da Vincenzo De Luca,  fonda sul piano provinciale un’associazione, che, insieme ad Alleanza Popolare di Angelino Alfano, presenta, alle elezioni amministrative del 2016, “Benevento popolare”, una lista collegata allo schieramento di centrosinistra, guidato da Raffaele Del Vecchio. Una operazione, questa, che costa al centro sinistra l’allontanamento dell’Udc, la cui lista  guidata da Oberdan Picucci, ottiene 1.525 voti, pari al 4,03%, nello schieramento guidato dall’attuale sindaco di Benevento.
Ora, però, dato lo scarsissimo peso, per usare un eufemismo, avuto dell’associazione di Santamaria in “Benevento popolare”, e considerato che l’apporto consistente, per non dire unico, pervenuto a tale lista è stato quello del partito di Alfano, che ha determinato la elezione di Vincenzo Sguera, di cui non conosciamo attualmente l’approdo, si può ben dire che, se l’Udc fosse stato schierato con il centro sinistra, il 4,04%, ottenuto dalla lista omonima, aggiunto al 46,87% raccolto dall’insieme delle liste collegate a Del Vecchio sindaco, avrebbe totalizzato il 50,90%, una percentuale sufficiente, perché superiore al 50%,  per fare attribuire alle liste di centro sinistra il premio di maggioranza, indipendentemente da quello che sarebbe stato l’esito del ballottaggio tra Mastella e Del Vecchio.
Intanto, Santamaria, che sul piano nazionale era rimasto collegato con  Casini, il capo storico dell’Udc,  era stato chiamato l’11 settembre del 2015 a guidare la segreteria di  Gian Luca Galletti, il ministro casiniano dell’Ambiente dei governi Renzi e Gentiloni. Facendo campagna elettorale in sostegno del centro sinistra anche nelle elezioni politiche del 2018, Santamaria rimane alla guida di quella segreteria fino alla costituzione del governo gialloverde.
Ma, finito alla corte di Mastella, anche con il disappunto di molti consiglieri comunali mastelliani, per non rimanere “disoccupato” viene dal sindaco posto alla guida del settore Affari Generali del Comune. Chissà cosa farà l’anno venturo, se Mastella, come ci auguriamo, non dovesse essere confermato a sindaco della città?!
In linea di principio, riteniamo che, per muovere contestazioni ad un dipendente pubblico, il rispettivo dirigente debba avere, sul piano politico, una condotta moralmente inattaccabile.  

Il sindaco Mastella chiede aiuto al Pd
Ma, indipendentemente dal comportamento destabilizzante prodotto da Santamaria nella macchina comunale, nel senso che ha assunto la direzione di un Settore che poteva essere affidato a un dipendente di carriera, e indipendentemente dal fatto che egli si è venuto a trovare a fare causa comune con l’assessore Picucci, non più suo acerrimo nemico, a destabilizzare l’amministrazione comunale sono stati i consiglieri comunali, ex mastelliani, i quali, con i loro frenetici spostamenti da un gruppo all’altro, e costituendone di nuovi,  hanno fatto venir meno la maggioranza al sindaco.Infatti, il sindaco, messa da parte la sua caratteriale autosufficienza, ha chiesto aiuto al Pd, facendo leva su quanto affermato dal segretario regionale del Pd, Leo Annunziata, il quale, incappato in fallacie logiche, perché ignaro forse del fatto che a Benevento il Pd è alternativo a Mastella, ha dichiarato, secondo quanto leggiamo sul mattino del 31 luglio: “E’ chiaro che c’è un’alleanza in vista delle regionali, credo che sia altrettanto evidente, essendo tutti impegnati per la vittoria della nostra coalizione,che a tutti i livelli se ne debbano fare carico”.A parte il fatto che, in base a questo ragionamento, il Pd, a Benevento dovrebbe essere alleato anche al M5S, dal momento che in sede governativa collabora con i pentastellati, Mastella, non avendo avuto dal Pd il formale appoggio, o il formale ingresso nella maggioranza, ha fatto saltare anche l’accordo che Carmine Valentino aveva stipulato con il mastelliano Antonio Frogiero, per correre insieme alle comunali di Sant’Agata dei Goti.Mastella, infatti, nel presentare il 30 luglio i candidati di “Noi Campani”, la sua nuova formazione politica, aveva detto, all’indirizzo del Pd, leggiamo sul Mattino: “Non è possibile dar vita ad alleanze zoppe, a Benevento da amanti e a Sant’Agata da sposati. Noi abbiamo avviato un percorso politico nuovo, l’ho spiegato ai dirigenti centrali del Pd, che erano contenti di questo”.
Ma i dirigenti centrali del Pd, non quelli dell’ultima ora, conoscono bene il camaleontismo di Mastella, per non poter favorire un’alleanza tra il sindaco di Benevento, ora passato nell’area del centro sinistra, e il Pd a Benevento, che è a lui alternativo, da 11 anni, da quando egli, nel febbraio 2009, è passato nello schieramento berlusconiano, in cambio di una elezione al Parlamento di Strasburgo. Si sa che le metamorfosi di Mastella hanno cicli decennali. Infatti, abbandonato il centro destra, con il divorzio da Casini, con cui aveva fondato il Ccd, nell’autunno del 1998 era passato al centro sinistra, sostenendo il governo D’Alema.  Ora, invece, chiede, nell’aula del Consiglio comunale, “la presenza di una forza politica seria, che ha una storia, una tradizione istituzionale”. Un’alleanza con lui, e con lui sindaco, significherebbe relegare il Pd ad un ruolo subalterno rispetto a lui.Qualche giornale, in riferimento al modo come Mastella avrebbe fatto saltare l’accordo a Sant’Agata dei Goti, dopo che il sindaco di Benevento, nella seduta consigliare del 31 luglio, avrebbe registrato la presenza in aula dei consiglieri del Pd a garanzia della validità di tale seduta, parla di “cornuti e mazziati”, all’indirizzo del partito di Zingaretti. Ma questo giornale, se non ha fatto sfoggio di faziosità, ha dimostrato di masticare poco di politica, per il fatto di non aver considerato che i consiglieri del Pd non erano determinanti per garantire il numero legale, in quanto la diciassettesima consigliera, quella che ha dato validità alla seduta (il consesso, infatti, sindaco compreso, è costituito da 33 membri), è stata Giuliana Saginario, che, eletta in “Noi Sanniti per Mastella”, si trova ora nel gruppo dei pattisti, postisi all’opposizione. Lei, la consigliera Saginario, ha detto di aver partecipato alla seduta, perché, anche se ha votato contro il bilancio di previsione (i voti favorevoli sono stati infatti 16, in quanto non è più richiesta la maggioranza qualificata), ha voluto evitare che non venisse approvato un atto predisposto dalla maggioranza quando lei ne faceva ancora parte.
Nessuno però ha fatto rilevare che, nella seduta del 27 luglio, la diciottesima presente, anche se non determinante per garantire il numero legale, era stata la pentastellata Anna Maria Mollica, la quale, per nascondere evidentemente il fatto che anche lei sarebbe interessata a non far decadere il Consiglio con un anno di anticipo,  ha chiesto con la pretesa di fare dell’ironia,  nel corso della seduta del 31 luglio, “di voler verificare (leggiamo sul Mattino – ndr) se i democrat di Benevento, almeno i consiglieri comunali, si considerano ‘amanti’ o ‘sposati’ a Mastella”, facendo rifermento appunto alla sortita di Mastella del giorno prima.

Defenestrato l’assessore Reale, che comunque si dichiara leale verso il sindaco, ma avrebbe remato contro l’amministrazione
Tuttavia, Mastella ha dimostrato ancora di vestire i panni dell’arrogante, nella misura in cui ha revocato Antonio Reale da assessore all’Ambiente, nominando al suo posto, l’avv. Gerardo Giorgione, il quale, nominato assessore all’Urbanistica in quota Forza Italia, era stato revocato da Mastella il 16 agosto del 2016, meno di due mesi dopo l’insediamento della nuova amministrazione, per aver postato, su facebook, un link contro l’allora presidente del Consiglio, Renzi, e la rispettiva moglie, link che Forgione aveva attribuito alla responsabilità del proprio figlio.Si dice che la revoca di Reale sarebbe dovuta al fatto che egli  avrebbe dichiarato di sostenere Forza Italia, il partito dal quale era stato eletto consigliere comunale, dopo che, in una riunione dei consiglieri di maggioranza convocata dal sindaco per comunicare la costituzione e la partecipazione alle elezioni regionali di “Noi Campani” in appoggio a De Luca,  aveva dichiarato di sostenere l’avventura di Mastella.
Antonio Reale, dal canto suo, scambiando i calci nel sedere per applausi, in una nota, scrive: “Prendo atto della decisione del sindaco Mastella e lo ringrazio per aver creduto in me, per avermi dato la possibilità di ricoprire prestigiosi incarichi di amministrazione. Auguro il meglio al sindaco e ai colleghi per il prosieguo della legislatura: un progetto a cui resto orgogliosamente fedele, anche senza più farne parte. Resto di centro destra e resto grato a Mastella, sinceramente grato e vicino, diversamente da chi (Nanni Russo – ndr) gli suggerisce revoche, pur essendo la sua presenza in Consiglio motivo di imbarazzo per il sindaco”. Un anonimo, però, riferisce una nota di Altrabenevento del 31 luglio, avrebbe indirizzato al sindaco una missiva, secondo cui Antonio Reale, prima della revoca, avrebbe “indotto un consigliere comunale a votare per non modificare il regolamento del Consiglio sulle maggioranze necessarie ad approvare proprio i bilanci”.Se non fosse passata la modifica al regolamento, l’approvazione del bilancio di previsione 2020 avrebbe dovuto avere 17 voti e non 16.

La senatrice Sandra Lonardo Mastella annuncia querela contro Martusciello. Il marito, invece, annunciaquerela contro un giornale online per aver scritto che il sindaco di Benevento ha trattato, con De Luca,  la nomina ad assessore regionale per il figlio Pellegrino. 
“Al prossimo rimpasto entrerà anche Orfei”, essendo questo un circo, non un’amministrazione comunale, ha affermato Fulvio Martusciello, il coordinatore locale di Forza Italia, destinatario di una querela, annunciata dalla senatrice Sandra Lonardo Mastella, in occasione della presentazione dei candidati di “Noi Campani”, per aver detto che la predetta senatrice percepirebbe 3.000 euro in più al mese, dopo il suo passaggio al gruppo misto del Senato.
Un’altra querela era stata annunciata dal marito contro un giornale online, per aver scritto che Mastella aveva chiesto a De Luca un posto di assessore per il figlio Pellegrino, in cambio dei voti che egli avrebbe portato al governatore uscente. Questa richiesta, scaturirebbe, secondo le illazioni del giornale online, dalla necessità di Mastella di avere un rappresentante sannita in Regione, dal momento che difficilmente scatterebbe il seggio per “Noi Campani” nella circoscrizione di Benevento.
Mastella, se spera che scatti il seggio a Benevento per “Noi Campani”,  in un momento in cui sono fluttuanti le quotazioni della Lega e dei 5 Stelle, dovrebbe augurarsi che militanti del Pd si candidino in liste civiche per depotenziare la dote elettorale di questo partito, non fluttuante ma costituita da uno zoccolo duro. Un segnale, in tal senso, sarebbe pervenuto dal Largo del Nazareno, per aver dato il nulla osta, secondo quanto apprendiamo dal Mattino, alla candidatura di Raffaele Del Vecchio nella lista “De Luca Presidente”, contravvenendo al deliberato regionale del 17 febbraio 2020, secondo cui gli iscritti al Pd non possono essere candidati in liste civiche, e mettendo a rischio il seggio per il Pd, senza che,  in compenso, scatti il seggio in “De Luca presidente”. 

Le querele si sporgono soprattutto per impressionare l’opinione pubblica in favore del querelante
Ma, al di là del fatto che Mastella possa augurare il male per il Pd e il bene per sé, come certe voci farebbero (il condizionale  è d’obbligo) ritenere, saremmo molto curiosi di conoscere l’epilogo della querela da lui annunciata contro il giornale online. In ordine alla illazione di questo giornale è intervenuto anche il figlio di Mastella, l’avv. Pellegrino, precisando di essere un “professionista che si occupa di ben altro, nulla a che vedere con la politica che mi limito a seguire da osservatore esterno”.Abbiamo già scritto che, rispetto a notizie di questo tipo, la persona che se ne ritiene vittima annuncia querela per impressionare favorevolmente l’opinione pubblica, salvo poi a conoscerne l’epilogo. Infatti, chi scrive non ha mai conosciuto l’epilogo di una querela annunciata 28 anni fa, con un risarcimento di parecchie centinaia di milioni di lire, da una giornalista di una emittente televisiva contro un giornalista di un famoso settimanale (meglio mantenersi sul generico), il quale aveva scritto che quella giornalista, per apparire in video, si era fatta raccomandare da una persona molto in alto sul piano politico, verso cui era stata gentile. Il giornalista, sicuro di sé, disse che in Tribunale avrebbe fornito le prove di quanto aveva scritto.
Speriamo che il giornalista del giornale online abbia uno straccio di prove per vanificare l’esito della querela di Mastella, ma l’epilogo di questa querela si conoscerà dopo le elezioni, quando, a giochi fatti, potrà intervenire, come spesso accade, anche una sua remissione. Molto spesso un giornalista ha la certezza di una notizia, ma non ha la prova per dimostrarla. In questo caso, purtroppo, come succede a chi scrive, è meglio tacere.Poi, è risaputo che le alleanze nascono su organigrammi. Nella Prima Repubblica, si trattava la costituzione di una alleanza dopo le elezioni, determinando gli equilibri, anche in rapporto alle cariche, istituzionali e non, da assegnare, in ragione del responso elettorale. Nella seconda Repubblica, la trattativa avviene, prima del voto, all’atto della costituzione delle alleanze. Chi non ricorda il modo come ognuno dei candidati sindaci che finiscono in ballottaggio, cerca di assegnare posti e assessorati agli schieramenti soccombenti, in cambio di appoggio elettorale, come se gli elettori fossero tante pecore?Probabilmente, Mastella, nel 2010, consapevole che il suo Udeur in Campania avrebbe avuto una percentuale a due cifre,  avrà chiesto, per la propria moglie,  a Bassolino il posto  nel listino, al fine di avere, con la elezione certa di Fernando Errico nella lista dell’Udeur, 2 consiglieri regionali  in provincia di Benevento, ed avrà, sempre probabilmente, chiesto allora anche la presidenza del Consiglio regionale per la moglie.
Giuseppe Di Gioia

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